Che spettacolo è stato,l'arrivo sugli schermi di Costantino Vitagliano e Daniele lnterrante in Troppo belli. Quale astuta combinazione Canale 5. Prima hanno cominciato Maurizio Costanzo e sua moglie Maria De Filippi, nelle rispettive trasmissioni televisive, a spingere i due giovanotti (soprattutto Costantino) presentandoli come ì più belli, i più corteggiati, i più desiderabili del mondo. Poi Maurizio Costanzo ha avuto l'idea di un film per loro; la società Medusa di Berlusconi l'ha finanziato e distribuito.Adesso Maurizio Costanzo esalta il film e i suoi interpreti (il regista sfortunato è Ugo Fabrizio Giordani, i co-interpreti sono Anna Melato, Ernesto Mathieuxe la ragazza di Costantino, Alessandra Pierelli) nella sua trasmissione televisiva domenicale. Ciclo completo. Il film è la storia degli interpreti, due ragazzi che vogliono affermarsi nel cinema, conquistare le donne, diventare ricchi e famosi. Non che sia bello, anzi, ma bisognava vedere l'impressionante massa di ragazzette urlanti ed estasiate che hanno assediato la «prima» romana, con un entusiasmo euforico che si ripete in ogni città dove i due vanno ad accompagnare il loro film, trovandosi in perfetta consonanza con il pubblico esaltato e vuoto. A loro modo, sono stare allora conviene conoscere meglio almeno Costantino. Ha 31 anni, è nato a Calvairate alla periferiadi Milano: la mamma è portinaia, il padre ex guardia giurata, originari di Avellino. Lavori variati: barista, cubista, spogliarellista, «velino» per Antenna 3, cantante, uomo-sandwich, modello per Donatella Versace, indossatore per Armani, finalmente televisione con Costanzo e De Filippi, oggetto di un calendario, pubblicità, autobiografia senza tacere su steroidi e cocaina, serate in discoteche e locali di provincia (10.000 euro per un quarto d'ora di esibizione). Detto «Costa» (e la fidanzata «Ale»). Moto Honda Forsyth. Studi sino alla terza media.
Insomma, una carriera da bella ragazza, più che da bell'uomo. È la prima volta in Italia che un uomo-oggetto, ammirato esclusivamente per la sua prestanza fisica, segue esattamente il percorso di tante «veline» e arriva a un tale livello di successo. Non è un segno di decadenza sociale: è soltanto il segno della ormai perfetta intercambiabilità tra uomini e donne.
Da Lo Specchio, 7 maggio 2005