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Come tema, quello della metamorfosi interiore, dell'eterno conflitto tra bene e male, non è sicouramente originale. E questo è chiaro. E' originale invece il modo in cui viene raccontata: mai a parer mio una così cruda e dolorasa trasformazione si è intrecciata con l'arte, in questo caso la danza. Una storia inquietante e molto forte, che riserva diversi momenti che richiedono le cosiddette "mani sul volto" per la ferocia con cui sono presentate (una su tutte quella dell'ospedale). A livello tecnico il film è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore: l'intreccio di luci "candide" e "violente", una scenografia a tratti rassicurante a tratti disturbante e una fotografia che esalta la distorsione dell'intera vicenda rendono a livello visivo "Il Cigno Nero" un'esperienza unica. La recitazione poi è il vero e proprio asso nelle manica: accanto a dei bravissimi Cassel, Kunis e Ryder, balza subito agli occhi la mirabile interpretazione di Natalie Portman (giustamente premiata con l'Oscar) che rende visibile quanto questa trasformazione sia stata dolorosa anche per l'attrrice stessa: veramente superba. Concludo dicendo: un vero capolavoro!
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