Titolo originale | Stestí |
Anno | 2005 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Cecoslovacchia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Bohdan Sláma |
Attori | Pavel Liska, Tatiana Vilhelmová, Anna Geislerová, Marek Daniel, Zuzana Kronerová Bolek Polívka, Martin Huba, Marie Ludvíková. |
Uscita | venerdì 12 maggio 2006 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,16 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 6 dicembre 2017
Un film sulla ricerca dell'amore e sui misteriosi cambiamenti che questo sentimento provoca dentro ognuno di noi. In Italia al Box Office Una cosa chiamata felicità ha incassato 57,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Nel sobborgo industriale di una città a nord della Repubblica Ceca vivono Monika, Dasha e Tonik. Inseparabili dall'infanzia, la loro amicizia sembra incrinarsi sotto i colpi della vita: Monika attende un biglietto aereo per l'America e di riunirsi al fidanzato emigrato, Dasha desidera legittimare la sua liaison clandestina, Tonik, che ama in segreto Monika, sogna di ristrutturare una vecchia cascina e di formare una famiglia. La vita sceglierà per loro altrimenti.
La felicità del titolo è ben lontana dal realizzarsi in questo intenso e sincero film di Bohdan Slama, regista ceco al suo secondo lungometraggio. Ancora una volta il suo cinema racconta, come in Wild bees, di giovani amori impossibili: un personaggio che ne ama un altro, che a sua volta è innamorato di un terzo. Sullo sfondo un quartiere popolare attraversato da cavi della tensione e da viadotti in cemento, costruito intorno alle fabbriche che congedano gli anziani e divorano i giovani. A quel destino resistono i tre protagonisti provando a ipotizzarne uno più felice e il più possibile vicino al sogno. A sostenerli, nella diversa natura della ricerca, è la solidarietà, la volontà di non perdere mai di vista l'altro, sacrificandolo sull'altare dell'individualismo. Questa volontà è il valore aggiunto di un film che si avvia da un canto popolare, quello della prima inquadratura, che introduce il tono dell'opera. Un'opera corale dentro la quale si muovono due generazioni, quelle alcolizzate e date per vinte dei padri e quelle sobrie e determinate dei figli, immerse in un luogo mai definito o rivelato dalla macchina da presa. Una città senza nome a cui aderirà il sogno borghese di Dasha, da cui fuggirà quello bucolico di Tonik e a cui tornerà quello americano (tramontato) di Monika.
In una piccola città céca di macerie e relitti, di case senza energia elettrica, di tetti che lasciano passare la pioggia, di supermercatini dagli scaffali vuoti, di fabbriche abbandonate, di regali natalizi miseri, ubriachezze tristi e vecchi che ballano, «La gente riesce a trasformare la propria vita in un inferno, abbiamo un talento speciale per farlo», dice un emigrato in America.
Si dice che il cinema sia anche il racconto della vita, non dimenticando, citando Artaud, che i film sono della materia di cui sono fatti i sogni. Ma è sempre più difficile trovare la vita e i sogni nel cinema di oggi, mosso sempre più verso una dimensione altra, dove l'impossibile è reale. Ogni tanto, dalle cinematografie meno conosciute arrivano film veri e intensi, che ci ricordano quanto le storie [...] Vai alla recensione »
Non è un film metropolitano Sesti (in italiano Una cosa chiamata felicità) di Bodhan Slama, premiato a San Sebastian. Se lo fosse, il gusto sarebbe molto più amaro, cinico e senz'altro non circolerebbero tanti bambini. Praga come N.Y. come Milano: battute secche e vita notturna. Qui invece siamo nel nord della Repubblica Ceca, zona industriale, un deserto, dice il regista che viene dal Famu, la scuola [...] Vai alla recensione »
Cinema ceco. Assente da qualche tempo nelle nostre sale. L'autore del film di oggi Bodhan Slama, è però abbastanza conosciuto a livello internazionale perché premiato a vario titolo in questi o quel festival. I suoi temi sono delle cronache familiari, le sue cornici, delle realistiche periferie di città industriali, i suoi personaggi, molti, o sono in crisi, specie nel campo degli affetti, o sfiorano [...] Vai alla recensione »
Repubblica Ceca. Monika (Tatiana Vilhelmova), Tonik (Pavel Liska) e Dasha (Anna Geislerova) sono cresciuti insieme in un fatiscente quartiere di periferia di una piccola città industriale. Tra case fradice di pioggia e muri pericolanti. Ora sono adulti, distanti, divisi tra desideri impossibili e solitudine. Il fidanzato di Monika è riuscito a fuggire in America, dove ha trovato lavoro.
Un gruppo di trentenni in un valzer di ambizioni perdute, sentimenti compressi. catastrofi personali annegate nel silenzio, alla ricerca di una felicità che resta sempre dietro l'angolo: questa la materia prima del terzo film del cèco Bohdan Slama. Un film essenziale, asciutto, ben recitato, che fotografa un'Europa di provincia vicina e lontana, dove la povertà materiale riesce a distruggere amicizie, [...] Vai alla recensione »
Poveri ma brutti. Il secondo film minimalista in uscita questa settimana rompe l'incanto. Bubble si lascia vedere volentieri, la lentezza non fa ostacolo perché farcita di dettagli originali. Una cosa chiamata felicità richiede più pazienza. Nonostante il premio per il miglior film ottenuto al Festival di San Sebastian, quando arriviamo all'ultima scena rimpiangiamo il tempo perso a guardare gente [...] Vai alla recensione »