giampituo
|
lunedì 12 dicembre 2016
|
davvero non c'è più religione
|
|
|
|
Non c’è più religione.
Ma davvero non c’è più religione caro Miniero. E soprattutto a voi Bisio Gassmann e Finocchiaro. Come avete avuto il coraggio di mettere in piedi uno spettacolo talmente indecente solo per fare un po’ di quattrini?
A stento sono riuscito a rimanere seduto in sala ma solo per non essere sgarbato con i miei amici che mi avevano invitato a passare due ore al cinema.
Capisco che non era possibile bissare il successo di Benvenuti ecc.ecc. ma pensare di prendere in giro il pubblico come avete fatto voi non è possibile. Oltre che offendere il pubblico, oltretutto, questa operazione porta nocumento a voi che avete fatto bene nel passato nel campo della “commedia all’italiana”.
[+]
Non c’è più religione.
Ma davvero non c’è più religione caro Miniero. E soprattutto a voi Bisio Gassmann e Finocchiaro. Come avete avuto il coraggio di mettere in piedi uno spettacolo talmente indecente solo per fare un po’ di quattrini?
A stento sono riuscito a rimanere seduto in sala ma solo per non essere sgarbato con i miei amici che mi avevano invitato a passare due ore al cinema.
Capisco che non era possibile bissare il successo di Benvenuti ecc.ecc. ma pensare di prendere in giro il pubblico come avete fatto voi non è possibile. Oltre che offendere il pubblico, oltretutto, questa operazione porta nocumento a voi che avete fatto bene nel passato nel campo della “commedia all’italiana”.
Pensare di affrontare, pur nell’ambito della leggerezza di una commedia, un argomento cosi terribilmente serio come quello dello scontro tra popoli, culture, religioni e quello della caduta delle nascite con quattro semplificazioni, tratte dal peggio dei discorsi da bar fa rabbrividire.
E la storia del film, poi, dov’è? Non ce n’è. Le uniche cose belle sono le immagini della natura dell’isola tanto cara a Dalla e la sua canzone. Altro non c’è.
Ma la cosa che mi più fa maleè che quanto appare dal film è sicuramente noto al regista, agli sceneggiatori e attori i quali però non meritano di essere perdonati perché hanno soltanto voluto fare una operazione commerciale, per giunta modesta. Nel senso più triste della parola.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giampituo »
[ - ] lascia un commento a giampituo »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
sabato 10 dicembre 2016
|
miniero esaurisce il filone, film davvero modesto
|
|
|
|
A Luca Miniero bisogna dare atto di aver dato una ventata di freschezza al cinema italiano con benvenuti al Sud e, tutto sommato, con lo scontato seguito a Milano. Ma il regista napoletano non può pensare che un buon filone non si esaurisca mai. E in realtà sarebbe necessario che questo nuovo film rappresenti l’epilogo di una parabola nettamente discendente. Bisio, Gassman e la Finocchiaro tutto sommato fanno bene il loro lavoro, ma manca proprio il film, una storia credibile per quanto inverosimile.
[+]
A Luca Miniero bisogna dare atto di aver dato una ventata di freschezza al cinema italiano con benvenuti al Sud e, tutto sommato, con lo scontato seguito a Milano. Ma il regista napoletano non può pensare che un buon filone non si esaurisca mai. E in realtà sarebbe necessario che questo nuovo film rappresenti l’epilogo di una parabola nettamente discendente. Bisio, Gassman e la Finocchiaro tutto sommato fanno bene il loro lavoro, ma manca proprio il film, una storia credibile per quanto inverosimile. L’idea era buona, anzi ottima, ipotizzare l’integrazione in uno dei tanti borghi del nostro Paese, quelli in cui sono rimasti a vivere solo i vecchi, l’Italia senza natalità, la storia che si consuma; e che avrebbe bisogna dell’energia positiva degli immigrati. Ma tutto questo in quel di Portobuio, il Paese nel quale viene ambientata la storia, viene raccontato in modo sciatto, approssimativo. E anche le gag perdono di mordente quando la storia si perde intorno alla sua inconsistenza di fondo. Ma Miniero ha l’intelligenza per fare un mea culpa e ripartire con nuovi progetti; gli dobbiamo grandi risate qualche Natale di anni fa, avrà anche copiato dai francesi, ma lo fece benissimo. Non consiglio la visione di questo film, certamente non al cinema, ma era chiaro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
lunedì 19 dicembre 2016
|
e' natale, ragazzi, siate buoni...
|
|
|
|
...con Miniero. Capite il dramma di Luca. Voleva "cantarle" a paesani e forestieri ma i tempi sono tristi. A far troppo gli spiritosi si rischia di non arrivare alla pensione o, quanto meno, di uscire dal circuito giusto. Se proprio ci tieni, scegli la via della leggerezza sorridente e bonaria. Come ha fatto Chauveron in Non sposate le mie figlie ( in v.o. Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu?, guarda caso). Nel film francese, però, altro tocco, altra classe. Altro...fegato, solo un esempio: la vicenda si svolge in un noto centro ben individuato, Chinon. Qui da noi, invece, si scende a Porto...buio: un nowhere che dà ad intendere essere un everywhere nel nostro Paese.
[+]
...con Miniero. Capite il dramma di Luca. Voleva "cantarle" a paesani e forestieri ma i tempi sono tristi. A far troppo gli spiritosi si rischia di non arrivare alla pensione o, quanto meno, di uscire dal circuito giusto. Se proprio ci tieni, scegli la via della leggerezza sorridente e bonaria. Come ha fatto Chauveron in Non sposate le mie figlie ( in v.o. Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu?, guarda caso). Nel film francese, però, altro tocco, altra classe. Altro...fegato, solo un esempio: la vicenda si svolge in un noto centro ben individuato, Chinon. Qui da noi, invece, si scende a Porto...buio: un nowhere che dà ad intendere essere un everywhere nel nostro Paese. E così assistiamo ad una complicanza in una comune convivenza come capita ad una coppia o in un condominio. Non si ha l'impressione di vedere uno scontro di civiltà, un confronto di antagonismi nella visione del mondo. Probabilmente, dando un'occhiata al DNA dei due gruppi di ...Portobuiesi, si scoprirebbe che sono affini, se non addirittura apparentati.
Nonostante l'understatement, Miniero ha difficolta a piegare a scopo ricreativo alcuni risvolti di un fenomeno gigantesco dove, a parte la genetica, le contaminazioni tra le tante culture e subcolture avranno esiti che nessuno è in grado di prevedere. Oggi, come fa sperare il film, possiamo aspettarci che contrasti e attriti tra diversi costumi e credenze si mitighino. Grazie alle donne, al solito.
Il trio Bisio/Gassman/Finocchiaro s'impegna con tutto il suo mestiere a far sì che lo spettatore ogni tanto dimentichi di trovarsi dinanzi a una...come diceva Fantozzi?
Verso la fine, Miniero si arrende. Con qualche trovata dozzinale scantona e divaga tra gravidanze e rimembranze tralasciando, onestamente, gli ottimismi spensierati di maniera.
E l'Infante, tenero, che ti ammicca con quegli occhietti a fessura...? Minaccia o promessa? Niente di tutto ciò. Semplicemente monito e morale:" Non fate i razzisti, fate l'amore!"
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
liuk!
|
domenica 2 aprile 2017
|
scadente
|
|
|
|
Ammaliato da un cast potenzialmente esplosivo ho voluto non dar credito alle innumerevoli recensioni negative e provare a dare una chance al lavoro di Miniero. Ho fatto male.
Effettivamente la trama è banale, assurda, poco coerente, Va bene la farsa ma qui si esagera.
Il cast è sprecato in battute leggere, non incisive. Qualche volta si ride ma troppo poco per una commedia che vorrebbe avere una forte connotazione comica.
Bella la location delle Tremiti (in cui non splende il sole e fa caldo a Natale, ndr) ma troppo poco per sorreggere una pellicola insufficiente. Non consigliato.
|
|
[+] lascia un commento a liuk! »
[ - ] lascia un commento a liuk! »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
domenica 11 dicembre 2016
|
presepe multietnico nell’italia 2.0
|
|
|
|
Scenario e fotografia sono suggestivi, il grande universo del mediterraneo che bagna l’isola di Portobuio, fittizio comune sede del nuovo film pre-natalizio di Luca Miniero, Non c’è più religione, ma la tematica purtroppo non risulta pienamente sviluppata con interpreti che strappano il sorriso malgrado gli intenti fossero promettenti.
Dopo il grande successo di Benvenuti al Sud e il discusso sequel, Benvenuti al Nord; dopo aver fatto ridere in Un boss in salotto, il regista napoletano percorre i binari della commedia, ironizzando e mitigando soffusamente i toni dell’incontro tra due religioni: cristiana e musulmana.
[+]
Scenario e fotografia sono suggestivi, il grande universo del mediterraneo che bagna l’isola di Portobuio, fittizio comune sede del nuovo film pre-natalizio di Luca Miniero, Non c’è più religione, ma la tematica purtroppo non risulta pienamente sviluppata con interpreti che strappano il sorriso malgrado gli intenti fossero promettenti.
Dopo il grande successo di Benvenuti al Sud e il discusso sequel, Benvenuti al Nord; dopo aver fatto ridere in Un boss in salotto, il regista napoletano percorre i binari della commedia, ironizzando e mitigando soffusamente i toni dell’incontro tra due religioni: cristiana e musulmana.
Il pretesto, se così si può dire, è il presepe vivente: nella piccola comunità infatti, a causa della “carenza” di bambini (per la storica crisi della natalità come indicato nei titoli di testa) che possano interpretare Gesù bambino (quello di ogni anno, Lupo, è diventato un adolescente goffo e sovrappeso), il sindaco laico, Cecco, (il solito bravo e fuori dagli schemi Claudio Bisio), tornato dopo una concente delusione politica al nord, propone di chiedere “in prestito” il bimbo alla comunità di tunisini che vivono sull’isola.
Loro degno rappresentante è Bilal, alias Marietto (Alessandro Gassman), un italiano convertito all’Islam ex amico di Cecco con tanto di barba finta (e luoghi comuni), assai molto legato “al culto terreno” che non si fa specie di chiedere favori di non poco conto affinchè questo presepe “si possa fare”.
Gli imprevisti sono dietro l’angolo: la comunità chiusa che ben non nasconde punte di integralismo nella scelta di un bambino arabo nella culla, soprattutto quando la mamma si candida a interpretare la Madonna, ostacola il progetto del sindaco come anche la suora, Suor Marta (Angela Finocchiaro), proprietaria di un ristorante sulla spiaggia e strenua sostenitrice della carità cristiana dal passato burrascoso con il sindaco (che la tradì) lasciandola sull’isola per una vita fuori dagli schemi su al nord.
Fino ad oggi. Fino all’allestimento del presepe.
In un contesto paradossale, che via via che la pellicola procede, si fa sempre più rapido, scattante e comico, Miniero basa la sua commedia sulla giustapposizione tra culture diverse, costruendo in parallelo il rapporto tra le tre figure centrali, il prete, la suora e l’italiano convertito all’Islam, concentrandosi in particolare sul loro legame d’amicizia minato dalla partenza per “il nord” di Cecco e dalla relazione con Marta che si farà sempre più stringente con l’ineluttabilità (comica) degli eventi che seguiranno.
La sceneggiatura, leggera, perdona certi luoghi comuni come la gag dello zaino-bomba o la scena da teatro dell’assurdi della doppia preghiera in chiesa per musulmani e cattolici, scivolando presto dalla questione della natalità e appunto dell’integrazione tra religioni diverse al tema della nostalgia di un tempo andato che si inserisce tra una questione sociale di paternità e maternità nascosta e una di tolleranza.
Troppa la carne al fuoco gettata alla brace dal vorace Miniero che sviscera pregi e difetti del popolo italiano, senza la dovuta analisi ma lasciando al pubblico la possibilità di poter dettare i tempi di accordi e disaccordi, momenti di discussione, incomprensioni, che seguono un’improbabile convivenza tra i protagonisti.
Mai volgare e appunto ironico con velati riferimenti alla “modernità’ della Chiesa come riferito da uno stranito vescovo interpretatato dal bravo Roberto Herlizska stupito dinanzi al presepe-multietnico, Non c’è più religione ricerca con insistenza l’effetto comico con la fortuna di trovare bravi attori e l’efficacia di una piega sentimentale che chiude col fiocco un film che bascula tra supericialità e becera risata.
Non c’è più religione vorrrebbe essere la commedia italiana di una volta, quella di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Totò, quella al vetriolo che sapeva far ridere con l’ ironia pungente e feroce, ma rimane un semplice esercizio di stile confinato al fuoco fatuo dell’illusione di un tempo che fu.
Vogliamo trovare degli aspetti positivi oltre alla bella fotografia e alla leggerezza e freschezza? Il cameo del vescovo col bravo Roberto Herlitzka e l’omaggio a Lucio Dalla con il 4-3-1943 che celebra una nuova nascita.
E è subito nostalgia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
scavadentro65
|
sabato 18 febbraio 2017
|
non c'è...semplicemente non c'è...
|
|
|
|
Il tema della religione è da sempre insidioso e difficile in generale. Portare sullo schermo un prodotto condivisible diviene perciò arduo e complicato, soprattutto se si vuole indossare l'abito della commedia, in bilico tra la necessità di strappare una risata e contestualmente indurre riflessioni. Gli attori sono quindi un po' prigionieri del ruolo, costretti a forzature che evidenziano i limiti della sceneggiatura. Nulla da dire su Gassmann, ma gli altri sono veramente macchiette (Bisio Sindaco, Finocchiaro suora......) che si agitano in un narrato onestamente sciocco (l'arrivo del Vescovo, l'evolversi del presepe multi religioso, la figlia che torna gravida .
[+]
Il tema della religione è da sempre insidioso e difficile in generale. Portare sullo schermo un prodotto condivisible diviene perciò arduo e complicato, soprattutto se si vuole indossare l'abito della commedia, in bilico tra la necessità di strappare una risata e contestualmente indurre riflessioni. Gli attori sono quindi un po' prigionieri del ruolo, costretti a forzature che evidenziano i limiti della sceneggiatura. Nulla da dire su Gassmann, ma gli altri sono veramente macchiette (Bisio Sindaco, Finocchiaro suora......) che si agitano in un narrato onestamente sciocco (l'arrivo del Vescovo, l'evolversi del presepe multi religioso, la figlia che torna gravida .....). si salva il solito divertente Cacioppo, ma non basta. La bella di turno, Akkari, funzionale al lieto fine ma espressiva e credibile come la prima Bellucci.......... Insomma le aspettative erano molte ma rispettate solo sulla location, la fotografia e ben poche battute efficaci. Speriamo che Miniero ritrovi la verve e il talento ampamente dimostrati nelle prove precedenti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a scavadentro65 »
[ - ] lascia un commento a scavadentro65 »
|
|
d'accordo? |
|
scavadentro65
|
martedì 21 febbraio 2017
|
non c'è più.....
|
|
|
|
Probabilmente le aspettative personali e quelle generali, date le premesse, erano troppo elevate. Si sa infatti che ilo tema della religione è scivoloso e di difficile svolgimento, pur con un cast di buon livello (tranne la Akkari che è veramente modesta....). La trama si rincorre dietro alla realizzazione del presepe, sempre meno cristiano e sempre più multi religioso, giungendo a paradossi che pur inoffensivi sfiorano il grottesco. Limite superato quando la figlia del Sindaco incinta diviene una madonna di sapore indiano a scapito della madonna musulmana che aveva sclazato quella cattolica.... Mal pensato anche il ruolo di Gassmann che per un bacio (????) mancato a 15 anni serba rancore al Bisio politico buono e onesto (?????) che gli aveva soffiato la fidanzata dell'epoca ora suora (?????) nonchè ristoratrice e siccome si è sentito rifiutato dagli italiani si è convertito all'islam ove sono tutti colorati, allegri e prolifici.
[+]
Probabilmente le aspettative personali e quelle generali, date le premesse, erano troppo elevate. Si sa infatti che ilo tema della religione è scivoloso e di difficile svolgimento, pur con un cast di buon livello (tranne la Akkari che è veramente modesta....). La trama si rincorre dietro alla realizzazione del presepe, sempre meno cristiano e sempre più multi religioso, giungendo a paradossi che pur inoffensivi sfiorano il grottesco. Limite superato quando la figlia del Sindaco incinta diviene una madonna di sapore indiano a scapito della madonna musulmana che aveva sclazato quella cattolica.... Mal pensato anche il ruolo di Gassmann che per un bacio (????) mancato a 15 anni serba rancore al Bisio politico buono e onesto (?????) che gli aveva soffiato la fidanzata dell'epoca ora suora (?????) nonchè ristoratrice e siccome si è sentito rifiutato dagli italiani si è convertito all'islam ove sono tutti colorati, allegri e prolifici.... Un teatrino assai scarso, nel quale si salvano Cacioppo ed altri personaggi secondari. Ottimi solo la fotografia e il panorama isolano che parla da sè...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a scavadentro65 »
[ - ] lascia un commento a scavadentro65 »
|
|
d'accordo? |
|
seiken77
|
martedì 9 maggio 2017
|
un film di ispirazione/progetto massonica assurda
|
|
|
|
Un film che cavalca i desideri dei poteri centrali e forti che si sono fatti largo in Italia e nella maggior parte dell'Europa e che per questo ottiene sicuramente una piattaforma di lancio particolarmente favorita dalle istituzioni, sempre più spesso influenzate dalle ideologie massoniche che forzano il pensiero verso una realtà totalmente illusoria.
Un film dove l'immigrazione araba risulta essere di individui simili agli italiani, dove le differenze religiose vengono presentati del tutto insignificanti perchè alla base siamo tutti esseri umani. La comunitá araba viene presentata come sorridente, capace di imporre le proprie regole a un popolo italiano sempre più succube dei loro voleri e incapace di reagire per difendere realmente la propria sovranitá.
[+]
Un film che cavalca i desideri dei poteri centrali e forti che si sono fatti largo in Italia e nella maggior parte dell'Europa e che per questo ottiene sicuramente una piattaforma di lancio particolarmente favorita dalle istituzioni, sempre più spesso influenzate dalle ideologie massoniche che forzano il pensiero verso una realtà totalmente illusoria.
Un film dove l'immigrazione araba risulta essere di individui simili agli italiani, dove le differenze religiose vengono presentati del tutto insignificanti perchè alla base siamo tutti esseri umani. La comunitá araba viene presentata come sorridente, capace di imporre le proprie regole a un popolo italiano sempre più succube dei loro voleri e incapace di reagire per difendere realmente la propria sovranitá. Una fortissima critica al popolo italiano e ai suoi rappresentanti politici sempre più incapaci di assumere una posizione chiara e determinata, sempre più condizionati dalle ideologie massoniche che mirano a una comunitá dove la tolleranza assume il gusto del sacrificio e dove la debolezza è il risultato di un popolo schiacciato nei propri ideali dalle autoritá.
Un film che illustra da una parte una realtá vera, l'annullamento del popolo italiano, ma dall'altra parteggia in modo decisamente poco critico verso una comunitá araba ben lontana dalla realtá, che viene espressa con un grado di civiltá che non è reale, che non vediamo per le nostre strade, nè ai nostri parchi per bambini, nè nelle pagine di cronaca.
Un film che mira a forzare una convivenza assurda, di due civiltá diverse perchè diverse sono le entitá che le compongono, e che in realtá si fanno solo del male a vicenda, e se lo faranno ancora per molti decenni se non secoli.
A mio avviso un film che tratta con troppa sufficienza il tema e che non fa altro che cavalcare gli ideali dei potenti schiavisti dei popoli, schiacciando coloro i quali alla fine... sono quelli che pagano il biglietto nelle sale per vederlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a seiken77 »
[ - ] lascia un commento a seiken77 »
|
|
d'accordo? |
|
|