Titolo originale | Xi you ji zhi da sheng gui lai |
Anno | 2015 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Cina |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Xiao Peng Tian |
Attori | Feodor Chin, Nika Futterman, James Hong, David S. Jung, Kannon Kurowski Zijie Lin, Jackie Chan. |
Uscita | giovedì 6 settembre 2018 |
Distribuzione | Draka |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 5 settembre 2018
Un bambino aiuta il Re Scimmia a uscire dalla sua prigione. Insieme affronteranno la malvagità di un gruppo di mostri. In Italia al Box Office Monkey King: The Hero Is Back ha incassato 8,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Nell'antichità il Re Scimmia sfidò gli dei e per questo venne imprigionato sotto la Montagna. 500 anni dopo, un orfanello in fuga da un villaggio devastato da mostri libera per caso Sun Wukong e crede si tratti del Re Scimmia, suo mito d'infanzia.
Uscito nel 2015 in Cina incassando cifre da record, Monkey King: The Hero is Back rivisita per l'ennesima volta il mito del Re Scimmia, protagonista dell'opera Viaggio in Occidente.
In una continua coazione a ripetere, il cinema cinese odierno sembra non poter fare a meno di rivisitare la propria mitologia, quelle tradizioni che per lunghi decenni sono state considerate tabù, escapismo da società capitaliste.
In tre anni sono usciti qualcosa come sei titoli differenti con lo Scimmiotto Sun Wukong come protagonista assoluto: da Tsui Hark a Soi Cheang, ogni grande autore della Hong Kong post-handover si è cimentato con il più famoso eroe dell'epos cinese. Semplificando al massimo, "Viaggio in Occidente" è per la letteratura cinese l'equivalente de l'Iliade e l'Odissea. Una parabola filosofica del XVI secolo celata in una grande raccolta di storie fantastiche, carica di viaggi allegorici e creature magiche, che solo la CGI odierna può permetterci di visualizzare su grande schermo.
Nel caso di Monkey King: The Hero is Back, animazione digitale rivolta ai più piccoli, il racconto verte attorno a un orfanello, destinato a impietosire il Re Scimmia e a scatenare il suo processo di redenzione. Se ogni trasposizione della storia corrisponde a una deformazione del mito originario, in questo caso l'adattamento è caratterizzato dalla sua soggettiva: lo sguardo di Lu-yer, il piccolo protagonista. Lu-yer è innanzitutto un fan dello Scimmiotto, crede nei suoi poteri e nella sua bontà. È questa fede a permettere che il mito divenga realtà e che Sun Wukong comprenda il processo di espiazione che lo attende.
Il target di Monkey King sarebbe quello dei più piccoli, benché la complessità della trama e la natura terrificante di alcune scene destino qualche dubbio in questo senso. Le scelte della sceneggiatura sono figlie del crowdsourcing e quindi di idee che provengono dal basso, discusse sul web.
Di fatto il film è intriso di elementi che funzionano presso il pubblico cinese - il mito della reincarnazione, gli scontri con i demoni che riprendono lo stile delle trasposizioni precedenti della storia - ma che lasciano qualche dubbio sul loro appeal in Occidente. Ma è soprattutto il ricorso a uno humour puerile e scurrile e a un tratto grafico impersonale a impedire che scatti il necessario transfert verso i personaggi del film. Per avvicinarsi senza impegno al mito dello Scimmiotto può andare, purché si scelga di procedere oltre nel proprio viaggio iniziatico.