Anno | 2019 |
Genere | Commedia |
Produzione | Filippine |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Thop Nazareno |
Attori | Louise Abuel, Ella Cruz, Dido De La Paz, Elijah Canlas, Manuel Chua . |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 25 giugno 2020
La vita grottesca di Edward, un adolescente che vive in ospedale al capezzale del padre.
CONSIGLIATO SÌ
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In un caotico ospedale di Manila i corpi si ammassano sul pavimento, si accatastano nei corridoi e su barelle improvvisate, mentre l'unico medico corre da un paziente all'altro, cercando di resistere alle mani che lo tirano per il camice per ottenere attenzione. Questo incipit, accompagnato da una musica intensa, sembra preludere l'inizio di un viaggio infernale nella sanità pubblica filippina. Ma, proprio quando la tensione sta per diventare insopportabile, il ritmo si alleggerisce e la macchina da presa inquadra Edward e il suo amico Renz, che per passare il tempo scommettono sulla sopravvivenza dei pazienti. I due ragazzi vivono dentro l'ospedale da un tempo imprecisato per occuparsi dei propri familiari: il padre di Edward ha una malattia a cui i dottori non riescono a dare un nome, in attesa dei risultati di alcuni test, che devono arrivare da un lontano e più tecnologico ospedale. Così i due amici danno sfogo alla loro adolescenza nei corridoi dell'ospedale, tra gare di velocità sulla sedia a rotelle e battibecchi con le infermiere. Fino a che Edward non incontra Agnes, una ragazza poco più grande di lui che gli fa conoscere l'amore e gli permette di parlare dei suoi sentimenti, a cui nessun altro prima d'ora aveva prestato attenzione.
L'intelligenza del film di Thorp Nazareno risiede nella capacità di sovvertire i codici stilistici, o meglio nel mescolare due mondi narrativi molto lontani per dare vita a un risultato originale.
Da un lato Edward si configura come un film di denuncia sociale, che sensibilizza il pubblico sulle condizioni sanitarie nelle Filippine. In assenza di sufficiente personale medico, i pazienti sono abbandonati alle cure dei familiari, cosicché un'intera generazione è costretta a scegliere tra abbandonare i propri cari oppure rinunciare a costruirsi un futuro per occuparsi a tempo pieno dei genitori malati. Viste oggi, in un momento in cui anche l'efficiente sistema sanitario occidentale è crollato in seguito al sovraccarico causato dal COVID-19, le immagini del film sono particolarmente forti e attuali, diventano capaci di parlare a chiunque.
In questo contesto sociale e politico, il regista inserisce una classica storia di formazione umana e sentimentale. Interpretato dal sorprendente Louise Abuel, Edward segue i passi tipici di ogni film sul "coming-of-age": conosce l'amore e l'amicizia, dà il suo primo bacio e vive la prima delusione sentimentale. Attraverso questa scelta Nazareno sembra non soltanto voler alleggerire il difficile tema del film, ma anche suggerire l'esistenza di un'umanità vibrante che rompe i muri dell'ospedale, di una voglia di vivere che eccede il difficile contesto sociale. Il finale è un po' frettoloso, ma ha il merito di rompere ancora una volta gli schemi e sorprendere lo spettatore, allontanandosi dall'immaginario collettivo dei film di formazione. Infatti il regista abbandona la leggerezza che lo sguardo adolescenziale di Edward conferiva al film per assumere un tono più crudo e brutale, che porta a riflettere su quanto sia difficile diventare adulti in un paese senza futuro.