Anno | 2014 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 35 minuti |
Regia di | Giuseppe Alessio Nuzzo |
Attori | Giancarlo Giannini, Carmine Coppola (II), Enzo Avitabile, Maurizio Patriciello, Bruno Leone Aniello Montano, Tommaso Esposito, Rosa Anatriello. |
MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 maggio 2015
Da Giuseppe Alessio Nuzzo una testimonianza in forma di documentario sui valori culturali della città di Acerra.
CONSIGLIATO SÌ
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Il territorio di Acerra, finito sotto i riflettori dei mezzi di comunicazione per le vicende legate allo smaltimento illegale dei rifiuti tossici, ha un passato e un presente di alto valore culturale e non solo.
Qui si intende fornirne una testimonianza.
I documentari più riusciti sono quelli in cui si avverte nell'autore la confluenza di una ricerca approfondita unita a una passione non dissimulata per il soggetto trattato. Nuzzo si avvale di entrambe e, grazie anche all'inconfondibile voce del narratore Giancarlo Giannini, riesce a mettere lo spettatore nella condizione di 'voler conoscere', che è da considerarsi la condizione ottimale.
Al centro della narrazione sta il fondamentale personaggio di Pulcinella che è nato ad Acerra e lì ha un museo che ne raccoglie le vestigia e ne mantiene viva la presenza nella cultura campana e nazionale. Nuzzo però non si limita alle preziose testimonianze di chi del museo si occupa o di Carmine Coppola, ultimo interprete in ordine di tempo della famosa maschera. Propone la storia e le tradizioni del territorio di Acerra senza cadere mai nel didatticismo e non nascondendo la testa sotto la sabbia dinanzi al tema 'terra dei fuochi'. Lo affronta anzi frontalmente dando la parola ad esperti che dimostrano come, al di là della dolorosa realtà del problema ma anche dello scandalismo facile, ad oggi i prodotti del territorio siano tra i più controllati del mondo e quindi consumabili senza più problemi.
La presenza di Enzo Avitabile, con la sua amara ma vitale testimonianza e con la sua inconfondibile musica, contribuisce a rendere ancor più interessante un film che ci ricorda come Raffaele Viviani nella poesia a cui si richiama il titolo, affermasse: "So' stufo d'e città, Roma, Milano: quanno voglio fa' 'a vita, vaco 'Acerra." Una decisione che, dopo la visione, non sembra più poi così stravagante.