La Sera di tutti i Giorni

Gli anziani Leopold e Alex hanno uno scontro frontale d'auto. Ne escono un po' ammaccati ma disposti non a litigare come si potrebbe pensare ma invece a dare inizio ad un'amicizia. Henri e Irma formano una coppia che da molti decenni condivide ogni momento della vita. C'è poi un detenuto, espulso dal carcere contro la sua volontà che vaga per la città facendo un incontro speciale. A loro si aggiunge un medico che prova una tale empatia per i propri pazienti da mettersi a piangere quando li trova in condizioni precarie.

Le problematiche della terza età vengono proposte con uno spirito che sfiora in più occasioni il surreale senza però mai perdere di vista l'obiettivo.

Non è un film da fruire distrattamente questo di Felix Tissi. Non perché si tratti di un'opera complessa o volutamente astrusa ma perché, sin dall'inizio, bisogna saper coglierne anche i dettagli per comprenderne la sensibilità.

Il racconto viene organizzato in capitoli ognuno dei quali ha un titolo che rimanda a quanto sta per accadere e fin dal prologo si punta a sorprendere lo spettatore con l'esito inatteso dello scontro frontale, di una notevole entità, tra due auto. È a partire da qui che Tissi ci inserisce in un micro universo in cui non accade ciò che quotidianamente succede nella vita di tutti noi ma, forse proprio per questo, ci parla di una specifica condizione umana più e meglio che se si fossero adottati metodi di narrazione più compunti.

Tissi appare come un profondo conoscitore ed estimatore del cinema di Aki Kaurismaki (qualora non lo fosse si dovrebbe parlare di un processo di osmosi a distanza). Il suo cinema si avvale di atmosfere rarefatte analoghe a quelle del regista finlandese nonché di personaggi che mettono a nudo il proprio disagio esistenziale anche quando tacciono o si trovano in situazioni apparentemente lontane dalla realtà di tutti i giorni. Perché questo è un film sul profondo senso di solitudine che attraversa tante persone in particolare (ma non solo) quando raggiungono la terza età.

Ecco allora che un incidente stradale diventa l'occasione per avviare un rapporto di amicizia che tenga lontana la figura, ancora incombente, di una madre padrona ormai deceduta oppure quella di una moglie prevaricatrice.

In questo film chi cura gli altri, partecipando oltremisura al loro dolore, ha nel privato sofferenze simili. All'opposto, essere coppia da anziani potrebbe significare protrarre i contrasti (come pensa la fioraia che ha però a sua volta bisogno di qualcuno con cui aprirsi) oppure fare tutto in simbiosi come Henri e Irma (il vertice lo si tocca con la danza dei letti con rete motorizzata).

Chi è esplicitamente solo, come l'ergastolano espulso da quella che era diventata la sua casa, avverte a sua volta la necessità di superare la sua condizione. "La vita è l'arte dell'incontro" scriveva il poeta brasiliano Vinicius De Moraes e Tilli ce lo ricorda con i suoi dialoghi che spesso suonano come assurdi ma che, se ci si riflette, assurdi non sono. Nascondono una richiesta reciproca di soccorso, di 'incontro' appunto, che non può essere elusa. 