pando49
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lunedì 29 dicembre 2014
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un capolavoro che si perde nel finale
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Tutto ben congegnato, sorretto certamente dall'ottimo racconto da cui è tratto, discretamente interpretato anche da un B. Affleck ben al di sotto delle sue migliori prestazioni. La storia è avvincente ed il ritmo sostenuto. Per circa due ore si è incollati alla poltrona con il fiato sospeso e la curiosità di scoprire quale sarà la mossa successiva della psicopatica moglie ben impersonata da R. Pike.
Ma proprio il finale, di una banalità allucinante rispetto al resto delle azioni che si sono susseguite, liquida in dieci minuti veramente scadenti un film che poteva essere da 5 stelle piene. Mi ripropongo di leggere l'originale romanzo per scoprire le differenze. Ho l'impressione che la regia abbia tagliato molto sull'originale racconto rendendo il tutto poco credibile ridicolizzandone la conclusione.
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Tutto ben congegnato, sorretto certamente dall'ottimo racconto da cui è tratto, discretamente interpretato anche da un B. Affleck ben al di sotto delle sue migliori prestazioni. La storia è avvincente ed il ritmo sostenuto. Per circa due ore si è incollati alla poltrona con il fiato sospeso e la curiosità di scoprire quale sarà la mossa successiva della psicopatica moglie ben impersonata da R. Pike.
Ma proprio il finale, di una banalità allucinante rispetto al resto delle azioni che si sono susseguite, liquida in dieci minuti veramente scadenti un film che poteva essere da 5 stelle piene. Mi ripropongo di leggere l'originale romanzo per scoprire le differenze. Ho l'impressione che la regia abbia tagliato molto sull'originale racconto rendendo il tutto poco credibile ridicolizzandone la conclusione. Peccato
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jacopo b98
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domenica 4 gennaio 2015
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un grande film!
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Nel Missouri Nick (Affleck) e Amy (Pike) sono una coppia sposata e apparentemente felice. Un giorno però Amy scompare e dapprima si pensa ad un semplice rapimento ma in realtà quasi subito quest’ipotesi è abbandonata: si tratta di omicidio. Il principale sospettato? Chi se non Nick, personaggio a dir poco ambiguo, e peraltro con il farsi avanti dell’inchiesta il matrimonio tra Nick e Amy sembra assumere tratti decisamente meno idilliaci che non all’inizio. La scrittrice Gillian Flynn adatta il suo romanzo con non poca fedeltà, e Fincher si fa carico di una non indifferente durata per metterlo in scena. La storia è senza dubbio nelle corde del regista americano, un thriller freddo, spietato, elegante, raffinato e maestoso nella brillante costruzione del suo intreccio interno.
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Nel Missouri Nick (Affleck) e Amy (Pike) sono una coppia sposata e apparentemente felice. Un giorno però Amy scompare e dapprima si pensa ad un semplice rapimento ma in realtà quasi subito quest’ipotesi è abbandonata: si tratta di omicidio. Il principale sospettato? Chi se non Nick, personaggio a dir poco ambiguo, e peraltro con il farsi avanti dell’inchiesta il matrimonio tra Nick e Amy sembra assumere tratti decisamente meno idilliaci che non all’inizio. La scrittrice Gillian Flynn adatta il suo romanzo con non poca fedeltà, e Fincher si fa carico di una non indifferente durata per metterlo in scena. La storia è senza dubbio nelle corde del regista americano, un thriller freddo, spietato, elegante, raffinato e maestoso nella brillante costruzione del suo intreccio interno. E poi se la prima parte è tradizionale, pur nella sua genialità, nella seconda Flynn e Fincher girano le carte in tavola e mettono in piedi una delle più agghiaccianti e radicali riflessioni sul matrimonio mai create sullo schermo e non solo. E dipingono un ritratto di moglie-matrigna memorabile, cui la Pike dona tutta se stessa in un’interpretazione che si può solo definire memorabile. Un ruolo così non lo ritroverà più. Affleck gioca in understatement, la sua è un’interpretazione in sottrazione, e per quanto sfiguri di fronte alla crudeltà devastante e calcolatrice della Pike, la sua è una delle interpretazioni più credibili della sua carriera. Fincher mette in scena con l’abituale raffinatezza glaciale, gira scene di violenza e crudeltà tremende con il suo classico distacco e indugia anche nelle scene più truculente (la scena dello sgozzamento di Neil Patrick Harris è agghiacciante quanto indimenticabile). Ottimo come sempre il cast tecnico: fotografia ormai collaudata di Jeff Cronenweth e musiche tesissime di Trent Reznor e Atticus Ross. Uno dei migliori film dell’anno.
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no_data
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martedì 6 gennaio 2015
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fincher sempre in evoluzione
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Ho imparato che David Fincher sa essere mai scontato e banale.Gone girl è un film che una volta accese le luci alla fine della proiezione rimane nella sala e continua a martellarti nella testa .Essendo molto di più di un semplice Thriller Drammatico.
Amy e Nick sono sposati ormai da cinque anni e una mattina ,la dolce e bellissima Amy scompare.I sospetti ricadono quasi immediatamente sul marito e piano piano si scoprirà che "niente è ciò che sembra".
Il film va a scavare sempre di più nell'animo umano e nel subconscio.Vengono affrontati diversi temi :Il matrimonio ,La visione dei Media e la loro distorsione dei fatti.
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Ho imparato che David Fincher sa essere mai scontato e banale.Gone girl è un film che una volta accese le luci alla fine della proiezione rimane nella sala e continua a martellarti nella testa .Essendo molto di più di un semplice Thriller Drammatico.
Amy e Nick sono sposati ormai da cinque anni e una mattina ,la dolce e bellissima Amy scompare.I sospetti ricadono quasi immediatamente sul marito e piano piano si scoprirà che "niente è ciò che sembra".
Il film va a scavare sempre di più nell'animo umano e nel subconscio.Vengono affrontati diversi temi :Il matrimonio ,La visione dei Media e la loro distorsione dei fatti..).Quello che apparentemente nella prima ora di film sembra solo un caso semplice da risolvere si trasforma in una lotta psicologica per lo spettatore che non riesce a decidere come vedere i diversi personaggi.
La dolce ed innocente Amy inizilamente appare così come la vediamo,solo perchè la stiamo guardando da lontano pian piano che la telecamera di Fincher si avvicina scopriamo cosa vogliano dire quegli occhi.
Le interpretazioni sono fantastiche ,olte all'ormai affermato Ben Affleck ,troviamo Rosamund Pike che personalmente è stata una piacevolissima sorpresa.Mi aspettavo che Neil Patrick Harris avesse più scene,ma non per questo sono meno significative,si è confermato capace di interpretare ruoli drammatici e di sganciarsi completamente dal personaggio di Barney della celebre sit-com:How i met your mother.
Gone Girl però non è di certo un film perfetto ,ma è un film che rimane.
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mauridal
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domenica 11 gennaio 2015
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ti amo,ma ci odiamo quindi scompari
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Lui "Ti amo ma ci odiamo. Lei: è il matrimonio" ; ecco il senso del film Gone Girl- -L'amore bugiardo.
Il film del regista Fincher, noto per la sua vena noir , questa volta entra nella piaga della vita coniugale con una lama di taglierino e vi affonda pienamente anche a costo di ammazzare i due personaggi , un lui e una lei , i coniugi Nick ed Amy che da una vita matrimoniale di successo, finiscono in una paranoia individuale disastrosa per tutti, anche per gli attoniti spettatori che a stento riescono alla fine del film a credere sia possibile una vita di coppia, qualunque essa sia. Ecco questo messaggio è il merito di questo film , pur limitato e imbrigliato in una storia thriller ,psyco- hitchockiana.
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Lui "Ti amo ma ci odiamo. Lei: è il matrimonio" ; ecco il senso del film Gone Girl- -L'amore bugiardo.
Il film del regista Fincher, noto per la sua vena noir , questa volta entra nella piaga della vita coniugale con una lama di taglierino e vi affonda pienamente anche a costo di ammazzare i due personaggi , un lui e una lei , i coniugi Nick ed Amy che da una vita matrimoniale di successo, finiscono in una paranoia individuale disastrosa per tutti, anche per gli attoniti spettatori che a stento riescono alla fine del film a credere sia possibile una vita di coppia, qualunque essa sia. Ecco questo messaggio è il merito di questo film , pur limitato e imbrigliato in una storia thriller ,psyco- hitchockiana. Un merito che parte dalla considerazione che la relazione uomo -donna nella civiltà moderna occidentale è praticamente impossibile, senza rimetterci la pelle, almeno per uno della coppia. Quando la storia comincia a sovrapporsi ovvero, i due si sdoppiano in una lei paranoica maniaca e delirante ,e in un lui ,troppo “ resiliente” , allora il film prende una piega contorta nell'inseguire una incredibile vicenda di donna scomparsa che si costruisce un auto femminicidio pur di vedere il suo ex amato -odiato marito, morto, accusato di assassinio. Tralasciando la storia delle indagini, e tutto l'aspetto thriller poliziesco di genere americano, del film si apprezza l'aspetto rappresentato di una società post femminista, dove la donna americana pur al comando, e nel pieno potere sulla coppia, alla fine ne esce “scomparsa” ovvero perdente, rispetto anche ad un uomo-marito-compagno-amante, inesistente, dal sorriso ebete . Vari aspetti, si sovrappongono , dunque, non ultimo la sottolineata preponderante presenza nella vita quotidiana delle persone ,dei media, sotto forma del controllo che in america è totale dei network tv e dei social net, i quali finiscono per invadere e condizionare la vita. Le coppie entrano a cinema a braccetto , si esce con il sospetto, di non passare la notte tranquilli, guardandosi di traverso. Efficace e plausibile la Rosamund Pike come Emy ,più intronato Nick come personaggio.
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quintino98
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domenica 11 gennaio 2015
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eight, l'ottavo vizio capitale
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"L'amore bugiardo", il buon David non poteva trovare titolo più azzeccato alla sua nuova pellicola. Da considerare una vera e proprio innovazione in questo genere, un film a due teste, bicefalo appunto, nella prima ora un giallo nel vero senso della parola, un mistero annodato che Fincher riesce abilmente a sciogliere nel giro di un paio di scene e che ci spingerebbe a dare del misogino al regista di "The Social Network", ma nella restante ora e mezza ci troviamo catapultati in una sorta di dramma sociologico che condanna l'essere umano. Misoginia che si trasforma in misantropia, così parrebbe ma ci troviamo davanti a uno scontro tra due grandi interpreti che incarnano al meglio gli stereotipi della donna bellissima e manipolatrice e del uomo superficiale e semi-colpevole (la Pike va per la doppietta), ma non è altro che l'eterna lotta dei sessi.
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"L'amore bugiardo", il buon David non poteva trovare titolo più azzeccato alla sua nuova pellicola. Da considerare una vera e proprio innovazione in questo genere, un film a due teste, bicefalo appunto, nella prima ora un giallo nel vero senso della parola, un mistero annodato che Fincher riesce abilmente a sciogliere nel giro di un paio di scene e che ci spingerebbe a dare del misogino al regista di "The Social Network", ma nella restante ora e mezza ci troviamo catapultati in una sorta di dramma sociologico che condanna l'essere umano. Misoginia che si trasforma in misantropia, così parrebbe ma ci troviamo davanti a uno scontro tra due grandi interpreti che incarnano al meglio gli stereotipi della donna bellissima e manipolatrice e del uomo superficiale e semi-colpevole (la Pike va per la doppietta), ma non è altro che l'eterna lotta dei sessi. Un amore che in primo tempo era vissuto realmente come tale, ma con gli anni che passano purtroppo non dura a lungo ma si trasforma in una fastidiosa convivenza. A chi dare la colpa? Come sempre la risposta più semplice è quella giusta, ma chi ha detto che deve per forza essere semplice. Sarà lei che troppo per lui o è lui troppo poco per lei? Ennesima domanda da un milione di dollari che non può avere una risposta universale, ma a cui il regista e la sceneggiatrice cercano di dare una risposta in questa determinata storia. Fincher,lo sappiamo è Fincher, sempre una garanzia ed è un film da vedere senza ombra di dubbio, che ti tiene attaccato alla poltrona dal primo al centoquarantanovesimo minuto, che aprono e chiudono la pellicola allo stesso modo ma con il medesimo caschetto biondo che nel ultimo minuto si solleva e ci mostra quel volto bello e dannato. Dannato come quello di Kevin Spacey in Seven che viene rievocato nel momento in cui Amy nell'atto di "consegnarsi/riapparire" con il corpo insanguinato della sua ultima vittima, si spera. Affleck riveste quasi i panni di Brad Pitt che vorrebbe guardare dentro la scatola per sapere cosa contiene, ma per sua fortuna non riesce nel intento perché lo fa qualcuno al posto suo.
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redrose
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mercoledì 4 febbraio 2015
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gone girl (la ragazza andata via)
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Questa storia di tradurre i titoli dei film, equivocandone il senso e il contenuto, è proprio una brutta abitudine: il punto focale della storia non è un “amore bugiardo” (che suona proprio male e scontato) ma una donna che è scompare e non si può intitolare un film la cui trama è già nel titolo. Detto questo, non è facile comprendere nemmeno a distanza di tempo, se si tratta di una pellicola assurda e inverosimilmente confezionata ad arte, o di una perfetta macchina di genere impersonificata da una diabolica (e bellissima) Rosamund Pike.
L'amore bugiardo (2014), diretto da David Fincher è tratto dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn, subito divenuto best seller e trasposto per il cinema dallo scrittore stesso e devo ammettere che è un thriller ben fatto, ipnotico, dall’atmosfera cupa, dai colori ‘freddi’, diretto magistralmente e ben fotografato nella provincia americana, di cui riproduce vizi e virtù.
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Questa storia di tradurre i titoli dei film, equivocandone il senso e il contenuto, è proprio una brutta abitudine: il punto focale della storia non è un “amore bugiardo” (che suona proprio male e scontato) ma una donna che è scompare e non si può intitolare un film la cui trama è già nel titolo. Detto questo, non è facile comprendere nemmeno a distanza di tempo, se si tratta di una pellicola assurda e inverosimilmente confezionata ad arte, o di una perfetta macchina di genere impersonificata da una diabolica (e bellissima) Rosamund Pike.
L'amore bugiardo (2014), diretto da David Fincher è tratto dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn, subito divenuto best seller e trasposto per il cinema dallo scrittore stesso e devo ammettere che è un thriller ben fatto, ipnotico, dall’atmosfera cupa, dai colori ‘freddi’, diretto magistralmente e ben fotografato nella provincia americana, di cui riproduce vizi e virtù. La storia narra di una giovane coppia trasferitasi da poco in una piccola cittadina del Missouri da New York, Nick Dunne (Ben Affleck) e la moglie Amy (Rosamund Pike), che stanno attraversano un periodo difficile, con un matrimonio in crisi per via della difficoltà della donna ad abituarsi alla nuova esistenza e a causa di una vita a due sempre più inesistente. Ben Affleck ‘in ombra’ per gran parte del film, non può che essere un partner perfetto, con quel suo sguardo perso nel vuoto e questa volta quasi credibile nel ruolo del marito inetto e insensibile. (Mi dispiace ma a parte Argo non apprezzo granché le sue doti attoriali).
Il giorno del quinto anniversario di nozze, Amy scompare e il primo ad essere sospettato della sua scomparsa è proprio Nick che si troverà suo malgrado coinvolto in una fitta macchinazione di eventi. Amy lascerà in giro un diario fatto appositamente per essere trovato e preceduto da una serie di indizi e fatti che accuseranno inevitabilmente Nick, sospettato, così, del presunto omicidio della moglie. I media si accaniranno in maniera brutale su questa vicenda e di volta in volta i personaggi diventeranno preda e carnefice, scambiandosi i ruoli; ma chi sia veramente Nick, che non sa quasi nulla della moglie e chi sia Amy che scrive così tanto, non lo sapremo mai nemmeno vicini alla conclusione. Dire poi se si siano mai amati realmente rimane il mistero. Lo scontato e poco fantasioso tema delle bugie in amore, quello della coppia già fallita che fa finta di non esserlo e, quello dei ricatti i psicologici ed economici che molte volte un partner fa all'altro, sono solo degli spunti da cui partire per ordire un piano di vendetta che solo una mente malata può partorire. Amy non è bugiarda, e Gone Girl non si basa solo su delle menzogne che i due continuavano a dirsi, ma sul fatto che la stupenda e apparentemente perfetta mogliettina di Nick, sia inequivocabilmente una persona malvagia e spietata. E non basta l'assurdo teatro allestito contro il marito, non basta l'omicidio a sangue freddo dell’altro ex fidanzato (omicidio commesso per tornare a tormentare Nick credendo di averlo nuovamente in pugno), Gone Girl è la storia di una mente disturbata che ha come unico e grande scopo nella vita quello di dominare gli altri e fargli del male. E in questo senso il finale non vi lascerà delusi.. o forse si?! Magnetico e seduttivo.
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elgatoloco
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martedì 27 ottobre 2015
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fllm dello "svelamento"
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Raro che un film persegua(e realizzi poi però, soprattutto, il che è più importate...)lo"svelamento"quasi"calligrafico-analitico"della"realtà"come"Gone Girl": ogni sequenza mett in discussione non solo e non tanto la precedente, ma tutto l'impianto e il"plot"precedente, svelando altro, fino a un "end"tutt'altro che"happy", ma assolutamente aperto, "open end"diverssimo dal "mitico""Truman Show". Non vedo, francamente, nulla di hitchcokiano nel film, piuttosto originale nche rispetto alle opere di un Sodebergh o dei Coen-Brothers. Altro fine-realizzato-del film è , accanto allo smascheramento dell'"apparenza", quello del mito(Wasp)della"verità", del resto messo pesantemente in discussione dai"fatti": cfr, quale esempio"clou"la vicenda Lewinski negli anni Novanta e le menzogne processuali di Bill Clinton, allora presidente ma anche della"first lady"ora candidata alla presidenza(sic!Specialmente per quanto volevasi dimostrare) Hillary.
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Raro che un film persegua(e realizzi poi però, soprattutto, il che è più importate...)lo"svelamento"quasi"calligrafico-analitico"della"realtà"come"Gone Girl": ogni sequenza mett in discussione non solo e non tanto la precedente, ma tutto l'impianto e il"plot"precedente, svelando altro, fino a un "end"tutt'altro che"happy", ma assolutamente aperto, "open end"diverssimo dal "mitico""Truman Show". Non vedo, francamente, nulla di hitchcokiano nel film, piuttosto originale nche rispetto alle opere di un Sodebergh o dei Coen-Brothers. Altro fine-realizzato-del film è , accanto allo smascheramento dell'"apparenza", quello del mito(Wasp)della"verità", del resto messo pesantemente in discussione dai"fatti": cfr, quale esempio"clou"la vicenda Lewinski negli anni Novanta e le menzogne processuali di Bill Clinton, allora presidente ma anche della"first lady"ora candidata alla presidenza(sic!Specialmente per quanto volevasi dimostrare) Hillary... In certi punti si ha il sospetto, anche,che il film tenda a parafrasare l'affermazione lacaniana"La chose est sexuelle"ma, a ben vedere e riflettere, questo aspetto è e rimane comunque secondario rispetto alla messa in discussione totale del"velo d Maja. Interpreti efficaci, con notevole miglioramento anchedella resa scenica di Ben Afflek. El Gato
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lunedì 30 novembre 2015
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amaro
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Quella di Nick e Amy Dunn può sembrare banalissima una storia d'amore che inizia come molte altre: relazione perfetta, matrimonio perfetto... ma quando i due decidono di convolare a nozze le loro vite si fanno sempre più dure: a causa della crisi, perdono entrambi i loro lavori, e sono costretti ad abbandonare New York per trasferirsi nel Missouri, terra natale di Nick, dove può prendersi cura della madre in punto di morte e lavorare nel bar insieme alla sua affiatata sorella. Col passare del tempo, nel segreto del matrimonio, i mostri prendono forma: indifferenza, infedeltà, odio, rivalsa. Fino a sconfinare in una tragedia senza fine.
Lontano dall'essere un film costruito per il grande pubblico, confezionato da usa e getta, "L'amore bugiardo" presenta già da subito un trama corposa e costruita senza minima imperfezione.
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Quella di Nick e Amy Dunn può sembrare banalissima una storia d'amore che inizia come molte altre: relazione perfetta, matrimonio perfetto... ma quando i due decidono di convolare a nozze le loro vite si fanno sempre più dure: a causa della crisi, perdono entrambi i loro lavori, e sono costretti ad abbandonare New York per trasferirsi nel Missouri, terra natale di Nick, dove può prendersi cura della madre in punto di morte e lavorare nel bar insieme alla sua affiatata sorella. Col passare del tempo, nel segreto del matrimonio, i mostri prendono forma: indifferenza, infedeltà, odio, rivalsa. Fino a sconfinare in una tragedia senza fine.
Lontano dall'essere un film costruito per il grande pubblico, confezionato da usa e getta, "L'amore bugiardo" presenta già da subito un trama corposa e costruita senza minima imperfezione. Tende a sconfinare nel poliziesco, ma è ben lungi dall'esserlo: l'ottima sceneggiatura, pulita e senza tante scemenze, e la trama ricca di suspense, lo rendono un film che ti entra dritto nello stomaco.
I punti messi in gioco sono ferocemente ironici ma che in maniera tragicamente grottesca e celatamente polemica, descrivono delle realtà: le debolezze umane, l'invidia, la spettacolarizzazione delle tragedie, la società delle apparenze e dei buoni sentimenti, il matrimonio sbagliato, le relazioni pericolose. La stessa storia è fortemente nichilista: servito come un piatto freddo e crudo, il film è amorale, spietato e senza un minimo barlume di speranza o cenno di lieto fine, dove tutto è concesso per un determinato fine. In una crudezza che ti commuove e ti lascia addosso un senso di abbandono e brivido glaciale, il film da numerosi spunti di riflessione su molti aspetti fondamentali ma che vengono trascurati nella nostra esistenza: mille volte preferibile a tutta la spazzatura impegnata, in particolar modo prodotta da registi di casa nostra, che cerca di farti riflettere a ogni costo ma lascia solo tanta noia e sconforto.
Ben Affleck è granitico, solido e ineccepibile, anche se non al massimo; Rosamund Pike, bellissima come sempre, lontana dall'essere la femme fatale al fianco di Brosnan in 007, ma anzi, ad essere sincero, anche meglio da come l'abbiamo sempre vista; Emily Ratajkowski, inconsistente e inesistente, e sono contento che l'abbiano messa in secondo piano, altrimenti avrei spento subito la tv; Neil Patrick Harris, magistrale, incredibilmente improbabile perché ormai non gli si può scrollare di dosso la sua veste di Barney Stinson ma è inaspettatamente glaciale, anche se la sua recitazione non fa faville.
Le uniche note negative che riconosco è la lunghezza eccessiva del film, anche se tuttavia, stranamente, non si dilunga su particolari e minuzie. Per il resto, ottimo e più che consigliato.
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elvira del guercio
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lunedì 29 dicembre 2014
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gone girl: the amazing fincher's coming back!
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Sì, dopo quasi tre anni di trepidante attesa (omettendo i primi due episodi della serie "House of Cards"), possiamo finalmente declamare il ritorno del nostro benamato David Fincher! Un glorioso ritorno, a mio avviso: d'altra parte, il suo ultimo thriller ha già ottenuto ben quattro nomination per i Golden Globes e, il premio per la miglior regia non sembra essere lontano.
Il film, agli occhi dell'inconsapevole spettatore, sembra giocare sul cammino nel subconscio di Nick Dunne, scrittore fallito che nel giorno del quinto anniversario di matrimonio con la bellissima ed inafferabile Amy Elliot Dunne, si rende conto, tornando a casa dal lavoro, che sua moglie è scomparsa.
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Sì, dopo quasi tre anni di trepidante attesa (omettendo i primi due episodi della serie "House of Cards"), possiamo finalmente declamare il ritorno del nostro benamato David Fincher! Un glorioso ritorno, a mio avviso: d'altra parte, il suo ultimo thriller ha già ottenuto ben quattro nomination per i Golden Globes e, il premio per la miglior regia non sembra essere lontano.
Il film, agli occhi dell'inconsapevole spettatore, sembra giocare sul cammino nel subconscio di Nick Dunne, scrittore fallito che nel giorno del quinto anniversario di matrimonio con la bellissima ed inafferabile Amy Elliot Dunne, si rende conto, tornando a casa dal lavoro, che sua moglie è scomparsa. La donna è come se fosse morta, non ha lasciato alcuna traccia se non qualche indizio che la coppia si divertiva ad utilizzare come espediente per l'annuale caccia al tesoro organizzata per l'anniversario. Si percepisce la sua anima, ma dov'è la mitica Amy?
Fincher ci offre un efficace quadro sublimato della coppia perfetta, così idealmente assortiti da non preoccuparsi di nient'altro che di apparire vicendevolmente ciò che in realtà non si è; ma, nel momento in cui vediamo emergere i veri Nick e Amy Dunne, che devono necessariamente affrontare la realtà e i problemi legati al matrimonio, vediamo nascere le controversie, le liti, anche feroci, e il venir meno della sincerità fondante di ogni relazione. Perfezionista e genio della suspence, Fincher rasmette un'inquietudine tipica del grande thriller hitchcockiano, attraverso la genialità della scenografia, volutamente isolata e, in un certo senso, remota in cui domina quel senso di dispersione che vediamo albergare anche nella psiche della piccola Amy, dal momento in cui è stata costretta a lasciare New York per mancanza di denaro. Vorrei soffermarmi maggiormente sul personaggio di Amy, ma dovrei involontariamente fare dello spoiler e dunque mi limiterò a dire quanto la bravissima e affascinante Rosamund Pike abbia colto il tormentato e sofferente animo della donna e quanto brillantemente sia riuscita a trasfigurarlo; lo spettatore ne rimarrà completamente stregato. Nel feticismo verso l'attenzione ai particolari ed al dettaglio, Fincher ricalca Kubrick, se consideriamo la meticolosità dello sviluppo dell'intreccio e nella maestria nel dirigere si ritrova moltissimo Christopher Nolan con il quale, a mio avviso, si troverà a competere agli Oscars.
Film da Oscar, un capolavoro di cui certamente si parlerà per molto, come il precedente e ugualmente magnifico The Social Network; David Fincher non smette mai di sorprenderci, ed al giorno d'oggi i registi che non si accontentano sono pochi. Gone Girl è l'emblema della felicità matrimoniale distrutta dall'inganno e il tradimento, del calore domestico ormai non più percepito per il continuo voler soggiogarsi: la testimonianza delle debolezze umane e della fragilità dell'amore.
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marezia
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martedì 30 dicembre 2014
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magistrale fotografia dell'animo umano
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Premettendo che non svelerò più di tanto la trama perché la ritengo SEMPRE una cosa NEGATIVA per lo spettatore, mi preme sottolineare in via preliminare come questa pellicola sia molto meno paradossale di quanto non sembri: la psicopatia è di molti, di troppi e i casi di cronaca abbondano anche nelle ultime ore... Personalità fragili per alcuni (non per me), forti per altri ma INFANTILI E NARCISISTE tanto da imporre (anche a se stesse ma da dominatrici) LA LUSINGA E L'OBBEDIENZA quali unica condizione: prendere o lasciare. Nel film si uccide; nella vita a volte sì, altre no ma con lo stesso MALATO EGOCENTRISMO. Debolezza e forza MALVAGIA E MALEFICA; compromesso di fronte a chi non sa e, tutto sommato, è meglio che non sappia: questo è quello che la scheda non evidenzia abbastanza.
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Premettendo che non svelerò più di tanto la trama perché la ritengo SEMPRE una cosa NEGATIVA per lo spettatore, mi preme sottolineare in via preliminare come questa pellicola sia molto meno paradossale di quanto non sembri: la psicopatia è di molti, di troppi e i casi di cronaca abbondano anche nelle ultime ore... Personalità fragili per alcuni (non per me), forti per altri ma INFANTILI E NARCISISTE tanto da imporre (anche a se stesse ma da dominatrici) LA LUSINGA E L'OBBEDIENZA quali unica condizione: prendere o lasciare. Nel film si uccide; nella vita a volte sì, altre no ma con lo stesso MALATO EGOCENTRISMO. Debolezza e forza MALVAGIA E MALEFICA; compromesso di fronte a chi non sa e, tutto sommato, è meglio che non sappia: questo è quello che la scheda non evidenzia abbastanza. La magia del film è tutta qui, supportata da una regia IMPECCABILE e una sceneggiatura AVVINCENTE. DA VEDERE E RIVEDERE. Da Oscar e omologhi europei.
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[+] cmq non hai parlato del film...
(di luanaa)
[ - ] cmq non hai parlato del film...
[+] come molti solo io, cara luana
(di marezia)
[ - ] come molti solo io, cara luana
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