Anno | 2020 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Giuseppe Di Renzo |
Attori | Ray Sugar Sandro, Morena Besito, Giuseppe La Fratta, Nico Micolucci, Adele Naglieri Paolo Toscano. |
Uscita | venerdì 8 ottobre 2021 |
Distribuzione | Daitona |
MYmonetro | 3,22 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 ottobre 2021
Ray Sugar Sandro, nome d'arte di Sandro Micolucci: showman abruzzese appena cinquantenne che, tra le tante mansioni artistiche si dedica al canto, la recitazione, la regia, la fotografia... In Italia al Box Office Storia di Ray ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 755 e 378 nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Ray Sugar Sandro, nome d'arte di Sandro Micolucci, è un artista di provincia, noto soprattutto nel centro e sud Italia: un cantautore, un pittore, un attore, dice lui, protagonista di feste di paese, serate in locali e pomeriggi nei centri commerciali. È un cultore del fisico, un collezionista di donne, un amante dei vestiti sgargianti, uno spirito libero che si muove in Ferrari e accetta la fatica dell'uomo di spettacolo escluso dal giro che conta. Agli occhi del fratello maggiore Nico, Sugar è a suo modo uno che ce l'ha fatta e proprio Nico farà in modo che Sugar, come nell'antico romanzo greco Lucio o l'asino, si trasformi in un asino e subisca angherie e soprusi prima di librarsi in volo...
Storia di Ray è uno strano ibrido fra documentario e fiaba surreale, costruito sulla figura clownesca e tragica di un artista tanto autentico quanto pacchiano.
Gli spettatori televisivi con la memoria lunga - e magari YouTube a portata di mano - si ricorderanno di Ray Sugar Sandro per una breve apparizione a X Factor nel lontano 2015. Con il suo look appariscente, le sue movenze ostentatamente sexy, la sua assoluta incoscienza, l'artista quarantottenne delle feste di paese e delle presentazioni nei centri commerciali si offriva in tutta la sua buffonesca anarchia alle forche caudine dei giudici della musica che conta, i vari Elio, Mika, Fedez e Mara Maionchi. La scena era ovviamente imbarazzante, ma per un miracolo della rappresentazione televisiva era anche in grado di ribaltare i rapporti di forza in campo e per un attimo dare allo sconosciuto Ray Sugar le chiavi dello show.
Ora lo showman abruzzese di anni ne ha 54, da XFactor è passato a STRAfactor - sempre produzione Sky, ma dedicato a quelli come lui che non ce l'hanno fatta - e sicuro delle proprie capacità se ne va ancora in giro con la sua Ferrari e i suoi look improbabili (vestiti in pelle attillati, camice di pizzo, capelli lunghi e ricci), passando da un concerto per strada con immancabile base elettronica a uno seduta fotografica in cui mettere in mostra il fisico superatletico e il patetico machismo da inguaribile sciupafemmine (vedere per credere l'home page del suo sito ufficiale...).
A osservare Ray Sugar c'è sempre uno sguardo distante, curioso, a volte un po' intontito, che appartiene al fratello maggiore Nico, un uomo qualunque che rappresenta l'altra faccia della provincia italiana, quella assopita e rancorosa. La trasformazione di Ray in asino, come viene spiegato dalla voce di uno smartphone che legge la pagina Wikipedia del romanzo greco erotico del I-II secolo d.C. Lucio o l'asino, rimanda all'universo delle fiabe e iscrive la vicenda del protagonista in una cornice finalmente "alta".
Dopo aver a lungo seguito il suo personaggio con uno sguardo documentaristico dal quale si percepisce la cura di un lavoro durato anni, il regista Giuseppe Di Renzo si abbandona nella seconda parte del film a una deriva surreale che fa emergere l'anima freak di Ray Sugar e dei suoi spettacoli. E come in una fiaba, la sua liberazione passa per umilianti vessazioni e umiliazioni.
Quello che insomma Ray Sugar si rifiuta di accettare da uomo, da asino lo vive passivamente, trovando in questa condizione di subalternità l'occasione di elevarsi ad altezze insperate. Il film racconta la sua parabola con uno sguardo non troppo diverso da quello di Nico, partecipe e un po' guardingo, giudicante, forse, ma ammirato dalla singolarità del protagonista.
Qualcun altro con una memoria ancora più lunga, vedendo Ray Sugar Sandro si ricorderà forse di Jessy Malò, indimenticato eroe di Mai dire tv: ma quelli erano altri tempi, quella era l'epoca d'oro del trash, l'era dell'inconsapevolezza...
Ray Sugar Sandro è un macho di cinquantaquattro anni che fa della sua arte, che va dalla pittura al cantautorato fino ad arrivare al nudo artistico, elemento cardine per vivere la propria provinciale quotidianità. Il film di Di Renzo segue questo bizzarro personaggio per paesi, aneddoti e panorami che, nella loro originale realtà, finiscono col divenire grotteschi.
Una giravolta dopo che ha chiuso lo sportello dell'auto a una ragazza. Ray Sugar Sandro si mostra come se non ci fossero mai interruzioni e la telecamera fosse sempre accesa. È lui il regista del proprio Truman Show, non c'è scarto tra il documentario e la sua esibizione nelle feste di paese. Gira in Ferrari, indossa abiti sgargianti, è artista a 360°: fotografo, regista, cantante, pittore, ballerino, [...] Vai alla recensione »
Assurto a minima gloria nazionale in seguito ad alcune partecipazioni televisive diventate virali sul web (X Factor e poi Strafactor, il salotto di Barbara D'Urso), Ray Sugar Sandro è un'icona del folclore contemporaneo - nello specifico abruzzese - che macina concerti nei locali e nelle feste di paese della provincia chietina. Cantante, anzi cantautore, ma anche pittore di arte figurativa e astratta, [...] Vai alla recensione »
A volte, prima di perdersi nel magma delle interpretazioni, delle letture e delle analisi, può essere utile partire dall'inizio. Direttamente dal titolo: Storia di Ray (o l'asino che vola) racchiude infatti in sé l'intero senso del lungometraggio di esordio di Giuseppe Di Renzo. Il film è infatti in maniera indubitabile la "storia di Ray", quel Ray Sugar Sandro che vorrebbe emanciparsi dalle sagre [...] Vai alla recensione »