cinemalove
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lunedì 23 marzo 2015
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tutti vs tutti
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Una notte di caos totale, ben introdotta all'inizio e soprattutto ben realizzata nello svolgimento. Diverso
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emili83
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sabato 14 marzo 2015
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niente male, davvero niente male
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Decisamente un film avvincente e che tiene incollati allo schermo...sceneggiatura geniale
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cinemalove
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mercoledì 11 marzo 2015
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valido
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Ritmo elevato e film non scontato. Come si dice nel 2015 "una bomba"
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matteo manganelli
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martedì 16 settembre 2014
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demonaco si ripete e si perfeziona
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DeMonaco, a distanza di un anno da "La notte del giudizio", torna a parlare della sua America in cui tutto diventa legale per una notte all'anno.
E se nel primo film, un po' per scelta un po' per ragioni di budget, tutta la storia si svolgeva all'interno di una casa sotto assedio, questo secondo capitolo da più largo respiro alla trama, che si sviluppa attraverso vari personaggi che cercano un luogo sicuro dove rifugiarsi e per passare la notte.
La trama è semplice: negli Stati Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una volta all'anno per 12 ore, omicidio compreso.
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DeMonaco, a distanza di un anno da "La notte del giudizio", torna a parlare della sua America in cui tutto diventa legale per una notte all'anno.
E se nel primo film, un po' per scelta un po' per ragioni di budget, tutta la storia si svolgeva all'interno di una casa sotto assedio, questo secondo capitolo da più largo respiro alla trama, che si sviluppa attraverso vari personaggi che cercano un luogo sicuro dove rifugiarsi e per passare la notte.
La trama è semplice: negli Stati Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una volta all'anno per 12 ore, omicidio compreso. Un gruppo di persone, formato da un uomo che cerca vendetta per la morte di suo figlio, una madre con sua figlia e una coppia di ragazzi devono trovare il modo di sopravvivere.
Se nel primo capitolo, DeMonaco filtrava attraverso l'action movie una palese critica verso il suo paese, ma nello specifico contro l'ipocrisia della classe politica e della medio/alta borghesia, qui non risparmia nessuno, facendo di ogni americano un possibile pericolo per i protagonisti.
Anarchia non è un film perfetto; soffre di 2000 difetti tecnici e di scrittura, ma ancora una volta riesce ad essere una di quelle pellicole che funziona su due piani. In primis sul piano del puro intrattenimento tipico dell'action movie di serie B, e in un secondo momento su quello allegorico, che porta lo spettatore a riflettere inconsciamente.
Da vedere.
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jerrydc
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domenica 31 agosto 2014
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top!
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Un'analisi sociologica che esprime perfettamente il senso della cultura americana, il loro bisogno di correre perennemente alle armi alla prima difficoltà.
La trama del film è davvero ben costruita e i colpi di scena mi han davvero fatto paura in certi casi.
i personaggi sono davvero ben costruiti e ti trascinano all'interno del film con le loro emozioni, facendoti amare l'eroe dannato e la ragazza forte e sicura di sè che combatte per la sua vita.
Il tema centrale della vendetta è accattivante e ti spinge a voler vedere assolutamente un seguito di questo film, in cui i ricconi vengono distrutti!
L'ambientazione è spettacolare, le grandi città sono sempre l'ambiente perfetto per questo genere di pellicole.
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Un'analisi sociologica che esprime perfettamente il senso della cultura americana, il loro bisogno di correre perennemente alle armi alla prima difficoltà.
La trama del film è davvero ben costruita e i colpi di scena mi han davvero fatto paura in certi casi.
i personaggi sono davvero ben costruiti e ti trascinano all'interno del film con le loro emozioni, facendoti amare l'eroe dannato e la ragazza forte e sicura di sè che combatte per la sua vita.
Il tema centrale della vendetta è accattivante e ti spinge a voler vedere assolutamente un seguito di questo film, in cui i ricconi vengono distrutti!
L'ambientazione è spettacolare, le grandi città sono sempre l'ambiente perfetto per questo genere di pellicole.
Soprattutto il fatto che l'eroe alla fine di tutto riesca a salvarsi, non solo fisicamente, l'ho trovato motlo in linea con il senso generale del film.
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sev7en
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mercoledì 27 agosto 2014
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precotto e preconfezionato?
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Ad un anno dal primo discusso capitolo di quella che sarà probabilmente una saga se non un'epopea, DeMonaco torna in sala giocando alla volpe e l'uva ma pur riuscendo a raggiungere l'ambito frutto toppa inesorabilmente stagione.
Il primo de Purge di certo ha introdotto tematiche nuove ed originali, alla stregua di Hunger Games, ma tant'è e di peso erano i buchi narrativi e di regia che si attendeva il sequel per consacrare nell'olimpo hollywoodiano il regista americano, senza scomodare fattori come hype e aspettativa, cresciuti in modo direttamente proporzionale al debutto in sala.
DeMonaco, fiutato il vento, ha quindi pensato di adattare regia, sceneggiatura e trama non a quelle regole non scritte che tuttavia governano il mondo (ci sono ricchi e poveri, chi comanda e chi subisce, chi ha libero arbitrio e facoltà di scrivere vangeli super partes) per condannarne stereotipi e limitazioni ma per placare i cori Levati dal web.
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Ad un anno dal primo discusso capitolo di quella che sarà probabilmente una saga se non un'epopea, DeMonaco torna in sala giocando alla volpe e l'uva ma pur riuscendo a raggiungere l'ambito frutto toppa inesorabilmente stagione.
Il primo de Purge di certo ha introdotto tematiche nuove ed originali, alla stregua di Hunger Games, ma tant'è e di peso erano i buchi narrativi e di regia che si attendeva il sequel per consacrare nell'olimpo hollywoodiano il regista americano, senza scomodare fattori come hype e aspettativa, cresciuti in modo direttamente proporzionale al debutto in sala.
DeMonaco, fiutato il vento, ha quindi pensato di adattare regia, sceneggiatura e trama non a quelle regole non scritte che tuttavia governano il mondo (ci sono ricchi e poveri, chi comanda e chi subisce, chi ha libero arbitrio e facoltà di scrivere vangeli super partes) per condannarne stereotipi e limitazioni ma per placare i cori Levati dal web.
Ci troviamo quindi un lungometraggio che sposta la camera dagli spazi chiusi e claustrofobici delle quattro mura domestiche, agli open-space modello GTA (il videogioco) che ammiccano tanto ad Arancia Meccanica quanto al Giustiziere della notte con un finale che riporta alla memoria il truce gioco al massacro di The Running Man.
L'intento del regista e chiaro: partire da un problema noto, sovrappopolazione ed equilibrio sociale, per mostrare come ego ed arroganza di chi voglia ergersi a Dio sulla terra, i ricchi, padri fondatori sotto il mantello protettivo della legge, abbiano il potere di definire l'ordine delle cose in netta antitesi a quella selezione, naturale, che regola l’ecosistema nei restanti 364 giorni dell’anno.
Di naturale però c'è ben poco se la notte dello sfogo è marcata rosso sangue sul calendario, come la valvola di sfogo a pressioni e tensioni accumulate per un intero anno, tenute sopite, rancorose, dentro cuore ed anima, e sprigionate senza freni in una vera e propria mattanza. La domanda di fondo dovrebbe essere ben altra, come il fine del film: può, quel vuoto pneumatico che si fa gioco delle nostre vite essere colmato in questo modo?
Le fondamenta quindi non ci sono e declinando il film per aspetti diversi come recitazione, pathos o giudizio complessivo, si torna ai luoghi comuni dell'occasione mancata perché vada il budget contenuto, gli attori sconosciuti, eccezion fatta per l'eroe di turno, una fotografia buona seppur spoglia di tratti distintivi, ma perché buttarla lì alla stregua di un survival-thriller/horror?
A fine proiezione si resta perplessi su cosa sia passato a video, con più dubbi di quelli creati con il primo episodio, il che rimanda ad un terzo appuntamento citofonato già a metà film.
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deadpoetssociety
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sabato 23 agosto 2014
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james demonaco ci riprova, e fallisce di nuovo
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Se una notte all'anno tutti i crimini fossero permessi, il primo da commettere sarebbe freddare un regista che è stato completamente incapace di tessere un minimo di sostegno ad un inizio film che ancora galleggiava (seppur a fatica!).
L'incipit del film è lo stesso del precedente: in un futuro distopico, per mantenere i tassi negativi quali criminalità e disoccupazione bassi, il governo ha stabilito che una notte all'anno regolata da alcune costrizioni ogni sorta di crimine è permesso.
L'ambientazione, i personaggi e il genere del film sono totalmente stravolti dalla collocazione auspicata a darli dal primo film, che vorrebbe figurare nel filone Horror/domestici alla Funny Games oppure come The Strangers.
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Se una notte all'anno tutti i crimini fossero permessi, il primo da commettere sarebbe freddare un regista che è stato completamente incapace di tessere un minimo di sostegno ad un inizio film che ancora galleggiava (seppur a fatica!).
L'incipit del film è lo stesso del precedente: in un futuro distopico, per mantenere i tassi negativi quali criminalità e disoccupazione bassi, il governo ha stabilito che una notte all'anno regolata da alcune costrizioni ogni sorta di crimine è permesso.
L'ambientazione, i personaggi e il genere del film sono totalmente stravolti dalla collocazione auspicata a darli dal primo film, che vorrebbe figurare nel filone Horror/domestici alla Funny Games oppure come The Strangers. Vorrebbe, per l'appunto, perchè mettere insieme queste tre pellicole sarebbe come paragonare il Dracula di Coppola con quello di Fracchia contro Dracula.
Iniziamo con una scorcio delle bande in attesa del loro meritato sfogo annuale, varie inquadrature sulle maschere e sulle armi, minacce e sabotamenti. E con queste scene termina la presenza dell'horror in questo film. Dall'inizio della purga in poi si potrà assistere a un malriuscito cocktail di azione, survival e thriller di cui sinceramente non si sentiva la mancanza e non si capisce il senso. Un gruppo di persone trovatosi allo sbaraglio in strada deve sopravvivere fino alla fine della purga, racimolando i soliti stereotipi visti in decine e decine di film: capogruppo Leo Barnes, il consumato poliziotto in cerca di vendetta a cui è stato ucciso un figlio e che da allora vive solo con l'odio per l'assassino e per se stesso. Le due ragazze/sorelle del gruppo, che quando non battibeccano o urlano cercano di instaurare un rapporto con Leo e scoprire di più sul suo torbido passato e l'immancabile coppietta che è stata inseguita, dove il ragazzo fa il cinico e realista della situazione. Le solite scene di fuga, sorpresa del nemico e ulteriore fuga fino al "nemico finale" che poi in questo film neanche esiste, perchè non c'è. Un film che poteva essere ricordato per la sua notevole idea di base e originalità va a scadere nei contenuti, nella trama, nella sostanza e invece di spaziare in una sorta di denuncia alla giustizia e ai dogmi americani medi che avrebbero valorizzato il tutto scade, scade pesantemente.
Come il primo è solamente un pacchetto vuoto, forse incartato con della carta pregiata, ma pur sempre vuoto.
Un film visto, rivisto e corretto.
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il beppe nazionale
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martedì 19 agosto 2014
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un incipit discreto
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E' un peccato che il film di DeMonaco non si sia posto con qualche pretesa di più. Il concetto della purificazione era interessante, soprattutto nella piega sociale dei benestanti, tanto che avrebbe meritato una sceneggiatura più curata.
Invece le pretese sono poche, si espone qualche simbolo e si mette in risalto una blanda distopia.
Anarchia tenta di condensare la storia di cinque personaggi che, per ragioni diverse, si ritrovano in una (dis)avventura comune.
Abbiamo così il guerriero assetato di vendetta, una madre e una figlia, una coppia perseguitata, e il fantastico macellaio armato di M61. Il guerriero deve controvoglia proteggere madre e figlia dal macellaio, e la coppietta dalla gang che li perseguita.
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E' un peccato che il film di DeMonaco non si sia posto con qualche pretesa di più. Il concetto della purificazione era interessante, soprattutto nella piega sociale dei benestanti, tanto che avrebbe meritato una sceneggiatura più curata.
Invece le pretese sono poche, si espone qualche simbolo e si mette in risalto una blanda distopia.
Anarchia tenta di condensare la storia di cinque personaggi che, per ragioni diverse, si ritrovano in una (dis)avventura comune.
Abbiamo così il guerriero assetato di vendetta, una madre e una figlia, una coppia perseguitata, e il fantastico macellaio armato di M61. Il guerriero deve controvoglia proteggere madre e figlia dal macellaio, e la coppietta dalla gang che li perseguita. Nel corso delle interminabili ore della Purificazione questo improvvisato cavaliere della notte è costetto a mettere in luce il suo animo generoso, e a rivalutare i criteri della propria vendetta.
Non è un caso che la trama si possa riassumere in poche righe, poichè non c'è molto di più da dire. Nulla è scontato, ma neppure esaltante: tutto è lasciato gravitare in un'orbita di assoluta mediocrità. Gli attori, senza nomi importati, fanno bene il loro lavoro, ma avremmo sicuramente preferito vederli sul piccolo schermo. La suspance parte bene nelle scene domestiche, allo scatenarsi del caos, ma non si mantiene nello scontro a fuoco finale.
Va segnalato che numerose sono le tematiche toccate: la disegueglianza sociale, la de-umanizzazione in antitesi alla socialità, il controllo demografico (con soluzione quasi da Illuminati), il movimento di resistenza. Tutti temi evidenziati in maniera sfuggente, giusto per lasciare un'impressione, ma non uno sviluppo della riflessione.
E allora lo spettatore si rende conto che avrebbe preferito non doversi muovere fino al cinema, ma che avrebbe guardato volentieri Anarchia a casa, un Martedì sera. Dobbiamo anche dire che il grande schermo ci ha fornito due distopie di alto livello con Hunger Games e Snowpiercer, di conseguenza l'occhio ha avuto modo di farsi esigente in materia.
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valentino giorgi
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martedì 12 agosto 2014
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spietato ma verosimile
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Negli anni in cui nelle sale trionfano i pacchiani 300 e Transformers, vedere un blockbuster che sa intrattenere riuscendo anche a mandare un messaggio (e ad avere una sceneggiatura originale e solida) ti riempie il cuore di “ragionevole speranza”.
Dopo l’imprevisto successo di “The Purge”, James DeMonaco si rimette in gioco con “Anarchia”, un sequel basato sulla stessa idea di fondo del primo film ma declinata nel più dinamico e violento ambiente metropolitano. La domanda da porsi è: cosa accadrebbe se per una notte all’anno ogni reato compreso l’omicidio rimanesse impunito? Sarebbe una notte di caos, di Anarchia. Ma non proprio uguale per tutti perché c’è sempre chi può permettersi armi migliori o persone disarmate da macellare.
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Negli anni in cui nelle sale trionfano i pacchiani 300 e Transformers, vedere un blockbuster che sa intrattenere riuscendo anche a mandare un messaggio (e ad avere una sceneggiatura originale e solida) ti riempie il cuore di “ragionevole speranza”.
Dopo l’imprevisto successo di “The Purge”, James DeMonaco si rimette in gioco con “Anarchia”, un sequel basato sulla stessa idea di fondo del primo film ma declinata nel più dinamico e violento ambiente metropolitano. La domanda da porsi è: cosa accadrebbe se per una notte all’anno ogni reato compreso l’omicidio rimanesse impunito? Sarebbe una notte di caos, di Anarchia. Ma non proprio uguale per tutti perché c’è sempre chi può permettersi armi migliori o persone disarmate da macellare. Così infatti i ricchi, l’élite, con i loro sorrisi entusiasti e i volti coperti da ceroni, vivono la notte del giudizio come un rito propiziatorio, uno spettacolo da godere in onore ai misteriosi “Padri Fondatori” che hanno permesso anche il loro sfogo. La situazione si fa ancora più critica quando proprio l’Autorità Costituita, quella che dovrebbe rappresentare la legge nei “giorni normali”, scende in campo con arsenali all’avanguardia per aggiustare gli equilibri sociali, cioè sterminare i cittadini scomodi: i poveri.
In questo scenario confuso e crudele dove si consumano carneficine deliranti e spaventosi omicidi, 4 persone comuni contrarie allo sfogo guidate dall’antieroe in perfetto stile carpenteriano Leo Barnes si ritrovano insieme per caso, costrette ad affrontare una notte di indimenticabile terrore. I personaggi forse un po’ stereotipati ma credibili e funzionali alla trama cercheranno di sopravvivere in ogni modo.
Il film avvincente e ricco di colpi di scena (forse troppi) rimane crudele per tutto il tempo e alla fine riesce comunque a darti un briciolo di speranza per l’umanità. E poi se, dopo aver visto tutto, riterrete che la trama “non sta né in cielo né in terra” provate a immaginare cosa accadrebbe se vi fosse veramente un giorno di sfogo dove tutto è permesso, compreso l'omicidio… Ecco, messo in questo termini a me è sembrato estremamente verosimile. Spietato ma verosimile.
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inside
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domenica 10 agosto 2014
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nulla di speciale
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Film discrteto, migliorato rispetto all primo capitolo, ma con scene poco coerenti e fuoriluogo.
Poche novità, rispetta molto la trama dell primo film. Come spesso accade nei film di genere horror/triller il cast si concentra più sugli effetti speciali (esplosioni,sangue, guerra...) che sulla trama del film. Scontato che l'anno prossimo uscira un altro capitolo (forse l'ultimo) di questa ripetitiva saga.
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