| Anno | 2024 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Irlanda |
| Durata | 105 minuti |
| Regia di | Rich Peppiatt |
| Attori | Móglaí Bap, Mo Chara, Josie Walker, Fionnuala Flaherty, Adam Best Saorlaoith Brady, Emer Casey, Simone Kirby, Michael Fassbender, Matthew Sharpe, Lalor Roddy, Gerry Adams, Niall Cusack, Maria Connolly, Tony Devlin (II), Jack Watson, Norma Sheahan, Sean Sloan, Christopher Grant (II). |
| Uscita | giovedì 28 agosto 2025 |
| Tag | Da vedere 2024 |
| Distribuzione | Europictures |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
| MYmonetro | 3,69 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 settembre 2025
La storia del gruppo rap nord-irlandese Kneecap, raccontata in chiave comedy action dai suoi stessi protagonisti. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai BAFTA, 2 candidature agli European Film Awards, Il film è stato premiato a Sundance, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Kneecap ha incassato 77,5 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Liam e Naoise sono due amici ventenni di Belfast, nullafacenti e piccoli spacciatori. Legatissimi alle loro origini, hanno imparato l'irlandese grazie ad Arlo, il padre di Naoise, un ex membro dell'Ira creduto morto ma in realtà in clandestinità. Quando Liam viene arrestato a un rave party, rifiutandosi di parlare in inglese conosce JJ Ó Dochartaigh, un professore di musica chiamato a fare da interprete dall'irlandese. L'incontro farà nascere una strana amicizia tra i due ragazzi e l'adulto, da cui prenderà vita il gruppo rap Kneecap, che troverà il successo con i suoi testi aggressivi, suscitando l'ira degli orangisti, dei vecchi gruppi paramilitari cattolici, dei comitati per la decenza pubblica e della polizia ancora in cerca di Arlo...
Uno dei casi cinematografici dell'anno scorso, grande successo in Inghilterra dopo la presentazione al Sundance, arriva finalmente in Italia: la vera storia del trio Kneecap diventa un biopic musicale sui generis, dichiaratamente ispirato a Trainspotting e L'odio.
Prima il contesto: Liam e Naoise sono figli della fine dei Troubles in Irlanda del Nord (cioè lo scontro fra repubblicani cattolici indipendentisti e protestanti fedeli al Regno Unito), giovani arrabbiati senza più una causa per cui combattere. Arlo, padre di uno e mito di entrambi, è invece un reduce di quella stagione di cui la sua eterna latitanza è una sorta di lasciato, una ferita destinata a rimanere aperta per la moglie Dolores, incapace di uscire di casa dopo essere stata abbandonata. JJ, invece, uomo mite e apparentemente senza qualità, che arriva a mascherarsi in scena accettando la propria aria anonima, appartiene a un altro mondo ancora, a un'Irlanda che combatte le sue battaglie ma usa altre forme rispetto alla violenza dei decenni passati: la cultura e musica tradizionali nel suo caso, la politica per la compagna Caitlin, impegnata a far approvare ufficialmente l'irlandese tra le lingue del Regno Unito (la cosa è avvenuta solamente nel 2022). Un generale clima di rabbia, insoddisfazione, frustrazione aleggia dunque nell'Irlanda del Nord raccontata dal film: una nazione che ha interrotto una striscia di sangue lunga secoli, ma non ancora pacificata.
In questo clima incendiario nascono sia le canzoni dei Kneecap, coi loro testi elaborati, intuitivi, esaltanti, provocatori (su droga, sesso, sballo, politica, ribellione), sia il film a loro dedicato, per il quale il regista ha inizialmente intervistato i suoi tre membri e poi chiesto loro d'interpretare sé stessi. A onor del vero, il successo del gruppo, che oggi è al centro della cronaca per l'accusa di terrorismo nei confronti del frontman Liam, processato a Londra per aver sventolato in un concerto una bandiera di Hezbollah, è andato di pari passo con la lunga realizzazione del film, iniziata quasi dieci anni fa, dando così a una vicenda in fondo tradizionale - la storia di tre reietti che esprimono in musica il loro disagio e trovano la fama senza compromessi - una spontaneità e una foga inedite. Il regista Rich Peppiatt ha parlato di un biopic in controtendenza rispetto al genere oggi di moda, in cui non si guarda retrospettivamente alle origini di una band di fama mondiale, ma si raccontano le radici di una terra, di una battaglia identitaria, e ovviamente anche di un gruppo musicale, dando peso a ogni figura della trama corale. La musica dei Kneecap (il cui nome viene da una pratica di tortura usata durante i Troubles) più che fare da commento alla trama o da trait-d'union dei suoi passaggi, nasce dalle stesse immagini del film, come il frutto dell'esperienza dei suoi protagonisti a cui i veri Liam Óg Ó hAnnaidh (in arte Mo Chara), Naoise Ó Cairealláin (Móglaí Bap) e J. J. Ó Dochartaigh (DJ Próvaí), affiancati da interpreti professionisti come Michael Fassbender (perfetto e seducente nella parte di Arlo), tolgono ogni aura di presunta artificiosità. Al film non bisogna certo chiedere rigore, o giustezza di toni, perché è urlato, eccitato, scombussolato, carico di rabbia esibita, tra voci narranti, sequenze d'azione, commenti ironici, inserti animati, esagerazioni, sesso, squarci lirici (anche kitsch, come il flashback sul matrimonio dei genitori di Naoise) e un finale che ricompone in qualche modo le fratture da cui tutto nasce. E questa, ovviamente, è la ragione del suo successo. In realtà, è un film del tutto costruito, derivativo nel suo rifarsi a modelli anni '90 (non solo Danny Boyle, ma anche Guy Ritchie), ma deve la sua efficacia all'innegabile, trascinante energia che sprigiona. Forse per un pubblico straniero è troppo complicato cogliere fino in fondo il materiale umano, storico e comunitario su cui si basa, ma è indubbio che, al pari della serie Derry Girls, è il lavoro migliore per capire cosa sia diventata l'Irlanda del Nord negli anni che la separano dallo storico accordo di pace della Pasqua 1998.
Distribuito malissimo, nessuno ci ha creduto, e quasi nessuno ha potuto vedere il più bel film dell'estate 25. Correte se vi passa accanto, sennò segnatevi il titolo, prima o poi sarà in piattaforma. Da una storia vera, i veri protagonisti come (bravi) attori, una splendente gemma ribelle. Belfast, primi anni Zero. Due ragazzi amici da sempre, uno è figlio d'un militante Ira dato per morto (ma il cadavere [...] Vai alla recensione »
Non è solo musica, non è solo politica: è un gesto di sopravvivenza, un atto di ribellione che sullo schermo diventa racconto generazionale. Kneecap di Rich Peppiatt appartiene a questa categoria: un'opera sfrenata, ironica, ipercinetica, che dietro il linguaggio crudo e il ritmo incessante nasconde una riflessione acuta sull'identità, sulla memoria dei Troubles e sulla forza della lingua come strumento [...] Vai alla recensione »
Non è una classica storia irlandese fatta di Ira, attentati, morti e martiri torturati in carcere: la Belfast raccontata in "Kneecap" è decisamente più arrabbiata, lasciata a sé stessa, gli irlandesi combattono contro gli inglesi più che altro per questioni linguistiche e i ragazzi vivono alla giornata strafatti di ogni tipo di droghe in circolazione più o meno come gli scozzesi di "Trainspotting". In [...] Vai alla recensione »
A questo punto chiunque ha una sua opinione sui Kneecap, anche senza averne ascoltato una singola canzone. Tutti par- lano di questo trio hip-hop nordirlandese, nato nel 2017 a West Belfast, che rappa in gae- lico. Se ne parla per la sua mu- sica, per la sua eccezione idiomatica (che ha causato un'esplosione di corsi di lingua gaelica), per le loro tante provocazioni e anche per questa finta biografia [...] Vai alla recensione »
Kneecap è un gioco di parole che fa riferimento alla pratica della gambizzazione ma anche, in gergo parlato, a un'espressione traducibile in: "non la penso così". Una dichiarazione di intenti già dal nome, un atto provocatorio, di ribellione, politico, che la pellicola diretta dall'inglese Rich Peppiatt prova a conservare, in quello che è un biopic anomalo, poiché, per stessa ammissione del regista, [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood e Rich Peppiatt hanno qualcosa in comune. Il primo ha coinvolto nella realizzazione di Ore 15:17 - Attacco al treno gli effettivi protagonisti della drammatica vicenda, riflettendo tanto sulla labile distinzione tra cinema di finzione e cinema-verità quanto sul lavoro dell'attore, che non ha più niente a che fare con la questione dello stardom, bensì con l'esperienza del reale, l'imperfezione [...] Vai alla recensione »
Il film sul trio hip hop irlandese Kneecap arriva in sala in Italia con un anno di ritardo dal celebrato passaggio al Sundance 2024 (primo film in gaelico a essere proiettato nella storia del festival), e soprattutto sull'onda lunga della censura subita al Coachella 2025, quando i due set della band vennero pesantemente editati dal livestream della kermesse a causa dei messaggi a sostegno del popolo [...] Vai alla recensione »
Kneecap allude alla gambizzazione (kneecapping, appunto) praticata in Irlanda del Nord durante i Troubles, con i paramilitari che colpivano i presunti criminali, sia politici che "ordinari" (furti, spaccio, comportamenti antisociali). Quando, nel 2017, Liam Óg Ó hAnnaidh, Naoise Ó Caireallain e JJ Ó Dochartaigh si misero insieme per costituire un gruppo musicale, scelsero di chiamarsi così con intento [...] Vai alla recensione »