miroforti
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sabato 2 agosto 2014
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anarchia - la notte del giudizio
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Ancora The Purge – e ancora Blumhouse: ormai la casa di produzione ha praticamente il monopolio dei film horror distribuiti nelle sale italiane, e solo la rinata Hammer tenta di fare un minimo di concorrenza. Sottolineo il fatto che Anarchia – La Notte del Giudizio sia una seconda volta perché non credo sia chiaro a tutti, e, cominciato il film, ci si rende conto che non dev'essere chiaro neanche a DeMonaco e compagnia: ancora una volta ci viene spiegato come l'America sia riuscita a evitare il collasso sociale istituendo dodici ore annue di massacri e follie sanguinarie, quanto bravi siano stati i Padri Fondatori a istituirle e come però non tutti siano proprio in accordo con lo Sfogo.
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Ancora The Purge – e ancora Blumhouse: ormai la casa di produzione ha praticamente il monopolio dei film horror distribuiti nelle sale italiane, e solo la rinata Hammer tenta di fare un minimo di concorrenza. Sottolineo il fatto che Anarchia – La Notte del Giudizio sia una seconda volta perché non credo sia chiaro a tutti, e, cominciato il film, ci si rende conto che non dev'essere chiaro neanche a DeMonaco e compagnia: ancora una volta ci viene spiegato come l'America sia riuscita a evitare il collasso sociale istituendo dodici ore annue di massacri e follie sanguinarie, quanto bravi siano stati i Padri Fondatori a istituirle e come però non tutti siano proprio in accordo con lo Sfogo. Il motivo di tutto ciò naturalmente è chiaro: permettere a coloro che non hanno vissuto la prima notte di pagare il biglietto per la seconda. Di conseguenza, Anarchia non è un sequel narrativo, ma solo tematico. L'approccio al primo film viene inoltre radicalmente rivisto: dalla scelta di puntare sulla guerriglia urbana al modo di trattare la critica sociale che il primo solo suggeriva. Di più, La Notte del Giudizio era un horror, Anarchia no: è un thriller con uno spavento e tre sequenze tese. Non sono numeri a caso. Ogni cambiamento apportato ha reso il film più debole e meno interessante: i Padri Fondatori succitati vengono definitivamente inquadrati come politicanti destroidi, togliendo loro l'aura di divinità guardiana che avevano nel primo episodio, mentre la lotta tra ricchi e poveri - tema compulsivamente dichiarato dal film - è affrontata in modo tale da suscitare tenerezza. Anarchia vorrebbe essere un film socio-politico, e forse il titolo non è solo la descrizione in negativo di ciò che succede per le strade, ma anche un suggerimento positivo per una soluzione sociale migliore (lo Stato non fa una bella figura nel racconto di DeMonaco). Purtroppo, è politica da bar, senza nessun tipo di criticità o approfondimento, e il maggior impegno ricercato si risolve nel versante diametralmente opposto, segnando il film con una superficialità indelebile. Se i ricchi uccidono i poveri sono cattivi, se i poveri uccidono i ricchi sono buoni, perché i ricchi sono cattivi. Da qui, l'appiattimento non è solo tematico ma anche morale (un passo indietro rispetto all'anno scorso), e affligge, forse in maniera leggermente minore, pure i personaggi. Non che le loro prove siano terribili, ma personalità e azioni di ognuno possono essere grosso modo predette dopo dieci minuti dalla presentazione. Il Sergente Leo Barnes (Frank Grillo, uno dei protagonisti del film) è colpevole fra l'altro di azzerare tutta la tensione del film, visto che passa due ore a giocare al fratello minore di John Rambo, e di fatto tutte le situazioni di pericolo sono risolte grazie alla sua sapienza guerraiola. Alla resa dei conti rimaniamo con qualche ricco e parecchi poveri in meno, lo Purificazione finisce e la bontà umana trionfa, in un'America che ricomincia il conto alla rovescia, in attesa – neanche a dirlo – de La Notte del Giudizio 3. Saremo prudenti.
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giorpost
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venerdì 12 febbraio 2016
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una versione low cost di hunger games
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Anno 2020: a seguito di una catastrofe economico-sociale gli Stati Uniti vengono azzerati in tutte le proprie funzioni e ricostruiti dai nuovi padri fondatori, autori di una nuova carta costituzionale e reggenti di un governo di ferro che ha raggiunto un compromesso storico con i suoi cittadini: ordine e disciplina per 364 giorni l' anno a fronte di una sola notte, dal tramonto all'alba, nella quale è consentito sfogare i propri istinti animali e commettere qualunque reato, compreso l' omicidio.Tale “festività” viene detta la notte della Purificazione (nel doppiaggio italiano "lo sfogo", lasciamo stare il titolo), durante la quale gran parte degli individui del ceto medio cerca di passarla indenne rinchiudendosi in case super protette mentre fuori si aggirano insospettabili personaggi appartenenti alla classe dirigente e ai ceti abbienti in cerca di “emozioni”; in questa assurda ed iniqua società non esistono più delinquenti comuni o killer seriali, ma spietati e viziatissimi ricconi che aspettano la Purificazione per sfogare la rabbia repressa contro inermi poveracci i quali, non potendo permettersi costosi sistemi di sicurezza, escono dalle loro case (facilmente espugnabili) per sopravvivere alla ricorrenza.
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Anno 2020: a seguito di una catastrofe economico-sociale gli Stati Uniti vengono azzerati in tutte le proprie funzioni e ricostruiti dai nuovi padri fondatori, autori di una nuova carta costituzionale e reggenti di un governo di ferro che ha raggiunto un compromesso storico con i suoi cittadini: ordine e disciplina per 364 giorni l' anno a fronte di una sola notte, dal tramonto all'alba, nella quale è consentito sfogare i propri istinti animali e commettere qualunque reato, compreso l' omicidio.Tale “festività” viene detta la notte della Purificazione (nel doppiaggio italiano "lo sfogo", lasciamo stare il titolo), durante la quale gran parte degli individui del ceto medio cerca di passarla indenne rinchiudendosi in case super protette mentre fuori si aggirano insospettabili personaggi appartenenti alla classe dirigente e ai ceti abbienti in cerca di “emozioni”; in questa assurda ed iniqua società non esistono più delinquenti comuni o killer seriali, ma spietati e viziatissimi ricconi che aspettano la Purificazione per sfogare la rabbia repressa contro inermi poveracci i quali, non potendo permettersi costosi sistemi di sicurezza, escono dalle loro case (facilmente espugnabili) per sopravvivere alla ricorrenza. Quando non sono uccisi a bruciapelo vengono rinchiusi come topi in aree recintate nei quali sono costretti a difendersi disarmati da questi spietati benestanti assetati di sangue più degli infetti iperattivi di 28 days later.
The Purge: Anarchia (USA, 2014), è un film d' azione collocabile nella categoria B movie, ma l' impressione è che regista e produzione hanno messo su un prodotto tutto sommato accettabile considerati budget e materiale umano a disposizione; un' opera post-catastrofica nella quale si verifica una continuità sociologica rispetto al mondo precedente agli eventi: le metropoli sono del tutto simili alle nostre, le persone parlano, mangiano e vestono come noi ma l' unico particolare (di non poco conto) è caratterizzato da una forma estrema di violenza che si manifesta in un piccolo segmento temporale ed è del tutto gratuita.
A mio avviso il regista di origini italiane DeMonaco ha mescolato due idee: da un lato Running Man (cult dell' 87 con Shwarzy a noi noto come L' implacabile), dall'altro il più moderno Hunger Games, franchise dal budget illimitato campione d' incassi. Un esperimento interessante che segue e supera il precedente The Purge nel quale non convinsero attori di calibro mentre in questo si registra una tensione maggiore ed una più efficace spontaneità prodotta da un cast di assoluti sconosciuti che si adoperano in una prova convincente. Avrei dato due stelle e mezzo ma non mi è possibile e tre sarebbero state troppe.
Film godibile da one shot: lo vedi una volta e ti basta.
Voto: 6 +
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williamd
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venerdì 25 luglio 2014
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un film che non appartiene a nessun genere...
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Dopo il successo al botteghino de "La notte del giudizio", arriva al cinema il sequel: "Anarchia-La notte del giudizio".
Al potere in America ci sono i cosiddetti "nuovi padri fondatori", un nuovo governo, grazie al quale tutto fila lisco: la criminalità è pressoché inesistene e la povertà è ai minimi storici. Tutto sarebbe perfetto se non fosse per un evento temuto quasi da tutti, quella che il governo chiama la notte di sfogo e purificazione. E' una notte che si tiene una volta l'anno ed è una notte in cui ogni crimine, compreso l'omicidio, viene tollerato, reso lecito.
E' la notte in cui gli uomini possono liberare la propria bestia e riversarsi per le strade uccidendo e torturando.
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Dopo il successo al botteghino de "La notte del giudizio", arriva al cinema il sequel: "Anarchia-La notte del giudizio".
Al potere in America ci sono i cosiddetti "nuovi padri fondatori", un nuovo governo, grazie al quale tutto fila lisco: la criminalità è pressoché inesistene e la povertà è ai minimi storici. Tutto sarebbe perfetto se non fosse per un evento temuto quasi da tutti, quella che il governo chiama la notte di sfogo e purificazione. E' una notte che si tiene una volta l'anno ed è una notte in cui ogni crimine, compreso l'omicidio, viene tollerato, reso lecito.
E' la notte in cui gli uomini possono liberare la propria bestia e riversarsi per le strade uccidendo e torturando.
Mancano due ora all'inizio dello sfogo annuale e mentre Liz e Carmelo sono in auto in viaggio di ritorno verso casa, Eva e sua figlia Shane hanno già barricato tutte le serrature; mentre Leo ha già indossato il giubotto antiproiettile e impugnato la sua pistola: è pronto ad uccidere.
Accade però l'impensabile: la macchina si guasta e Liz e Carmelo si trovano soli ed indifesi in mezzo alla strada; iniziano a correre.
Quelli che sembrano dei soldati invadono l'edificio e trascinano fuori Eva e Shane, con l'intenzione di caricarli su un camion. Leo ha accostato, mentra guarda la scena pensa, poi si decide: esce dall'auto.
Liz e Carmelo trovano un'auto aperta e si chiudono dentro.
Leo uccide i soldati e salvando madre e figlia, che poi decide di prendere sotto la sua protezione. Rientrano in auto: ora sono in cinque, quattro innocenti indifesi e Leo, armato e con brutte intenzioni, che non si sa perché abbia deciso di proteggere i quattro, ma non sarà certo facile arrivare al mattino seguente, con le strada che già sembrano fiumi di sangue...
Secondo me la trama del film è davvero originale, si scoprirà infatti, durante il corso del film, che questa disumana notte è voluta proprio dal governo: quelli ad essere uccisi in questa notte sono soprattutto i poveri, non avendo alcuna casa o posto dove rifugiarsi, ed è lo stesso governo che uccide e collabora con bande criminali.
Poi ho trovato davvero interessante l'incontro delle tre storie separate, che si vanno a fondare in un'unica storia.
Però penso che questo sia troppo poco per trattarsi di un bel film: questo avviene nei primi 20 minuti, mentre i restanti 80 non sono altro che un susseguirsi di spari. Andrebbe bene se il film fosse horror (come viene indicato nella descrizione del film: "genere:horror"); però definire "Anarchia-la notte del giudizio" un film horror sarebbe un insulto per i veri film horror. Per chi si prepara psicologimente, come ho fatto io, ad andare a vedere un film horror rimarrà alquanto deluso davanti a certe scene che fanno persino ridere, e poi si domanderà "ma questo è horror?"
Come dicevo nel titolo, la grande pecca di questo film è non appartenere a nessun genere: non è horror perché non fa paura, non è un thriller perché non ti lascia col fiato sospeso; sarebbe un film d'azione anche se i veri film d'azione di solito si basano su una storia piuttosto articolata, non come in questo caso.
Il finale del film è bello, ma troppo simile a quello del prequel, e se dovessi dare al film una valutazione compresa tra 1 e 10, direi 5+, perché, si devd ammettere, tuttavia il film è il pregio di incuriosirti fino alla fine sulle motivazioni del misterioso uomo armato Leo.
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il beppe nazionale
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martedì 19 agosto 2014
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un incipit discreto
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E' un peccato che il film di DeMonaco non si sia posto con qualche pretesa di più. Il concetto della purificazione era interessante, soprattutto nella piega sociale dei benestanti, tanto che avrebbe meritato una sceneggiatura più curata.
Invece le pretese sono poche, si espone qualche simbolo e si mette in risalto una blanda distopia.
Anarchia tenta di condensare la storia di cinque personaggi che, per ragioni diverse, si ritrovano in una (dis)avventura comune.
Abbiamo così il guerriero assetato di vendetta, una madre e una figlia, una coppia perseguitata, e il fantastico macellaio armato di M61. Il guerriero deve controvoglia proteggere madre e figlia dal macellaio, e la coppietta dalla gang che li perseguita.
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E' un peccato che il film di DeMonaco non si sia posto con qualche pretesa di più. Il concetto della purificazione era interessante, soprattutto nella piega sociale dei benestanti, tanto che avrebbe meritato una sceneggiatura più curata.
Invece le pretese sono poche, si espone qualche simbolo e si mette in risalto una blanda distopia.
Anarchia tenta di condensare la storia di cinque personaggi che, per ragioni diverse, si ritrovano in una (dis)avventura comune.
Abbiamo così il guerriero assetato di vendetta, una madre e una figlia, una coppia perseguitata, e il fantastico macellaio armato di M61. Il guerriero deve controvoglia proteggere madre e figlia dal macellaio, e la coppietta dalla gang che li perseguita. Nel corso delle interminabili ore della Purificazione questo improvvisato cavaliere della notte è costetto a mettere in luce il suo animo generoso, e a rivalutare i criteri della propria vendetta.
Non è un caso che la trama si possa riassumere in poche righe, poichè non c'è molto di più da dire. Nulla è scontato, ma neppure esaltante: tutto è lasciato gravitare in un'orbita di assoluta mediocrità. Gli attori, senza nomi importati, fanno bene il loro lavoro, ma avremmo sicuramente preferito vederli sul piccolo schermo. La suspance parte bene nelle scene domestiche, allo scatenarsi del caos, ma non si mantiene nello scontro a fuoco finale.
Va segnalato che numerose sono le tematiche toccate: la disegueglianza sociale, la de-umanizzazione in antitesi alla socialità, il controllo demografico (con soluzione quasi da Illuminati), il movimento di resistenza. Tutti temi evidenziati in maniera sfuggente, giusto per lasciare un'impressione, ma non uno sviluppo della riflessione.
E allora lo spettatore si rende conto che avrebbe preferito non doversi muovere fino al cinema, ma che avrebbe guardato volentieri Anarchia a casa, un Martedì sera. Dobbiamo anche dire che il grande schermo ci ha fornito due distopie di alto livello con Hunger Games e Snowpiercer, di conseguenza l'occhio ha avuto modo di farsi esigente in materia.
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kinglc
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venerdì 8 agosto 2014
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nulla (o quasi) cambia rispetto al primo film...
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Tristemente mi tocca dare 2 stelle su 5 a questo film che rappresenta il secondogenito di James DeMonaco e della (ormai) serie dei The Purge. Per chi ha già visto il primo film parto con l'amettere che rispetto a quest'ultimo qui la musica è ben diversa, la regia e la fotografia infatti sono decisamente migliorate. Aimè la sceneggiatura non lo è, se nel primo i difetti maggiori risiedevano nei personaggi e nelle azioni da loro compiute, qui non cambia molto. Le reazioni umane forse sono più accettabili, ma ciò non toglie che James DeMonaco ci presenta fin dal primo minuto dei personaggi vuoti, poco interessanti ed a volte irritanti. Frank Grillo (grande interpretazione) rappresenta "il Sergente", un uomo armato fino ai denti che ha come unico obiettivo quello di vendicarsi per la morte del figlio durante lo sfogo; purtroppo il suo personaggio è afflitto da una brutta caratterizzazione alla Rambo, classico militare incazzato che non viene colpito da un proiettile manco per sbaglio, e che quando viene ferito con un grosso taglio sulla gamba continua a correre e massacrare come se nulla fosse.
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Tristemente mi tocca dare 2 stelle su 5 a questo film che rappresenta il secondogenito di James DeMonaco e della (ormai) serie dei The Purge. Per chi ha già visto il primo film parto con l'amettere che rispetto a quest'ultimo qui la musica è ben diversa, la regia e la fotografia infatti sono decisamente migliorate. Aimè la sceneggiatura non lo è, se nel primo i difetti maggiori risiedevano nei personaggi e nelle azioni da loro compiute, qui non cambia molto. Le reazioni umane forse sono più accettabili, ma ciò non toglie che James DeMonaco ci presenta fin dal primo minuto dei personaggi vuoti, poco interessanti ed a volte irritanti. Frank Grillo (grande interpretazione) rappresenta "il Sergente", un uomo armato fino ai denti che ha come unico obiettivo quello di vendicarsi per la morte del figlio durante lo sfogo; purtroppo il suo personaggio è afflitto da una brutta caratterizzazione alla Rambo, classico militare incazzato che non viene colpito da un proiettile manco per sbaglio, e che quando viene ferito con un grosso taglio sulla gamba continua a correre e massacrare come se nulla fosse. Tutti gli altri sono personaggi un po anonimi, che DeMonaco prova con tutte le sue forze a caratterizzare ma che proprio non riesce, i due sposini in crisi sono praticamente inutili per tutto il film, tanto che la morte di uno di loro non riuscirebbe ad intristire nemmeno una ragazzina dodicenne. La madre e la figlia invece sono lo yin e lo yang, la madre infatti è un personaggio piacevole e dalle reazioni apprezzabili (tranne quando ha un mancamento e rischia di far morire tutti quanti) mentre la figlia è quanto di più odioso ed inutile che ci sia, sempre a parlare, sempre a fare domande (molto spesso inutili) sempre a rompere i maroni al povero sergente....mi ricorda il figlioletto idiota del primo film. Per il resto beh, i "cattivi" sono interessanti, ma anche lì sono abbastanza anonimi e se non fosse per la caratterizaione estetica di alcuni (quello con la maschera su cui vi è scritto GOD, è una figata) sarebbero quasi invisibili. James DeMonaco ancora una volta da molto peso alla critica sociale, per tutto il film cerca di far capire in tutti i modi che lo sfogo rivela la vera identità delle persone, anche delle più improbabili (bellissima la scena del sororicidio), ed aggiunge anche delle fazioni socialmente opposte. I nuovi padri fondatori, uomini del governo il cui obbiettivo sembra quello di uccidere più persone possibili così da ridurre la popolazione. Ed i rivoluzioari guidati dall'improponibile nome di Carmelo. Purtroppo su quest'ultimo non posso dir nulla, nel film si vedrà sì e no per 5 minuti, e non resta di certo impresso nella mente per il suo carisma.
Ancora una volta mi duole dire: James DeMonaco...occasione sprecata. Date un cavolo di film di questa serie a Carpenter ed evitate di fare seguiti su seguiti che andranno lentamente ad ammazzare l'idea bellla ed originale dello Sfogo. Perché giuro che se il prossimo The Purge sarà una delusione come questi due, vado da DeMonaco e mi sfogo direttamente con lui...
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sev7en
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mercoledì 27 agosto 2014
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precotto e preconfezionato?
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Ad un anno dal primo discusso capitolo di quella che sarà probabilmente una saga se non un'epopea, DeMonaco torna in sala giocando alla volpe e l'uva ma pur riuscendo a raggiungere l'ambito frutto toppa inesorabilmente stagione.
Il primo de Purge di certo ha introdotto tematiche nuove ed originali, alla stregua di Hunger Games, ma tant'è e di peso erano i buchi narrativi e di regia che si attendeva il sequel per consacrare nell'olimpo hollywoodiano il regista americano, senza scomodare fattori come hype e aspettativa, cresciuti in modo direttamente proporzionale al debutto in sala.
DeMonaco, fiutato il vento, ha quindi pensato di adattare regia, sceneggiatura e trama non a quelle regole non scritte che tuttavia governano il mondo (ci sono ricchi e poveri, chi comanda e chi subisce, chi ha libero arbitrio e facoltà di scrivere vangeli super partes) per condannarne stereotipi e limitazioni ma per placare i cori Levati dal web.
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Ad un anno dal primo discusso capitolo di quella che sarà probabilmente una saga se non un'epopea, DeMonaco torna in sala giocando alla volpe e l'uva ma pur riuscendo a raggiungere l'ambito frutto toppa inesorabilmente stagione.
Il primo de Purge di certo ha introdotto tematiche nuove ed originali, alla stregua di Hunger Games, ma tant'è e di peso erano i buchi narrativi e di regia che si attendeva il sequel per consacrare nell'olimpo hollywoodiano il regista americano, senza scomodare fattori come hype e aspettativa, cresciuti in modo direttamente proporzionale al debutto in sala.
DeMonaco, fiutato il vento, ha quindi pensato di adattare regia, sceneggiatura e trama non a quelle regole non scritte che tuttavia governano il mondo (ci sono ricchi e poveri, chi comanda e chi subisce, chi ha libero arbitrio e facoltà di scrivere vangeli super partes) per condannarne stereotipi e limitazioni ma per placare i cori Levati dal web.
Ci troviamo quindi un lungometraggio che sposta la camera dagli spazi chiusi e claustrofobici delle quattro mura domestiche, agli open-space modello GTA (il videogioco) che ammiccano tanto ad Arancia Meccanica quanto al Giustiziere della notte con un finale che riporta alla memoria il truce gioco al massacro di The Running Man.
L'intento del regista e chiaro: partire da un problema noto, sovrappopolazione ed equilibrio sociale, per mostrare come ego ed arroganza di chi voglia ergersi a Dio sulla terra, i ricchi, padri fondatori sotto il mantello protettivo della legge, abbiano il potere di definire l'ordine delle cose in netta antitesi a quella selezione, naturale, che regola l’ecosistema nei restanti 364 giorni dell’anno.
Di naturale però c'è ben poco se la notte dello sfogo è marcata rosso sangue sul calendario, come la valvola di sfogo a pressioni e tensioni accumulate per un intero anno, tenute sopite, rancorose, dentro cuore ed anima, e sprigionate senza freni in una vera e propria mattanza. La domanda di fondo dovrebbe essere ben altra, come il fine del film: può, quel vuoto pneumatico che si fa gioco delle nostre vite essere colmato in questo modo?
Le fondamenta quindi non ci sono e declinando il film per aspetti diversi come recitazione, pathos o giudizio complessivo, si torna ai luoghi comuni dell'occasione mancata perché vada il budget contenuto, gli attori sconosciuti, eccezion fatta per l'eroe di turno, una fotografia buona seppur spoglia di tratti distintivi, ma perché buttarla lì alla stregua di un survival-thriller/horror?
A fine proiezione si resta perplessi su cosa sia passato a video, con più dubbi di quelli creati con il primo episodio, il che rimanda ad un terzo appuntamento citofonato già a metà film.
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deadpoetssociety
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sabato 23 agosto 2014
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james demonaco ci riprova, e fallisce di nuovo
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Se una notte all'anno tutti i crimini fossero permessi, il primo da commettere sarebbe freddare un regista che è stato completamente incapace di tessere un minimo di sostegno ad un inizio film che ancora galleggiava (seppur a fatica!).
L'incipit del film è lo stesso del precedente: in un futuro distopico, per mantenere i tassi negativi quali criminalità e disoccupazione bassi, il governo ha stabilito che una notte all'anno regolata da alcune costrizioni ogni sorta di crimine è permesso.
L'ambientazione, i personaggi e il genere del film sono totalmente stravolti dalla collocazione auspicata a darli dal primo film, che vorrebbe figurare nel filone Horror/domestici alla Funny Games oppure come The Strangers.
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Se una notte all'anno tutti i crimini fossero permessi, il primo da commettere sarebbe freddare un regista che è stato completamente incapace di tessere un minimo di sostegno ad un inizio film che ancora galleggiava (seppur a fatica!).
L'incipit del film è lo stesso del precedente: in un futuro distopico, per mantenere i tassi negativi quali criminalità e disoccupazione bassi, il governo ha stabilito che una notte all'anno regolata da alcune costrizioni ogni sorta di crimine è permesso.
L'ambientazione, i personaggi e il genere del film sono totalmente stravolti dalla collocazione auspicata a darli dal primo film, che vorrebbe figurare nel filone Horror/domestici alla Funny Games oppure come The Strangers. Vorrebbe, per l'appunto, perchè mettere insieme queste tre pellicole sarebbe come paragonare il Dracula di Coppola con quello di Fracchia contro Dracula.
Iniziamo con una scorcio delle bande in attesa del loro meritato sfogo annuale, varie inquadrature sulle maschere e sulle armi, minacce e sabotamenti. E con queste scene termina la presenza dell'horror in questo film. Dall'inizio della purga in poi si potrà assistere a un malriuscito cocktail di azione, survival e thriller di cui sinceramente non si sentiva la mancanza e non si capisce il senso. Un gruppo di persone trovatosi allo sbaraglio in strada deve sopravvivere fino alla fine della purga, racimolando i soliti stereotipi visti in decine e decine di film: capogruppo Leo Barnes, il consumato poliziotto in cerca di vendetta a cui è stato ucciso un figlio e che da allora vive solo con l'odio per l'assassino e per se stesso. Le due ragazze/sorelle del gruppo, che quando non battibeccano o urlano cercano di instaurare un rapporto con Leo e scoprire di più sul suo torbido passato e l'immancabile coppietta che è stata inseguita, dove il ragazzo fa il cinico e realista della situazione. Le solite scene di fuga, sorpresa del nemico e ulteriore fuga fino al "nemico finale" che poi in questo film neanche esiste, perchè non c'è. Un film che poteva essere ricordato per la sua notevole idea di base e originalità va a scadere nei contenuti, nella trama, nella sostanza e invece di spaziare in una sorta di denuncia alla giustizia e ai dogmi americani medi che avrebbero valorizzato il tutto scade, scade pesantemente.
Come il primo è solamente un pacchetto vuoto, forse incartato con della carta pregiata, ma pur sempre vuoto.
Un film visto, rivisto e corretto.
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guiznuk
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venerdì 25 luglio 2014
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buona l'azione, per la morale nessuna attenzione
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Tratto dalla stessa idea della 'Notte del giudizio', il film si discosta, oltre che per l'aggiunta di un termine nel titolo, anche nella trama, seppur si mantenga la stessa idea. Mentre nel precedente il fatto descritto avveniva nelle mura di casa, questo al contrario si svolge quasi totalmente al di fuori di mura domestiche. Sapendo lo spettatore ciò che dovrebbe accadere, giustamente la pellicola non viene sprecata per descrivere un'introduzione che sarebbe stata inutile. Tuttavia non avendo la cartuccia della novità per colpire il pubblico, la trama deve saper intrattenere usando altri mezzi. Si inizia con tre situazioni diverse: un uomo, Frank, che vuole vendicarsi della morte di suo figlio, una quasi ex-coppia che sfortunatamente rimane ferma in strada con l'automobile e una madre che decide con la figlia di rifugiarsi nella sua abitazione.
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Tratto dalla stessa idea della 'Notte del giudizio', il film si discosta, oltre che per l'aggiunta di un termine nel titolo, anche nella trama, seppur si mantenga la stessa idea. Mentre nel precedente il fatto descritto avveniva nelle mura di casa, questo al contrario si svolge quasi totalmente al di fuori di mura domestiche. Sapendo lo spettatore ciò che dovrebbe accadere, giustamente la pellicola non viene sprecata per descrivere un'introduzione che sarebbe stata inutile. Tuttavia non avendo la cartuccia della novità per colpire il pubblico, la trama deve saper intrattenere usando altri mezzi. Si inizia con tre situazioni diverse: un uomo, Frank, che vuole vendicarsi della morte di suo figlio, una quasi ex-coppia che sfortunatamente rimane ferma in strada con l'automobile e una madre che decide con la figlia di rifugiarsi nella sua abitazione. Durante la notte, tutti questi si incontreranno casualmente. Se il film mostra bravura con sorprese del tipo sparatorie e comparse che fanno trasalire, tuttavia altre scene possono essere intuitive: lo stupratore iniziale che parla a madre e figlia fin troppo fa capire che deve arrivare qualcuno ad ucciderlo, la casa di rifugio che dovrebbe essere una salvezza che invece si mostra anch'essa pericolosa (se no come si poteva andare avanti?), e la scelta finale del vendicatore. Il risultato è un film che sa farsi seguire, ma che a causa dell'idea di base stessa, non riesce a proporre altro che sparatorie, mostra di diverse armi di uccisione, camion che trasportano killer sanguinari, fughe, nascondigli che dominano sui 103 minuti di film. La novità sta nel fatto che parte della popolazione è stanca dell'operazione di purificazione che porta ad un sacco di morti ed è per questo che stanno nascendo dei movimenti di rivolta. Di conseguenza la morale comune, principalmente quella delle persone meno agiate, desidererebbe la fine di tutto questo. La sceneggiatura però appoggiandosi fin troppo all'idea semplice e condivisibile che la 'notte del giudizio' deve terminare per sempre, non è attenta su altri aspetti di questo tipo che possono essere dimenticati. Se si riflette meglio da una parte c'è una coppia madre e figlia, dall'altra un uomo che desidera giustizia: la madre, con la promessa, rivelatasi poi falsa, di fornire al protagonista un mezzo di trasporto per condurlo nel luogo del futuro delitto, lo sfrutta con lo scopo di trovare solamente un tetto sicuro dimenticandosi che sta mentendo a colui che ha salvato la vita sia a lei che alla figlia. Dunque mentre si dovrebbe contrapporre una serie di valori positivi contro quella terribile iniziativa dei 'Padri Fondatori', la trama non fa nulla di tutto questo, anzi mostra impunità ed egoismo. La scelta finale di Frank, quindi, appare abbastanza distorta per il semplice motivo che è mancata un'influenza di valori positivi e sembrerebbe che i fondamenti delle sue azioni derivino dall'egoismo di quella madre che ha salvato. Un concetto senza alcun senso.
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williamd
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giovedì 24 luglio 2014
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un film che non appartiene a nessun genere...
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Dopo il grande successo al botteghino de "La notte del giudizio", torna al cinema dopo un anno "Anarchia - La notte del giudizio": in America, quelli che sono considerati i nuovi padri fondatori della nazione, sono ancora al potere e continua sotto il loro governo la cosiddetta notte di sfogo e purificazione. Questa notte, che viene concessa una volta all'anno, è una notte in cui ogni crimine, compreso l'omicidio, viene tollerato, lecito.
La maggior parte della popolazione non partecipa a questa iniziazione e si barrica in casa; tuttavia con il passare degli anni il numero delle vittime aumenta sempre...E' una notte in cui gli uomini possono scatenare le loro bestie interiori e sfogarsi; tutto questo lo Stato lo chiama purificazione; perché in realtà questa notte non è altro che un malsano metodo del governo per eliminare la povertà e la miseria, costoro che non hanno alcuna casa al cun rifugio dove poter nascondersi.
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Dopo il grande successo al botteghino de "La notte del giudizio", torna al cinema dopo un anno "Anarchia - La notte del giudizio": in America, quelli che sono considerati i nuovi padri fondatori della nazione, sono ancora al potere e continua sotto il loro governo la cosiddetta notte di sfogo e purificazione. Questa notte, che viene concessa una volta all'anno, è una notte in cui ogni crimine, compreso l'omicidio, viene tollerato, lecito.
La maggior parte della popolazione non partecipa a questa iniziazione e si barrica in casa; tuttavia con il passare degli anni il numero delle vittime aumenta sempre...E' una notte in cui gli uomini possono scatenare le loro bestie interiori e sfogarsi; tutto questo lo Stato lo chiama purificazione; perché in realtà questa notte non è altro che un malsano metodo del governo per eliminare la povertà e la miseria, costoro che non hanno alcuna casa al cun rifugio dove poter nascondersi...
Mancano due ore all'inizio dello sfogo annuale: Liz e Carmelo sono in auto sulla via di ritorno verso casa; Eva e sua figlia Shane hanno già serrato attentamente tutte le loro porte; mentre Leo, con gli occhi intrinsi di rancore e vendetta, ha già indossato il giubotto antiproiettile e impugnato la sua pistola: è pronto ad uccidere.
Accade però l'inpensabile: la macchina si guasta e Liz e Carmelo sono in mezzo alla strada, soli; iniziano a correre.
L'edificio viene invaso, Eva e Shane trascinate a forza fuori da quelli che sembrano essere soldati.
Leo vede tutto e accosta l'auto blindata; esce.
Liz e Carmelo entrano nella sua auto.
Leo uccide i soldati e salva Eva e Shane. Ritornano in auto, ora sono in cinque: quattro indifesi e Leo, che misteriosamente li ha salvati ed ha deciso di proteggerli...Ma le strade ora sembrano fiumi di sangue, ed arrivare all'indomani non sarà affatto facile...
A mio parere la pellicola nel complesso non è affatto sufficiente: la trama di fondo è veramete originale ed il fatto delle tre storie che si incontrano per caso anche, ma tuttavia per quasi l'intera durata del film non è altro che un susseguirsi di spari...Non si può definire questo film un horror, sarebbe un insulto per i veri horror: chi si aspetta di andare a vedere un film horror scoprirà che in realtà si tratta di una specie di film d'azione, dove la cosa più terrificante è il buio della sala del cinema...a certi tratti a me il film ha fatto persino ridere...è lo chiamano horror!
Questa per me è una grande pecca del film: non appartenere a nessun genere: non è horror e non è né veramente un tjhriller né veramente un film d'azione, perché solitamente questi ultimi si fondano su una storia piuttosto articolata, mentre in "Anarchia - La notte del giudizio", 20 minuti sono di storia e 80 continuati di spari.
Con un finale troppo simile a quello del prequel "La notte del giudizio", il film non colpisce, ma comunque fa riflettere su temi veramente importanti, soprattutto se un umano ha il potere di porre fine ad un'altra vita umana.
Nel complesso, se dovessi dare al film una valutazione da 1 a 10, direi 5+, perché, questo bisogna riconoscerlo, il film ha il merito di incuriosire lo spettatore sulla missione del killer Leo.
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pantalone
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domenica 27 luglio 2014
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privo di idee
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Film di serie C, che si ispira ovviamente a quel particolare genere fantadistopico, sperimentato e messo in scena soprattutto da J.Carpenter (1997, fuga da New York, the warriors ecc), nel quale la futura società è volta alla violenza e all'anarchia (appunto). Un mondo in cui tutto è minaccioso e tenebroso, abitato da un variegato degrado umano di figure abominevoli generatesi dalla immoralità della società. "Anarchia, la notte del giudizio" ne rielabora gli stessi ingredienti, accostando un soggetto inverosimile e ad una sceneggiatura povera di idee, scontata e banale. Il film non riesce mai ad introdurci nel suo racconto: i personaggi sono deboli, privi di un'anima propria perché fortemente stereotipati, lo spaccato sociale a cui si fa riferimento è inserito precariamente e in maniera slegata.
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Film di serie C, che si ispira ovviamente a quel particolare genere fantadistopico, sperimentato e messo in scena soprattutto da J.Carpenter (1997, fuga da New York, the warriors ecc), nel quale la futura società è volta alla violenza e all'anarchia (appunto). Un mondo in cui tutto è minaccioso e tenebroso, abitato da un variegato degrado umano di figure abominevoli generatesi dalla immoralità della società. "Anarchia, la notte del giudizio" ne rielabora gli stessi ingredienti, accostando un soggetto inverosimile e ad una sceneggiatura povera di idee, scontata e banale. Il film non riesce mai ad introdurci nel suo racconto: i personaggi sono deboli, privi di un'anima propria perché fortemente stereotipati, lo spaccato sociale a cui si fa riferimento è inserito precariamente e in maniera slegata. Insomma è un collage poco riuscito di azione, personaggi, situazioni, conflitto sociale, morale finale. La sua mediocrità a tratti lo rende persino ridicolo e penoso. Quindi se ci si aspettava una costruzione avvincente giocata sulle atmosfere inquietanti del suo precursore degli anni '80, si rimane totalmente delusi. Un film da non vedere, se non altro perché offende i suoi pregevoli antesignani, sfruttandone le componenti di base per evidenti fini commerciali.
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