Anno | 2021 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Massimo Donati |
Attori | Lorenzo Richelmy, Fabrizio Rongione, Fabrizio Ferracane, Eric Godon, Galatéa Bellugi Anthony Souter, Federico Scribani. |
Uscita | giovedì 16 marzo 2023 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Master Five Cinematografica |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,94 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 marzo 2023
Un cuoco si trova davanti all'occasione della vita. Non sa ancora, però, che dietro questa occasione si nascondono segreti inconfessabili. In Italia al Box Office Diario di spezie ha incassato 12 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Luca Treves è uno chef tanto famoso quanto chiuso e riservato come carattere. Viene contattato da Andreas Dürren Fischer, un importantissimo restauratore di quadri fiamminghi. La richiesta è tanto semplice quanto particolare: Luca lo deve accompagnare in un giro di incontri professionali che lui ha già fissato. Avrà così modo di fare la conoscenza con delle realtà di alto livello che gli potranno far compiere un salto in avanti nel mondo della ristorazione. Parallelamente l'ispettore capo Garrant, che ha subìto in passato la sparizione della figlia, sta indagando su un giro di rapimenti di minori dietro il quale c'è una mente organizzatrice tanto acuta quanto perversa. La chiamano De Ober, L'Oste.
Non è importante aver letto il romanzo di Massimo Donati (opera prima dell'autore) per poter godere di questo film che lo vede esordire in un lungometraggio.
Anzi, forse è meglio accostarsi al romanzo solo dopo aver visto il film, per non privare la visione dell'apprezzamento per la cura ai dettagli. Una cura che lo sguardo di un - finora apprezzato - sceneggiatore ha saputo offrire allo spettatore. A partire dall'utilizzo della luce naturale che mostra gli abissi più cupi dell'animo umano, immersi spesso nella luminosità di una natura che assiste agli eventi senza parteciparvi anzi, semmai, andando in controtendenza.
Va aggiunta subito, come premessa, una constatazione che nel corso di questi anni, a partire dalla letteratura nordeuropea, si va facendo sempre più evidente. I romanzi di valore (e i film che ne sono stati tratti) nell'ambito del genere cosiddetto 'giallo' sono in grado di fornirci letture della società contemporanea, talvolta più profondi e arricchenti di molti saggi sociologici. Il libro di Donati è andato nelle librerie nel 2013. Sono trascorsi 10 anni da allora e spesso, una troppo lunga macerazione di un'opera conduce ad esiti artificiosi e freddi sul grande schermo. Non è quello che è accaduto a questo film che, grazie alla sceneggiatura a quattro mani con Alessandro Leone, e ad un cast di attori assolutamente azzeccato raggiunge gli obiettivi.
I quali sono molteplici perché non ci si limita ad affrontare, con la giusta dose di suspense, la classica domanda su quali ragioni reali stanno dietro alla richiesta di Andreas a Lucas lavorando in parallelo sull'indagine di Garrant, che già ci suggerisce precisi collegamenti. Quello che maggiormente attrae l'attenzione di chi guarda è il gioco perverso dell'uno nei confronti dell'altro che non resta mai su un piano superficiale ma progressivamente affonda le proprie radici nelle tenebre di un animo che si fatica a definire umano ma che purtroppo lo è.
La pedofilia, con tutti i risvolti aberranti a cui dà origine, è un male che non è mai inutile ricordare affinché la guardia non si debba abbassare. Ma qui si va oltre. Perché lo spazio dinanzi ai due protagonisti progressivamente si chiude mentre quello di Garrant si apre a nuove, dolorosissime consapevolezze ma soprattutto, oltre all'indagine psicologica che sia Lorenzo Richelmy che Fabrizio Ferracane (e anche Fabrizio Rongione seppure su un livello diverso) conducono anche dal punto di vista delle posture sui loro personaggi, c'è un altro e fondamentale aspetto che fa di questo film un'opera che merita attenzione.
Entrambi i protagonisti hanno una dote di eccellenza in una forma artistica. Per uno si tratta dell'espressione figurativa di un particolare periodo storico mentre per l'altro della continua ricerca per raffinare le preparazioni delle proprie proposte creative in ambito culinario. Tutti e due hanno un rapporto quotidiano con la bellezza e la raffinatezza ma per uno di loro questo si è tradotto in perversione mentre per l'altro... In questa esigenza di venire a conoscere si condensa ulteriormente il piacere della visione che si traduce anche nel desiderio di comprendere il senso del titolo. Non resterà insoddisfatto.
Luca Treves (Lorenzo Richelmy, senza infamia e senza lode) è uno chef tanto famoso, quanto timido. Incontra il misterioso restauratore Andreas (Fabrizio Ferracane, in questo periodo come il prezzemolo, ma è molto bravo) che lo convince a seguirlo per qualche giorno. Mal gliene incolse. Inquadrature quasi stilizzate, giocate sui chiaroscuri, per dare corpo alla figura chiave di Andreas.
Luca Treves è il giovane chef di un ristorante di provincia, accetta l'invito di un raffinato restauratore fiammingo, Andreas Dürren-Fischer, per un piccolo tour in Germania che potrebbe permettergli di conoscere nuovi clienti e ampliare gli orizzonti. Ma l'ispettore di polizia Garrant è sulle tracce di Dürren-Fischer che crede a capo di un'organizzazione di orrendi figuri dediti al peggio.
Correva il 2013 quando sugli scaffali delle librerie faceva la sua comparsa Diario di spezie di Massimo Donati. Nello stesso anno in cui veniva pubblicato da Mondadori, il romanzo dello scrittore, sceneggiatore e drammaturgo milanese finiva nella rosa dei titoli scelti per contendersi l'ambito Premio Scerbanenco, il prestigioso riconoscimento dedicato alla migliore letteratura gialla made in Italy [...] Vai alla recensione »