Mae West. Torna il suo mito in America. L’attrice che esplose dopo che la grandiosa Hollywood degli anni Venti calò a picco nel tumulto della crisi economica. Se ne torna a parlare, in vario modo, proprio per la luce sinistra dei crolli in Borsa, delle bancarotte e gravi recessioni che segnarono l'inizio degli anni Trenta: fortune annientate in un giorno, divi decaduti da un momento all'altro, disoccupazione, scioperi, fermento sociale. Un tornado, oltreoceano, che viene assimilato a quello di oggi. Mae West. splendida donna dai facili costumi, emerse dalle macerie, e ora appare come un emblema su cui riflettere, con la quale paragonarsi. Fece il suo ingresso a Hollywood nel 1932, con un contratto per la Paramount, portata da un'ondata pubblicitaria di "successi scandalistici": commediole assai spinte, scritte e recitate da lei, Sex o The Pleasure Man che avevano furoreggiato a Broadway. Mae creò un personaggio di Venere matura, spregiudicata e furba, che sapeva ciò che voleva e come ottenerlo, e che considerava l'amore soprattutto uno sport (lo praticava come il Bolt dei cento metri). Dichiarando pubblicamente dì non apprezzare i sentimenti, si concedeva battute del tipo «Non sono gli uomini nella mia vita che contano, ma la vita nei miei uomini», «Una linea curva è la più graziosa distanza fra due punti». E lei le curve te aveva, anche se un po' troppo abbondanti, proprio quelle rinnegate negli anni Venti dalle figurette atta "garçonne". Infine, lo scandalo era davvero per lei una specie di seconda natura e non faceva assolutamente nulla per liberarsene. Coloro che evocano Mae si chiedono: «Dobbiamo vedere in lei il feticcio che sta per nascere dalla crisi?».
Da Il Corriere della Sera Magazine, 25 settembre 2008