mickey97
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lunedì 29 dicembre 2014
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un film ben congegnato, peccato solo per il finale
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Un thriller dal tono amaro e surreale che vede protagonista una coppia, quella di Nick ed Amy, la quale scoppiando di giorno in giorno arriva al deciso punto di rottura che induce lei ad architettare il piano tipico di una psicopatica. Nick Dunne adesso si ritrova tempestato dai mass-media ed è entrato a far parte di una bufera da cui è difficile uscire mentre sua moglie ( comunemente nota " la stronza coi soldi" ) ci mette conoscenza del suo folle piano, descrivendoci i dettagli. Il film così instaura un ottimo ritmo che tiene alta l'attenzione dello spettatore, la trama è ben articolata, il tutto è ben congegnato sino a quando non si arriva ad un finale incomprensibile allo spettatore.
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Un thriller dal tono amaro e surreale che vede protagonista una coppia, quella di Nick ed Amy, la quale scoppiando di giorno in giorno arriva al deciso punto di rottura che induce lei ad architettare il piano tipico di una psicopatica. Nick Dunne adesso si ritrova tempestato dai mass-media ed è entrato a far parte di una bufera da cui è difficile uscire mentre sua moglie ( comunemente nota " la stronza coi soldi" ) ci mette conoscenza del suo folle piano, descrivendoci i dettagli. Il film così instaura un ottimo ritmo che tiene alta l'attenzione dello spettatore, la trama è ben articolata, il tutto è ben congegnato sino a quando non si arriva ad un finale incomprensibile allo spettatore. La moglie ritorna dal marito piena di sangue dopo aver sgozzato un uomo, il caso viene risolto nel giro di niente dopo una versione dei fatti tutt'altro che coerente e lui come se niente fosse ritorna con lei solo perchè aspetta un figlio. Comunque The Gone Girl è davvero un ottimo film, è fatto bene e poi nonostante la sua durata considerevole ti coinvoilge a dovere per non parlare poi della magistrale interpretazione di Rosamund Pike e Ben Affleck. L'amore Bugiardo ha tutti i connotati di un thriller, il quale poteva risultare un capolavoro se solo il finale fosse stato diverso ma resta di gran lunga superiore rispetto agli altri.
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mareincrespato70
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mercoledì 22 luglio 2015
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amore diabolico, matrimonio bugiardo
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Film sontuoso nella sua costruzione ad orologeria, atmosfere e archetipi hitchcockiani, ma senza perdere in originalità e ritmo narrativo, ribaltamenti e colpi di scena, quello che sembra non è quello che è. David Fincher,( regista di Seven, Zodiac, Fight Club, Uomini che odiano le donne, The Social Network) , firma una delle sue perle più preziose, una delle sue opere più afffascinanti e avvincenti, uno dei film più belli che ho visto negli ultimi tempi.
Ancora una volta protagonista un Ben Affleck in stato di grazia, affiancato da una superlativa, glacialmente passionale Rosemund Pike, davvero nella parte, tutt'uno con un personaggio che non sarà facile dimenticare.
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Film sontuoso nella sua costruzione ad orologeria, atmosfere e archetipi hitchcockiani, ma senza perdere in originalità e ritmo narrativo, ribaltamenti e colpi di scena, quello che sembra non è quello che è. David Fincher,( regista di Seven, Zodiac, Fight Club, Uomini che odiano le donne, The Social Network) , firma una delle sue perle più preziose, una delle sue opere più afffascinanti e avvincenti, uno dei film più belli che ho visto negli ultimi tempi.
Ancora una volta protagonista un Ben Affleck in stato di grazia, affiancato da una superlativa, glacialmente passionale Rosemund Pike, davvero nella parte, tutt'uno con un personaggio che non sarà facile dimenticare.
Scene da un matrimonio anni 2000 o 2.0, con tutti gli ingredienti del genere thriller che ingigantiscono fantasmagoricamente angoscie, passioni e tormenti di coppia: sullo sfondo l'America della crisi, dell'occupazione precaria, del ritrovarsi senza lavoro, con la paura della vita che si rispecchia nel timore dell'altro, ormai altro da sé, nonostante meccanismi di coppia che apparivano consolidati, con un matrimonio che diventa gabbia dorata o rifugio (da sè stessi?) , ma scordatevi la sicurezza e la pace del focolare.
Gone Girl è un film dei nostri tempi, con il contorno distorsivo delle invasioni mediatiche di questi anni, dove la privacy è un optional e dove non si è mai soli, nemmeno in casa propria. e dove angoscia e solitudine altrui, al netto delle apparenze propagandate, sono spesso nutrimento della morbosità di un pubblico ipocrita che ama la rimozione per scacciare “solo” i propri fantasmi quotidiani. Insomma Gone Girl: attraverso il matrimonio l'Amore forse non è bugiardo, ma diabolico sicuramente, e l'innocenza diventa colpevolezza condivisa per andare avanti, malgrado tutto, sul filo del rasoio. Passioni diabolicamente intrecciate, direi. Più che un film, almeno due Storie in una.
Se potete, compratevi il dvd. Meritato campione d'incassi negli States.
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eugenio
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lunedì 15 dicembre 2014
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nessuno è innocente
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Ma io non capisco… perché ci tieni tanto? Si’, io ti amo,ma siamo riusciti solo a odiarci e dominarci a vicenda, facendoci molto male, perché? // Si chiama matrimonio. Questo uno dei tanti dialoghi concitati tra di due protagonisti del nuovo film di Fincher.
Contestualizziamo: giorni nostri. Due giovani,belli,ammirati, intelligenti e borghesi, Amy (Rosamund Pike, ex bond girl) e Nick (Ben Affleck,ex Argo man), si conoscono a una festa ed è subito amore. Scrittore creativo lui, plurilaureata dal passato oscuro lei ora casalinga paranoica, conoscono crisi e ostilità dopo il fatidico 2008. Sacrifici della famiglia e soldi derivanti da un fondo (di lei) spingono i due a causa del licenziamento dalle rispettive redazioni e all’abbandono delle reciproche aspirazioni, a lasciare la ricca New York per il ritorno a North Carthirdge, paese natale di lui nel Missouri.
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Ma io non capisco… perché ci tieni tanto? Si’, io ti amo,ma siamo riusciti solo a odiarci e dominarci a vicenda, facendoci molto male, perché? // Si chiama matrimonio. Questo uno dei tanti dialoghi concitati tra di due protagonisti del nuovo film di Fincher.
Contestualizziamo: giorni nostri. Due giovani,belli,ammirati, intelligenti e borghesi, Amy (Rosamund Pike, ex bond girl) e Nick (Ben Affleck,ex Argo man), si conoscono a una festa ed è subito amore. Scrittore creativo lui, plurilaureata dal passato oscuro lei ora casalinga paranoica, conoscono crisi e ostilità dopo il fatidico 2008. Sacrifici della famiglia e soldi derivanti da un fondo (di lei) spingono i due a causa del licenziamento dalle rispettive redazioni e all’abbandono delle reciproche aspirazioni, a lasciare la ricca New York per il ritorno a North Carthirdge, paese natale di lui nel Missouri. Nick impiega i soldi per aprire un Bar “The Bar”, lei divora libri e appare atona e priva di amicizie, tutta casa e famiglia.
Passano cinque anni. Improvvisamente, così si apre il film, Amy scompare misteriosamente e,ovviamente, il marito diventa il sospettato numero uno della sua sparizione. Le analisi effettuate dai detective provano la presenza del sangue della dolce mogliettina in salotto, in cucina, addirittura in un attizzatoio del camino, dove verrà trovato, ancora non completamente bruciato, il suo diario, contenente terribili segreti sulla relazione delle coppia. Emerge la violenza che “lui” a detta di “lei” le avrebbe arrecato, continua con la presunta maternità di lei, prosegue in un distorto gioco di specchi per le allodole atto a confondere media,vicini,polizia.
Ed il je-accuse è evidente: Nick è il capro espiatorio, colpevole di essere responsabile della sparizione della moglie. Resta da capire se l’ha uccisa forse preda di un raptus omicida. Lo crede il poliziotto, collega della detective che segue le indagini, lo credono i media pronti a giocare con l’intimità di cronaca di ciascuna famiglia esaltando lo scheletro dell’armadio reconditamente nascosto spingendo quasi a confessare atti mai commessi declinando l’accusato ad una strenua quanto difficile difesa.
Ma veniamo a Nick. Anche lui non è quello stinco di santo che vuol far credere come lo spettatore avrà modo di comprendere dal suo comportamento tutt’altro che cristallino, figlio anche di una situazione familiare ovviamente non stabile (il padre ora ricoverato in una casa di cura abbandonò la madre) dove la sorella, sola, dà quasi sé stessa (si indebita per pagare un prezioso avvocato al processo) per sostenere l’unico lembo di famiglia non ancora rovinato dal destino.
David Fincher ci mancava. Suoi sono i tanti thriller famosi del 2000 (come dimenticare le vicende del killer dello Zodiaco oppure il claustrofobico contenuto della stanza chiusa della Panic Room?) ma anche lo spietato Seven del 1995 mostrava al pubblico la natura perversa del gioco degli scacchi dei sentimenti umani sottoforma di vizi capitali.
Qui il cineasta pare comporre un gioco di specchi, frammentario e sfuggente, un noir sulla vita di coppia che si inserisce nel contesto di un’unione familiare precaria e malata. Si diverte Fincher, pare quasi di vederlo dietro la macchina da presa, a seminare falsi indizi nella prima parte, ad imbastire l’intera commedia con sapienti flash-back su Amy e Nick (inclusi i loro assai frequenti rapporti sessuali), sulla felicità della presunta coppia per poi a metà rovesciare completamente ogni assunto, realizzando quasi un altro film, indipendente e dalle tematiche assai più psicologiche.
Si instaura quindi un meccanismo ben noto in cui lo spettatore ha la possibilità di studiare i comportamenti e le azioni che scorrono in parallelo di Amy e Nick: quello che prima era sospetto, diventa realtà, tradimento e poi rimorso in un tourbillon di doppi-giochi, travestimenti e precisa quanto efferata volontà di fare del male alla persona amata che sembra la costante della nuova frontiera del thriller alla Fincher.
Abbiamo ancora ben presente l’orrido contrappasso di Seven. Ebbene anche in Gone Girl il presupposto è simile: la vera sorpresa non sta nella precisione chirurgica e nella fotografia ridondante fatta di elementi asettici, privati e dell’ardore della quintessenza mediatica oppure nella scomparsa dell’ “innocente” Amy quanto nel gioco di ombre orchestrato per vibrare al cuore della vittima e farlo soffire senza pietà fino a ucciderlo (cosa che “l’amante di Proust” conoscerà a sue spese).
Si assiste in buona sostanza a un thriller esistenziale dove la violenza domestica, figlia delle ostilità sociali, dell’arrivismo malato, della concezione distorta di un amore che è solo appagamento sessuale fisico, ammala la propria identità. Amy diviene una novella Novak di Hitchock, Nick, un bastardo puttaniere affettivamente provato.
I due sono oramai persi da tempo, inutile attendere la sparizione dei famosi cinque anni, i loro spiriti corrotti dal crudele gioco del mondo, sono stati piegati dalla perversione e dalla rapacità.
E non si sa se questo uccida i sentimenti più di una lama di rasoio alla gola.
Dal best seller di Gillian Flynn (che ne è anche sceneggiatrice) nelle sale dal 18 dicembre.
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ralphscott
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martedì 6 gennaio 2015
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una commedia?!
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Quando lessi per la prima volta qualche riga a proposito di questo film pensai che definirlo commedia fosse stato un refuso. Ripensandoci a posteriori l'idea non é del tutto campata in aria. Questo gradevole,curioso film é sfuggente. Comincia con un tono un po' dimesso,che lascia perplessi. Un thriller che non si prende mai del tutto sul serio,a cominciare da Affleck:sornione,quasi svogliato. La pesante presenza dei media,le telecamere ovunque e persino il comitato istituito per la scomparsa della ragazza rendono il tutto surreale,almeno agli occhi di chi americano non é. La vicenda coinvolge ed accelera man mano che spiana le sue imprevedibili pieghe.
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Quando lessi per la prima volta qualche riga a proposito di questo film pensai che definirlo commedia fosse stato un refuso. Ripensandoci a posteriori l'idea non é del tutto campata in aria. Questo gradevole,curioso film é sfuggente. Comincia con un tono un po' dimesso,che lascia perplessi. Un thriller che non si prende mai del tutto sul serio,a cominciare da Affleck:sornione,quasi svogliato. La pesante presenza dei media,le telecamere ovunque e persino il comitato istituito per la scomparsa della ragazza rendono il tutto surreale,almeno agli occhi di chi americano non é. La vicenda coinvolge ed accelera man mano che spiana le sue imprevedibili pieghe. Mi ha colpito la trasformazione di Rosamund Pike:da fatale,sofisticata bellezza ad una sorta di brutta copia di Bridget Jones. Il trucco fa (e disfa) miracoli.
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valerypto
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venerdì 19 dicembre 2014
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gone girl? gone fincher
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Una trama eccezionale, buone le interpretazione soprattutto quella di Rosamund Pike e Ben Affleck è azzeccato per quel viso poco credibile e spaesato ma: la durata qui è un fattore importante perchè a differenza di Zodiac(filmone che Fincher ha dovuto raccontare per come le cose sono andate) il finale e alcuni punti non tornano, ad esempio il figlio della quale è incinta di chi è? Se ha detto agli agenti che era stata legata al letto dove ha preso il taglierino? Il film analizza tematiche e più che altro è la trasposizione del concetto formulato da Mandeville agl'inizi del '700 ne "La favola delle api: ovvero vizi privati, pubbliche virtù": la sociopatia nell'accezione tecnica del termine, vale a dire il comportarsi in maniera diversa e/o falsa a seconda della propria esposizione, e anche la montatura eccessiva dei media, giornalisti che a costo di avere un servizio sono capaci di metterti contro l'intero popolo, quindi una forte critica al mondo malato dei media! La fotografia assomiglia molto a quella di House Of Cards, ottima la scena spatter che si avvicina ad un horror con le musiche in sottofondo! Il finale? Il finale è deludente, cioè 110 minuti ti tiene sospeso, resti nel dubbio e con quel finale in cui ci sono incongruenze e passaggi che non tornano i due protagonisti dimenticano tutto Il Macello che hanno creato e si ricongiungono? Poco credibile, come sono credibili le presunte violenze subite da Amy Dunne da parte del marito, quanto una banconota da 2,5 euro, sia sulla pagina che, inevitabilmente, sullo schermo.
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Una trama eccezionale, buone le interpretazione soprattutto quella di Rosamund Pike e Ben Affleck è azzeccato per quel viso poco credibile e spaesato ma: la durata qui è un fattore importante perchè a differenza di Zodiac(filmone che Fincher ha dovuto raccontare per come le cose sono andate) il finale e alcuni punti non tornano, ad esempio il figlio della quale è incinta di chi è? Se ha detto agli agenti che era stata legata al letto dove ha preso il taglierino? Il film analizza tematiche e più che altro è la trasposizione del concetto formulato da Mandeville agl'inizi del '700 ne "La favola delle api: ovvero vizi privati, pubbliche virtù": la sociopatia nell'accezione tecnica del termine, vale a dire il comportarsi in maniera diversa e/o falsa a seconda della propria esposizione, e anche la montatura eccessiva dei media, giornalisti che a costo di avere un servizio sono capaci di metterti contro l'intero popolo, quindi una forte critica al mondo malato dei media! La fotografia assomiglia molto a quella di House Of Cards, ottima la scena spatter che si avvicina ad un horror con le musiche in sottofondo! Il finale? Il finale è deludente, cioè 110 minuti ti tiene sospeso, resti nel dubbio e con quel finale in cui ci sono incongruenze e passaggi che non tornano i due protagonisti dimenticano tutto Il Macello che hanno creato e si ricongiungono? Poco credibile, come sono credibili le presunte violenze subite da Amy Dunne da parte del marito, quanto una banconota da 2,5 euro, sia sulla pagina che, inevitabilmente, sullo schermo. Di conseguenza, se è proprio la credibilità della protagonista a vacillare, l’effetto sorpresa decade.Un buon film nè più nè meno!
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[+] rimane un brutto film
(di gattonero)
[ - ] rimane un brutto film
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(di no_data)
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(di dystopia)
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