Titolo originale | Why Didn't They Ask Evans? |
Anno | 2022 |
Genere | Giallo |
Produzione | Gran Bretagna, USA |
Regia di | Hugh Laurie |
Attori | Will Poulter, Lucy Boynton, Maeve Dermody, Daniel Ings, Jonathan Jules Alistair Petrie, Nicholas Asbury, Morwenna Banks, Richard Dixon, Benedict Wolf. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 giugno 2022
Tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie.
CONSIGLIATO SÌ
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Sulla spiaggia di Marchbolt, nel Galles degli anni Trenta, un uomo è in fin di vita per una rovinosa caduta. Bobby Jones, figlio del locale vicario al momento impiegato come caddie in un vicino campo da golf, accorre al soccorso dell'uomo che, prima di spirare, domanda "Perché non l'hanno chiesto a Evans?". Questo innesca l'interesse di un losco e minaccioso figuro, che sembra seguire Bobby e che forse ha a che fare con il presunto suicidio di un suo amico. In aiuto al ragazzo, che verrà anche drogato a sua insaputa, interviene la sua amica Frankie, alias Lady Frances Derwent.
Un po' thriller e un po' giallo Agatha Christie - Perché non l'hanno chiesto a Evans? è soprattutto una commedia romantica, che vanta una confezione e un cast di lusso.
Si tratta del primo progetto scritto e diretto dal mitico Dr. House Hugh Laurie, che qui interpreta anche un piccolo ma significativo ruolo. Il suo adattamento da Agatha Christie è fedele all'intreccio originale tranne che nel finale, dove preferisce il pieno happy end alla nota più amara del romanzo - che avrebbe guastato l'intento fiabesco della trasposizione.
Si tratta per il resto di un testo già molto moderno, vista l'intraprendenza del personaggio femminile Frankie, e non sono stati necessari che un paio di tocchi di diversità etnica per completare il quadro e farne una produzione perfetta per i nostri anni Venti. La buona alchimia tra i protagonisti Will Poulter (prossimo Adam Warlock in Guardiani della Galassia vol. 3) e Lucy Boynton è cruciale nel mantenere godibile e spedito lo scorrimento di una narrazione complessa, ricca di nomi, personaggi, doppi giochi e false piste in puro stile Christie.
È soprattutto in questo senso, nella direzione degli attori, che Hugh Laurie si rivela un regista efficace, mentre la sua caratteristica verve comica si riversa nella scrittura, con dialoghi veloci e quasi sempre ironici. La produzione vanta una ricostruzione sfavillante di ambienti bucolici e ville di lusso, con il solito limite delle auto che sembrano appena uscite dal garage di un collezionista e dunque sono tirate a lucido in ogni circostanza. Ma in fondo ben si amalgamano a una rievocazione degli anni '30 che è più vicina alla fantasia e molto meno alla realtà, dove l'intento è riportare in vita le pagine di un romanzo che non ha mai voluto essere realistico.
C'è infatti un'atmosfera quasi fiabesca in Perché non l'hanno chiesto a Evans?, a partire dalla centrale storia d'amore tra la ricca e il povero, fino al minaccioso manigoldo che è muto e brutale come un orco. Gli omicidi arrivano a disturbare la quiete di un reame di assoluta pace e tranquillità, ben lontano dall'onda della Grande Depressione o dagli incubi nazionalisti e xenofobi che turbavano l'Europa.
La società inglese è inoltre pienamente cosmopolita, con l'amico nero di Bobby che è suo partner a pieno titolo e addirittura mette per primo il proprio nome sull'insegna, o con la rassicurante presenza di un enorme uomo di servizio indiano. Entrambi sono figure che appaiono al momento giusto, quasi come angeli custodi, più avvezzi ai pericoli del mondo dei due bianchi spericolati ma pure un po' sprovveduti. Si tratta comunque di tocchi leggerissimi, dove la questione razziale rimane implicita e non turba la sensazione di un tempo sospeso e felice. Perché non l'hanno chiesto a Evans? è una fiaba moderna come le migliori comedy, ma venata di sangue e mostri come le migliori fiabe.