Titolo originale | Nu astepta prea mult de la sfarsitul lumii' |
Titolo internazionale | Do Not Expect Too Much From the End of the World |
Anno | 2023 |
Genere | Commedia |
Produzione | Romania, Lussemburgo, Francia, Croazia |
Durata | 163 minuti |
Regia di | Radu Jude |
Attori | Ilinca Manolache, Ovidiu Pirsan, Nina Hoss . |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | 4,11 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 30 gennaio 2024
Un'assistente di produzione sta girovagando per Bucarest per portare a termine un lavoro. Il film è stato premiato al Festival di Locarno, Il film è stato premiato a Cahiers du Cinéma,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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In quel di Bucarest, la vita quotidiana di Angela è fatta di lavoro sottopagato, divisa tra mille incarichi per sbarcare il lunario, risolvere beghe personali, e condurre una prolungata campagna social con il suo alter ego "maschile" che fa la parodia degli influencer alla Andrew Tate. Per conto di una società austriaca scandaglia la città alla ricerca di testimonianze di infortuni sul lavoro da includere in un video aziendale: uno di essi, Ovidiu, finirà per causare problemi che richiedono l'intervento di una direttrice marketing che è la pronipote di Goethe.
Dopo l'Orso d'oro a Berlino nel 2021 per Sesso sfortunato o follie porno, l'autore più iconoclasta del cinema rumeno alza ulteriormente l'asticella con uno stupefacente caleidoscopio di denuncia sociale, satira grottesca e manipolazione visiva.
In quella che è forse l'opera più complessa in una filmografia già unica, Jude offre il ritratto definitivo di una Bucarest esausta e perennemente sull'orlo di una crisi di nervi; c'è però anche molto di universale, e certamente di europeo, in questa rincorsa allo sfruttamento più bieco dei lavoratori della gig economy, in un parossistico carnevale delle mediocrità corporate brillantemente messo in scena dal talento vulcanico del regista.
La struttura principale è quella di un racconto esasperato dell'oggi, in un bianco e nero sporco e uno stile frenetico. Le peripezie di Angela la vedono entrare in contatto con un'omonima più anziana, la quale farà poi da tramite con la figura di Ovidiu che chiude il film in un incredibile piano sequenza. Ma è nell'incontro con la signora che il film prende una delle sue mille geniali tangenti, sovrapponendosi a un'altra visione cinematografica di Bucarest attraverso il prisma di una donna (Dorina Lazar) al lavoro: quella del film Angela goes on del 1981 (regia di Lucian Bratu), le cui scene alla guida di un taxi sono giustapposte agli estenuanti tragitti in auto della protagonista.
Citazioni e digressioni la fanno da padrone - c'è tempo per suggestioni letterarie, per una comparsata di Uwe Boll e per sfruttare la gravitas attoriale di Nina Hoss, per contemplare la morte e le tombe. È una versione contemporanea, arrabbiata e al tempo stesso esilarante dell'"Ulisse" di Joyce, aggiornata all'era del digitale.
Non è soltanto la creatività laterale e associativa di Jude a stupire, ma la sua determinazione nel condurre ogni trovata al suo punto di rottura, e poi ancora oltre. Il film nel film viene riletto, riappropriato, deragliato e dotato di una coda apocrifa, fino a diluirsi in un flusso d'immagine non diverso dalle teste galleggianti dei vari meeting su Zoom, o dal ridicolo filtro con cui Angela assume l'identità di Bóbita nelle sue storie per Instagram e TikTok. Per accumulazione, Jude presiede a un'elegia tanto della forma video quanto della fibra culturale e morale di una società.
La direttrice artistica del festival, Nicoletta Romeo, lo ha comprensibilmente definito un film-mondo. Scelto per l'apertura del 35° Trieste Film Festival (ma con diversi allori collezionati altrove: Premio Speciale della Giuria al Festival di Locarno e candidato rumeno agli Oscar 2024, solo per citare le tappe più rilevanti), il labirintico Non aspettarti troppo dalla fine del mondo (in rumeno Nu [...] Vai alla recensione »
Sul letto di morte Goethe non avrebbe detto "più luce" (mehr Licht) ma "più niente" (mehr nicht). Un'invenzione di Thomas Bernhard (tratta da Goethe Muore) ritorna come aneddoto, oscura verità di cui è portatrice oggi la sua bis bis nipote Doris Goethe (interpretata da Nina Hoss) nell'ultimo film di Radu Jude, Do Not Expect Too Much From the End of the World.
Nello splendido cortometraggio Shadow of a Cloud (2013), Radu Jude racconta la giornata di un sacerdote chiamato al capezzale di una donna prossima alla fine, mettendo in primo piano questioni come il commercio della fede, l'impossibilità di un autentico conforto interiore in vista della morte e l'angoscia di fronte alla prospettiva del nulla. A dieci anni di distanza e con un minutaggio ben diverso [...] Vai alla recensione »
Expectations... Exploitation... Quanti sono i gradi di separazione tra le aspettative e lo sfruttamento, tra ciò che l'individuo si aspetta dalla (propria) vita, ma magari anche dalla società e perché no dalla Storia..., e ciò che la Storia, la società e magari anche la vita si aspettano da lui? E quindi: quanti sono i gradi di separazione tra le aspettative, legittime e meno legittime, e lo sfruttamento [...] Vai alla recensione »
Nu a?tepta prea mult de la sfâr?itul lumii (il titolo internazionale Do Not Expect Too Much of the End of the World ne è la traduzione letterale), ammonisce il cartello scritto a mano su cui si apre il nuovo film di Radu Jude, il primo dopo la meritatissima vittoria dell'Orso d'Oro alla Berlinale 2021 con Bad Luck Banging or Loony Porn. Occorre essere preparati, e non aspettarsi davvero un granché [...] Vai alla recensione »
Se l'on the road è il genere che lavora sul concetto di spostamento - fisico, morale, emozionale, sentimentale, mentale - in una progressione interiore che s'innesca su quella narrativa, per Radu Jude è l'espediente di uno spaesamento. Non siamo al capovolgimento del falso movimento, che replica nondimeno un'altra topografia classica, quella dello stile, ma su una duplice insensata frenesia, psichica [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Radu Jude è pieno di battute, aforismi e citazioni. Lo stesso titolo utilizzato dal regista rumeno è preso in prestito da un aforisma del poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec. Do Not Expect Too Much From the End of the World, Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo, è una dichiarazione d'intenti, tematici e stilistici, ancora più forte del precedente lavoro di Jude, Sesso sfortunato [...] Vai alla recensione »