lovemovies
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martedì 11 aprile 2023
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un film di quelli che lasciano il segno
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Se si vuole essere pignoli ad ogni costo, non si può non osservare che qualche sbavatura nella trama c'è. Tuttavia si sta parlando di una storia che, ad un certo punto, si stacca dalla realtà e imbocca la feconda strada della fantasia temporale e, in quei territori, tutto diventa possibile e giustificato. Pertanto non mi sembra il caso di soffermarsi oltre su qualche (modesto) tentennamento narrativo. Piuttosto bisogna fare i conti con un coinvolgimento emotivo (quello che fa scendere lacrime abbondanbti) e riconoscere che si è al cospetto di un film decisamente encomiabile, un film di quelli che lasciano il segno e che si colloca di diritto fra quelli che non si dimenticheranno.
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Se si vuole essere pignoli ad ogni costo, non si può non osservare che qualche sbavatura nella trama c'è. Tuttavia si sta parlando di una storia che, ad un certo punto, si stacca dalla realtà e imbocca la feconda strada della fantasia temporale e, in quei territori, tutto diventa possibile e giustificato. Pertanto non mi sembra il caso di soffermarsi oltre su qualche (modesto) tentennamento narrativo. Piuttosto bisogna fare i conti con un coinvolgimento emotivo (quello che fa scendere lacrime abbondanbti) e riconoscere che si è al cospetto di un film decisamente encomiabile, un film di quelli che lasciano il segno e che si colloca di diritto fra quelli che non si dimenticheranno. Da applausi Vittoria Puccini, e non è una novità, ma anche Benedetta Porcaroli che, nonostante la giovanissima età, già si colloca su alti livelli. Un film che fa bene a chi lo guarda.
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rosmersholm
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venerdì 18 marzo 2022
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mediocre
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Viviamo in un paese, o forse un'epoca, nella quale la medietà è un valore da difendere e premiare facendola diventare canone. E così questa piccola fiction che evita accuratamente di cogliere le occasioni datele dal soggetto, diventa emblematica di tanta mediocrità. Non c'è un'inquadratura decente che si stacchi dal livello televisivo, la recitazione è la solita pappa italiota dove la Puccini si spreca nuovamente. Il regista è pronto per una bella serie Rai. Non resta che riguardare Kieslowski...
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felicity
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giovedì 18 marzo 2021
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un film delicato… troppo delicato
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18 regali è la storia del “come sarebbe andata se”; di una madre e una figlia che incrociano i loro occhi in sala parto, e che poi si separano per sempre.
La sceneggiatura sceglie l’escamotage della manipolazione temporale; allontanandosi dal realismo (e dalla fedeltà alla storia di riferimento), l’intreccio si apriva a infinite possibilità di snodo. Possibilità non sfruttate. Il film procede per una strada convenzionale, il rapporto tra madre e figlia si articola in fasi prevedibili. I dialoghi hanno un buon ritmo, ma sono per lo più didascalici. Alcuni momenti, poi, sono infarciti di cliché: il padre che riprende la figlia ribelle, facendole notare che per lui è stato difficile crescerla da solo; la madre che si augura che la figlia cresca bella dentro.
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18 regali è la storia del “come sarebbe andata se”; di una madre e una figlia che incrociano i loro occhi in sala parto, e che poi si separano per sempre.
La sceneggiatura sceglie l’escamotage della manipolazione temporale; allontanandosi dal realismo (e dalla fedeltà alla storia di riferimento), l’intreccio si apriva a infinite possibilità di snodo. Possibilità non sfruttate. Il film procede per una strada convenzionale, il rapporto tra madre e figlia si articola in fasi prevedibili. I dialoghi hanno un buon ritmo, ma sono per lo più didascalici. Alcuni momenti, poi, sono infarciti di cliché: il padre che riprende la figlia ribelle, facendole notare che per lui è stato difficile crescerla da solo; la madre che si augura che la figlia cresca bella dentro. La sceneggiatura di 18 regali riempie tutti i vuoti. Non ci sono respiri tra una parola e l’altra, non c’è spazio per lo spettatore per creare qualcosa. Tutto è descritto.
Stesso discorso per la regia: curata sì, ma tutta in appoggio. All’inizio del film, ogni cosa è eccessivamente “rosa”: l’atmosfera della casa di Elisa e Alessio, con tanto di manicaretti in primo piano; Elisa vestita di bianco e rosa; la musica che fa tanto idillio familiare. Tutti elementi che dovrebbero rendere brusco il cambiamento di stato, quando irrompe la notizia della malattia; e invece l’impatto emozionale risulta un po’ scaricato. In questo film mancano i contrasti. Il montaggio rende accessibili i diversi stati d’animo dei personaggi, attraverso primi piani e piani medi; un piano sequenza e alcune inquadrature dall’alto smorzano un andamento registico tradizionale. La colonna sonora si integra col film, ma non è degna di nota. I personaggi sono bidimensionali, sebbene si inseriscano nell’intreccio efficacemente.
Maneggiare una materia come quella di 18 regali è rischioso, e si percepisce quanto il regista abbia voluto essere cauto: scadere nella melassa era facile e Amato ha aggirato l’ostacolo. Alla fine di questa conclusione di 18 regali, dobbiamo sottolineare come la sceneggiatura e la regia siano troppo volutamente rispettose. Un film di questo tipo ha il chiaro scopo di ricordare al pubblico “cosa conta davvero nella vita”; il rischio è che lo spettatore rifletta quando esce dalla sala, finché non incrocia il primo automobilista che non rispetta uno stop. Le interpretazioni sono complessivamente buone: Vittoria Puccini (forse il volto più rassicurante tra le attrici italiane di oggi) è brava ma non stupisce; Edoardo Leo si cala molto bene nei panni del suo personaggio, che non compie però un’evoluzione tangibile nel corso del film. Benedetta Porcaroli invece, dopo un inizio non brillante, si riscatta nella seconda parte del film.
18 regali scuote, ma non profondamente. E avrebbe potuto farlo. Le lacrime vengono giù, ma dalla sala si va via addolorati e poco feriti: la sensazione è che quel dolore possa andare via in fretta, e con esso la riflessione a cui dovrebbe portare una storia del genere. A commuovere è la storia più che il film in sé. Detto ciò, il risultato è un omaggio gradevole a una storia ingiusta e molto tenera, che meritava di essere raccontata; il film non è pretenzioso e mantiene un buon ritmo dall’inizio alla fine. Ma tutto, dal detto al non detto, resta in superficie. La natura surreale di un incontro madre/figlia apriva le porte a qualsiasi direzione narrativa; invece lo sviluppo è convenzionale. Un film delicato… troppo delicato.
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eleonora
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mercoledì 6 gennaio 2021
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non vedo amore....
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Un grande atto di narcisismo . Non accettare di non esserci. Voler imporre la propria presenza anche dopo la morte. Incurante delle reazioni che avrebbe potuto provocare. Il regalo più grande che avrebbe potuto fare alla figlia? Aiutarla a distaccarsi. Questo sì che sarebbe stato un atto di amore. Posso capire una lettera... ma diciotto regali no. Paura di essere dimenticata:un atto di puro egoismo mascherato da amore. Della specie peggiore. Cara mamma, non ci sei più. Lascia che i regali me li faccia papà, magari con la sua nuova compagna.
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emiliz
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lunedì 4 gennaio 2021
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una bella sorpresa
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Ho cominciato a guardare il film controvoglia e sicura che avrei assistito all'ennesima melassa strappalacrime. Invece ho visto un bel film, ed è stata davvero una piacevolissima sorpresa. Asciutto, tenero, profondo, per nulla banale, con gli attori protagonisti che per tutto il film mantengono una sorta di sobrietà morale che impedisce alla storia di scadere nel patetico o nell'eccesso di emotività ruffiana. Bellissime e bravissime le protagoniste femminili, credibili, emozionanti e complici quanto basta per trasmettere la profondità del sentimento struggente che le lega. Da vedere.
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st7n
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giovedì 10 dicembre 2020
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un disastro
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Non guardo e non tollero produzioni italiane perche' reputo il "cinema" come un' entità un po troppo superiore per digerire la spazzatura italiana. Film sempre tutti identici senza forma senza idee, scopiazzati ovunque. Pensare che fino a 20 anni fa abbiamo avuto IMMESI MAESTRI che hanno esportato tutto il contrario di cio' che il cinema italiano sta facendo oggi. In questa odissea di scempio, con amici, ho "dovuto" vedere il tanto acclamato 18 REGALI.
Caro Francesco Amato, a me di regalo, ne bastava uno, cioe' che tu non avessi partorito questa porcheria senza precedenti.
Assolutamente incommentabile.
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lunedì 23 novembre 2020
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soprannaturale?
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Ma come si fa a definirla "svolta soprannaturale"? È evidente che l'incontro con i genitori è solo immaginato dalla protagonista durante il coma. Come se ciò non bastasse la trama stessa dà conferme di questa interpretazione. Una su tutte il pianoforte che la ragazza ritrova al suo risveglio (non la batteria). Inutile pertanto cercare sviste logiche e implausibilità, sarebbe come voler rivestire di razionalità i sogni.
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silvia dalmastri
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lunedì 9 novembre 2020
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delicato e commovente
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Struggente e commovente, il film è interpretato con molto pathos, da tutti gli attori, tutti bravissimi, e sapiente è il meccanismo attraverso il quale viene costruita la storia.
Dolcissimo, tocca il cuore. Profondo nella narrazione dei legami. Avrebbe meritato molta più visibilità e più successo.
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enzo70
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giovedì 3 settembre 2020
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film potente sull''eterna lotta tra dolore e amore
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La vita è amore e dolore e 18 regali, potente film tratto da una storia vera, ne è una sintesi perfetta. Una donna giovane, bella, innamorata di un uomo gentile aspetta un figlio. Ma nei meandri della vita, nei suoi strani bivi, durante un controllo il viso di un medico è un referto, una sentenza di condanna, a morte, per la giovane Elisa. Che riuscirà a dare alla luce la piccola Anna e alla quale lascerà 18 regali, uno per ogni compleanno che la porterà alla maggiore età. Le difficoltà della bambina di accettare una vita senza madre non riescono ad essere superate dall’amore che le garantisce il padre. Poi un incidente consentirà alle due donne, madre e figlia, di incontrarsi, di parlarsi, di confrontarsi.
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La vita è amore e dolore e 18 regali, potente film tratto da una storia vera, ne è una sintesi perfetta. Una donna giovane, bella, innamorata di un uomo gentile aspetta un figlio. Ma nei meandri della vita, nei suoi strani bivi, durante un controllo il viso di un medico è un referto, una sentenza di condanna, a morte, per la giovane Elisa. Che riuscirà a dare alla luce la piccola Anna e alla quale lascerà 18 regali, uno per ogni compleanno che la porterà alla maggiore età. Le difficoltà della bambina di accettare una vita senza madre non riescono ad essere superate dall’amore che le garantisce il padre. Poi un incidente consentirà alle due donne, madre e figlia, di incontrarsi, di parlarsi, di confrontarsi. Non è un film strappalacrime, nonostante sia un film emozionante; 18 regali è un film che ha la forza della vita, l’unica reazione possibile alla morte. Bravi tutti gli attori, Vittoria Puccini, Benedetta Porcaroli e Edoardo Leo i protagonisti e ottima la regia di Francesco Amato. Un grande omaggio alla memoria di Elisa Girotto, la donna la cui storia ha ispirato il film.
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carloalberto
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domenica 2 agosto 2020
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il 19esimo regalo
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I 18 regali di questo film….
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Dialoghi shakespeariani....
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Sceneggiatura dostoevskiana....
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Recitazione superba....
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Colonna sonora da brivido....
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Scenografia magistrale....
Etc. etc.....
Il 19esimo regalo però me lo sono fatto io, staccandolo dopo 19 minuti…
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