Titolo internazionale | Oliver and the Pool |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Commedia |
Produzione | Messico |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Arcadi Palerm-Artis |
Attori | Alejandro Arean, Camila Calónico, Mónica Huarte, Jacobo Lieberman, César Troncoso Alex Warren, Jorge Zárate. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 30 settembre 2022
La storia di un tredicenne che dopo la morte improvvisa del padre impara a perdonare se stesso e gli altri, a recuperare la sua volontà di perseguire la felicità e forse anche ad innamorarsi.
CONSIGLIATO SÌ
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Messico. Oliverio, un ragazzo di circa dodici anni, assiste alla morte del padre poco dopo che i genitori gli avevano annunciato il loro divorzio. Si tratta di due colpi molto forti ai quali cerca di reagire isolandosi ai bordi della piscina di casa e rifiutando di rientrare nell'abitazione. La madre, una psicologa che ha una relazione con un collega, tenta di invitarlo alla dissuasione senza però ottenere particolari risultati.
Al suo primo lungometraggio Arcadi Palerm Artís affronta con originalità un tema già ampiamente trattato dal cinema.
La storia della settima arte fin dalle origini e con toni differenti è attraversata da vicende in cui un essere umano in fase di formazione si trova dinanzi alla sofferenza della separazione dei genitori. Ispirandosi alla realtà quotidiana il cinema non poteva fare a meno di affrontare l'argomento dalle più diverse angolazioni. Palerm Artís ne è ovviamente consapevole e quindi sin dall'inizio raddoppia la posta.
Il protagonista si trova a dover contemporaneamente gestire due separazioni: quella annunciata da un padre sofferente e poco disposto a lasciare il nucleo familiare e quella della perdita definitiva dello stesso. È a partire da questo assunto di base che la vicenda si sviluppa trovando progressivamente un proprio equilibrio.
Progressivamente perché all'inizio alla madre psicologa e al suo partner viene data una connotazione un po' sopra le righe quasi a confermare lo stereotipo dei terapeuti abili nel curare i pazienti a loro estranei ma incapaci nell'affrontare le situazioni che li toccano direttamente.
Se all'uomo in fondo questa caratteristica viene conservata mostrandone passo dopo passo un'inettitudine di fondo, la madre segue un percorso che progressivamente la distanzia dalle sue prime esternazioni. È interessante poi che Oliverio non venga lasciato solo nella condizione di disagio (tra l'altro non priva di incubi) perché a lui viene affiancata Rosita, la colf di famiglia che si preoccupa per la sua condizione ma ha a sua volta un grosso problema di cui fatica a trovare la soluzione.
Interpretata da Jorge Zárate, attore già comparso sullo schermo en travesti, si configura come il personaggio più vicino al protagonista dato che ne condivide la fatica nell'uscire da una situazione emotivamente complessa.
La piscina diventa qui una coprotagonista perché è attorno ad essa che si dipana la vicenda, divenendo luogo che popola un incubo ma anche contenitore di emozioni nuove che aprono Oliverio a uno sguardo diverso sull'universo femminile. La compagna di classe, costretta dalla sorte a fare da connessione con il mondo esterno portandogli le lezioni da studiare, costituirà un elemento determinante. Tra il fidanzato della madre che gli suggerisce l'uso di ansiolitici, lo zio che suona una chitarrina e la madre a caccia di scarafaggi lei e la colf costituiscono l'unico ancoraggio con la vita vera a cui poter fare riferimento, seppur con difficoltà.
Messico. Oliverio, un ragazzo di circa dodici anni, assiste alla morte del padre poco dopo che i genitori gli avevano annunciato il loro divorzio. Si tratta di due colpi molto forti ai quali cerca di reagire isolandosi ai bordi della piscina di casa e rifiutando di rientrare nell’abitazione. La madre, una psicologa che ha una relazione con un collega, tenta di invitarlo alla dissuasione senza però ottenere particolari risultati.
Al suo primo lungometraggio Arcadi Palerm Artís affronta con originalità un tema già ampiamente trattato dal cinema.
La storia della settima arte fin dalle origini e con toni differenti è attraversata da vicende in cui un essere umano in fase di formazione si trova dinanzi alla sofferenza della separazione dei genitori. Ispirandosi alla realtà quotidiana il cinema non poteva fare a meno di affrontare l’argomento dalle più diverse angolazioni. Palerm Artís ne è ovviamente consapevole e quindi sin dall’inizio raddoppia la posta.