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... ma sì, ammettiamolo.
Ormai il limone è spremuto.
Da decenni il Cinema, o la tv, saltuariamente pesca nell'universo dei supereroi per innervare le proprie produzioni, ed incassi.
Lo sviluppo ultimo della CG ha incentivato questo fenomeno: innegabile il fascino, visivo, del primo Batman di Burton o dell'Uomo ragno di Raimi.
Ma gli sceneggiatori si sono resi conto che le "figure" che caratterizzavano questi filoni non potevano essere più semplici e squadrate, psicologicamente, come nel passato, con "buoni e cattivi" stereotipati e a tutto tondo.
Così si è passati ad un'immersione in tematiche intimiste e travagli dei personaggi, sia per il "buono" che per il "cattivo".
Insomma, alla fine che si può dire di questo "Superman"?
Essendo il solito supereroe accumula le caratteristiche dei prodotti di cui sopra.
Per cui, riflettendoci bene, ci sono trame e sviluppi arcinoti, fallendo così il gusto dell'immersione nella vicenda (chi non conosce i trascorsi dei vari Batman, Uomo ragno, Superman, Hulk); poi tutte le loro vicende si assomigliano, perché nate in un contesto produttivo (i comics USA erano/sono un'industria, innanzitutto) che stabiliva dei "paletti" omologatori: visto uno, visti tutti, in particolare ora che c'è appunto la moda dell'introspezione del personaggio.
Inoltre ormai siamo un pubblico troppo smaliziato: se mezzo secolo fa si poteva sognare davanti ad un uomo che sfrecciava nel cielo, adesso può sembrare solo un effetto speciale, perchè non c'è più il filtro della carta stampata che trasmetteva il concetto del "pensa se fosse possibile".
Per concludere su questa ennesima versione di "Superman": l'ho trovata, francamente, ben realizzata, ma piatta e scontata.
Ma non per demerito suo, quanto per tutto ciò che ho scritto sopra.
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