tany_mary
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lunedì 17 settembre 2012
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di certo non me lo sarei aspettata così...
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Sono una grande fan del film di Alien. Sin da quando sono piccola ho sempre amato la saga e ho visto tutti i film. Inoltre apprezzo molto Scott come regista, non solo per Alien o Blade runner ma anche per altri film come Soldato Jane, Il gladiatore, Black Hawk Down, Le crociate ed altri film.
Posso anche dire che partivo probabilmente un po' prevenuta e con la speranza di poter rivedere in Prometheus quelle scene che tanto mi avevano estasiato nel primo Alien dove, con un budget non sicuramente esagerato (visto che fu uno dei suoi primi film) e soprattutto con pochi effetti speciali, era riuscito a creare un'atmosfera a dir poco inquietante e una creatura (grazie all'aiuto del disegnatore Giger, del creatore ed ideatore O'Bannon e anche grazie al grande Rambaldi) terrificante ma magnifica nella sua letalità.
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Sono una grande fan del film di Alien. Sin da quando sono piccola ho sempre amato la saga e ho visto tutti i film. Inoltre apprezzo molto Scott come regista, non solo per Alien o Blade runner ma anche per altri film come Soldato Jane, Il gladiatore, Black Hawk Down, Le crociate ed altri film.
Posso anche dire che partivo probabilmente un po' prevenuta e con la speranza di poter rivedere in Prometheus quelle scene che tanto mi avevano estasiato nel primo Alien dove, con un budget non sicuramente esagerato (visto che fu uno dei suoi primi film) e soprattutto con pochi effetti speciali, era riuscito a creare un'atmosfera a dir poco inquietante e una creatura (grazie all'aiuto del disegnatore Giger, del creatore ed ideatore O'Bannon e anche grazie al grande Rambaldi) terrificante ma magnifica nella sua letalità.
Di questo film non posso certo proferir parola sugli effetti speciali, che decisamente sono spettacolari. Le astronavi, la strumentazione, le armi, il nuovo pianeta e la creature che lo abitano sono state create con dovizia e in maniera sicuramente perfetta o quantomeno molto vicina alla perfezione.
Purtroppo però ho molto più da criticare che da esaltare di quello che speravo potesse essere un nuovo capolavoro di Ridley e che invece si è presentato a mio parere come un “paciugo” di idee.
La prima critica che muovo è sicuramente la perdita dell’ambientazione cupa e terrificante che ha tanto caratterizzato il primo Alien ma che, i registi successivi, sono comunque riusciti a riportare nei sequel del film. Manca proprio il “buio” che impregnava tutto il film non solo il mondo in sé ma anche l’interno delle astronavi e soprattutto i luoghi infestati da questa creatura.
In Prometheus invece la maggior parte delle locazioni sono chiare, limpide, senza neanche una traccia di sporcizia. Neanche nel mondo dei creatori, abbandonato da millenni c’era unfilo di polvere. Era tutto limpido, pulito e chiaro. Tutto così luminoso.
Mi permetto poi di andare a puntigliare anche sui personaggi che oltre ad essere poco caratterizzati (certo non mi aspettavo di ritrovare Ripley, ma neanche dei personaggi tanto standardizzati) sono anche guidati da una certa illogicità nelle azioni. Il caso più eclatante è stato il biologo che ha trattato un essere serpentiforme sconosciuto come se fosse un gattino appena nato trovato per strada. Oppure personaggi mandati apposta per costruire una mappa della locazione e che poi perdono la strada per il ritorno. Vi sono anche personaggi la cui presenza mi permetto di mettere in dubbio e mi prendo anche al briga di tirare in ballo il personaggio interpretato da Charlize Theron che seppur sia sempre molto bella, non ha fatto altro che vagare per l’astronave ripetendo frasi inutili e ancora adesso mi chiedo quale fosse il suo ruolo sull’astronave.
A mio parere, l’unico personaggio degno di nota è il l’androide interpretato da Michael Fassbender anche se alcune azioni del personaggio mi lasciano a dir poco perplessa.
Sempre collegato a questo ho notato che molte delle azioni portate avanti dai personaggi sono rimaste senza una vera e propria conclusione, sono rimaste a galleggiare nell’aria. Come proprio l’azione dell’androide (non dotato di sentimenti umani) che vuole vedere gli effetti della sostanza ritrovata su un essere umano. Ma perché?
Ma anche la limitata curiosità della tanto ardita professoressa Elizabeth che l’unica cosa che vuole studiare è la grossa testa di un ingegnere e nulla di più. Tra l’altro oltre ad essere una bravissima archeologa è anche biologa e medico (il che mi è sembrato estremamente esagerato).
Da notare inoltre l'incongruenza tecnologica tra il prequel e il sequel. La tecnologia di Prometheus (anno 2089) sembra decisamente più all'avanguardia di quella utilizzata in Alien (che dovrebbe essere circa nel 3000). Basti notare le armi, i lanciafiamme del secondo film sono grossi mentre quello utilizzato in Prometheus è molto piccolo. Le tute spaziali sono ridimensionate e decisamente più all'avanguardia di quelle di Alien.
Infine mi ha lasciata decisamente perplessa la fine del film che dovrebbe combaciare con quella dell'inizio di Alien. Quando trovano le uova, l'equipaggio del Nostromo ritrova il gigante, il creatore, ancora sulla sedia e con il petto aperto per l'uscita di un Alien, mentre in Prometheus il gigante va ad inseguire Elizabeth e l'Alien esce in un'altra locazione, così che il cadavere dell' "ingegnere" non possa essere trovato da Ripley.
Insomma nel complesso l'ho trovato decisamente un film poco elettrizzante, così lontano da quello che era Alien e dal modo proprio di Scott di fare i film. Non c'era un filo di suspence, le reazioni dei personaggi o erano scontate o erano assolutamente incomprensibili e ho sinceramente sperato che morissero tutti nel più breve tempo possibile. Le morti erano inoltre davvero misere, gente bruciata, gente lanciata (?) e gente che si è praticamente suicidata.
A mio parere mancava proprio ciò che ha caratterizzato i film "precedenti", l'atmosfera da Alien. Mancava l'idea che ha dato origine ad un film cult. Un film la cui proiezione ha fatto fuggire le persone dalla sala per la paura.
Io purtroppo non ho potuto assistere alla prima proiezione di Alien, ma dire che stavolta l'unico motivo per cui volevo uscire dalla sala era per la tristezza e la delusione di un film che non mostrava niente di nuovo o di unico.
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do.do
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martedì 18 settembre 2012
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in space no one can hear you scream
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C'erano tutti gli ingredienti giusti per creare un altro capolovoro se non altro alla pari di Alien, invece quello che purtroppo risulta è un vano tentativo di provare a fare qualcosa di più intenso, profondo e spirituale sfruttando quell'hype di quel capolavoro di un ormai lontano 1979. L'idea di partenza era giusta, fare un film che ricalcasse quelle atmosfere, ci riportasse in quel lontano pianeta e ci facesse rivivere se non altro quelle sensazione di solitudine assoluta senza però andare ad intaccare la storia di quel formidabile capolavoro. Purtroppo quello che ne è uscito è un ammasso di talmente tante idee e tematiche che ben poco servono 124 minuti a spiegare, si potrebbe tranquillamente aprire un altra saga con tutte le tematiche e punti interrogativi lasciati! Il film si sviluppa troppo velocemente, affrontando temi quali la creazione, la vita, la morte e la religione in modo troppo superficiale e oggettivo.
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C'erano tutti gli ingredienti giusti per creare un altro capolovoro se non altro alla pari di Alien, invece quello che purtroppo risulta è un vano tentativo di provare a fare qualcosa di più intenso, profondo e spirituale sfruttando quell'hype di quel capolavoro di un ormai lontano 1979. L'idea di partenza era giusta, fare un film che ricalcasse quelle atmosfere, ci riportasse in quel lontano pianeta e ci facesse rivivere se non altro quelle sensazione di solitudine assoluta senza però andare ad intaccare la storia di quel formidabile capolavoro. Purtroppo quello che ne è uscito è un ammasso di talmente tante idee e tematiche che ben poco servono 124 minuti a spiegare, si potrebbe tranquillamente aprire un altra saga con tutte le tematiche e punti interrogativi lasciati! Il film si sviluppa troppo velocemente, affrontando temi quali la creazione, la vita, la morte e la religione in modo troppo superficiale e oggettivo. Peccato, e ripeto peccato, visto il calibro del regista in questione. I soggetti sono poco curati, i dialoghi lasciano il tempo che trovano e la storia è talmente convulsa e contorta da farti uscire dalla sala con il mal di testa..!! Che fine hanno fatto i silenzi e quelle atmosfere di 30 anni fà? Si forse è quello il problema, erano 30 anni fà. Magari ora sarebbe impensabile portare al cinema un film con più di un minuto di silenzio!! Peccato!! Occasione stramancata per Ridley!! E parlo da fan sfegatato del primo Alien che resta uno dei miei 3 film preferiti di sempre!!
In space no one can hear you scream
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filippo catani
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domenica 30 settembre 2012
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qualcosa si salva ma troppo poco
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Due ricercatori scoprono in Scozia delle tracce di una civiltà vissuta migliaia di anni prima. Incrociando tutti i dati anche con civiltà sconosciute si vede come tutte presentino uno stesso carattere; sono cioè a conoscenza di un pianeta talmente lontano che non avrebbero potuto vederlo ad occhio nudo. Quindi è necessario che qualcosa o qualcuno glielo abbia indicato. Un anziano miliardario organizza allora una spedizione alla volta del pianeta misterioso per indagare sulle origini dell'universo.
Come si direbbe in questi casi non bisogna buttare via il bambino con i panni sporchi per cui vediamo intanto quel (poco) che c'è da salvare. Apprezzabile senza dubbio la base di partenza che, oltre a contenere degli sviluppi sicuramente affascinanti, ha anche dei rimandi al mito e alla tragedia greca.
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Due ricercatori scoprono in Scozia delle tracce di una civiltà vissuta migliaia di anni prima. Incrociando tutti i dati anche con civiltà sconosciute si vede come tutte presentino uno stesso carattere; sono cioè a conoscenza di un pianeta talmente lontano che non avrebbero potuto vederlo ad occhio nudo. Quindi è necessario che qualcosa o qualcuno glielo abbia indicato. Un anziano miliardario organizza allora una spedizione alla volta del pianeta misterioso per indagare sulle origini dell'universo.
Come si direbbe in questi casi non bisogna buttare via il bambino con i panni sporchi per cui vediamo intanto quel (poco) che c'è da salvare. Apprezzabile senza dubbio la base di partenza che, oltre a contenere degli sviluppi sicuramente affascinanti, ha anche dei rimandi al mito e alla tragedia greca. Infatti Prometeo aveva donato il fuoco agli uomini ma avendo trasgredito un divieto divino verrà severamente punito. Insomma forse è bene non indagare troppo ed accettare certi limiti altrimenti la punizione pare inevitabile. Molto belli anche gli effetti speciali con i vari pianeti e le catene del DNA. Detto questo veniamo alle )troppe) dolenti note. La trama si sviluppa senza particolari sussulti e anzi in più di una occasione appare davvero banale. Alcune scene sono decisamente tragicomiche (tipo il dialogo della scienziata con la testa del robot) o da americanata dura e pura (la scena finale del su le mani ricorda le parti peggiori di Armageddon). Insomma a lungo andare gli alieni che tutto divorano finiscono per farlo anche con il film che si trascina stancamente verso riflessioni e conclusioni piuttosto deludenti e banali. Da un regista come Ridley Scott era lecito aspettarsi molto molto di più e anche il cast finisce per subirne le conseguenze (Fassbender e la Theron sprecati e la Rapace non convince nel ruolo). Quindi davanti all'ennessima delusione davanti a un prequel o sequel realizzati a distanza di anni dalle serie "originali" si ripropone l'annoso dibattito: ha un senso investire su operazioni del genere? Non è più il danno che si infligge alla serie e ai suoi fans piuttosto che il giovamento? Il dibattito è moilto interessante e da parte mia la propensione è per votare per lo stop visti gli ultimi deludenti casi (Indiana Jones su tutti seguito a ruota dal Pianeta delle scimmie per fare giusto un paio di nomi).
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gotamcity
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lunedì 17 settembre 2012
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quelle infradito su un' astronave ...
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Senza trama , senza un cuope de theatre per tutta la durata del film. Mimica facciale degli attori assente , scene buttate lì di fretta come se fossero scarti di pellicola riutilizzati all' ultimo minuto. I temi affrontati sono trattati in modo semplicistico e qualunquistico. Ad esempio i temi della creazione, della fede perduta e poi ritrovata, del non sentimento dei rebot sono, come per dire, gettati nel grande calderone del cinema mediocre che cerca di estrinsecarsi, molto malamente a dire il vero, su argomenti esistenziali con una coltre di superficialità soffocante e deplorevole. Il film tende pietosamente ad accarezzare, senza neanche lambire per nulla , i temi del Teatro dell' Assurdo.
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Senza trama , senza un cuope de theatre per tutta la durata del film. Mimica facciale degli attori assente , scene buttate lì di fretta come se fossero scarti di pellicola riutilizzati all' ultimo minuto. I temi affrontati sono trattati in modo semplicistico e qualunquistico. Ad esempio i temi della creazione, della fede perduta e poi ritrovata, del non sentimento dei rebot sono, come per dire, gettati nel grande calderone del cinema mediocre che cerca di estrinsecarsi, molto malamente a dire il vero, su argomenti esistenziali con una coltre di superficialità soffocante e deplorevole. Il film tende pietosamente ad accarezzare, senza neanche lambire per nulla , i temi del Teatro dell' Assurdo. Non c' è una consequenza logica negli avvenimenti a partire dalla prima scena che rimane impressa nella memoria, quale simbolo di un continuo susseguirsi di episodi che potrebbero appartenere a 100 film diversi . La beffa inoltre si protrae imperterrita e martellante come un pungolo dietro la schiena, quando come al solito uno dopo l' altro i personaggi muoiono seguendo un filone del fantasy horror trito e ritrito, più" passato" di un pomodoro. E poi il finale in cui la nostra eroina (?) parte con un' astronave aliena,senza acqua e cibo, con un robot senza corpo parlante, alla Futurama per così dire,che afferma di sapere magicamente dove si trovano gli ingegneri; e se ciò non bastasse un mostriciattolo, che come in un B movie ,appare nell' ultima scena sbraitando e schiamazzando in faccia allo spettatore tristamente deluso. Un film che lascia più domande che risposte; a dire il vero l' unica domanda, a cui il film ha fornito un' esaustiva risposta è la saguente : "NON ANDATE A VEDERLO "
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aquilabianca71
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lunedì 24 settembre 2012
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la liberalizzazione dell’impresa spaziale privata.
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L’Aquila / Prometheus è l’incipit apocalittico di Ridley Scott alla ricerca di Dio e dell’origine della vita nell’Universo grazie alla liberalizzazione dell’impresa spaziale privata. Prometheus è un omaggio all’Islanda ed all’Europa, ai nostri cervelli pronti a inventare il reale Warp Drive sulla base della Relatività Generale di Einstein. Promethesus è la caccia all’energia negativa in grado di far muovere oltre la velocità della luce lo spaziotempo attorno alle future navi interstellari. L’Astronave Prometheus di Ridley Scott esplora il mondo alieno LV-223 grazie alle Weyland/Yutani Industries frutto della privatizzazione dell’impresa spaziale scientifica e commerciale. Quando la realtà supera la fantasia: ecco la vera Prometheus della Orbital Sciences.
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L’Aquila / Prometheus è l’incipit apocalittico di Ridley Scott alla ricerca di Dio e dell’origine della vita nell’Universo grazie alla liberalizzazione dell’impresa spaziale privata. Prometheus è un omaggio all’Islanda ed all’Europa, ai nostri cervelli pronti a inventare il reale Warp Drive sulla base della Relatività Generale di Einstein. Promethesus è la caccia all’energia negativa in grado di far muovere oltre la velocità della luce lo spaziotempo attorno alle future navi interstellari. L’Astronave Prometheus di Ridley Scott esplora il mondo alieno LV-223 grazie alle Weyland/Yutani Industries frutto della privatizzazione dell’impresa spaziale scientifica e commerciale. Quando la realtà supera la fantasia: ecco la vera Prometheus della Orbital Sciences. Oggi le Corporation posso davvero inaugurare la nuova era dell’esplorazione cosmica per fini commerciali e industriali. Siete pronti a partire per visitare davvero i pianeti alieni appena scoperti? “La storia di Prometheus – rivela Ridley Scott – è l’idea che se ricevi un dono dagli dei, non devi abusarne e non devi pensare di competere con loro. Prometeo rubò il fuoco e, come punizione, fu condannato ad essere straziato da un’aquila tutti i giorni per l’eternità. Ogni notte il suo ventre ritornava normale e la mattina dopo l’aquila tornava per cibarsi nuovamente con le sue interiora. È un purgatorio perpetuo. In buona sostanza non si scherza con gli dèi”. I segreti di Prometheus e le eterne domande di Ridley Scott sull’Umanità:“Questa palla sulla quale siamo seduti in questo momento è stata qui per tre miliardi di anni o un miliardo? Siamo stati i primi ominidi? Atlantide che cos’è? Da dove viene? È reale, lo è stato, è un ricordo, è esistita? E se è esistita, è esistita 250.000 anni fa? Chi e come l’ha creata? La vita: c’è stata una forza che ha guidato questo processo? È un’idea o un’entità molto più grande di quanto possiamo fantasticare? C’è un Dio o non c’è un Dio? Siamo una piastra da laboratorio e, se sì, di chi? Qual è la forza, quale l’entità che non possiamo neanche immaginare, solo perché non abbiamo ancora superato quella linea?”. Il Telescopio Spaziale Spitzer osserva la sua prima super-Terra, “55 Cancri e”. La Nasa estende le missioni dei telescopi spaziali Spitzer, Planck e Kepler, a caccia di mondi alieni come la Terra, in colloraborazione con la European Space Agency. Come fa la Prometheus ad evitare di finire dentro una stella, un pianeta vagabondo, un asteroide e una cometa? Volete saperne di più. Il mio articolo è on line.
(di Nicola Facciolini)
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maria63
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martedì 25 settembre 2012
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e le stelle stanno a guardare...
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Diciamo subito che di stelle ,con un'astronave di tal fatta,il signor Scott poteva permettersene molte di più...ma si sono perse per strada,adagiandosi in una sceneggiatura tradizionale e abbastanza standardizzata,tranne che per alcuni colpi di scena indovinati.Alcune parti sono un pò deboli(gli astronauti che si tolgono subito il casco ,ingenuamente,senza pensare al banale rischio di virus nell'aria...David che giocherella a fare pozioni da stregone senza un fine ben preciso)altre migliori(il cesareo autoinferto è notevole,l'eroicità del capitano seppur quasi scontata è sempre d'effetto),l'insieme risulta però un pò lento nello sviluppo globale.
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Diciamo subito che di stelle ,con un'astronave di tal fatta,il signor Scott poteva permettersene molte di più...ma si sono perse per strada,adagiandosi in una sceneggiatura tradizionale e abbastanza standardizzata,tranne che per alcuni colpi di scena indovinati.Alcune parti sono un pò deboli(gli astronauti che si tolgono subito il casco ,ingenuamente,senza pensare al banale rischio di virus nell'aria...David che giocherella a fare pozioni da stregone senza un fine ben preciso)altre migliori(il cesareo autoinferto è notevole,l'eroicità del capitano seppur quasi scontata è sempre d'effetto),l'insieme risulta però un pò lento nello sviluppo globale.La contrapposizione scienza - religione viene sfiorata senza approfondimenti ma l'ago della bilancia direi pende verso il personaggio tutto positivo della dottoressa che ha una fede ed una forza interiori enormi ed una pietas che la fanno subito amare dal pubblico.Theron è algida come richiede il suo personaggio,efficace, brava come al solito.Svetta Fassbinder ,superlativo interprete di un bell'androide che ogni massaia desidererebbe avere per casa!Niente da dire sulla fotografia e il 3D veramente superbo e gradevole.Insomma,questo film è un buon prodotto che poteva andare oltre all'ottimo artigianato.
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ultimoboyscout
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martedì 9 ottobre 2012
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scott torna alle origini.
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Solo gli ultimi sette minuti, più o meno, collegano quest film ad "Alien" che nel 1979 impresse l'impronta decisa del regista nel genere fantascientifico. Il mondo dipinto da Scott è di nuovo futurista e assume dimensioni a dir poco epiche con atmosfere piuttosto dark. Chiari i riferimenti al Prometeo della mitologia greca, si tratta di un preqel atipico, che non racconta di una distruzione finale ma è un viaggio a ritroso alla ricerca dell'origine della vita e del destino degli uomini. Ancora una volta colpisce l'interpretazione matura e convincente di Michael Fassbender dell'ambiguo androide che sembra avere un fondo di umanità e che gli sta facendo brillare sempre più una carriera in ascesa esponenziale, grazie alla dedizione totale a ruolo, qualsiasi esso sia.
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Solo gli ultimi sette minuti, più o meno, collegano quest film ad "Alien" che nel 1979 impresse l'impronta decisa del regista nel genere fantascientifico. Il mondo dipinto da Scott è di nuovo futurista e assume dimensioni a dir poco epiche con atmosfere piuttosto dark. Chiari i riferimenti al Prometeo della mitologia greca, si tratta di un preqel atipico, che non racconta di una distruzione finale ma è un viaggio a ritroso alla ricerca dell'origine della vita e del destino degli uomini. Ancora una volta colpisce l'interpretazione matura e convincente di Michael Fassbender dell'ambiguo androide che sembra avere un fondo di umanità e che gli sta facendo brillare sempre più una carriera in ascesa esponenziale, grazie alla dedizione totale a ruolo, qualsiasi esso sia. Aldilà delle sue immagini spettacolari, assolutamente straordinarie, il film è condannato dalla sua stessa condizione di prequel, è persino bello, ma è una scatola vuota senza una storia ne un eroe, solo paesaggi magnifici e un'idea di prequel. Spaihts e "Mister Lost" Lindelof ci spiegano chi fosse il trasportatore di uova del primo film e aggiungono una serie di domande proprio in stile "Lost" e grazie alla scenografia di Max il film appare folgorante dla punto di vista visivo, un omaggio stupendo al capolavoro fantascientifico di Scott. Pellicola amletica che si dimena tra essere e non essere "Alien", che non sa se schierarsi con scienza o fede, mescolando elementi fisici e sessuali all'orribile maternità. Purtroppo è la conferma della preminenza della forma sul contenuto nel moderno cinema statunitense: e le colpe non sono tutte di Scott, ma vanno più che altro agli sceneggiatori che hanno scritto in maniera "seriale" trasformando il film in un'opera semplicemente spaziale come tante altre. Si punta su filosofia e su riflessioni esistenziali ma anche sull'avventura tra misteriose caverne, mostruosità aliene e tripudi di sangue pr un ritorno in grande stile ce ha il merito di lasciare aperte varie porte: che dal prequel possa partire una nuova saga horror/sci-fi?
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fabal
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domenica 30 dicembre 2012
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volente o nolente, è un prequel.
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"Prometheus non è il prequel di Alien" aveva dichiarato Scott alcuni mesi prima dell'uscita del film. Ma nessuno, giustamente, aveva abboccato. Anche perché il trailer sfacciatamente mostrava un pianeta che non poteva essere che il nostro LV (il numero seriale ha poca importanza) e un semi-ciambellone familiarissimo.
Tale smentita, sia chiaro, derivava dalla semplice volontà di creare con Prometheus un approccio individuale, e non solo per non deludere facili aspettative dei fan. Scott, oltre a non essere ingenuo, è persona razionale e consapevole: sa perfettamente che il cinema è figlio del suo tempo, e che puntare in alto nel 2012 richiede mezzi e risultati ben più frastornanti che nel 1979.
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"Prometheus non è il prequel di Alien" aveva dichiarato Scott alcuni mesi prima dell'uscita del film. Ma nessuno, giustamente, aveva abboccato. Anche perché il trailer sfacciatamente mostrava un pianeta che non poteva essere che il nostro LV (il numero seriale ha poca importanza) e un semi-ciambellone familiarissimo.
Tale smentita, sia chiaro, derivava dalla semplice volontà di creare con Prometheus un approccio individuale, e non solo per non deludere facili aspettative dei fan. Scott, oltre a non essere ingenuo, è persona razionale e consapevole: sa perfettamente che il cinema è figlio del suo tempo, e che puntare in alto nel 2012 richiede mezzi e risultati ben più frastornanti che nel 1979. Impensabile, dunque, recuperare l'atmosfera del primo Alien, dove a frastornare era solo l'angoscia silenziosa. Più sensata è la scelta di dare a Prometheus una vita propria, in grado di generare da sé eventuali sequel.
Una premessa più che accettabile, con la quale lo spettatore maturo non mostra alcun pregiudizio prima della visione.
Fatto questo sforzo, il film stupisce perché mostra quel che fingi di non aspettarti: per tutta la prima parte ritroviamo le ambientazioni di Alien e la stessa tensione narrativa. Le scene all'interno dell'astronave aliena non possono essere un semplice "richiamo" alla saga originale. E' solo a questo punto che ogni spettatore lo realizza: sì. Prometheus è un prequel, e non poteva essere altrimenti.
Nascono qui le vere aspettative, perché fino a quando la vicenda rimane in potenza, il film suscita una curiosità ansiogena. Anche nei nostalgici. Quando siamo quasi convinti che di Alien sia un amante fedele, ecco che Prometheus inizia la sua caduta libera. Lo spettatore, infatti, è stato illuso (anche contro la sua volontà), e ora diventa esigente. Non sono perdonabili allora, né le forzature di trama, né il frastornamento visivo e sonoro che contraddice brutalmente lo stile freddo e oggettivo di Alien. Nel film del '79 la creatura spaventa proprio perché non ha un senso ma una perfezione biologica spiazzante: la sua esistenza è un dato di fatto, non un progetto. Molto empirico, poco filosofico, laddove invece Prometheus si addentra. E, contrariamente a quel che si pensa, la filosofia non solenizza ma demolisce. E così la spiegazione dell'origine, del "perché", non fa che ridimensionare il mostro, che da semidio del terrore si trova ad essere un incidente di percorso, poco più di una gravidanza non desiderata.
Il perché se lo chiede lo spettatore. E l'altra domanda legittima è: come può Prometheus avere vita propria se Scott ripropone ambienti, pianeti, personaggi, elementi di tensione che ricalcano spudoratamente Alien? Volente o nolente, ne è il prequel, e il furbetto Scott, smentite a parte, lo sapeva benissimo.
Se il medesimo soggetto fosse stato sviluppato altrove, senza una Rapace che clona la Weaver, senza agganci con intoccabili del genere, Prometheus sarebbe forse stato un ottimo film di fantascienza. Impossibile, comunque, dare un giudizio individuale. Sarei curioso di conoscere la valutazione di uno spettatore ignaro della saga di Alien.
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davideda
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lunedì 21 gennaio 2013
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bello, ma tante parole e pochi fatti
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Bello, ma con alcune pecche rispetto al grande Allien.
La sceneggiatura é stata troppo sbrigativa; Lindelof ritorna ai Telefilm!!
Un film che aveva il potenziale di un nuovo Avatar rovinato dalla pessima sceneggiatura...
Bel film ma un po troppo sbrigativo, nonostante i profondi significati.
Ottimo per approfondire qualche argomento.
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jacopo b98
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giovedì 26 giugno 2014
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uno sci-fi sperimentale, meraviglioso e potente!
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2093 d.C. L’astronave Prometheus fa rotta verso una luna lontana anni luce dalla Terra su cui, secondo sue scienziati (Rapace e Marshall-Green) è possibile trovare delle risposte alle domande fondamentali dell’umanità. Ma quando l’equipe di scienziati raggiunge il pianeta coloro che avrebbero dovuto dare delle risposte si rivelano delle creature intenzionate a distruggere l’umanità e fanno strage del gruppo. Dopo anni di kolossal storici e polizieschi più o meno riusciti, Ridley Scott torna al genere che lo ha portato al successo con questo prequel di Alien. Il risultato? Dunque, i critici di mezzo mondo lo hanno bastonato per le sue ambizioni filosofiche mal sviluppate dalla sceneggiatura di Jon Spaihts e Damon Lindelof, ma in realtà molte delle critiche sono sbagliate e, in generale, per lo meno a Scott si può dire ben poco, dato che la eccezionale messa in scena è tutta merito suo e, se Prometheus è uno degli sci-fi più spettacolari di sempre è merito suo (e dei suoi eccelsi collaboratori: Arthur Max per le scenografie, Marc Streitenfeld per le musiche, Dariusz Wolski per la fotografia, ecc.
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2093 d.C. L’astronave Prometheus fa rotta verso una luna lontana anni luce dalla Terra su cui, secondo sue scienziati (Rapace e Marshall-Green) è possibile trovare delle risposte alle domande fondamentali dell’umanità. Ma quando l’equipe di scienziati raggiunge il pianeta coloro che avrebbero dovuto dare delle risposte si rivelano delle creature intenzionate a distruggere l’umanità e fanno strage del gruppo. Dopo anni di kolossal storici e polizieschi più o meno riusciti, Ridley Scott torna al genere che lo ha portato al successo con questo prequel di Alien. Il risultato? Dunque, i critici di mezzo mondo lo hanno bastonato per le sue ambizioni filosofiche mal sviluppate dalla sceneggiatura di Jon Spaihts e Damon Lindelof, ma in realtà molte delle critiche sono sbagliate e, in generale, per lo meno a Scott si può dire ben poco, dato che la eccezionale messa in scena è tutta merito suo e, se Prometheus è uno degli sci-fi più spettacolari di sempre è merito suo (e dei suoi eccelsi collaboratori: Arthur Max per le scenografie, Marc Streitenfeld per le musiche, Dariusz Wolski per la fotografia, ecc.), a fronte di un budget elevato, ma non straordinario rispetto a tanti altri (“solo” centotrenta milioni di dollari). Ma cos’ha di diverso questo film da Alien? Innanzitutto manca Sigourney Weaver e, nonostante la Rapace si confermi un’attrice brava e carismatica, la differenza tra le due è abissale; inoltre la formula, seppur simile nella costruzione: l’androide cattivo, i personaggi che si dividono e cadono vittima dei mostri nelle caverne del pianeta…, ma se nel capolavoro del ’79 Scott realizzava un modello di fantascienza innovativa, qui deve trovare materiale per reggere un prequel intero di oltre due ore e sceglie la filosofia. E non si può negare che questa scelta dà spessore al film e lo rende interessante ed avvincente per tutta la sua durata. E se i due sceneggiatori provenienti dalla TV avrebbero potuto fare di meglio, Scott ha saputo mettere del suo nel film così che esso possa essere riletto filosoficamente. È un’opera disuguale: per la prima ora lo spettatore resta a bocca aperta: lo spettacolo visivo è calibratissimo, con alcune scene ai limiti del meraviglioso (la scena in cui l’androide David cammina solo sull’astronave è un autentico capolavoro! E l’uso che si fa del 3D è finalmente raffinato e funzionale). La seconda ora perde un po’ in coerenza e la sceneggiatura di Spaihts e Lindelof comincia a scricchiolare, ma Scott mette in scena le sue questioni filosofiche anche solo con la pura forza delle sue immagini! È carico di vita e mortePrometheus: il regista parte dalla nascita della vita (la prima inquadratura del film è uguale a quella di 2001: odissea nello spazio), un alieno si sacrifica per fecondare la Terra, e continua a riempire il suo film di vita, la scena della fecondazione dell’ingegnere da parte del mostro con i tentacoli che darà alla luce l’Alieno è violenta, repellente, eppur estremamente commovente, una vita (l’Alieno) nasce dalla morte (dei due mostri), e se alla fine del film David (Fassbender) dice a Weiland (Pearce): “Faccia buon viaggio signore.”, il viaggio a cui allude l’androide è un tragitto attraverso la morte per raggiungere la vita. E qui il messaggio da filosofico diventa religioso, ma non cattolico: gli ingegneri arrivano dal Paradiso, sono degli agenti divini, ma Scott non vede l’aldilà come un luogo cristiano, ma come un luogo per tutte le religioni (e qui non aiuta il fatto che la Rapace vada in giro sventolando il suo crocifisso come un esorcista). Perciò la morte che nel film è dappertutto, è vista come un espediente per raggiungere la vita (eterna?). Tutto bene quindi? Per la carità, ammettiamolo, il film è un po’ confuso nella seconda parte. Ma Scott è riuscito a ricucire i nodi autonomamente ed è riuscito a trarre, da una sceneggiatura discreta un grande film! E d’altra parte va detto che anche Alien alla sua uscita non ebbe recensioni poi molto positive, ora invece è considerato una pietra miliare della fantascienza! Ricorrente nel film è anche il tema del viaggio (odissea come in 2001, più volte citato da Scott, vedi Peter Weiland, brutta coppia del David Bowman invecchiato nel capolavoro di Kubrik), che è un tragitto verso la morte (ovvero la vita: i due concetti nel film si equivalgono) dell’umanità. Non manca neppure una componente epica: il capitano (Elba) che si sacrifica per salvare la Terra. Tutti gli attori sono bravi e funzionali (con la già spiegata riserva sulla Rapace), con una citazione speciale per Fassbender, qui straordinario androide. Oltre quattrocento milioni di incasso al botteghino mondiale. Un’ultima considerazione: è evidente che Prometheus avrà un sequel, come lascia intendere l’ultima scena e come è già stato confermato dalla 20th Century Fox (il film dovrebbe uscire nel 2016 e Scott è riconfermato alla regia), e forse è proprio questo che i molti detrattori del film non hanno capito: esso è concepito per avere un seguito (anche perché altrimenti per quale motivo la produzione avrebbe scelto il giovane Guy Pearce per interpretare il vecchissimo Weyland? I vari video virali messi in rete per far pubblicità non sono una scusa sufficiente: è evidente che prima o poi avremo davvero a che fare con un Peter Weyland più giovane!), che probabilmente andrà a chiudere i buchi di trama lasciati aperti (volontariamente?) dai due sceneggiatori. Questa non è una discolpa per il mediocre lavoro di Spaihts e Lindelof, solo una speranza per il futuro! In ogni caso Prometheus è uno sci-fi meraviglioso e tremendamente spettacolare, cosa volevamo di più?!
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