Questa storia di tradurre i titoli dei film, equivocandone il senso e il contenuto, è proprio una brutta abitudine: il punto focale della storia non è un “amore bugiardo” (che suona proprio male e scontato) ma una donna che è scompare e non si può intitolare un film la cui trama è già nel titolo. Detto questo, non è facile comprendere nemmeno a distanza di tempo, se si tratta di una pellicola assurda e inverosimilmente confezionata ad arte, o di una perfetta macchina di genere impersonificata da una diabolica (e bellissima) Rosamund Pike.
L'amore bugiardo (2014), diretto da David Fincher è tratto dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn, subito divenuto best seller e trasposto per il cinema dallo scrittore stesso e devo ammettere che è un thriller ben fatto, ipnotico, dall’atmosfera cupa, dai colori ‘freddi’, diretto magistralmente e ben fotografato nella provincia americana, di cui riproduce vizi e virtù. La storia narra di una giovane coppia trasferitasi da poco in una piccola cittadina del Missouri da New York, Nick Dunne (Ben Affleck) e la moglie Amy (Rosamund Pike), che stanno attraversano un periodo difficile, con un matrimonio in crisi per via della difficoltà della donna ad abituarsi alla nuova esistenza e a causa di una vita a due sempre più inesistente. Ben Affleck ‘in ombra’ per gran parte del film, non può che essere un partner perfetto, con quel suo sguardo perso nel vuoto e questa volta quasi credibile nel ruolo del marito inetto e insensibile. (Mi dispiace ma a parte Argo non apprezzo granché le sue doti attoriali).
Il giorno del quinto anniversario di nozze, Amy scompare e il primo ad essere sospettato della sua scomparsa è proprio Nick che si troverà suo malgrado coinvolto in una fitta macchinazione di eventi. Amy lascerà in giro un diario fatto appositamente per essere trovato e preceduto da una serie di indizi e fatti che accuseranno inevitabilmente Nick, sospettato, così, del presunto omicidio della moglie. I media si accaniranno in maniera brutale su questa vicenda e di volta in volta i personaggi diventeranno preda e carnefice, scambiandosi i ruoli; ma chi sia veramente Nick, che non sa quasi nulla della moglie e chi sia Amy che scrive così tanto, non lo sapremo mai nemmeno vicini alla conclusione. Dire poi se si siano mai amati realmente rimane il mistero. Lo scontato e poco fantasioso tema delle bugie in amore, quello della coppia già fallita che fa finta di non esserlo e, quello dei ricatti i psicologici ed economici che molte volte un partner fa all'altro, sono solo degli spunti da cui partire per ordire un piano di vendetta che solo una mente malata può partorire. Amy non è bugiarda, e Gone Girl non si basa solo su delle menzogne che i due continuavano a dirsi, ma sul fatto che la stupenda e apparentemente perfetta mogliettina di Nick, sia inequivocabilmente una persona malvagia e spietata. E non basta l'assurdo teatro allestito contro il marito, non basta l'omicidio a sangue freddo dell’altro ex fidanzato (omicidio commesso per tornare a tormentare Nick credendo di averlo nuovamente in pugno), Gone Girl è la storia di una mente disturbata che ha come unico e grande scopo nella vita quello di dominare gli altri e fargli del male. E in questo senso il finale non vi lascerà delusi.. o forse si?! Magnetico e seduttivo.
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