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Ultimo aggiornamento martedì 15 gennaio 2019
Quando scompare la sua migliore amica Emily, per la blogger Stephanie comincia un periodo pieno di intrighi. In Italia al Box Office Un piccolo favore ha incassato 2,2 milioni di euro .
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'Ho bisogno di un piccolo favore. Mi puoi prendere Nicky a scuola?' È questa la semplice, comune richiesta che l'affascinante Emily fa alla sua nuova amica Stephanie, prima di sparire senza lasciare traccia. Mamma single tuttofare, vlogger per passione e ingenua per natura, Stephanie si lascia irretire a tal punto dal mistero di Emily, dalla preoccupazione per suo figlio, e anche dal fascino di suo marito, da mettersi ad indagare in prima persona. Quello che troverà è un mistero che ne contiene un altro e via dicendo, fino a ribaltare i ruoli e le etichette di ogni personaggio coinvolto nella vicenda.
Da più parti si è scomodato il paragone con Gone Girl, ma sarebbe più corretto dire che Un piccolo favore sta al film di Fincher come "Invito a cena con delitto" sta a "Dieci piccoli indiani": siamo, cioè, nella parodia; la tensione c'è, ma è l'umorismo a padroneggiare la scena, e a diventare farsa verso la fine, quando si gioca ormai a carte scoperte.
In mezzo c'è un gioco sul genere, che mette in campo tutti i cliché di un certo thriller: il campeggio sul lago, lo spettro della droga, un passato incendiario, un presente inafferrabile, una tranquilla provincia di paura alla Big Little Lies, lettere anonime e guardaroba posseduti. E soprattutto un colpo di scena dopo l'altro, in una sequenza così rapida e ravvicinata che, se anche ci fosse qualcosa che non torna nei meccanismi della trama, sarebbe troppo complicato accorgersene in tempo reale.
Questo genere di parodie conta esempi illustri, tra cui sarebbe francamente ardito annoverare il film di Paul Feig, ma sarebbe altrettanto ingiusto non rendergli il merito di aver osato in un genere complesso, che richiede abilità sul piano del copione ed eclettismo in materia di recitazione. E Un Piccolo Favore ha dialoghi brillanti, citazioni colte e simpatiche (Les Diaboliques, Nancy Drew) e due interpreti perfette per il ruolo, anche in virtù della loro immagine metacinematografica: Anna Kendrick non fa fatica a mostrarsi credibile come qualcuno che tende a dare un'idea buonista e stereotipata di sé, e Blake Lively è una "rediviva" di nome e di fatto.
L'estetica grottesca, tra grafiche patinate e canzonette in francese, e lo sconfinamento nel demenziale, suggellano appropriatamente la confezione di questa commedia che prende in giro usi, costumi e manie della scena femminile contemporanea, sociale e cinematografica. Si dà un tono da cocktail, ma sotto sotto è un popcorn movie, che si divora con gusto, pur sapendo che non ne resterà nulla.
Stephanie, una mamma blogger, vedova e sempre impegnata, si ritrova improvvisamente ad affrontare la scomparsa della sua migliore amica Emily, madre super glamour che spicca per l'alone di seduzione che si trascina dietro ovunque vada. La donna, dopo aver affidato il figlio all'amica, sparisce da un giorno all'altro dalla piccola cittadina in cui vive, senza dare cenni di avvertimento al marito Sean che si unirà proprio a Stephanie per portare avanti le ricerche. Quello che però ne verrà fuori saranno tradimenti, segreti e rivelazioni fino ad arrivare a ipotizzare a un omicidio ed un piano di vendetta da parte della donna. Intanto Stephanie e Sean si ritroveranno ad essere molto intimi.
Tratta dal romanzo 'A Simple Favor' di Darcey Bell, la storia è stata adattata per il grande schermo da Jessica Sharzer e diretta da Paul Feig, noto soprattutto al grande pubblico per prodotti come Le amiche della sposa e il reboot al femminile di Ghostbusters.
Questa per lui è una sfida con il genere thriller che però ha sempre confessato di voler affrontare: "Mi piace giocare con i generi: ho sempre realizzato commedie ma i thriller sono sempre stati i miei film preferiti da vedere! Dirigerne uno è stato come un gioco: mi sono divertito a costruirlo e a metterlo in scena. Credo che quello di Stephanie resterà sempre uno dei miei personaggi preferiti da regista. Un piccolo favore è una storia sulla natura dei segreti e su come vengono rivelati ma anche una storia sulle scelte delle donne, chiamate spesso a compromessi e a decidere tra carriera e figli".
Anche per il cast questo film è una piccola novità. La protagonista ha infatti la fisicità di Anna Kendrik che negli ultimi anni si è distinta nel panorama hollywoodiano soprattutto per le sue doti di cantante e attrice: iconico è diventato il suo ruolo nella trilogia Pitch Perfect oltre alla partecipazione a musical come Into the Woods. Mentre per l'altra faccia del duo femminile, Blake Lively, i toni mistery sono più famigliari.
Dopo aver detto addio alla serie cult Gossip Girl, l'attrice non si è fatta scrupoli ad accettare ruoli dai risvolti ambigui, come quello di Chiudi gli occhi. L'atteggiamento con le quali le due si approcciano alla macchina da presa però è totalmente opposto, elemento che le rende perfette per questo misterioso gioco di specchi.
La vera curiosità ruota però attorno all'unico personaggio maschile di rilievo nel film, Sean, interpretato dall'esordiente Henry Golding. Per lui si tratta della prima importante produzione hollywoodiana dopo il suo debutto sui nostri schermi con Crazy & Rich. Dovrà reggere il confronto con delle attrici navigate che certo non passano certo inosservate per fascino e bravura.