Un film che cattura tutta l'energia di Cecilia Mangini. L'unico possibile che poteva realizzare oggi. Documentario, Italia2021. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film anomalo che mostra tutta la forza dell'artista Cecilia Mangini. Espandi ▽
Il mondo a scatti cattura tutta la vitalità e l'energia di Cecilia Mangini, scomparsa nel gennaio 2021 a 93 anni. Il dettaglio sul suo occhio mostra il rapporto continuo tra la cineasta e la realtà. Attraversa le fasi della sua carriera ma non è un documentario biografico. Procede piuttosto per frammenti sparsi, dall'influenza di alcune riviste di fotografia come "Tempo" e soprattutto quella di propaganda nazista "Signal", alle immagini scattate alle Isole Eolie nel 1952 a Panarea e Lipari fino a quelle sul set di La legge, realizzato in Puglia da Jules Dassin nel 1958 che non sono state le classiche foto promozionali ma invece un backstage sugli attori e sugli abitanti del posto che vedevano per la prima volta come si faceva un film. Il mondo a scatti, malgrado qualche soluzione leggermente forzata (le foto che ha scattato in Vietnam che si muovono sul rumore dei bombardamenti, il ritocco con le mascherine) oggi è insieme una ricca testimonianza e, insieme, un prezioso testamento. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La storia di un gruppo di persone che vive nel deserto della California. Espandi ▽
Nasce da un percorso di passione personale, questo viaggio nella California profonda alla scoperta di un’idea di città nata e poi morta e poi trasformata in qualcosa d’altro. I materiali li ha girati sul posto la filmmaker italiana Susanna della Sala, che ora li assembla in un documentario di esplorazione molto efficace nel dipingere lo spirito e la filosofia di un luogo residuale. “Una baia di sale e decadimento” la definisce in una composizione rap-poetica uno dei residenti di Bombay Beach. Le difficoltà nel viverci sono ben evidenti, tra il lago inquinato che va prosciugandosi, le case abbandonate di chi è scappato e la scarsità dei rifornimenti nel deserto. Il film è però più dell’assurda cronaca di uno scempio geografico per mano dell’uomo, e trova notevoli punti di interesse antropologico su come l’umanità stessa sappia raccontare il proprio cambiamento. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un doc che è il lucido ritratto di una generazione. Giovani umiliati e offesi dalle rassicurazioni di un regime. Documentario, Svezia, Norvegia, Francia, Germania2022. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La testimonianza dei malesseri, dei conflitti e delle tensioni di una gioventù perduta. Espandi ▽
Girato nel corso di 12 anni, è il resoconto di una storia d’amore in una società in rovina.Marusya Syroechkovskaya e Kimi Morev. Due giovani come tanti, troppi, che nella Federazione russa non trovano una loro collocazione. Il film si apre con la smentita del titolo. Kimi non si è salvato ed assistiamo al suo funerale. Da quel momento il documentario diventa un lungo flashback che all’origine non doveva diventare un film. Siamo di fronte a un ritratto di una generazione che definire ‘perduta’ finirebbe con l’essere un’attribuzione impropria. Se vogliamo restare nel solco della tradizione russa possiamo rinvenirvi una matrice dostoevskiana trasposta ai tempi nostri. Ci viene mostrato un mondo di umiliati e offesi su cui cadono dall’alto le rassicuranti e patriottiche parole dei potenti. In questa descrizione partecipe e non finalizzata in anticipo sta la forza di un film che si dimostra più efficace di molti pamphlet contro il regime. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Tramite la figura di Giovanna Marini si attraversa la grande musica popolare italiana. Espandi ▽
Omaggio a Giovanna Marini, icona della musica folk italiana e protagonista della Storia italiana. Il doc racconta l'impegno di una vita a sostegno della musica popolare e il meticoloso lavoro di raccolta e studio dei canti popolari, che parlano di amore, famiglia e difficolta della cultura subalterna del nostro Paese. Una riflessione sull'utilizzo della voce, veicolo di ricerca e azione sulla realtà. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'opera fondamentale che si pone come la testimonianza definitiva sui fatti del 2019 a Hong Kong. Documentario, Hong Kong2021. Durata 152 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'immersione nella realtà delle proteste di Hong Kong tra la repressione cinese e il crescente senso di comunità della popolazione. Espandi ▽
Nel 2019, in seguito al varo di una legge sull'estradizione dei condannati dalla giustizia in Cina, Hong Kong insorge di nuovo, come nel 2015 quando l'Umbrella Movement mise in difficoltà il governo di Pechino. Orde di manifestanti occupano il quartiere di Central e raggiungono la cifra di due milioni di persone, più di un quarto della popolazione di Hong Kong. La strenua lotta a colpi di slogan, fionde e molotov contro i manganelli e i lacrimogeni della polizia si conclude con l'occupazione del Politecnico e l'arresto dei manifestanti. Ma le coscienze sono state risvegliate.
152 minuti di durata per un film che racconta in modo diacronico le origini degli scontri, il loro sviluppo e la loro conclusione, avvalendosi di immagini straordinarie riprese dalla giornalista Gwyneth Ho o dalle Go-Pro fissate sui manifestanti stessi e delle testimonianze dei protagonisti, ora in clandestinità, in carcere oppure espatriati a Taiwan.
Siamo di fronte ad un'opera fondamentale per comprendere una situazione politica tutt'altro che definita e in continua evoluzione. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un diario personale che si interroga sulla propria educazione sentimentale. Espandi ▽
Enrico ha da sempre guardato al mondo che lo circondava attraverso la lente di una videocamera. All'indomani del pensionamento dei suoi genitori, entrambi magistrati, il giovane regista indaga il suo rapporto con loro e ne scopre le fragilità, ritrovandosi in procinto della sua definitiva trasformazione in adulto. Il risultato è un diario intimo e personale che rappresenta le diverse fasi del distacco e della ricostruzione della relazione genitore-figlio, unite a una più ampia riflessione sul cinema. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario autentico e sincero sulla straordinaria carriera di Paolo Rossi. Documentario, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario su uno dei più grandi e amati calciatori di tutti i tempi. Espandi ▽
Paolo Rossi è un sognatore e il suo sogno si chiama calcio. La sua passione più grande si modella attorno al pallone, nei cortili, sull'asfalto e sulle decine di scarpe consumate in nome di quel sogno. Partendo da qui, Paolo Rossi - L'uomo. Il campione. La leggenda racconta la vita che si nasconde dietro il Rossi calciatore, le emozioni, le gioie e le delusioni dentro e fuori dal campo. Il documentario, diretto da Gianluca Fellini e Michela Scolari, si costruisce su un mosaico di testimonianze rilevanti, filmati d'epoca, interviste e soprattutto sulla voce e sul volto del suo protagonista, Paolo Rossi.
Il Rossi prima di Pablito, il ragazzo prima del successo, in un documentario che non necessita dell'avanguardia ma che nelle parole del suo protagonista trova la sua forma più genuina.
La voce del calciatore è quasi sussurrata nella semioscurità di una ripresa in primissimo piano, come a volersi fare metafora di uomo che nella vita non aveva bisogno di gridare o di apparire sotto i riflettori. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un doc struggente che rende giustizia alle storie di tre donne italiane. Documentario, Italia2022. Durata 55 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1941: l'Italia fascista precipitava nella guerra, ma le donne si affannavano per partecipare al concorso
ideato da Zavattini e raccontare la loro vita. Per farne un film: questo... Espandi ▽
Nel 1941 l'imprenditore Giuseppe Visconti di Modrone chiese ad un celebre pubblicitario, Dino Villari di concepire una campagna promozionale per una nuova cipria prodotta dalla sua azienda. Villari ingaggiò lo sceneggiatore Cesare Zavattini, e insieme lanciarono il concorso "I film della vostra vita", cui le italiane avrebbero potuto partecipare raccontando la loro vera storia. Le storie più belle sarebbero state pubblicate e radiosceneggiate, e la migliore sarebbe diventata addirittura un film.
La scelta dei volti femminili è particolarmente interessante, perché quei volti (e corpi) contengono un'idea di modernità, un principio di emancipazione. Attraverso di loro Cipria racconta una storia d'Italia in parte declinata al femminile
Cipria, come dice il sottotitolo del film, non è solo il racconto delle vite di tre donne che non ci sono più, ma il film della nostra vita di italiani e italiane, immortalata nella sua dimensione quotidiana da un'angolazione non assurta in precedenza all'onore della Storia. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia: quello della GKN di Firenze. Espandi ▽
La mattina del 9 luglio 2021 i proprietari della Gkn Driveline di Firenze annunciano senza preavviso la chiusura della produzione. In un colpo solo, l'azienda licenzia in blocco tutti i 422 operai, dopo aver concesso una giornata di permesso collettivo. È un fulmine a ciel sereno. Nel giro di pochi minuti, i lavoratori accorrono allo stabilimento di via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, insieme ai dipendenti delle ditte d'appalto. Gli operai riescono a entrare nella fabbrica e danno avvio a un'assemblea permanente. E tu come stai? è il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia. Il film ripercorre la lotta fin dai primi minuti, dalle porte dei cancelli sorvegliati dagli addetti alla sicurezza in quella fatidica mattina d'estate, fino al grande corteo di piazza del 26 marzo. Un monito di fronte alla progressiva perdita dei diritti dei lavoratori nel nostro paese. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario ricchissimo di spunti che apre uno sguardo originale su Pasolini. Documentario, Italia2022. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La gioventù di Pier Paolo Pasolini nella città dove nacque il 5 marzo del 1922 e dove, soprattutto, si formò dal 1937 al 1943. Espandi ▽
Grazie ad un'amplissima selezione di materiali di repertorio, di documenti inediti e di scritti di Pasolini, viene ricostruito il periodo della sua infanzia e gioventù che hanno avuto al centro la città di Bologna in cui era nato il 5 marzo del 1922. Questo avviene nel contesto di una scelta narrativa significativa: uno studente decide di incentrare la sua tesi di laurea sul rapporto tra Pasolini e la città.
Le prime esperienze di Pasolini in molteplici ambiti della conoscenza, sia sul piano culturale che su quello esistenziale, tra poesia, letteratura, cinema, teatro, pittura, impegno civile, sessualità e sport.
Chi guarda si trova a percorrere le vie di una Bologna del presente e del passato con una lettura che si costruisce ricorrendo anche ai contributi di testimonianze che aprono sguardi a loro volta originali sulla formazione di Pasolini. Il fatto poi che il protagonista sia affiancato da una coetanea cantante lirica e da un'altra amica consente di ampliare il concetto di condivisione di un'esperienza che non si auto confina nell'espletamento di un, per quanto interessante e coinvolgente, adempimento di carattere accademico. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un repertorio eloquente, con un montaggio affollato di voci e archivi originali, per ragionare sulle culture urbane di strada. Documentario, USA2022. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un periodo in cui i marciapiedi di New York prosperavano grazie a due subculture di riferimento che hanno iniziato a integrarsi: hip-hop e skateboard. Espandi ▽
La direzione di All the Streets Are Silent è pienamente dichiarata dal sottotitolo originale: "the convergence of hip hop & skateboading". Vuole indicare cioè l'intersezione tra hip hop, inteso sia come genere musicale che come movimento artistico nato dalla strada, e cultura degli skaters. Il set è New York, gli anni quelli a cavallo tra Ottanta e Novanta. In un'era pre YouTube e pre social, che quindi sembra lontanissima dall'ipercondivisione dei tempi attuali, e a pochi anni dalla rivoluzione di MTV, il film catapulta lo spettatore all'interno di due sottoculture nate spontaneamente ai margini, socioeconomici ma anche geografici della città, e poi deflagrate.
Spinte, in particolare, da un club aperto a più generi musicali e a una clientela di ogni ceto sociale e discendenza, il Mars di Yuki Watanabe, da un programma radio notturno condotto da Dj Stretch e Bobbito Garcia, e a partire dal '93, dallo Zoo York e Supreme, negozi pionieri e punti d'incontro. Espressioni artistiche rese mainstream, in una seconda fase, dal mercato, discografico e della moda, secondo una parabola già sperimentata da molti altri fenomeni culturali.
Più autocelebrazione e omaggio a una città che sistematica rielaborazione dei processi di integrazione tra culture, All the Streets Are Silent è un repertorio eloquente per ragionare sulle culture urbane di strada. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Mario Fantin, bolognese classe 1921, con la sua macchina da presa ha documentato le spedizioni più avventurose dirette ai quattro angoli del globo. Espandi ▽
Il 31 luglio 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, grazie alla staffetta dei portatori locali che hanno permesso di allestire nove campi, fissano il tricolore sulla vetta del K2. Le immagini imponenti e inopinabili di quel record (8611 metri) sono catturate tappa dopo tappa dall’alpinista e cineoperatore bolognese Mario Fantin (1921-1980), che segue la spedizione dalla partenza dall’Italia e che nell’ultimo tratto, per ovvi motivi di resistenza fisica a quota oltre seimilacinquecento, affida la sua cinepresa 16 millimetri proprio ai due scalatori. Il suo girato confluirà nel film celebrativo Italia K2 (1955) del trentino Marcello Baldi, che il Trento Film Festival 2022 presenterà in versione integrale.
A cura di Cineteca di Bologna, in collaborazione con Centro di Cinematografia e Cineteca del Club alpino italiano con il Ministero della cultura, Riprese di Mario Fantin per Italia K2 consiste nel restauro in 4K di quel girato parziale e in un nuovo montaggio a cura di Andrea Meneghelli.
Sbarazzandosi della programmatica retorica nazionalista e del doppio commento altisonante del film di Baldi, in tono Settimana Incom, le immagini precise, sintetiche e partecipi di Fantin riacquistano in questo nuovo montaggio la loro meritata, cristallina centralità. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un viaggio nella storia del cinema italiano grazie alla voce di Isabella Rossellini. Espandi ▽
Che cosa resta del cinema muto italiano? Moltissimo, recuperato dai ricchi archivi dell'Istituto Luce e dalle cineteche di mezza Europa. E molti ricordi dell'epoca sono affidati alle parole di chi quel cinema l'ha fatto o raccontato in tempo reale, da Giovanni Pastrone a Lyda Borelli, da Francesca Bertini a Luigi Pirandello, da Antonio Gramsci a Salvador Dalì. Céline Gailleurd e Olivier Bohler, ricercatori e docenti francesi esperti in cinema delle origini, intessono un arazzo formidabile di immagini (inframmezzate da intertitoli) e parole (narrate in voce fuori campo da Isabella Rossellini nella versione italiana e Fanny Ardant in quella francese), ricostruendo un mondo e un'epoca, dalla fine dell'800 al primo ventennio del '900. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un ritratto che omaggia la creatività di un artista lucido, libero e sempre controcorrente. Documentario, Italia2022. Durata 56 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto di un grande uomo di cinema e di politica attraverso i ricordi di colleghi e ammiratori. Espandi ▽
Il ritratto di un intellettuale a cui non è mancato l’impegno politico diretto unito a originalità creativa. Dei numerosi interventi di personalità come Paolo Taviani, Luciana Castellina e Valeria Golino quelle che risultano più originali sono quelle di Giuliano Montaldo e di Ken Loach. Il primo descrive un Maselli disponibile e generoso quanto rigido e radicale sul piano ideologico. Il secondo ricorda la conclusione di una cena con tanto di canto dell’Internazionale avviato da Maselli. Ceccarini delinea così il ritratto di un regista capace di individuare i propri bersagli con estrema lucidità, di dirigere gli attori con grande precisione e di intervenire sul linguaggio cinematografico piegandolo alle proprie esigenze narrative libero dal bisogno di compiacere la critica o chi deteneva il potere. Ogni suo film, anche quelli meno riusciti, aveva al proprio interno l’urgenza di manifestare un disagio sociale o una protesta mai velleitari ma sempre lucidamente schierati. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un reportage molto istruttivo che è anche utile ripasso dell'implacabile escalation del regime putiniano. Documentario, Gran Bretagna, Germania2021. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un importante documento, che mostra le contraddizioni e la censura del governo russo. Espandi ▽
Piazza Rossa, Mosca, 2008: il presidente Vladimir Putin, già Presidente della Federazione Russa per due mandati consecutivi, dal 1999 al 2008, presenta in pubblico come candidato del suo partito Dmytri Medvedev, che verrà eletto e lo nominerà capo del governo. A Natasha Sindeeva, energica dirigente di una radio musicale moscovita, esponente dell'alta società, quello sembra il momento adatto per lanciarsi in una nuova impresa commerciale: aprire una tv di news indipendente e fonda quindi Dozhd TV come organo di informazione alternativa e libera.
Da un punto di vista giornalistico il film è un utile ripasso dell'implacabile escalation del regime putiniano: nel silenzio delle altre emittenti Dozhd TV non solo trasmette le immagini delle bombe all'aeroporto di Domodedovo, ma documenta anche le proteste di piazza per le forzature della Costituzione e i brogli elettorali, gli arresti, la repressione.
Il film segue le reazioni individuali alla progressiva limitazione delle libertà di espressione e la domanda angosciante sulla possibilità stessa di una Russia libera. Eterogeneo nelle fonti, dall'andamento un po' disperso in diversi filoni narrativi, un reportage molto istruttivo. Recensione ❯
Vota da 1 a 5 stelle
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.