Abba: The Movie - Fan Event

Poche band come gli ABBA hanno avuto un successo così duraturo a fronte di pochi anni di effettiva attività in tour. Il gruppo svedese ha saputo gestire con abilità il proprio marchio fin dall'inizio, puntando sullo charme della doppia coppia e sottraendosi al ricatto dei concerti (ogni riferimento ai The Rolling Stones, che hanno continuato a suonare anche dopo la morte di Charlie Watts, è intenzionale). Il loro è un pop elementare, rassicurante, romantico, qualcuno direbbe reazionario. Come tutte le cose apparentemente semplici, è stato creato a tavolino, con metodo scientifico, attingendo a fonti alte. Ha generato melodie accattivanti e intrecci vocali di immediata presa e perciò resiste a decenni di novità discografiche presunte e reali. Oltre a ciò, gli ABBA si sono "museizzati" in vita da soli, traendone (ulteriori) profitti. Nel 2023, a quarant'anni dallo scioglimento, il brand è, se possibile, ancora più forte. Ci sono nuovi pubblici, soprattutto bambini, da conquistare, mentre si fanno innamorare di nuovo genitori e nonni.

Prodotto cinematografico che corrisponde a ciò che dichiara di essere, ABBA: The Movie - Fan Event è perciò un mega spettacolo che tiene insieme la band di ieri e di oggi.

Un pacco regalo, un "panino" (come una volta si chiamava l'abbinata del quotidiano di carta con allegati) di più film e registi. Non a caso si apre con due mini speciali: uno sul museo di Stoccolma, preceduto da un QR code per prenotare l'ingresso, e un altro, anche questo di 3 minuti, sullo show "ABBA Voyage" (album omonimo uscito nel 2021), in programma (al momento) fino a maggio 2024 a Londra all'ABBA Arena, auditorium hi-tech da tremila posti costruito appositamente, smontabile e trasportabile.

Uno spazio pensato per uno show di 90 minuti esatti, in cui delle perfette repliche digitali di Anni-Frid, Björn, Benny e Agnetha, i cui movimenti sono stati catturati con sensori per quattro settimane su un set di Stoccolma, ballano e cantano su un palco vestiti come negli anni Settanta ma con una regia di luci all'avanguardia (da loro già preconizzate in "Super Trouper", raro esempio di brano dedicato a degli strumenti di illuminazione, ma anche allo stress da tour).

Nei due mini doc, entrambi diretti da Lauren Aadland-Halling, figurano Ingmarie Halling, già costumista e truccatrice del gruppo, oggi curatrice del museo tematico, i produttori di "ABBA Voyage" Svana Gisla e Ludvig Andersson (figlio di Benny) e Balie Walsh, direttore creativo dello show.

Il corpo centrale dello show è costituito da ABBA: The Movie (96 minuti), il film di Lasse Hallström, già autore di molti videoclip della band, sul tour australiano del 1977, qui in versione restaurata e uscito all'epoca in Italia come ABBA Spettacolo. Il film mette in scena l'esile invenzione del dj radiofonico e giornalista Ashley Wallace (Robert Hughes, omonimo del critico d'arte australiano) incaricato dal suo capo di intervistare in profondità i quattro. Il suo buffo rincorrerli invano per tutta l'Australia (Sydney Perth Adelaide Melbourne), osteggiato dagli eventi e dal responsabile della sicurezza, si alterna a estratti calibrati live dei grandi successi: da "Waterloo", che li impose all'Eurovision 1974, a "Thank You For the Music", con il pubblico in delirio e la band nei costumi di scena iconici e sopra le righe, ma sempre supportata da un'orchestra.

Finale in linea con l'atteggiamento eternamente ingenuo e sorridente della band. Dopo il film, come bonus tracks per uscire dal cinema ancora più contenti, tre nuovi video realizzati ad hoc (da Lucy Dawkins and Tom Readdy di Yes Please Productions) e sottotitolati per cantare e battere il tempo su versioni complete e remixate di "Dancing Queen", "Voulez-vous" e "Gimme! Gimme! Gimme!" Insomma, tra l'effetto Rocky Horror e quello karaoke, più contenuti al prezzo di un solo biglietto.

Appuntamento imperdibile per gli ammiratori di sempre ma anche spettacolone allettante per lo spettatore meno informato in cerca di spensieratezza, ABBA: The Movie - Fan Event è infatti anche un video manuale di marketing. Il film del '77 lo dichiara apertamente: il management ha concepito la band da subito come un "big business": una grande impresa. Lo si vede dal gran dispiego di denaro per il film - inserti onirici e in costume, riprese aeree e in Panavision, molti costumi e svariate location - ma anche dal numero di gadget inquadrati: t shirt, spille, cuscini, tazze...

Nell'era del giornalismo analogico e pre social, Ashley intervista con un registratore a nastro anche molti fan (geniali i bambini) che onestamente gli riferiscono i motivi del loro gradimento: gli ABBA piacciono perché sono chiari, cantabili, puliti, non violenti, non si drogano, si vogliono bene e mettono di buon umore. Dopo Le nozze di Muriel di P.J. Hogan (eco di quel loro tour trionfale agli Antipodi) e il tripudio di "Mamma mia!" c'è poco altro da aggiungere, sulla loro formula implacabile. L'intro di "Gimme! Gimme! Gimme!" è il loro flauto magico dance, il richiamo che incanta e fa ballare ancora, e ancora. 