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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 giugno 2022
Il lato nascosto della grande scrittrice. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, In Italia al Box Office Wild Nights With Emily Dickinson ha incassato 10,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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L'immagine di Emily Dickinson che nel corso dei decenni si è diffusa e cristallizzata, cioè quella di un'autrice prolifica ma chiusa in se stessa ed indifferente a qualsiasi relazione sentimentale viene proposta sotto una luce completamente diversa. Al centro c'è la relazione, durata negli anni con la, inizialmente amica, e poi addirittura cognata Susan.
Emily Dickinson diviene per la prima volta protagonista non di un biopic serioso e carico di dolente mestizia ma bensì di una commedia carica di brio e di irriverenza.
Ci voleva una donna nonché regista indipendente come Madeleine Olnek (qui al suo terzo lungometraggio che ha ottenuto una nomination agli Independent Spirit Awards 2020) per trovare il coraggio di proporre al grande pubblico un'icona della letteratura sotto una luce del tutto inattesa dai più. A procurarle la materia prima è stata un'indagine condotta nel 1998 dal New York Times che ha documentato come si fosse fatto uso di software per fare riemergere il nome di Susan in lettere scritte da Emily da cui poi lo stesso era stato cancellato. Queste rivelavano un rapporto che andava ben al di là dello stato di parentela acquisita.
Ecco allora prendere forma una sceneggiatura che ha dato vita a una commedia con qualche tono di dramma in cui non ci si sottrae anche a mettere in sottile ridicolo alcuni esponenti maschili del mondo letterario dell'epoca. Soprattutto però emerge un'immagine della Dickinson sin da giovane coinvolta nella relazione con una donna che poi le diventerà parente conservando però per lei un sentimento che travalica gli anni.
Tutto ciò viene presentato con una leggerezza non priva di arguta malizia che potrebbe avvicinare alla lettura delle opere della poetessa non solo chi è interessato a questo suo inedito versante omosessuale ma anche e soprattutto per la scoperta di un'anima gioiosa che gli stereotipi hanno radicato in tutt'altro modo nell'immaginario collettivo. Tutto questo poi senza indulgere ad immagini esplicite dei rapporti sessuali (le 'wild nights' vengono lasciate all'immaginazione) mantenendosi invece sul registro dell'allusione dando anche spazio a ripicche amorose.
La scena in cui Emily ha tessuto delle giarrettiere per un'altra donna suscitando la gelosia di Susan è di quelle che, in estrema sintesi, sanno raccontare le sfumature di una relazione che andava tenuta segreta ma che coinvolse per molti anni le due donne. Olnek ha saputo dosare con maestria e con sguardo femminile la materia a sua disposizione offrendo così una prospettiva diversa e non più esclusivamente per addetti ai lavori della vita e dell'opera di un'autrice che merita di essere conosciuta anche sotto aspetti sin qu, più o meno volutamente, lasciati in ombra dai biografi ufficiali.
Solo dalla metà degli anni '50, per opera di Thomas Johnson, si incominciò a pubblicare senza censure la raccolta di poesie di Emily Dickinson (1830-1886), che ormai tanti hanno in biblioteca tra un romanzo di Elena Ferrante e un libro di cucina. Descritta come voce lirica del femminile (questa ambigua posizione che sublima e insieme ghettizza) e come signorina nevrotica e sessuofobica, Dickinson scese [...] Vai alla recensione »
A riprova di quanto sia complicato ricostruire un profilo della ottocentesca poetessa americana, ma antesignana di una scrittura carica di una modernità novecentesca, figura letteraria che, sebbene maturata in un clima progressista, rimaneva comunque ancorata, in una ricostruzione affidata alla suddivisione dei ruoli, ai modelli vittoriani, c'è il fatto che il film di Madeleine Olnek segue l'altro, [...] Vai alla recensione »
C'è un modo nuovo di leggere vita e opere di Emily Dickinson. Lontano da quello, cristallizzato, secondo cui la poetessa americana dell'800 sarebbe stata zitella dimessa, disinteressata alle relazioni umane, una sorta di (auto)reclusa ipocondriaca e mezza pazza, timorosa di rendere pubblici i propri versi. La rilettura della newyorkese Madeleine Olnek (apprezzata autrice di cinema "queer"), si basa [...] Vai alla recensione »
Wild Nights with Emily Dickinson è un film del 2019. E solo adesso, dopo i due anni di pandemia, esce nelle sale. Ma non è un film da considerare «vecchio», anzi. E' un gioiellino che ribalta l'immaginario sulla grande poetessa. Altro che reclusa in casa, non amata e timorosa a pubblicare le proprie poesie. Le «notti selvagge» del titolo fanno riferimento sì, a una poesia, ma soprattutto all'amore [...] Vai alla recensione »
Nel 1998 il New York Times documentò il lavoro operato, tramite l'uso di software, sulle poesie e le lettere di Emily Dickinson, per far riemergere alcune parti cancellate. Si scoprì così che gli scritti erano stati pesantemente rimaneggiati dalla sorella Lavinia e dalla sua prima editor Mabel Todd in occasione della pubblicazione della prima raccolta, per censurare il nome di Susan Gilbert, cognata [...] Vai alla recensione »
Per descrivere l'obliterazione subìta dalle donne nella Storia e nei campi più svariati del sapere, si adopera spesso il verbo "cancellare". Nel caso di Emily Dickinson il senso retrocede dal figurato al letterale: a dispetto della vulgata che la vuole zitella algida e reclusa, la poetessa amò e fu amata, e riversò il suo amore in missive febbrili indirizzate alla cognata dalle quali la sua prima editrice [...] Vai alla recensione »