Una serie rivelazione che si ispira a Fame e riesce a rinnovare completamente il tema dell’accettazione nel branco.
“Ho cominciato a ballare da quando avevo quattro anni. Di giorno mi alleno, di notte sogno i passi, voglio solo esibirmi su un palco. La danza è tutta la mia vita”. A dirlo, in un’intervista tv, è una degli 11 protagonisti di The Next Step, serie rivelazione sul mondo della danza prodotta in Canada e trasmessa in Italia dal 2013. Lo dice e le si illuminano gli occhi, le guance avvampano, la voce trema. Peccato che sia tutto falso. O quasi.
Ibrido televisivo a cavallo tra docu-soap tv e mockumentary cinematografico, The Next Step è quello che sarebbe un reality se fosse possibile “telecomandarne” i protagonisti. Perché se la materia viva cui si ispirano le cinque stagioni dello show è reale - i protagonisti sono ballerini e quasi nessuno ha esperienze di recitazione alle spalle; le sorelle nello show sono sorelle anche fuori dal set; le foto e i filmati amatoriali dei ragazzi sono autentici e appartengono a loro - tutto il resto è frutto della fantasia degli autori.
Finta la storia, quella di un gruppo di ballo che si allena in una scuola per superare le maggiori competizioni nazionali, finte le interviste/confessionale con cui di volta in volta i protagonisti condividono pensieri e sentimenti, finte le sfide, gli amori, i litigi, finti tutti i cliffhanger emozionali. La trama, esile, segue nella prima stagione la competizione fra la reginetta del “Gruppo A” Emily (Alexandra Beaton) e la nuova arrivata Michelle (Victoria Baldessarra, 17 anni, la più “anziana” nel cast), entrambe in lizza per il ruolo di capitano della squadra di ballo, e procede nel corso delle stagioni lungo tre direttive principali: l’importanza di credere nei propri sogni, la pressione della competizione, la volontà/difficoltà di affermare il proprio status nel gruppo.
Pensato per un pubblico di adolescenti e preadolescenti, The Next Step è un Fame disneyano i cui protagonisti non bevono, non fumano, non pensano nemmeno lontanamente (se non in maniera del tutto platonica) al sesso, perché completamente concentrati nel raggiungimento dei propri obiettivi. L’unico ostacolo tra questi ragazzi e il loro sogno è la competizione, fuori dal gruppo ma soprattutto dentro, tasto dolente di qualsiasi adolescente e perciò forte “gancio” narrativo dello show. Un tema classico, quello dell’accettazione nel branco, che The Next Step riesce a rinnovare completamente, grazie al linguaggio scelto dall’autore Frank van Keeken per la messa in scena: l’estetica dei reality, dei talent e naturalmente dei videoclip à la YouTube.