valentino giorgi
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martedì 12 agosto 2014
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spietato ma verosimile
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Negli anni in cui nelle sale trionfano i pacchiani 300 e Transformers, vedere un blockbuster che sa intrattenere riuscendo anche a mandare un messaggio (e ad avere una sceneggiatura originale e solida) ti riempie il cuore di “ragionevole speranza”.
Dopo l’imprevisto successo di “The Purge”, James DeMonaco si rimette in gioco con “Anarchia”, un sequel basato sulla stessa idea di fondo del primo film ma declinata nel più dinamico e violento ambiente metropolitano. La domanda da porsi è: cosa accadrebbe se per una notte all’anno ogni reato compreso l’omicidio rimanesse impunito? Sarebbe una notte di caos, di Anarchia. Ma non proprio uguale per tutti perché c’è sempre chi può permettersi armi migliori o persone disarmate da macellare.
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Negli anni in cui nelle sale trionfano i pacchiani 300 e Transformers, vedere un blockbuster che sa intrattenere riuscendo anche a mandare un messaggio (e ad avere una sceneggiatura originale e solida) ti riempie il cuore di “ragionevole speranza”.
Dopo l’imprevisto successo di “The Purge”, James DeMonaco si rimette in gioco con “Anarchia”, un sequel basato sulla stessa idea di fondo del primo film ma declinata nel più dinamico e violento ambiente metropolitano. La domanda da porsi è: cosa accadrebbe se per una notte all’anno ogni reato compreso l’omicidio rimanesse impunito? Sarebbe una notte di caos, di Anarchia. Ma non proprio uguale per tutti perché c’è sempre chi può permettersi armi migliori o persone disarmate da macellare. Così infatti i ricchi, l’élite, con i loro sorrisi entusiasti e i volti coperti da ceroni, vivono la notte del giudizio come un rito propiziatorio, uno spettacolo da godere in onore ai misteriosi “Padri Fondatori” che hanno permesso anche il loro sfogo. La situazione si fa ancora più critica quando proprio l’Autorità Costituita, quella che dovrebbe rappresentare la legge nei “giorni normali”, scende in campo con arsenali all’avanguardia per aggiustare gli equilibri sociali, cioè sterminare i cittadini scomodi: i poveri.
In questo scenario confuso e crudele dove si consumano carneficine deliranti e spaventosi omicidi, 4 persone comuni contrarie allo sfogo guidate dall’antieroe in perfetto stile carpenteriano Leo Barnes si ritrovano insieme per caso, costrette ad affrontare una notte di indimenticabile terrore. I personaggi forse un po’ stereotipati ma credibili e funzionali alla trama cercheranno di sopravvivere in ogni modo.
Il film avvincente e ricco di colpi di scena (forse troppi) rimane crudele per tutto il tempo e alla fine riesce comunque a darti un briciolo di speranza per l’umanità. E poi se, dopo aver visto tutto, riterrete che la trama “non sta né in cielo né in terra” provate a immaginare cosa accadrebbe se vi fosse veramente un giorno di sfogo dove tutto è permesso, compreso l'omicidio… Ecco, messo in questo termini a me è sembrato estremamente verosimile. Spietato ma verosimile.
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veritasxxx
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lunedì 4 agosto 2014
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well done, james demonaco
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Squadra che vince non si cambia e, dopo il successo a sorpresa de "La notte del giudizio" dello scorso anno, riecco la nostra ipercivilizzata America del prossimo futuro alle prese con la notte dello sfogo, in cui ogni crimine è concesso per permettere alla popolazione di purificarsi una tantum dallo stress del difficile mestiere di cittadini modello. Cambiano i protagonisti ma il principio è lo stesso, anche se a differenza della prima parte, ambientata in un claustrofobico villone con tanto di saracinesche e impianto di sicurezza hi-tech, qui l'azione ha luogo per strada dove un gruppo di malcapitati guidati da un cazzutissimo sergente (Frank Grillo, e ogni riferimento al cognome è puramente casuale) cerca riparo dai colpi di abili cecchini, bande di spietati teppisti, camion del governo incaricati di ripulire i quartieri dai poveri e i diseredati e da ogni sorta di brutta gente.
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Squadra che vince non si cambia e, dopo il successo a sorpresa de "La notte del giudizio" dello scorso anno, riecco la nostra ipercivilizzata America del prossimo futuro alle prese con la notte dello sfogo, in cui ogni crimine è concesso per permettere alla popolazione di purificarsi una tantum dallo stress del difficile mestiere di cittadini modello. Cambiano i protagonisti ma il principio è lo stesso, anche se a differenza della prima parte, ambientata in un claustrofobico villone con tanto di saracinesche e impianto di sicurezza hi-tech, qui l'azione ha luogo per strada dove un gruppo di malcapitati guidati da un cazzutissimo sergente (Frank Grillo, e ogni riferimento al cognome è puramente casuale) cerca riparo dai colpi di abili cecchini, bande di spietati teppisti, camion del governo incaricati di ripulire i quartieri dai poveri e i diseredati e da ogni sorta di brutta gente. Allo scoccare delle sette di sera tutti sembrano diventare dei killer professionisti inclusi i nostri eroi, che attraversano indenni mezza città sopravvivendo a ogni tipo di attacco. E quando pensano di trovarsi al riparo dentro la casa di un'amica, le cose se possibile peggiorano visto che pure le casalinghe vogliono approfittare della temporanea impunità per farsi giustizia da sole. È un fim legato a doppio filo alle contraddizioni della società americana questo Anarchia, nella quale l'uso delle armi per proteggersi (o per fare fuori il vicino di casa antipatico quando si ha avuto una giornata storta) è un'istituzione che può risultare bizzarra a noi europei con una storia di millenni alle spalle, ma che nella patria dei padri fondatori è un vero e proprio problema sociale. Basti pensare alle regolari stragi nelle scuole da parte di qualche ragazzino preso di mira dai bulli del quartiere che va fuori di testa e si fa giustizia da solo come se fosse un suo diritto naturale. Un film che può risultare esagerato e lontano dal nostro universo, dove chi tiene una rivoltella nel cassetto del como' viene considerato un esaltato, ma che nel nuovo mondo è l'assoluta normalità. E immaginare che possano esistere dei ricchi che pagano delle bande di rastrellatori che vendono cavie umane per le loro battaglie di softair (ma con pallottole vere) e che si possa uccidere per divertimento, motivi religiosi o inalienabile diritto di cittadini di una nazione, dà da pensare e raggela più dell'aria condizionata sparata a 19 gradi della sala dove ho assistito a questo piccolo mostro di film. Che spaventa più di tanti horror fantascientifici, perchè potrebbe tranquillamente essere la realtà. Anzi, lo è, se avete la sfortuna di frequentare una scuola dell'ONU a Gaza. Fantastici gli effetti sonori che creano un'atmosfera da incubo e ci ricordano che lo sfogo è ancora in corso. Well done, James DeMonaco.
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angelo bottiroli - giornalista
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martedì 5 agosto 2014
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di gran lunga superiore al primo
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Generalmente il secondo episodio di una (presunta) trilogia è sempre il peggiore dei tre film, eccezion fatta per Il cavaliere oscuro e il ritorno del re. Insieme a questi due rischia di entrare di buon diritto anche questo “Anarchia – la notte del Giudizio”.
Non sappiamo se ci sarà un terzo episodio, ma di certo, il regista James De Monaco alza l’asticella e se il primo “La notte del Giudizio” è stato un bellissimo film molto originale e frizzante, questo è decisamente superiore.
E di gran lunga, perché qui a fronteggiarsi non sono più o non soltanto le persone comuni, ma entrano in gioco molte altre categorie di persone.
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Generalmente il secondo episodio di una (presunta) trilogia è sempre il peggiore dei tre film, eccezion fatta per Il cavaliere oscuro e il ritorno del re. Insieme a questi due rischia di entrare di buon diritto anche questo “Anarchia – la notte del Giudizio”.
Non sappiamo se ci sarà un terzo episodio, ma di certo, il regista James De Monaco alza l’asticella e se il primo “La notte del Giudizio” è stato un bellissimo film molto originale e frizzante, questo è decisamente superiore.
E di gran lunga, perché qui a fronteggiarsi non sono più o non soltanto le persone comuni, ma entrano in gioco molte altre categorie di persone.
Non entriamo nei dettagli per non sciupare la suspence a chi non l’ha visto, ma diciamo soltanto che ai racconti delle persone normali che cercano di sopravvive nell’unica notte all’anno dove in America è ammesso di tutto e nessun reato, per 8 ore sarà punibile, nemmeno l’omicidio, il regista tratta sapientemente alcuni temi che rappresentano l’evoluzione del primo episodio.
Grandi implicazioni in un’introspezioni dell’animo umano che sono qualcosa di assolutamente imprevedibile.
L’attore principale è 51enne Frank Grillo al suo secondo film da protagonista principale assoluto dopo Disconnet ed autore tantissime personaggi di secondo piano in numerosi film, che è sufficientemente credibile nella parte, attorniato da numerosi attori semi sconosciuti, peraltro tutti a loro agio. Il regista infatti per questo film, come per il primo, non punta sui protagonisti, ma sulla trama, originale ed accattivante, per un film tutto da vedere.
Uno dei migliori sugli schermi in questo periodo.
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mickey97
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mercoledì 6 agosto 2014
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migliore del film precedente, buono lo svolgimento
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Chi se lo sarebbe mai immaginato che La Notte del giudizio avrebbe riscosso così tanto successo? Ebbene sì, James DeMonaco sorpreso da ciò realizza un sequel di gran lunga più convincente del film precedente, ricreando quell'atmosfera opprimente che è solita crearsi nella notte in cui tutto è permesso, in tale occasione Frank vuole vendicare la morte di suo figlio, una ex - coppia rimane per strada ed è costretta a vagare per le strade deserte mentre una madre ed una figlia vengono strappate dalla morte proprio da Frank. Quest'ultimo rappresentava l'unica ancora di salvezza, a cui aggrapparsi disperatamente per sopravvivere a quella terribile notte, la triste realtà dello sfogo che si sintetizza anche nel togliere di mezzo le mele marce delle società viene riprodotta per le strade con il supporto di quell'atmosfera da incubo mentre la tensione accresce sempre di più nello spettatore.
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Chi se lo sarebbe mai immaginato che La Notte del giudizio avrebbe riscosso così tanto successo? Ebbene sì, James DeMonaco sorpreso da ciò realizza un sequel di gran lunga più convincente del film precedente, ricreando quell'atmosfera opprimente che è solita crearsi nella notte in cui tutto è permesso, in tale occasione Frank vuole vendicare la morte di suo figlio, una ex - coppia rimane per strada ed è costretta a vagare per le strade deserte mentre una madre ed una figlia vengono strappate dalla morte proprio da Frank. Quest'ultimo rappresentava l'unica ancora di salvezza, a cui aggrapparsi disperatamente per sopravvivere a quella terribile notte, la triste realtà dello sfogo che si sintetizza anche nel togliere di mezzo le mele marce delle società viene riprodotta per le strade con il supporto di quell'atmosfera da incubo mentre la tensione accresce sempre di più nello spettatore. James DeMonaco questa volta scrive una sceneggiatura migliore, più sobria e razionale dello scorso film, buono lo svolgimento della vicenda, finalmente l'idea di fondo è stata sviluppata a dovere anche se il concetto di purificazione non lo condivido, non ci si purifica con l'omicidio bensì ci si macchia di un gravissimo peccato, questo è solo uno sfogo per chi è desideroso di vendetta o per chi vuole solo uccidere e prova piacere nel farlo, non è un modo per liberarsi dal male perchè chi uccide lo incarna decisamente. In questo film si fa nuovamente leva sulla disuguaglianza sociale mentre risulta alquanto agghiacciante la scena dei ricchi che si comprano le vittime, i nostri protagonisti si ritrovano costantemente fra la vita e la morte, Shame purtroppo perderà la vita ma sia la madre che la figlia grazie ad un Frank che alla fine non attuerà più la sua vendetta si salvano. Mancano 364 giorni al prossimo e molto probabilmente ci sarà La Notte del Giudizio 3 ma intanto per questo sequel DeMonaco ha fatto un buon lavoro.
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filippo catani
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lunedì 4 agosto 2014
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un vero spreco
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Usa 2023. I nuovi Padri fondatori regnano ancora incontrastati negli USA e con loro continua ad essere portata avanti la notte dello sfogo ossia una notte all'anno in cui ogni crimine è permesso. Tre storie parallele finiranno per incrociarsi in questa notte.
Dopo lo straordinario successo de La notte del giudizio, girato con un budget ridottissimo e capace di portare a casa ottimi incassi, eccoci davanti al seguito che risulta essere assai deludente. La cosa che fa più rammaricare è che regista e sceneggiatori a mio avviso si trovano tra le mani una delle migliori idee di partenza da vari anni a questa parte per il genere futuro distopico ma la lasciano marcire.
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Usa 2023. I nuovi Padri fondatori regnano ancora incontrastati negli USA e con loro continua ad essere portata avanti la notte dello sfogo ossia una notte all'anno in cui ogni crimine è permesso. Tre storie parallele finiranno per incrociarsi in questa notte.
Dopo lo straordinario successo de La notte del giudizio, girato con un budget ridottissimo e capace di portare a casa ottimi incassi, eccoci davanti al seguito che risulta essere assai deludente. La cosa che fa più rammaricare è che regista e sceneggiatori a mio avviso si trovano tra le mani una delle migliori idee di partenza da vari anni a questa parte per il genere futuro distopico ma la lasciano marcire. O meglio hanno deciso di puntare tutto sulle sparatorie mentre rimangono appena accenati i risvolti politico-sociali che sarebbero la vera manna. Il film risulta essere una lunga sequenza di armi da fuoco sempre più grosse e che sparano sempre più proiettili senza che ci sia un minimo senso; infatti così facendo anche la parte "anarchica" o del caos risulta decisamente poco credibile. I dialoghi sono banali, i personaggi (eccezion fatta per quello di Grillo) sono tragicomici e la ragazzina risulta essere davvero troppo antipatica e saccente. In mezzo a tutto questo ci scappa anche una specie di Hunger Games in miniatura con visori notturni che ci proiettano quasi in un videogioco della Playstation. Insomma se questo è il sentiero i più che probabili seguiti rischiano di rovinare tutto così come successe con Saw: ottimo il primo episodio e poi l'idea venne completamente dilaniata da seguiti attenti solo alla trucolenza e al box office. E' vero che non si guarda mai l'orologio durante la proiezione però a questo punto se si deve sprecare così un'ottima idea di partenza tanto vale fare un onesto action con gli attori degni del genere.
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matteo manganelli
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martedì 16 settembre 2014
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demonaco si ripete e si perfeziona
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DeMonaco, a distanza di un anno da "La notte del giudizio", torna a parlare della sua America in cui tutto diventa legale per una notte all'anno.
E se nel primo film, un po' per scelta un po' per ragioni di budget, tutta la storia si svolgeva all'interno di una casa sotto assedio, questo secondo capitolo da più largo respiro alla trama, che si sviluppa attraverso vari personaggi che cercano un luogo sicuro dove rifugiarsi e per passare la notte.
La trama è semplice: negli Stati Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una volta all'anno per 12 ore, omicidio compreso.
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DeMonaco, a distanza di un anno da "La notte del giudizio", torna a parlare della sua America in cui tutto diventa legale per una notte all'anno.
E se nel primo film, un po' per scelta un po' per ragioni di budget, tutta la storia si svolgeva all'interno di una casa sotto assedio, questo secondo capitolo da più largo respiro alla trama, che si sviluppa attraverso vari personaggi che cercano un luogo sicuro dove rifugiarsi e per passare la notte.
La trama è semplice: negli Stati Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una volta all'anno per 12 ore, omicidio compreso. Un gruppo di persone, formato da un uomo che cerca vendetta per la morte di suo figlio, una madre con sua figlia e una coppia di ragazzi devono trovare il modo di sopravvivere.
Se nel primo capitolo, DeMonaco filtrava attraverso l'action movie una palese critica verso il suo paese, ma nello specifico contro l'ipocrisia della classe politica e della medio/alta borghesia, qui non risparmia nessuno, facendo di ogni americano un possibile pericolo per i protagonisti.
Anarchia non è un film perfetto; soffre di 2000 difetti tecnici e di scrittura, ma ancora una volta riesce ad essere una di quelle pellicole che funziona su due piani. In primis sul piano del puro intrattenimento tipico dell'action movie di serie B, e in un secondo momento su quello allegorico, che porta lo spettatore a riflettere inconsciamente.
Da vedere.
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iuriv
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mercoledì 25 gennaio 2017
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classico.
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Quando si decide di mettere in scena un thriller dallo stile carpenteriano con qualche ispirazione al Walter Hill dei Guerrieri Della Notte, e lo si fa bene, è difficile mancare il bersaglio.
Il secondo capitolo di The Purge ci porta per le strade di New York in una notte di guerriglia legalizzata. E lo fa attraverso una trama semplice ma dai ritmi perfettamente dosati. De Monaco gestisce bene la tensione lasciando che il film respiri tutta l'aria di cui ha bisogno, prima di tuffarsi nelle fasi d'azione brevi ma molto dirette.
Sostanzialmente il regista mette su una storia solida, un racconto di fuga che vede coinvolti cinque disperati capitati in mezzo al delirio più per sfortuna che per scelta.
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Quando si decide di mettere in scena un thriller dallo stile carpenteriano con qualche ispirazione al Walter Hill dei Guerrieri Della Notte, e lo si fa bene, è difficile mancare il bersaglio.
Il secondo capitolo di The Purge ci porta per le strade di New York in una notte di guerriglia legalizzata. E lo fa attraverso una trama semplice ma dai ritmi perfettamente dosati. De Monaco gestisce bene la tensione lasciando che il film respiri tutta l'aria di cui ha bisogno, prima di tuffarsi nelle fasi d'azione brevi ma molto dirette.
Sostanzialmente il regista mette su una storia solida, un racconto di fuga che vede coinvolti cinque disperati capitati in mezzo al delirio più per sfortuna che per scelta.
I personaggi sono efficaci e facilmente raggiungibili dallo spettatore che si trova ben presto a supportarli nella loro lotta contro un mondo apparentemente impazzito, ma in realtà perfettamente calibrato sui desideri di qualcuno che sta più in alto.
Ecco, forse l'unico vero difetto del film sta nel non essere riuscito a integrare il messaggio con la storia. E' evidente il pensiero politico di De Monaco, che lo rende didascalico lasciando che le vere motivazioni dietro la notte delle purificazioni escano allo scoperto in maniera troppo stilizzata.
Con questo slancio autoritario il regista toglie il potenziale interpretativo a questo lavoro, buttando forse un po' all'aria le possibilità offerte dal genere.
Peccato perché in realtà l'opera scorre bene, si lascia guardare e sfrutta ogni centesimo del proprio budget per una messa in scena molto efficace.
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francismetal
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mercoledì 2 agosto 2017
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non all'altezza del primo
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Apprezzo quando si fanno horror senza mostri, sovrannaturale, ecc... anche se di solito c'è sempre il rischio dello splatter. Qui c'è del sangue, ma non è uno splatter, anche perché è inevitabile, visto che si parla di violenza sociale.
Il film non mi ha entusiasmato moltissimo perché il primo era davvero bello e oramai l'idea alla base era stata già usata.
Questa volta ci sono delle differenze: questo è più politico, si fa la differenza tra chi si può permettere di difendersi e chi no, infatti nel primo i protagonisti erano delle persone che non solo erano ricche, ma si erano arricchite grazie alle misure di sicurezze per lo sfogo.
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Apprezzo quando si fanno horror senza mostri, sovrannaturale, ecc... anche se di solito c'è sempre il rischio dello splatter. Qui c'è del sangue, ma non è uno splatter, anche perché è inevitabile, visto che si parla di violenza sociale.
Il film non mi ha entusiasmato moltissimo perché il primo era davvero bello e oramai l'idea alla base era stata già usata.
Questa volta ci sono delle differenze: questo è più politico, si fa la differenza tra chi si può permettere di difendersi e chi no, infatti nel primo i protagonisti erano delle persone che non solo erano ricche, ma si erano arricchite grazie alle misure di sicurezze per lo sfogo.
Inoltre qui viene mostrato cosa accade se malauguratamente rimani per strada durante lo sfogo.
Notevole la scena dell'asta e dello spettacolo tipo Colosseo nell'antica Roma.
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felicity
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giovedì 6 giugno 2019
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un sequel più compatto e avvincente del primo film
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Il primo film ha creato ha creato l’ambientazione. Questo secondo la fa esplodere.
Non siamo più in una casa ma in una macchina. Non più l’home invasion ma il road movie metropolitano.
Sempre Stati Uniti del prossimo futuro.
Il sequel abbandona ansie domestiche e claustrofobia monocorde, lavorando stavolta sugli spazi aperti con esiti decisamente più vivaci.
Riuscita anche la miscela di registri (l’horror, il western, l’action, il thriller, il melo) e modelli diversi.
Un sequel più compatto e avvincente del primo, ma anche meno ambiguo.
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ultimoboyscout
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domenica 17 maggio 2015
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la notte dove ogni crimine è legale.
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Un'auto con una coppia in crisi a bordo si ferma all'improvviso su un ponte deserto. Una cameriera che chiede invano un aumento di stipendio si affretta verso casa attesa dalla famiglia. Tutti sembrano riparare in un luogo coperto e sicuro, solo un uomo si arma per uscire. E' il prologo della notte del giudizio, quelle dodici ore una volta l'anno in cui qualsiasi violenza o crimine è legale e nessuno può essere punito. Anzi, si tratta di una vera e propria purificazione. E' una sorta di sequel del film dello stesso regista James DeMonaco ma è più vario nei personaggi e nelle situazioni, più ricco e rumoroso, più ampio a livello di location e soprattutto più esplicitamente politico. E' un omaggio alle visioni notturne di Carpenter e non a caso DeMonaco è lo sceneggiatore di "Assault on Precint 13" remake di "Distretto 13: le brigate della morte".
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Un'auto con una coppia in crisi a bordo si ferma all'improvviso su un ponte deserto. Una cameriera che chiede invano un aumento di stipendio si affretta verso casa attesa dalla famiglia. Tutti sembrano riparare in un luogo coperto e sicuro, solo un uomo si arma per uscire. E' il prologo della notte del giudizio, quelle dodici ore una volta l'anno in cui qualsiasi violenza o crimine è legale e nessuno può essere punito. Anzi, si tratta di una vera e propria purificazione. E' una sorta di sequel del film dello stesso regista James DeMonaco ma è più vario nei personaggi e nelle situazioni, più ricco e rumoroso, più ampio a livello di location e soprattutto più esplicitamente politico. E' un omaggio alle visioni notturne di Carpenter e non a caso DeMonaco è lo sceneggiatore di "Assault on Precint 13" remake di "Distretto 13: le brigate della morte". Il costo del film rimane basso pur mantenendo elevata l'efficacia al botteghino(incassi ancora una volta elevatissimi rispetto ai costi totali), la tensione è discreta, maggiore del precedente e per quanto l'idea sia la stessa, l'opera appare leggermente superiore ma pur sempre mediocre e piuttosto annunciata. Quella sulla notte del giudizio sta diventando la nuova instant saga hollywoodiana grazie ad un format che prevede diverse variazioni al tema della società perfetta che non esiste e sfogarsi su poveri ed emarginati è un ottimo pretesto dei governanti per liberarsene a costo zero. Metafora sempre affascinante ma realizzazione deludente, con una discreta prima mezz'ora e una pessima successiva ora in cui si rischia, al massimo, il colpo di sonno. Regia anonima, personaggi che diventano man mano macchiette e storia ormai notissima: e sembra che stiano già lavorando al terzo capitolo. Un'idea, per quanto geniale, prima o poi si esaurisce sempre.
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