maumauroma
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sabato 17 febbraio 2018
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l' ora piu' buia
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Nella primavera del 1940 la formidabile macchina da guerra tedesca stava sprigionando tutta la sua potenza. Le divisioni naziste avevano in poche settimane invaso Norvegia, Olanda, e Belgio, e stavano ormai puntando con decisione verso la Francia. Una volta conquistata Parigi, si sarebbero quindi facilmente dirette a nord verso il canale della Manica e avrebbero seriamente minacciato le guarnigioni inglesi disposte sulle coste settentrionali francesi a difesa del Regno Unito e del suo millenario Splendido Isolamento. Il film di Joe Wrigth si sofferma in particolare su quel mese di maggio del 1940, quando il parlamento britannico decise di sfiduciare l' allora primo ministro, il debole, accomodante e ormai gravemente malato Neville Chamberlain, e di nominare al suo posto, pur tra molte contestazioni per un passato politico non particolrmente brillante, Sir Winston Churchill.
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Nella primavera del 1940 la formidabile macchina da guerra tedesca stava sprigionando tutta la sua potenza. Le divisioni naziste avevano in poche settimane invaso Norvegia, Olanda, e Belgio, e stavano ormai puntando con decisione verso la Francia. Una volta conquistata Parigi, si sarebbero quindi facilmente dirette a nord verso il canale della Manica e avrebbero seriamente minacciato le guarnigioni inglesi disposte sulle coste settentrionali francesi a difesa del Regno Unito e del suo millenario Splendido Isolamento. Il film di Joe Wrigth si sofferma in particolare su quel mese di maggio del 1940, quando il parlamento britannico decise di sfiduciare l' allora primo ministro, il debole, accomodante e ormai gravemente malato Neville Chamberlain, e di nominare al suo posto, pur tra molte contestazioni per un passato politico non particolrmente brillante, Sir Winston Churchill. Il quale si dimostro' molto piu' risoluto del suo predecessore, rifiuto' la proposta di armistizio offerta da Adolf Hitler, che in verita' temeva molto la forza della marina e della aviazione inglese, armistizio che avrebbe finito per rendere in pratica la Gran Bretagna una semplice e servile colonia del Terzo Reich, e con un discorso alla Camera dei Comuni, giustamente passato alla Storia, decise che il suo popolo avrebbe portato avanti una strenua resistenza contro la Germania nazista in nome della liberta' e della indipendenza dell' Isola. L' Ora piu' buia e' sicuramente un' opera pregevole e di buona fattura, con una riuscita ambientazione d' epoca e ben recitata. Pero' il Winston Churchill che emerge dalla pellicola e' piuttosto spiazzante rispetto al personaggio comunemente studiato sui libri di storia o visto nei molti filmati di repertorio. Certamente il regista si sara' ispirato a precise e attendibili testimonianze dei contemporanei, resta pero' il fatto che l' interpretazione offerta da Gary Oldman e' piu' che altro quella di un anziano signore dal carattere bizzoso e malmostoso, con frequenti attacchi di collera, dedito ad abbondanti libagioni e senza una particolare carica carismatica. Solo nel finale del film, con quella bella scena del Primo Ministro che incontra i cittadini nella Metroplotana di Londra e soprattutto con la rievocazione del suo celebre discorso al Parlamento, riusciamo a apprezzare lo spessore politico del personaggio. Sembra inoltre mancare in tutto lo svolgimento della vicenda la giusta carica di pathos e di drammaticita' che probabilmente sarebbero stati opportuni se non necessari per la rappresentazione di quei terribili anni . Non si avverte insomma quasi mai la percezione dell' immane catastrofe che di li a poco si sarebbe abbattuta sulla Gran Bretagna, sull' Europa e su tutto il mondo.
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minnie
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lunedì 12 febbraio 2018
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"we shall never surrender!"
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Churchill Spencer (sì, come Lady D.) Winston (30 novembre 1874-24 gennaio 1965), è stato prima di tutto un giornalista: sua madre americana era figlia del proprietario del New York Times, il che gli ha garantito sin da molto giovane di fare l'inviato sui principali fronti di guerra. Era anche figlio di un conservatore, grande oratore ma anche dongiovanni (con sifilide): lui ricorda i suoi genitori, non senza rimpianto, a Giorgio VI (straordinariamente somigliante pure lui), una volta diventato, a quasi 70 anni, Prime minister, con solida famiglia e devota moglie Clem. Nel 1940 Churchill, molto discusso, si trovò a fronteggiare la minaccia nazista, sostituendo l'esitante Chamberlain e il timoroso Halifax.
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Churchill Spencer (sì, come Lady D.) Winston (30 novembre 1874-24 gennaio 1965), è stato prima di tutto un giornalista: sua madre americana era figlia del proprietario del New York Times, il che gli ha garantito sin da molto giovane di fare l'inviato sui principali fronti di guerra. Era anche figlio di un conservatore, grande oratore ma anche dongiovanni (con sifilide): lui ricorda i suoi genitori, non senza rimpianto, a Giorgio VI (straordinariamente somigliante pure lui), una volta diventato, a quasi 70 anni, Prime minister, con solida famiglia e devota moglie Clem. Nel 1940 Churchill, molto discusso, si trovò a fronteggiare la minaccia nazista, sostituendo l'esitante Chamberlain e il timoroso Halifax. E vittoria fu, come il segno con l'indice e il medio di Victory indicò, per fortuna. La storia è nota: quello che non sapevo è che Winston Churchill fosse ancora in circolazione e che Joe Wright l'avesse ingaggiato per questo suo meraviglioso film che tiene incollati alla sedia per oltre due ore facendo sperare che non finiscano...Sottolineata dalla musica perfetta del fido Dario Marianetti (che accompagna Wright nelle sue opere), la vita di Winston durante quegli anni cruciali si dipana con passione e Gary Oldman, sotto le mani sapienti del truccatore giapponese Kazuki Tsuji (200 ore...) è diventato lui, in un'interpretazione da Oscar subito! Film straordinario, stupendo!
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juri moretti
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venerdì 9 febbraio 2018
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chi è winston churchill ?
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Siamo agli inizi della seconda guerra mondiale e Winston Churchill è alla guida del propri paese come Primo Ministro.
Mentre la minaccia di un'invasione del Regno Unito da parte delle forze di Hitler insorge a 300.000 soldati della Regina sono bloccati a Dunkirk, Churchill si trova a combattere con le trame interne del propio partito e con Re Giorgio VI, che mostra grande scetticismo sulle abilità del Primo Ministro nel riuscire ad affrontare la sfida.
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Siamo agli inizi della seconda guerra mondiale e Winston Churchill è alla guida del propri paese come Primo Ministro.
Mentre la minaccia di un'invasione del Regno Unito da parte delle forze di Hitler insorge a 300.000 soldati della Regina sono bloccati a Dunkirk, Churchill si trova a combattere con le trame interne del propio partito e con Re Giorgio VI, che mostra grande scetticismo sulle abilità del Primo Ministro nel riuscire ad affrontare la sfida.
La situazione è drammatica : negoziare una pace con la Germania nazista salvando il popolo britannico a costi indicibili o combattere contro un destino che si mostra avverso.
Con il prezioso supporto della moglie al suo fianco già da 31 anni, Clemmie, Churchill si rivolge al popolo britannico con l'ambizione di ispirare dignità e volontà di lottare per gli ideali della nazione, per la sua libertà. Riponendo nelle parole gran parte del propio impegno, con l'aiuto dell'instancabile segretaria, Winston scrive e interpreta discorsi che guideranno la nazione. Stretto nella condizione di dover affrontare le ore più buie e dure della sua vita, Winston riuscirà a cambiare il corso della storia contemporanea per sempre.
Joe Wright, regista di Pan - viaggio sull'isola che non c'è e Anna Karenina, dirige questa volta un grande attore come Gary Oldman, nei panni di uno dei più grandi personaggi della storia, Winston Churchill.
In questo film oltre che alla storia dell'Inghilterra, vediamo anche alcuni momenti della vita privata di Churchill, come il rapporto con la moglie e con la sua segretaria.
Joe Wright è stato bravo a rappresentare il perdio in cui è ambientato il film è stato bravo a rappresentare il periodo in cui è ambientato, ha insegnato l'atteggiamento giusto ai personaggi, come ad esempio quando inserivano le mani nei taschini superiori delle loro giacche, ma sopratutto nell'utilizzo del trucco e parrucco.
Wright ha rappresentato un Winston Churchill, molto brillante, che beveva molto e aveva quasi sempre il sigaro in bocca. Insomma una grandissima interpretazione da parte di Gary Oldman, che noi tutti lo ricordiamo e conosciamo per la sua performance in Dracula di Bram Stoker, la talpa, o anche Silente in Harry Potter.
Il film è anche candidato all'Oscar per le seguenti candidature :
Miglior film, miglior attore ( Gary Oldman ), miglior fotografia ( Bruno Delbonnel ), migliori costumi ( Jaqueline Durran ), miglior scenografia ( Sarah Greenwood e Katie Spancer ), miglior trucco e acconciatura ( Kazuhiro Tsuji e David Malinowski ).
C'è da dire che questo film almeno uno di questi premi lo merita sicuramente, perché in questo caso si può parlare tranquillamente di capolavoro.
La pellicola è un vero proprio salto nel passato, dove lo spettatore si immerge a 360° gradi nella storia dell'Inghilterra, nel periodo in cui Churchill era Primo Ministro e guidava il suo paese.
Una delle parti più belle della storia, rappresentata magnificamente da un regista come Joe Wright, che in realtà non ci si aspettava propio tutto questo.
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beatricer
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giovedì 8 febbraio 2018
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poco intrattenitivo, ma ha il suo perché
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L'azione si sviluppa in un arco temporale molto breve, meno di un mese, e durante una fase cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Churchill, caparbio neo Primo Ministro, decide di non piegarsi alla pace offerta dai tedeschi e di continuare incessantemente la guerra, incurante dei costi e delle vittime. Il film, quindi, si concentra sulla scelta che sarà decisiva per tutto il mondo occidentale e sul processo che ha condotto ad essa. Gary Oldman ha dato vita a un personaggio così autentico da dominare totalmente la scena. Le altre figure risultano piuttosto ambigue al confronto e qui si pone il primo problema del film. Il personaggio di Churchill è immenso, ma non basta a riempire il film.
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L'azione si sviluppa in un arco temporale molto breve, meno di un mese, e durante una fase cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Churchill, caparbio neo Primo Ministro, decide di non piegarsi alla pace offerta dai tedeschi e di continuare incessantemente la guerra, incurante dei costi e delle vittime. Il film, quindi, si concentra sulla scelta che sarà decisiva per tutto il mondo occidentale e sul processo che ha condotto ad essa. Gary Oldman ha dato vita a un personaggio così autentico da dominare totalmente la scena. Le altre figure risultano piuttosto ambigue al confronto e qui si pone il primo problema del film. Il personaggio di Churchill è immenso, ma non basta a riempire il film. Non mi sarebbe dispiaciuto vedere qualche personaggio con maggior carisma. Gli oppositori di Churchill non sono fortemente contro di lui e, allo stesso modo, i suoi sostenitori sembrano non essere troppo convinti. Il secondo problema principale del film ricade sulla mancanza di sviluppo narrativo. Manca un forte sviluppo della storia e un climax. Al contrario, abbondano i dialoghi non troppo avvincenti. Il film sarebbe stato più intrattenitivo se avesse mostrato anche i lati più pratici della guerra, ma la scelta qui è ben chiara. Si prediligono ambienti chiusi, spazi angusti e dialoghi dietro le quinte. Non si lascia quindi spazio all'azione bellicosa, ma si concentra sulle scelte e manovre politiche che hanno tirato le fila del conflitto mondiale. Il senso stesso del film forse si racchiude proprio in queste scelte stilistiche: meno azione e più ragionamenti. E, in questo modo, il film si colloca nella sua precisa categoria, senza imitarne altri o cadere nelle eccessive finzioni cinematografiche. In sintesi, L'ora più buia è poco intrattenitivo, ma trova la sua collocazione. Vale la pena vederlo, se non altro per la splendida regia.
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enzo70
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martedì 6 febbraio 2018
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la forza di un uomo, il coraggio di un popolo
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I vincitori scrivono la storia; ma quanto ha sofferto la Gran Bretagna, per scriverla la storia, per resistere all’orda nazista; bombardamenti, fame, sofferenza, razionamenti durati ben oltre la seconda guerra mondiale. Gli inglesi, si sa, sono grandi soldati; ma un buon soldato ha bisogno di un grande generale. E la Gran Bretagna ha avuto la fortuna di avere in quegli anni un uomo come Winston Churchill che sapeva bene le conseguenze di una guerra con la Germania; ma capiva bene che un negoziato con Hitler avrebbe consegnato nell’immediato l’Europa intera ad un criminale; e che la Gran Bretagna non sarebbe mai stata libera. Joe Wright limita la prospettiva alla prima fase del governo Churchill, la Francia era ancora un alleato ritenuto affidabile, il nemico temibile, ma non invincibile.
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I vincitori scrivono la storia; ma quanto ha sofferto la Gran Bretagna, per scriverla la storia, per resistere all’orda nazista; bombardamenti, fame, sofferenza, razionamenti durati ben oltre la seconda guerra mondiale. Gli inglesi, si sa, sono grandi soldati; ma un buon soldato ha bisogno di un grande generale. E la Gran Bretagna ha avuto la fortuna di avere in quegli anni un uomo come Winston Churchill che sapeva bene le conseguenze di una guerra con la Germania; ma capiva bene che un negoziato con Hitler avrebbe consegnato nell’immediato l’Europa intera ad un criminale; e che la Gran Bretagna non sarebbe mai stata libera. Joe Wright limita la prospettiva alla prima fase del governo Churchill, la Francia era ancora un alleato ritenuto affidabile, il nemico temibile, ma non invincibile. Dopo pochi giorni Parigi capitola e inizia il massacro delle truppe inglesi a Dunkirk. A quel punto subentra la capacità di Churchill di decidere che l’unica soluzione per contrastare Hitler è combattere; la decisione è quanto mai sofferta, sollecitata proprio dal popolo in una incursione del primo ministro nella tube londinese, tra la gente. La retorica del primo ministro inglese è il presupposto dell’eroica resistenza inglese, questo film è anche un doveroso omaggio alla forza della prola. Eccezionale l’interpretazione di Gary Oldman.
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cla_66s
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martedì 6 febbraio 2018
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c'era una volta la politica
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Non amo in maniera particolare i film di guerra (ho sofferto a vedere Dunkinrk, per tutti un capolavoro...!) ma questo non lo è.
Churchill, un vero statista, figura oramai assente in ogni panorama internazionale. Che tristezza...!
Gary Oldman, da oscar: insuperabile!!
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andreagiostra
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martedì 6 febbraio 2018
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mai arrendersi!
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Era il 29 ottobre 1941 quando Winston Churchill (1874–1965), Primo Ministro del Regno Unito, in visita istituzionale ai giovani studenti inglesi della “Harrow School” di Londra, dove da giovane era stato uno dei suoi allievi più brillanti, tenne un discorso nel quale pronunciò queste parole: «The pessimist sees the problems in every opportunity. Whereas the optimist sees the opportunity in every problem … Never give in, never give in, never, never, never, never; in nothing, great or small, large or petty; never give in except to convictions of honor and good sense»(«Il pessimista vede i problemi in ogni opportunità.
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Era il 29 ottobre 1941 quando Winston Churchill (1874–1965), Primo Ministro del Regno Unito, in visita istituzionale ai giovani studenti inglesi della “Harrow School” di Londra, dove da giovane era stato uno dei suoi allievi più brillanti, tenne un discorso nel quale pronunciò queste parole: «The pessimist sees the problems in every opportunity. Whereas the optimist sees the opportunity in every problem … Never give in, never give in, never, never, never, never; in nothing, great or small, large or petty; never give in except to convictions of honor and good sense»(«Il pessimista vede i problemi in ogni opportunità. Invece l’ottimista vede l’opportunità in ogni problema … Non arrenderti mai. Non arrenderti mai. Mai, mai, mai, mai; in niente, grande o piccolo, importante o insignificante. Non arrenderti mai, se non di fronte ai tuoi principi e al buon senso.»).
Potrebbero essere queste parole l’incipit per scrivere di questo bellissimo film storico-biografico scritto e sceneggiato da Anthony McCarten, che ci riporta indietro nel tempo facendoci comprendere, ancora oggi, il travaglio dell’animo umano dei nostri più grandi uomini di fronte al baratro della fine più crudele e spietata quale fu quella minacciata agli inglesi e all’Europa intera dal regime nazista di Adolf Hitler. Il pessimismo o l’ottimismo, la speranza o la disperazione, la fiducia o lo scetticismo, la vittoria o la sconfitta, la libertà o la schiavitù? Furono questi dubbi che attanagliarono Churchill nelle notti nelle quali dovette decidere, per il Regno Unito, ma anche per l’intera Europa, se soccombere oppure reagire, se accettare un iniquo armistizio o attaccare il nemico nazista con tutte le forze.
“L'ora più buia”, diretta da Joe Wright, racconta tutto questo, e lo fa proprio bene, con un interprete straordinario e molto efficace nel trasmettere pathos ed emozioni, il candidato al premio Oscar 2018 quale miglior attore, Gary Oldman.
La narrazione filmica di quegli accadimenti, e dei conflitti interni ai partiti inglesi per decidere la strada da percorrere, si conclude con il discorso che il 3 giugno 1940 Churchill tenne alla Camera dei Comuni, che portarono il parlamento del Regno Unito a fare la scelta che salvò l’Europa dal nazismo… «… Abbiamo di fronte molti molti lunghi mesi di lotta e sofferenza… Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell'aria, difenderemo la nostra isola, qualunque possa essere il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d'atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai… perché senza vittoria non può esserci sopravvivenza.»
Furono le grandi abilità oratorie di Churchill a far pendere la bilancia per la scelta politica più dolorosa, ma che si rivelerà anche la più giusta.Quelle straordinarie abilità oratorie e narrative di quello che fu anche lo scrittore Winston S. Churchill (lo pseudonimo che utilizzò quale artista), che nel 1953 lo condussero a vincere il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: «His mastery of historical and biographical description as well as for brilliant oratory in defending exalted human values.» («Per la sua padronanza nella descrizione storica e biografica, così come per la brillante oratoria in difesa dei nobili valori umani.»)
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marco
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domenica 4 febbraio 2018
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gary!
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Forse una delle più grande interpretazioni del grande Gary Oldman. Da vedere!
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ruger357mgm
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sabato 3 febbraio 2018
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non ci arrenderemo mai!
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È il messaggio chiaro, forte, liberatorio che ci lancia il film. Piaggeria sarebbe inneggiare all'interpretazione di Gary Oldman senza osannare il truccatore , che ha reso la copia più vera dell'originale, come sommamente ingiusto sarebbe non considerare la parte di Kristin Scott Thomas, sobria,convincente e misurata come non mai. L'opera, di prevalente impianto teatrale, ripercorre la chiamata a primo ministro di Sir Winston Churchill,dopo la cacciata di Neville Chamberlain,troppo diplomatico e smidollato per condurre un gabinetto di guerra e guidare un'intera nazione contro la belva nazista. Churchill ci viene mostrato senza patine agiografiche, nella sua quotidianità di appassionato bevitore di Scotch e fumatore di Havana, sregolato e originale.
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È il messaggio chiaro, forte, liberatorio che ci lancia il film. Piaggeria sarebbe inneggiare all'interpretazione di Gary Oldman senza osannare il truccatore , che ha reso la copia più vera dell'originale, come sommamente ingiusto sarebbe non considerare la parte di Kristin Scott Thomas, sobria,convincente e misurata come non mai. L'opera, di prevalente impianto teatrale, ripercorre la chiamata a primo ministro di Sir Winston Churchill,dopo la cacciata di Neville Chamberlain,troppo diplomatico e smidollato per condurre un gabinetto di guerra e guidare un'intera nazione contro la belva nazista. Churchill ci viene mostrato senza patine agiografiche, nella sua quotidianità di appassionato bevitore di Scotch e fumatore di Havana, sregolato e originale.Si fa cenno ai suoi precedenti fallimenti al dicastero della guerra,nel 1916, quando avallò la triste spedizione dei light borse men dell'Anzac sullo stretto dei Dardanelli ed alla sua pregressa esperienza militare nella guerra anglo borea.In realtà,oltre all'odioso visconte Halifax,palesemente remissivo e piuttosto filo nazista, l'elemento prevalente é l'odio carnale e implacabile verso Herr Hitler, imbianchino e macellaio, un tiranno da cancellare. Anche l'odio convincerà Winston a dar corso alla disperata operazione Dynamo , che consentirà di riportare in patria l'armata inglese spiaggiatasi a Dunikirk e solo l'odio per la mostruosità del Regime tedesco e per il suo grottesco alleato italiano gli permetterà di condividere il comune sentire del popolo grazie al quale proclamerà la determinazione britannica a non cedere mai al nemico.Cosa che accadrà poi nei cieli della battaglia d'Inghilterra e in Nord Africa.Tecnicamente discutibile l'uso del ralenti e degli scenari da videogame per mostrare gli effetti dei bombardamenti.Un film che va visto prima e non dopo il Dunkirk di Nolan,uscito l'anno scorso.Didascalico ma da far vedere, e capire, ai più giovani.
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ninoraffa
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venerdì 2 febbraio 2018
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churchill dimezzato
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Maggio 1940. Churchill forma il suo primo governo, succedendo all’imbelle Chamberlain. Da qualche giorno i tedeschi dilagano in Olanda, Belgio e Francia. Trecentomila soldati del corpo di spedizione britannico nel continente - gran parte dell’esercito professionista della Corona - rischiano di essere messi con le spalle al mare e quindi spazzati via dai panzer.
Ennesimo film sullo statista inglese, “ L’ora più buia” si concentra nelle tre settimane dalla vigilia del primo governo Churchill ai giorni di Dunkerque. Ottima interpretazione di Gary Oldman, nelle fattezze (trucco superbo), nella mimica e nelle movenze. Scenografia e fotografia ineccepibili.
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Maggio 1940. Churchill forma il suo primo governo, succedendo all’imbelle Chamberlain. Da qualche giorno i tedeschi dilagano in Olanda, Belgio e Francia. Trecentomila soldati del corpo di spedizione britannico nel continente - gran parte dell’esercito professionista della Corona - rischiano di essere messi con le spalle al mare e quindi spazzati via dai panzer.
Ennesimo film sullo statista inglese, “ L’ora più buia” si concentra nelle tre settimane dalla vigilia del primo governo Churchill ai giorni di Dunkerque. Ottima interpretazione di Gary Oldman, nelle fattezze (trucco superbo), nella mimica e nelle movenze. Scenografia e fotografia ineccepibili. Soggetto ambizioso: primo piano sull’uomo Churchill, e insieme attenzione al momento politico, con la ricostruzione del ruolo della Corona e dei conflitti interni al partito conservatore. Da verificare se in quei giorni le riunioni del Gabinetto di Guerra si tenessero già nel bunker sotto Whitehall, come sicuramente avvenne dal settembre successivo; ma ciò che conta è la cupa atmosfera d’urgenza e pericolo che il film trasmette allo spettatore.
Una sola critica importante. Condensare un personaggio storico in due ore scarse comporta delle scelte, delle semplificazioni e anche delle invenzioni, comunque giustificate dallo scopo di restituire i tratti salienti per cui merita di essere ricordato. Bene la dimensione familiare e psicologica, bene la scena aneddotica che in una battuta riassume l’uomo, ma non a scapito del profilo storico. Di Churchill il film lascia in ombra le doti organizzative, le capacità d’impulso, direzione e comando, l’abilità di conciliare politici e militari evitando le incomprensioni pagate care nella prima guerra mondiale. Non c’è traccia del suo istinto nella scelta degli uomini a cui affidare l’imponente sforzo bellico, considerando quanto, per demerito dei predecessori, in quel drammatico frangente l’Inghilterra fosse impreparata. Ad accentuare lo squilibrio, si enumerano con diligenza i suoi precedenti errori: dal disastro di Gallipoli di 25 anni prima, al recentissimo scacco di Narwik a capo dell’Ammiragliato, alla fallimentare reintroduzione del Gold Standard negli anni venti come Cancelliere dello Scacchiere.
Emblema di questo sfocamento è una delle scene centrali. Churchill, che nel dubbio se trattare o no con Hitler, sfugge all’autista e s’infila nella metropolitana per incontrare i suoi concittadini, sa troppo di politicante dei giorni nostri con le telecamere al seguito in mezzo alla gente. Lo scafato statista inglese scopre a 65 anni, in un vagone sotto Westmister, la fierezza degl’inglesi; va bene l’attenzione alle condizioni e al morale della popolazione, ma forse è un po’ troppo immaginare che negli affari di guerra cercasse consiglio tra le massaie londinesi. Anche il piano per l’evacuazione di Dunkerque viene liquidato con un telefonata a un amico ammiraglio, in cui il Primo Ministro chiede di raccogliere tutte le barche da diporto disponibili lasciando trasparire un dilettantismo del tutto discordante col suo vero stile di governo. Per la cronaca, pur col notevole apporto del naviglio civile, la maggior parte dell’esercito britannico e alleato in fuga venne imbarcato sulle unità della Royal Navy.
Naturalmente un film non è un documentario. Ci sono necessità di spettacolo e sintesi che richiedono ampie e positive licenze, ma del Churchill di Joe Wright rischiamo di ricordare solo l’alcol, le curiose abitudini e qualche frase memorabile; tutte cose del vero Churchill, che per fortuna aveva dell’altro. Se lo statista inglese avesse mobilitato per la guerra a Hitler solo i velisti di Portsmouth e la retorica, dopo quasi ottant’anni forse staremmo ancora a marciare col passo dell’oca.
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