domovies
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lunedì 17 dicembre 2012
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ritorno alla terra di mezzo
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Tutte le scoperte sono inedite e, in quanto tali, anche (emozionalmente) irripetibili.
Se vale questa tesi, confrontare Lo Hobbit alla precedente trilogia del Signore degli Anelli varrebbe come a chiedersi se Cristoforo Colombo, abbia provato o meno le stesse identiche emozioni all'avvistamento della Terra Ferma nel suo secondo viaggio verso le Americhe.
Navigando nel mare della settima arte, molti di noi hanno conosciuto, circa un decennio fa, il più grande Mondo Epico dell'era moderna ed oggi, con Lo Hobbit, possono farvi ritorno pur certi di non poter più rivivere l'emozioni proprie di una Rivelazione. Del resto, l' Epos de Lo Hobbit ha un meccanismo diverso, meno poema e più racconto , e tuttavia il regista-Demiurgo neozelandese mostra di aver compreso che nonostante il carattere quasi fiabesco, la storia di Bilbo Baggins è solo una lente di ingrandimento su un corpus mitologico così vasto da non poter essere sempre visibile in un solo romanzo.
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Tutte le scoperte sono inedite e, in quanto tali, anche (emozionalmente) irripetibili.
Se vale questa tesi, confrontare Lo Hobbit alla precedente trilogia del Signore degli Anelli varrebbe come a chiedersi se Cristoforo Colombo, abbia provato o meno le stesse identiche emozioni all'avvistamento della Terra Ferma nel suo secondo viaggio verso le Americhe.
Navigando nel mare della settima arte, molti di noi hanno conosciuto, circa un decennio fa, il più grande Mondo Epico dell'era moderna ed oggi, con Lo Hobbit, possono farvi ritorno pur certi di non poter più rivivere l'emozioni proprie di una Rivelazione. Del resto, l' Epos de Lo Hobbit ha un meccanismo diverso, meno poema e più racconto , e tuttavia il regista-Demiurgo neozelandese mostra di aver compreso che nonostante il carattere quasi fiabesco, la storia di Bilbo Baggins è solo una lente di ingrandimento su un corpus mitologico così vasto da non poter essere sempre visibile in un solo romanzo. Ed ecco che, sicuramente incoraggiato anche da spinte commerciali, egli lo dilata, introduce elementi narrativi inediti spesso originali, ma sempre perfettamente plausibili con l'universo Tolkieniano. Non solo. Nella prima parte del film, Jackson realizza il vero senso del suo lavoro: indugia sullo "status domestico" in cui Bilbo viene disturbato, non solo per giocare di contrasto con la parte più avventurosa del film , ma soprattutto per chiarire che se la partenza è importante quanto l'arrivo, lo è ancor di più lo stato che la precede. Riflettiamo un attimo. La dimora per Bilbo coincide con le proprie sicurezze e la propria esistenza talvolta espressa sotto forma di una ritualità lenta, abitudinaria, forse noiosa ma rasserenante. Ma è proprio grazie a questa condizione irrinunciabile che Egli comprende fino in fondo il desiderio dei Nani di riappropriarsi della loro Casa e decide di accompagnarli anche a costo della propria vita. Non è la possibilità di diventar ricco che lo chiama all'avventura. Gia lo è. E l'amore per le "proprie cose", per la contea, per la calda, confortevole e luminosa caverna, che gli permette di compatire la sorte del popolo nanico con una generosità altissima , quasi religiosa.
Il film non è che il racconto meraviglioso di questa catarsi al contrario ed anche la presenza dell' inquietante Azog (preso in prestito dagli annali scritti da Tolkien) viene asservita con qualche rischiosa licenza a questo percorso interiore, offrendo al "lato Tuc" di Bilbo l'occasione ardita per emergere da quella lotta interiore non tanto diversa dal dualismo che lacera la creatura Gollum.
Appare probabile che anche Jackson abbia faticato interiormente tra le sue molteplici anime visionarie, e sarebbe da sciocchi non pensare che alcuni passaggi risultino perlomeno discutibili o, forse, un tantino sbilanciati, ma alla fine di questa prima tappa gli dobbiamo riconoscere il tentativo (riuscito) di aver salvato il topos Tolkieniano. I paesaggi (meravigliosi) cambiano, la contea si allontana alle spalle ed è molto probabile che , chi vorrà accompagnare lo scass...hobbit fino alla fine di questa storia, dopo non sarà più lo stesso.
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mystic
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giovedì 3 gennaio 2013
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jackson è il vero eroe della terra di mezzo
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Prima dell'uscita de "La compagnia dell'anello" nessuno avrebbe giurato che Peter Jackson sarebbe diventato una celebrità a tal punto da iniziare una seconda trilogia con le stesse ambizioni della prima, e probabilmente nemmeno il regista neozelandese osava aspettarselo. Ma i sogni a volte diventano una splendida realtà. In questo primo capitolo della trilogia dedicata a "Lo Hobbit", un libro che Tolkien scrisse prima di dedicarsi alla ben più conosciuta saga dell'anello e che vantava un centinaio scarso di pagine, Bilbo Baggins (Freeman), accompagnato dalla compagnia dei nani guidata da Thorin (Armitage)e da Gandalf (McKellen), cerca di aiutare gli amici alla conquista di Erebor, la città dei nani tenuta sotto scacco dal drago Smaug.
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Prima dell'uscita de "La compagnia dell'anello" nessuno avrebbe giurato che Peter Jackson sarebbe diventato una celebrità a tal punto da iniziare una seconda trilogia con le stesse ambizioni della prima, e probabilmente nemmeno il regista neozelandese osava aspettarselo. Ma i sogni a volte diventano una splendida realtà. In questo primo capitolo della trilogia dedicata a "Lo Hobbit", un libro che Tolkien scrisse prima di dedicarsi alla ben più conosciuta saga dell'anello e che vantava un centinaio scarso di pagine, Bilbo Baggins (Freeman), accompagnato dalla compagnia dei nani guidata da Thorin (Armitage)e da Gandalf (McKellen), cerca di aiutare gli amici alla conquista di Erebor, la città dei nani tenuta sotto scacco dal drago Smaug.
Comunque sia, e su questo molti avranno da ridire, "Lo Hobbit-un viaggio inaspettato" assume pienamente i caratteri di un prequel meravigliosamente riuscito che fa vergognare coloro che con scetticismo hanno atteso l'uscita del kolossal anche dopo l'abbandono di Del Toro. Del cast fanno parte attori straordinari: Ian McKellen, Richard Armitage e Cate Blanchett, ma anche Cristopher Lee in un suggestivo cameo. Ma questo è il film di Martin Freeman, quel condensato di sedentarietà e paura, un piccolo eroe anticonvenzionale (come lo era Frodo), ma anche di Andy Serkis, un attore mai degnamente ripagato per quelle sue straordinarie interpretazioni di Gollum. E sono proprio questi due a regalarci il momento più alto dell'opera, ossia il duello a suon di indovinelli alle Montagne Nebbiose, un momento puro ed elegante, uno straordinario esempio di cinema. La colonna sonora si attiene quasi completamente alla tradizione dei precedenti capitoli e ci accompagna per più di due ore nella "nuova" Terra di Mezzo.
La fotografia è perfetta e riesce senza troppe difficoltà ad evitare le fin troppo fiabesche ambientazioni alla Tim Burton, il che non può essere sottovalutato se pensiamo a come le scene in cui vediamo Radagast curare gli animali avrebbero potuto sposarsi appieno con l'irrealismo visivo di "Alice in Wonderland".
Anche se i fatti narrati sono decisamente meno di quelli delle precedenti produzioni, "Lo Hobbit" rimane un film lungo e gradevole. Il doppio prologo iniziale che si estende per una decina di minuti basta a farci capire come Jackson non voglia ridimensionare le ambizioni della pellicola. Se il film vanta molti pregi sono immancabili i difetti: l'ironia stancante e la fuga dalle Montagne Nebbiose recano qualche dubbio circa la valutazione della pellicola, e proprio la fuga sembra tecnicamente il livello particolarmente complesso di un videogioco d'azione. Ma per ogni scena poco riuscita il regista ne regala altre di impareggiabile valore, dalla visione dall'alto della contea mentre Bilbo corre fino a scene di battaglie ben girate, passando per un arrivo a Granburrone fortemente epico.
E quando troviamo un piccolo grande eroe in viaggio nella Terra di Mezzo non parliamo di Bilbo, ma di Peter Jackson.
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hironico
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giovedì 17 gennaio 2013
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un film epico
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come primo capitolo di questa nuova trilogia fantasy
tratta dall'omonimo romanzo di tolkien bisogna riconoscere che peter jackson riesce ancora a stupire.
con questo prequel del pluripremiato "Signore degli Anelli" era difficile riuscire a crearne un film all'altezza
ma come immaginavo dal trailer uscito l'estate scorsa lo hobbit non ha nulla da invidiare al suo predecessore.
Un lungometraggio forzatamente prolungato per poterne creare una trilogia da un romanzo lungo a grosso modo come la compagnia dell'anello. ma questo ha fatto si di non dover risparmiare nulla, di assaporare ogni scena, nel dettaglio. si forse
alcune di queste obbiettivante inutili e non necessarie ma riescono comunque ad amalgamarsi alla trama senza sbavature.
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come primo capitolo di questa nuova trilogia fantasy
tratta dall'omonimo romanzo di tolkien bisogna riconoscere che peter jackson riesce ancora a stupire.
con questo prequel del pluripremiato "Signore degli Anelli" era difficile riuscire a crearne un film all'altezza
ma come immaginavo dal trailer uscito l'estate scorsa lo hobbit non ha nulla da invidiare al suo predecessore.
Un lungometraggio forzatamente prolungato per poterne creare una trilogia da un romanzo lungo a grosso modo come la compagnia dell'anello. ma questo ha fatto si di non dover risparmiare nulla, di assaporare ogni scena, nel dettaglio. si forse
alcune di queste obbiettivante inutili e non necessarie ma riescono comunque ad amalgamarsi alla trama senza sbavature.
un film a piccoli tratti anche divertente con alcune vicende dove i 13 nani co-protaginisti di Bilbo regalano qualche piccola
risata tra una scena e l'altra.
un'altro punto a favore va agli effetti visivi. dieci anni di progressi che Peter Jackson ha voluto cogliere e inserire superando quella perfezione che già possedevano, in questo ambito, tutte le sue precedenti pellicole. un Gollum impressionante talmente reale da sembrare un piccolo attore con un pò di cerone in viso, una differenza abissale messa al confronto con le due torri
un'altro punto alla fotografia che grazie hai magnifici paesaggi della Nuova Zelanda e alle location scelte fa da cornice a questo bellissimo dipinto che è lo hobbit
magnifiche le musiche con un punto esclamativo. fondamentale colonna sonora capace di accompagnare e non annoiare. melodie armoniche ma decise nei punti d'azione capaci di cullare e trasportare la mente fondendosi perfettamente tra immagini e poesia.
le note negative a mio parere sono il pessimo adattamento ai dialoghi sperando che non sia la vera è propria sceneggiatura in sè ad essere così banale. frasi comuni e poco poetiche per un'atmosfera fantasy.
un'altra nota dolente è la scelta di Gigi Proietti come voce di Gandalf che, non fraintendetemi io trovo bellissima e lui abilissimo come narratore, ma non azzeccata allo stregone grigio abituati come eravamo con Gianni Musy mancato la scorsa primavera. comunque mancanze nostre non di Jackson che, a mio parere ha fatto davvero un'ottimo lavoro regalandoci immagini e musiche che riescono a trattenerti coinvolto in questa avventura epica che sicuramente rimarrà nella storia del cinema per molto tempo
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matteo mantoani
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giovedì 3 gennaio 2013
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il commento di un fan di tolkien
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Produrre un film su "Lo Hobbit", rendendolo coerente sia al libro che alla precedente trilogia cinematografica, deve essere stata per gli sceneggiatori (capeggiati dallo stesso Jackson) un'impresa a dir poco ardua. Il risultato è in alcuni punti scostante dalla trama originaria del libro, infatti Peter Jackson (assieme ai suoi predecessori) ha cercato di integrare la storia con episodi presi dalle Appendici de "Il Signore degli Anelli", prendendosi a volte anche qualche "licenza" ulteriore al fine di renderlo un film più accettabile da un pubblico di massa. Il risultato di questa riscrittura può far storcere il naso a un fan tolkieniano incallito, ma rende il film decisamente più divertente di quello ottenibile attraverso una più rigida adesione alla trama originaria.
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Produrre un film su "Lo Hobbit", rendendolo coerente sia al libro che alla precedente trilogia cinematografica, deve essere stata per gli sceneggiatori (capeggiati dallo stesso Jackson) un'impresa a dir poco ardua. Il risultato è in alcuni punti scostante dalla trama originaria del libro, infatti Peter Jackson (assieme ai suoi predecessori) ha cercato di integrare la storia con episodi presi dalle Appendici de "Il Signore degli Anelli", prendendosi a volte anche qualche "licenza" ulteriore al fine di renderlo un film più accettabile da un pubblico di massa. Il risultato di questa riscrittura può far storcere il naso a un fan tolkieniano incallito, ma rende il film decisamente più divertente di quello ottenibile attraverso una più rigida adesione alla trama originaria. Se quindi l'orco Azog il Profanatore non trova spazio nella visione tolkieniana, in quella di Jackson rappresenta un ottimo e carismatico antagonista da contrapporre alla figura di Thorin Scudodiquercia. Ad ogni modo, se l'inserimento di Azog rappresenta una delle più azzeccate modifiche alla trama originaria, allo stesso modo la scelta di ridurre il mago Radagast (non direttamente presente in nessun romanzo tolkieniano) ad una specie di barbone-druido, è meno giustificabile. Forse gli sceneggiatori hanno voluto rendere questo personaggio una specie di mediatore tra Tolkien e pubblico di massa, rendendolo di facile comprensione e immedesimazione, nonché incarnazione del classico messaggio "le apparenze non contano" che in soldoni altro non è che la chiave di lettura sia della precedente trilogia cinematografica che di "Lo Hobbit" stesso. Ad ogni modo, la trama del film, con tutte le modifiche a quella originaria e con tutte le prese di distanza dall'universo originale, crea una traduzione decisamente ben riuscita da linguaggio tolkieniano a quello holliwoodiano, forse non apprezzabile dai fan che conoscono i romanzi a menadito, ma vendibile ad un pubblico più vasto.
A parte questo merito, il film presenta alcuni punti deboli, infatti il ritmo del film crolla subito dopo l'inizio, ma decolla nuovamente accompagnato dalle rocambolesche scene di battaglia "alla Spielberg", la cui spettacolarità è stata contestata da molti, ma che a parere del sottoscritto è invece ben sviluppata e ha il pregio di non "ubriacare" lo spettatore.
Per quanto riguarda il design e la caratterizzazione dei personaggi, anche questa volta il film rappresenta un capolavoro, in quanto tutti i dettagli presenti (dai tatuaggi sul cranio di Dwalin ai rilievi sulla tazza da té di Bilbo), fanno sì che il pubblico venga proiettato efficacemente nella fittizia Terra di Mezzo, specie se memore dei film precedenti. Una menzione d'obbligo al design dei nani, il cui aspetto curato nei minimi dettagli, sia per quanto riguarda il carattere che l'aspetto fisico, rappresenta uno dei maggiori punti di forza del film. Una menzione d'onore al simpaticissimo Martin Freeman, pienamente in parte e particolarmente abile nel dare vita al protagonista Bilbo Baggins.
In conclusione, "Lo Hobbit" è un film imperdibile per gli amanti del genere, godibile e divertente per chi intenda accostarsi al fantasy per la prima volta e infine raccomandabile a chi desideri guardare un film (anche se della durata di più di due ore) senza annoiarsi.
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nick gordon
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giovedì 3 gennaio 2013
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nulla a confronto del signore degli anelli
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Trama: Quasi scontata, facile da seguire e molto scorrevole.
Cast: Ottima la scelta di Martin Freeman come Bilbo Baggins il nuovo protagonista della trilogia, Eccellente anche Richard Armitage nel ruolo di Thorin, Scudo di Quercia. Insoddisfacente il doppiaggio di Francesco Vairano, il doppiatore ufficiale di Gollum che questa volta non ha dato il suo meglio. Anche la recitazione di Ian MC Kellen (Gandalf) poteva andare meglio.
Colonna Sonora: Forse la cosa migliore del film, avvincente e sognante come sempre. Il brano più bello è sicuramente il canto dei nani: "Misty Mountains Cold" o "Nebbiosi Monti Gelati".
Critica: Un film avvincente e avventuroso, ma non abbastanza per essere un capolavoro.
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Trama: Quasi scontata, facile da seguire e molto scorrevole.
Cast: Ottima la scelta di Martin Freeman come Bilbo Baggins il nuovo protagonista della trilogia, Eccellente anche Richard Armitage nel ruolo di Thorin, Scudo di Quercia. Insoddisfacente il doppiaggio di Francesco Vairano, il doppiatore ufficiale di Gollum che questa volta non ha dato il suo meglio. Anche la recitazione di Ian MC Kellen (Gandalf) poteva andare meglio.
Colonna Sonora: Forse la cosa migliore del film, avvincente e sognante come sempre. Il brano più bello è sicuramente il canto dei nani: "Misty Mountains Cold" o "Nebbiosi Monti Gelati".
Critica: Un film avvincente e avventuroso, ma non abbastanza per essere un capolavoro. Ha acquisito un tocco di ironia, forse fastidioso per gli amanti della trilogia dell' Anello. Inoltre si è persa la meravigliosa lentezza che rendeva "Il Signore degli Anelli" un vero capolavoro. Molto deludente la sequenza in cui Bilbo incontra Gollum, che diventa demenziale ed ha perso la sua caratteristica comportamentale paurosa che lo rendeva tanto amato dal pubblico. Inoltre non ho notato la differenza del nuovo 3D inventato da Peter Jackson, che doveva far sembrare il film più reale e che invece mi è sembrato identico all'originale 3D, che comunque non è stato particolarmente curato. Io personalmente mi aspettavo di meglio, anche se rimane comunque uno dei migliori film del 2012.
Voto: 8/10
Consigliato: Sì
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worldscollapsin
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giovedì 3 gennaio 2013
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epico.
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Lo Hobbit è un film epico (ed è solo la prima parte della trilogia).
Ho letto il libro di Tolkien e, a parer mio, Peter Jackson non poteva renderlo meglio. L'inserimento di Frodo è una mossa astuta. Aiuta i fan più accaniti (come la sottoscritta) a rivivere l'inizio de Il Signore Degli Anelli e, a chi non ricorda quest'ultimo, a tornare al "dove eravamo rimasti" ne La Compagnia Dell'Anello. Jackson ci fa rivivere le cose più semplici ma che sono fondamentali per collegare le due trilogie, come il cartello appeso al cancelletto della casa di Bilbo, o Frodo che si allontana da casa per fare una sorpresa a Gandalf, etc.
Vorrei spendere due parole per l'eccezionale cast che si presenta di lì a poco.
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Lo Hobbit è un film epico (ed è solo la prima parte della trilogia).
Ho letto il libro di Tolkien e, a parer mio, Peter Jackson non poteva renderlo meglio. L'inserimento di Frodo è una mossa astuta. Aiuta i fan più accaniti (come la sottoscritta) a rivivere l'inizio de Il Signore Degli Anelli e, a chi non ricorda quest'ultimo, a tornare al "dove eravamo rimasti" ne La Compagnia Dell'Anello. Jackson ci fa rivivere le cose più semplici ma che sono fondamentali per collegare le due trilogie, come il cartello appeso al cancelletto della casa di Bilbo, o Frodo che si allontana da casa per fare una sorpresa a Gandalf, etc.
Vorrei spendere due parole per l'eccezionale cast che si presenta di lì a poco. Tralasciando Ian McKellen nella parte di Gandalf che è sempre stato un grandissimo, e semppre lo sarà, questo Bilbo giovane ci piace. E' fresco, ingenuo, pauroso quanto basta, ma tenero e simpatico, insomma uno spasso! La scena dell'arrivo dei nani è divertentissima, tutti sono ben calati nella parte e sono contenta che siano state inserite anche delle canzoni, cosa che invece un pò manca ne Il Signore Degli Anelli.
Ho un debole, lo ammetto, per il personaggio di Thorin, reso, secondo me, alla perfezione. E' cupo ma fiero, coraggioso e un pò burbero, ma ha a cuore la sua compagnia, i suoi nipoti Fili e Kili, ed è molto, molto buono. L'attore che lo interpreta è stato bravissimo; il Thorin del film è anche meglio del Thorin del libro.
In definitiva, ogni scena è spettacolare, le riprese, i luoghi, le melodie riprendono Il Signore Degli Anelli, e questa è una gioia per ogni fan! Ma, allo stesso tempo, rievoca una nuova avventura nella quale lo spettatore si può calare perfettamente, nei panni di un piccolo Hobbit che non conosce bene il mondo, nella caparbietà e nella forza dei Nani e nella splendente saggezza di Gandalf.
Un film da cinque stelle, che non ha niente da invidiare a Il Signore Degli Anelli, anzi...le due trilogie (nonostante Lo Hobbit sia appena cominciato) già viaggiano insieme.
Il Signore Degli Anelli è da sempre il mio preferito. Da oggi lo è anche Lo Hobbit.
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eziock
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martedì 1 gennaio 2013
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peter jackson non delude le aspettative.
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Non si può ignorare che lo stile di Peter Jackson sia ormai il suo stesso biglietto da visita. 3D a parte, la scenografia, la fotografia e gli effetti speciali condiscono alla perfezione un racconto diretto magistralmente dove ogni singola scena mostra un ambiente tra il fiabesco ed il surreale, dove c'è luce e c'è buio e questa luce e questo buio non sono necessariamente la luce ed il buio della natura ma il riflesso delle anime dei personaggi che sono pittorescamente immersi in questo mondo meravigliosamente irreale.
Il cast rende ancora meglio la propria recitazione grazie alla sapiente combinazione di inquadrature, cambi ed allungamenti repentini del campo, riprese dall'alto e tutta una serie di tecniche di ripresa sapientemente miscelate.
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Non si può ignorare che lo stile di Peter Jackson sia ormai il suo stesso biglietto da visita. 3D a parte, la scenografia, la fotografia e gli effetti speciali condiscono alla perfezione un racconto diretto magistralmente dove ogni singola scena mostra un ambiente tra il fiabesco ed il surreale, dove c'è luce e c'è buio e questa luce e questo buio non sono necessariamente la luce ed il buio della natura ma il riflesso delle anime dei personaggi che sono pittorescamente immersi in questo mondo meravigliosamente irreale.
Il cast rende ancora meglio la propria recitazione grazie alla sapiente combinazione di inquadrature, cambi ed allungamenti repentini del campo, riprese dall'alto e tutta una serie di tecniche di ripresa sapientemente miscelate.
Grazie allo staff tecnico che Peter Jackson utilizza per realizzare gli effetti visivi, la grafica virtuale sta pian piano integrandosi alla perfezione con la umana recitazione rendendo al meglio quel senso fantastico di naturalezza di interazione.
Di questo ultimo aspetto, credo che Peter Jackson, ce lo conferma anche la precedente trilogia, sia un indiscutibile guru.
Il resto non ha bisogno di commenti in quanto, ad esempio, la trama è più o meno quella del libro dove, se vogliamo, alcune parti descrittive potrebbero risultare lunghe e monotone ma (come nel caso della scena dei nani che prendono d'assalto la casa di Bilbo), la lentezza descrittiva è forse il migliore espediente per fare assaporare al meglio quei momenti di intense emozioni.
Il film merita il massimo dei voti.
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alex vale
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lunedì 13 aprile 2015
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l'inizio di tutto...
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...della trilogia de Lo Hobbit e della storia dell'anello!!!Dopo la meravigliosa e immensa trilogia del Signore degli Anelli che sicuramente ha portato molto nella storia del cinema arriva alle porte un progetto che preso in se è sicuramente commerciale e inutile ma che sicuramente invoglia lo spettatore ad andare al cinema...la trasposizione cinematografica del primo romanzo che Tolkien dedica alla terra di Mezzo...Lo Hobbit!!!Per quanto questa saga non abbia soddisfatto ampiamente molta gente e non sia stata digerita soprattutto dai fan di Tolkien ma non solo io mi trovo tra quelli che invece la reputano si un progetto che poteva non venire alla luce, ma comunque una trilogia godibilissima e adatta soprattutto per quelli che non hanno voglia di respirare totalmente l'aria epica e emozionante oltre ogni limite che la trilogia precedente dava al mondo, ma un'avventura molto più semplice che non si basa sulla salvezza della terra di Arda ma sulla riconquista di un magico regno di Nani chiamto Erebor.
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...della trilogia de Lo Hobbit e della storia dell'anello!!!Dopo la meravigliosa e immensa trilogia del Signore degli Anelli che sicuramente ha portato molto nella storia del cinema arriva alle porte un progetto che preso in se è sicuramente commerciale e inutile ma che sicuramente invoglia lo spettatore ad andare al cinema...la trasposizione cinematografica del primo romanzo che Tolkien dedica alla terra di Mezzo...Lo Hobbit!!!Per quanto questa saga non abbia soddisfatto ampiamente molta gente e non sia stata digerita soprattutto dai fan di Tolkien ma non solo io mi trovo tra quelli che invece la reputano si un progetto che poteva non venire alla luce, ma comunque una trilogia godibilissima e adatta soprattutto per quelli che non hanno voglia di respirare totalmente l'aria epica e emozionante oltre ogni limite che la trilogia precedente dava al mondo, ma un'avventura molto più semplice che non si basa sulla salvezza della terra di Arda ma sulla riconquista di un magico regno di Nani chiamto Erebor.Quindi per concludere in simpatia Un Viaggio Inaspettato è un film molto più leggero (il più leggero del ciclo cinematografico dedicato al mondo Tolkieniano) che da allo spettatore il piacere di rilassarsi ma allo stesso tempo rimanere incollato alla poltrona per quasi tre ore con musiche che danno pienamente il senso di "spirito di avventura" e scene divertenti rese quello che sono soprattutto (e principalmente) dalla simpatica compagnia Nanesca, capitanata dall'affascinante Re Nano Thorin Scudodiquercia!!!
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stefano94
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lunedì 24 dicembre 2012
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primo capitolo di un'altra promettente trilogia
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Si spengono le luci in sala, inizia il film. Tre grandi case produttrici (Warner Bros, New Line Cinema, Metro Goldwin Mayer), seguite dalla familiare (eppure rinnovata appositamente per questo film) colonna sonora di Howard Shore ci presentano un Ian Holm parecchio invecchiato, anche se nascosto da uno spesso strato di trucco, che scrive le sue memorie, il giorno del centoundicesimo compleanno. Gradevole comparsata di E. Wood (Frodo) e si parte con il flashback. 60 anni prima rivediamo lo stesso Bilbo, interpretato dal bravo M. Freeman seduto a fumare la pipa. Li possiamo assistere al suo primo incontro con Gandalf, che risente della mancanza del doppiaggio di Gianni Musy, anche se doppiato egregiamente da Proietti.
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Si spengono le luci in sala, inizia il film. Tre grandi case produttrici (Warner Bros, New Line Cinema, Metro Goldwin Mayer), seguite dalla familiare (eppure rinnovata appositamente per questo film) colonna sonora di Howard Shore ci presentano un Ian Holm parecchio invecchiato, anche se nascosto da uno spesso strato di trucco, che scrive le sue memorie, il giorno del centoundicesimo compleanno. Gradevole comparsata di E. Wood (Frodo) e si parte con il flashback. 60 anni prima rivediamo lo stesso Bilbo, interpretato dal bravo M. Freeman seduto a fumare la pipa. Li possiamo assistere al suo primo incontro con Gandalf, che risente della mancanza del doppiaggio di Gianni Musy, anche se doppiato egregiamente da Proietti. Più tardi faremo la conoscenza dei nani, resi in maniera forse più comica del Signore Degli Anelli, ma Jackson spiega che questo è necessario per distinguerli (dopotutto, sono ben 13!): Thorin Scudodiquercia (capo della compagnia), Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur e Bombur. Inizierà il viaggio di Bilbo per la riconquista del tesoro dei nani (del re Thror, re sotto la montagna, nonno di Thorin). Incontreranno tre affamati troll, finiranno in un'imboscata degli orchi, andranno a Gran Burrone, dove oltre che Re Elrond, rivedremo a sorpresa Galadriel e Saruman. Conosceranno inoltre lo stregone Radagast il bruno, e (noi spettatori) vedremo per qualche istante anche un misterioso negromante*. Dopo essere stati catturati dai goblin, Bilbo cadrà in un burrone, risvegliandosi in una caverna, e qui ci attende la scena più bella del film: l'incontro con Gollum. Bilbo troverà l'anello, e sfiderà Gollum ad un gioco di indovinelli.
Il film presenta tanti difetti, ma molti di più sono i pregi. Dunque, uno dei (difetti) più vistosi è la mano di Guillermo Del Toro, che doveva dirigere il film, prima che fallisse la MgM e la regia passasse a Jackson. Purtroppo si nota troppo la differenza tra il colossale Signore Degli Anelli, cupo e fiabesco, con una fotografia magica, e Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato, molto meno cupo, più (in mancanza di termini) demenziale. Forse il fatto che questo libro fosse pensato per un pubblico più giovanile rispetto a quello del SDA è un'attenuante, ma il problema evidente è il budget. Già alto per il SDA, qui raggiunge quote stratosferiche (si vociferano 500 milioni di dollari!), e quindi bisogna fare in modo che il film sia un successo, a prescindere da tutto. Quindi si notano scene spettacolari per il 3D, tuttavia inutili se si guarda il film in 2D, come quella dei giganti, eccessivamente lunga. Inoltre anche la comicità è molto più.."americana". Erano necessarie le scene dei rutti dei nani? O il "gollum humor"? Tuttavia, aspetti negativi a parte, la regia di Jackson riesce a curare tutti i mali. Campi lunghi spettacolari (Tolkien stesso doveva aver pensato alla Nuova Zelanda come ideale Terra Di Mezzo!), scontri epici seppur brevi, e magistrali interpretazioni (nell'ordine: McKellen (Gandalf), Serkis (Gollum), Blanchett (Galadriel), Weaving (Elrond) ). L'interpretazione di Freeman è, come già detto, molto buona, forse solo un po' troppo ironica. Se Elijah Wood si prendeva troppo sul serio, Freeman troppo poco. A conti fatti, l'incontro di Bilbo con Gollum resta la scena migliore del film, più inquietante di qualsiasi orco e più avvincente di qualsiasi battaglia. Molto promettente il lavoro di ampliamento compiuto da Jackson per il film (Il bianco consiglio, Dol Guldur, Azog l'orco, ecc ecc.). RItorno promettente nella Terra Di Mezzo, non resta che aspettare il 13 dicembre 2013 per la seconda parte: La Desolazione Di Smaug.
VOTO FINALE: 3 stelle e mezzo
* SPOILER - Il negromante è Sauron
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aristoteles
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martedì 21 luglio 2015
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prequel del signore degli anelli
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Anche se non al livello della successiva trilogia anche questa si difende piuttosto bene.
Thorin scudo di quercia è un gran personaggio che sovente riesce a "soffiare" il ruolo di protagonista al buon Bilbo Beggins che comunque ancora una volta riesce a donare agli Hobbit il ruolo di veri indomabili "guerrieri" del film.
Ho la collezione intera del Signore degli Anelli e anche questa trilogia andrà conservata con cura.
Bravo ancora una volta Peter Jackson
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