Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Slovenia |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Laura Samani |
Attori | Celeste Cescutti, Ondina Quadri . |
Uscita | giovedì 10 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Nefertiti Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,03 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 gennaio 2022
Una giovane madre tenta un viaggio per riportare in vita la sua bambina morta. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 2 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, ha vinto un premio ai European Film Awards, In Italia al Box Office Piccolo corpo ha incassato 177 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Inizi '900. In un'isoletta del Nordest Agata partorisce una bambina nata morta, e il prete della comunità di pescatori cui appartiene non può battezzarla. Ma la giovane donna non accetta che sua figlia resti "un'anima perduta nel limbo", vuole riconoscere la sua identità affinché non sia "mai esistita", e un uomo le indica la possibile soluzione: portare la piccola in Val Dolais, fra le montagne innevate dell'estremo nord, dove "c'è una chiesa in cui risvegliano i bambini nati morti". Basta un respiro, e si può dare loro un nome, liberandoli dal limbo. Agata intraprenderà il viaggio verso quel santuario a metà fra il religioso e il pagano, con la sua creatura dentro una scatola di legno, e sulla strada incontrerà Lince, un personaggio con molti segreti da difendere.
Piccolo corpo, opera prima di Laura Samani, parla di miracoli (im)possibili. Il viaggio di Agata attraversa gli elementi e la materia: aria, terra, acqua e fuoco, ma anche legno, luce, pietra, neve, fumo, lana, latte.
La cinepresa della regista e sceneggiatrice (con Marco Borromei ed Elisa Dondi) asseconda Agata nel suo peregrinare risoluto, e le sue inquadrature sono imbevute di un gusto pittorico e di una tradizione cinematografica (soprattutto quella di Ermanno Olmi) profondamente, radicalmente italiani. Agata (come Samani) si spinge sempre oltre: attraversa luoghi (e fasi esistenziali) di non ritorno, entra dentro la visceralità di un istinto primigenio, affronta in maniera diretta e vertiginosamente profonda il dolore per la perdita di un non nato, e rifiuta il commento più ottusamente crudele di tutti: "Farai altri figli". Perché per Agata esiste solo quella bambina, unica ed irripetibile, e la sua determinazione a strapparla dall'anonimato ha una potenza ancestrale inarrestabile. Il viaggio di Agata, come ogni percorso femminile, è una staffetta per portare un poco più avanti il testimone secondo un movimento irreversibile, ed è capace di far ritrovare la propria femminilità anche a chi l'ha negata, a ricostruire il legame indissolubile fra una mamma e una figlia anche in chi, dalla propria madre, è stata rifiutata.
È un "viaggio dell'eroina" nel senso drammaturgico più puro, disseminato di prove, antagonisti, mentori e alleati, e Samani ne segue la linea archetipale rimanendo incollata ai corpi e alle cose, essenziale e autentica, tattica e olfattiva, silenziosa e dolente. Agata, giovane donna di mare, si inerpica su per la montagna entrando in un universo a lei ignoto, attraversa una galleria senza sapere se rivedrà mai la luce, si immerge in un lago del quale non vede il fondo: membrane naturali che sono anche tappe di conoscenza e gradini di consapevolezza che contagiano anche Lince. La morbidezza delle immagini nasconde una durezza di fondo che è la piena coscienza di un dolore inaccettabile, perché "il corpo e il cuore non dimenticano". Recitato in veneto e friulano, Piccolo corpo espone il dialogo fra persone che provengono da microcosmi così ristretti da esprimersi in dialetti reciprocamente incomprensibili, e ciò nonostante si capiscono in quanto condividono lo stesso destino di esclusione. Agata intraprende il suo viaggio da sola perché "non ha pensato di avere paura", attraversa luoghi dove "le femmine non possono entrare perché se le prende la montagna", abissi dai quali "non si esce vive", e in cui lei, come Orfeo, penetra in cerca della sua Euridice. Perché allontanarsi da un figlio può risultare impossibile, "se non hai un nome è come se non esistessi", e sua figlia quel nome deve trovarlo prima dell'addio. "Pensi di meritarti questo miracolo?", chiedono ad Agata. Ma il miracolo vero l'ha fatto Laura Samani, creando un mondo e un'eroina fatti di carne viva intenta a strappare la "carne della propria carne" dalla ineluttabilità della morte, immergendosi nella paura e nel dolore, scendendo in quell'oscurità che ha una sua straziante bellezza, se non è negata, se riconosce a se stessa il proprio nome.
PICCOLO CORPO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – | |||
€14,99 | – |
Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato [...] Vai alla recensione »
Agata (Celeste Cescutti) sta per partorire e le donne della sua isola sulla laguna friulana – siamo all'inizio del 1900 - la conducono verso il mare dove verserà gocce di sangue per il buon esito del parto. Ma non va bene: la bambina di Agata non riesce a vivere. Agata non si arrende al prete che le dice che non può battezzare la bimba, perché non c'è stato [...] Vai alla recensione »
sono quei film che si vedono in dvd anche in ritardo,ma degni di nota,anzi di più....vicenda che per molti versi mi riguarda, avrei voluto lasciarmi andare a lacrime copiose,straordinario.
È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che [...] Vai alla recensione »
È un film meraviglioso, mi sono commosso, come non mi capitava da moltissimo tempo, per tutta la durata della proiezione. Oltre alla bravura innegabile della regista, e la scelta fantastica, la conduzione, l’acting, delle attrici principali: Agata (Celeste Cescutti), così vera da far dimenticare che si tratta solo di un film, e solo di un viaggio in quel mondo assurdo che [...] Vai alla recensione »
4.5 Penso sia un film carico di significati, il principale e l'immenso amore della madre verso la perduta figlia, personalmente sono uscito dalla sala molto in silenzio e col nodo alla gola.
Quello di Agata è un viaggio verso l'ignoto, intrapreso contro ogni avversità, per salvare l'anima di quel bambino che, nato morto, non può essere battezzato ed è dunque condannato al limbo. Perché da un vecchio pescatore la donna ha appreso che in un remoto santuario è possibile il miracolo: condurre quel piccolo corpo a emettere un respiro, quell'unico alito di vita che ne garantirebbe la redenzione [...] Vai alla recensione »
Su una spiaggia dell'alto Adriatico si produce un rito propiziatorio. Una puerpera, scortata da un coro di donne, si avvicina al mare, e si lascia praticare una ferita alla mano per la quale "entra" in lei la Vergine. Agata (Celeste Cescutti) partorisce, però, una bambina morta. Il sacerdote non può battezzarla. Ma in montagna c'è un santuario della Madonna in cui i piccoli corpi tornano a vivere per [...] Vai alla recensione »
Agli inizi del '900, in una piccola isola friulana, la giovane Agata dà alla luce una bambina che muore subito dopo il parto. Date le circostanze, secondo le superstizioni cattoliche, la ragazza non può assegnare un nome alla figlia, la quale non può di conseguenza essere battezzata. Affranta e indignata dall'indifferenza di chi le sta intorno, la giovane donna decide di fuggire dal suo villaggio. Vai alla recensione »
Il piccolo corpo è il neonato morto nella cassetta che Agata porta sulle spalle in un viaggio della speranza, faticoso, pericoloso, infine disperato, da un'isola di pescatori della laguna veneta alla chiesetta di montagna, per un battesimo miracoloso. Va deciso chi è più brava tra la regista esordiente, che inventa un primo 900 materico di contadini, acque, ladroni, e la protagonista Cescutti, luminosa [...] Vai alla recensione »
Arriva da un mondo pre-moderno una delle opere prime più interessanti e promettenti del cinema italiano degli ultimi tempi. Si tratta di «Piccolo corpo», lungometraggio di debutto della triestina Laura Samani, presentato la scorsa estate nella sezione Semaine de la critique del Festival di Cannes e che da allora ha circolato parecchio all'estero. Siamo nei primi del '900, in Friuli.
Agli inizi del '900, in un villaggio di pescatori del nord-est, Agata partorisce una bimba morta. Per la tradizione cattolica, non può essere battezzata: la sua anima è condannata al Limbo, senza nome e senza pace. Ma esiste un santuario sulle montagne dove si dice che i bambini vengano riportati in vita, giusto il tempo di un respiro: quello necessario per essere battezzati e tornare liberi.
In concorso alla Semaine de la Critique di Cannes, il debutto della triestina Laura Samani è un piccolo grande film: piccolo per budget (ma coprodotto da Italia, Francia e Slovenia), grande per il respiro epico che prende lungo la via. Il viaggio è quello di Agata, la cui bambina è nata morta. Appresa l' esistenza di un santuario dove i neonati resuscitano per il tempo di un battesimo, la giovane donna [...] Vai alla recensione »
Non è un caso che Piccolo corpo nasca in casa Nefertiti Film, nella «factory» di Nadia Trevisan e di Alberto Fasulo, qui entrambi in veste di produttori. C' è qualcosa, infatti, pur con le ovvie differenze di significato e di sguardo, che accomuna l' opera prima della triestina Laura Samani, che ha meritatamente esordito l' estate scorsa a Cannes, nel programma della 60.
Prima ancora che fosse annunciato alla Semaine de la critique di Cannes 2021, Piccolo corpo, esordio sulla lunga distanza di Laura Samani, era già uno dei titoli più attesi. Erano bastate poche immagini a convincere che il film si sarebbe rivelato, senza dubbio alcuno, come uno dei film italiani più importanti degli ultimi anni. Questione di sguardo.
L'Italia pre-novecentesca della giovane regista Laura Samani (la ricordiamo per il cortometraggio La Santa che dorme, anch'esso presentato a Cannes nel 2016) è un non-luogo incantato, un universo ombroso in cui fantastico e ordinario stringono legami illeciti, componendo sinfonie in chiaroscuro. Piccolo corpo è un film spaventosamente crudo e onirico, una favola nera dai contorni perturbanti e commoventi. [...] Vai alla recensione »
Se c'è una cosa che (purtroppo) ci siamo abituati a fare troppo spesso dopo mesi di chiusure forzate e conseguenti impennate di individualismo è quella di giudicare gli altri in ogni circostanza: prima eravamo tutti in modalità Finestra sul cortile per cogliere i vicini di casa in fallo, poi siamo diventati virologi per commentare ogni post su mascherine, vaccini e 5G, passando per Fedez, Amazon, la [...] Vai alla recensione »
Friuli, fine Ottocento. Da una modesta isola di pescatori, Agata va verso le montagne ai confini con l'Austria. La protagonista di Piccolo corpo è in cerca di un miracolo per la figlia nata morta. La bambina non è stata battezzata e questo è il più grande rammarico della donna, terrorizzata dall'idea di un'anima costretta a vagare nel limbo. Per questo, contro tutto e tutti, persino il marito rassegnato [...] Vai alla recensione »
Dieci anni fa Alice Rohrwacher esordiva dietro la macchina da presa con Corpo celeste, ospitato alla Quinzaine di Cannes, primo notevolissimo film di una regista - allora trentenne - che ha saputo tracciare un percorso sin da subito fiero e riconoscibile. Oggi la trentaduenne triestina Laura Samani porta, sempre a Cannes (dove nel 2016 la Cinéfondation ospitò il suo corto La santa che dorme), ma alla [...] Vai alla recensione »
C'è il corpo e c'è lo spirito: l'esordio di Laura Samani sta tutto nel confronto tra queste due dimensioni in cui inscrive la parabola di Agata e del suo compagno di viaggio Lince. Sono loro i protagonisti di Piccolo corpo (a Cannes 74 nella Semaine de la Critique), sorta di romanzo di formazione scritto nel tempo arcaico di due figure strappate all'Italia d'inizio 900.
La natura aspra e selvaggia, la lingua segreta e affascinante, il miracolo che si nutre di leggenda e speranza. Nella tradizione cattolica il bambino che nasce senza esalare un respiro non può essere battezzato e quindi condannato al limbo. La regista triestina Laura Samani affronta con Agata (la madre che porta in una scatola la neonata morta) e Lince (un ragazzo misterioso che l'accompagna) un viaggio [...] Vai alla recensione »
Cannes II Primo fine settimana del festival. Tra i giudizi votati dai critici francesi sull' edizione quotidiana di «Le film français» è comparsa un' altra Palma d' oro, dopo quella di Annette, al film di Ozon, Tout s' est bien passé votato da «Le Parisien». E mentre nel Palais svuotato dai casier (caselle stampa) trasferiti online e con un nuovo maquillage dopo i lunghi mesi di pandemia che lo avevano [...] Vai alla recensione »
Tra i monti del Nordest viveva la leggenda di un luogo dove portare i bambini nati morti per far ottenere loro un brevissimo respiro, in modo da strapparli al limbo. Agata partorisce una bambina già morta e decide di intraprendere quel viaggio pieno di insidie, anche se nella realtà del tempo erano soprattutto gli uomini a farlo. Per strada trova Lince, uno strano ragazzo che decide di accompagnarla. [...] Vai alla recensione »
Non è affatto casuale che Piccolo corpo nasca in seno, per quel che concerne la parte produttiva italiana, alla Nefertiti Film, la casa di produzione fondata da Nadia Trevisan e Alberto Fasulo di stanza a San Vito al Tagliamento. Non è casuale né per il mondo che viene descritto, un ambiente rurale in cui si parla solo ed esclusivamente il furlan, e lo sloveno nelle zone prossime al confine, né per [...] Vai alla recensione »