The Tree of Life

Dopo lunghi indugi, ho deciso di farmi una mia opinione su questo film molto discusso. Concordo pienamente con quanti l'hanno definito un trionfo dell'estetica che camuffa l'assenza di una storia. E' un film da guardare e ascoltare, non c'è nulla da capire. Si guardano i virtuosismi tecnici del regista, non si cerca di seguire la vicenda e tantomeno di trovarne il senso. Per quanto sia possibile va visto al cinema perché l'immagine e il suono possono catturare gli sguardi e le orecchie di tutti, mentre in tv rischierebbe di perdere anche la sua magia estetica. Ma non bisogna cadere nella trappola di volerci trovare un senso. Ed è proprio in questi momenti che si rischia di avvertire la sensazione di essere presi in giro. Il regista si è amato girando questo film e a tratti non si può non essere irritati la sua megalomania: sembra che Malick esca dallo sfondo per gridare "guardatemi, guardate come sono stato bravo". E intanto gode nel vedere gli spettatori indaffarati a capire quello che non può essere capito perché non vi è alcun intento narrativo nel regista stesso. E' una lezione di fotografia, di regia, di composizione musicale, a tratti anche un po' patetica, come quando si è costretti a sentire tutte quelle scontate e banali domande sull'universo e la vita. Non insegna niente, non dice niente. Non è una riflessione religiosa, laica, sulla scienza, sulla grazia, come molti hanno detto. E' un capolavoro estetico. Secondo me, per meritare la Palma d'oro avrebbe dovuto fare la fatica di elaborare anche un minimo di contenuto, visto che per due ore il regista ci costringe a conoscere questa improbabile famigliola americana di mezzo secolo fa. Una piccola critica finale: Jessica Chastain, la madre, è la co-protagonista insieme al ragazzino che interpreta il suo figlio maggiore, ma Pitt e Penn danno quel tocco hollywoodiano alla pellicola che mira agli incassi trasversali da "meritarsi" la menzione come attori principali del film. Ingiustamente.