Scozia, anno 2089. I ricercatori Elizabeth Shaw e Charlie Holloway trovano all’ interno di una grotta un affresco risalente ad alcuni millenni prima raffigurante un umanoide di statura elevata che indica una costellazione. Collegano tale scoperta ad altre simili rinvenute in varie parti del globo in siti archeologici di civiltà diverse ed interpretano il dipinto come “invito” di una ipotetica specie aliena (da essi chiamata “gli ingegneri”) che, secondo loro, avrebbe creato la razza umana.
Quattro anni più tardi il vascello “Prometheus” è in dirittura d’ arrivo presso il sistema solare (simile al nostro) nel quale dovrebbe trovarsi il pianeta indicato sulla mappa e sul quale dovrebbero celarsi le risposte più importanti che l’ uomo abbia mai ottenuto. Il corpo celeste è chiamatoLV-223 ed è in realtà un satellite del gigante LV-426. Poco prima dell’ arrivo nella sua atmosfera, il replicante David (interpretato magistralmente da Michael Fassbender) dapprima si rifà il look, poi dà inizio elle procedure di risveglio dall’ ibernazione dei 17 membri dell’ equipaggio dell’ astronave, composto da molteplici figure professionali tra le quali spiccano il capitano Janek con 2 coadiuvi, i 2 ricercatori e Meredith Vickers, ovvero il capo spedizione nonché comandante in pectore per conto della Weyland Corporationche ha finanziato la missione. L’ atterraggio (se passa il termine visto che non si tratta della Terra) è abbastanza agevole, l’ ambiente che il team si trova dinnanzi è desertico e dispersivo ma al contempo fascinoso. Vengono attratti da una struttura apparentemente naturale composta da caverne e cunicoli lunghissimi ove si recano attraverso dei moduli simili ai rover. Al suo interno ne ricavano subito una parziale mappatura con l’ ausilio di uno speciale sensore ad infrarossi volante e, con un dispositivo che sfrutta le onde elettromagnetiche ed il calore organico, riescono a riformulare immagini olografiche che gli consentono di visionare una scena capitata chissà quanto tempo prima: figure umanoidi in fuga da qualcosa. La scoperta è già di per se straordinaria in quanto confermerebbe l’ esistenza degli “ingegneri”, ma il gruppo prosegue le ricerche e si imbatte su un loro cadavere decapitato da una porta. Questa dà accesso ad una stanza ove si trova un enorme monolite raffigurante un volto umano, mentre alla sua base sono presenti centinaia di involucri di pietra. Il plot comincia ora a prendere una piega fanta-horror, allorquando si evince che innanzitutto David ha qualche oscuro disegno, che il magnate Peter Wayland (che si pensava morto) si è imbarcato anch’ egli sulla Prometheus, che gli involucri contengono un liquido organico che ben presto si tramuta in esseri simili a serpenti e, soprattutto, si verificano i primi attacchi a 2 membri dell’ equipaggio. Uno viene brutalmente ucciso, l’ altro resta deformato ed impazzisce. Come non bastasse, David fa ingerire il liquido a Holloway sapendo benissimo che avrebbe avuto rapporti sessuali con la Shaw, fatto che puntualmente avviene facendo restare quest’ ultima incinta di un essere simile a quelli usciti dagli involucri, nonostante la sua sterilità, mentre Holloway (ormai infetto) si fa uccidere. Elisabeth a questo punto (strepitosa e convincente Noomi Rapace), scappa da David ed entra nel modulo chirurgico della Vickers, dove programma un parto cesareo meccanizzato: scena incredibile. Gli eventi si susseguono veloci, tra gli altri David scopre, all’ interno della struttura, una stanza di comando dove si trova un umanoide ibernato e dove riesce ad attivare una mappa tridimensionale dalla quale evince che “gli ingegneri” erano diretti sulla Terra. Nel frattempo, la Shaw chiude l’ essere uscito dal suo grembo nella camera di Vickers (una Theron in secondo piano, deludente) ed il capitano Janek (Idris Elba, regolare) ultimando la mappatura scopre che la struttura altro non è che un’ immensa astronave semicircolare. Frattanto Wayland (accompagnato dalla Shaw e David) va ad incontrare l’ umanoide superstite il quale, con sorpresa per lo spettatore, cerca di ammazzare tutti. Sopravvive Elisabeth, mentre David, decapitato, continua a funzionare. Le ultime sequenze sono concitate ma piene di forza emotiva e suspance ove verrà presa una decisione inaspettata: capita la reale intenzione dei “nostri creatori” , i quali stavano cercando di tornare da noi millenni dopo averci creato, per distruggerci, salvo aver involontariamente creato un’ altra specie assassina da quel liquido organico che doveva essere un agente di distruzione di massa destinato a noi, il capitano decide di lanciarsi con la Prometheus sull’ astronave aliena che nel frattempo si era riattivata ed aveva preso il largo,in una missione suicida decisa per salvare l’ umanità. L’ intento riesce e nel rocambolesco finale tra gli umani si salva solo Elizabeth che, guidata dalla testa di David, riesce a far scontrare l’ alieno appena nato con il superstite degli ingegneri in un duello di forza; inoltre il cyborg creato da Wayland riesce anche a far partire un’ altra astronave (il pianeta ne è pieno) ma non per far rientro a casa, bensì (su volere della Shaw), per fare rotta verso il pianeta d’ origine degli ingegneri, per capire il motivo della loro decisione di distruggerci. Epilogo: la massa informe nata dalla Shaw insemina l’ alieno umanoide, dando vita al mitico Xenomorfo di Alien.
Ridley Scott torna al genere che l’ ha reso famoso, a 30 anni dal capolavoro Blade Runner, riallacciandosi alla saga di Alien raccontandoci come è nata la spaventosa creatura, ideata all’ epoca da Hans Ruedi Giger. Agli scettici e detrattori del regista inglese sicuramente non saranno piaciuti alcuni aspetti di quest’ opera, come l’ eccessiva iperattività nello sviluppo della trama, della mancanza di momenti riflessivi in stile 2001: Odissea nello spazio che si erano visti nel primo Alien, e magari della scarsa vena di Charlize Theron (premio Oscar in Monster) oppure ancora della scelta di virare sul filone mistero-ad-ogni-costo derivante dallo sceneggiatore Damon Lindelof, ma chi Vi scrive non ama criticare a prescindere e preferisce guardare alle tante finezze narrative della pellicola, oltre che allo straordinario impatto visivo. Prometheus (USA, 2012) è un film di fantascienza con tutte le lettere scritte in maiuscolo; belle le immagini, bello il design dell’ astronave (che riprende quello della Nostromo del primo capitolo), fantastiche le ambientazioni sia nelle sequenze iniziali sia quelle relative al pianeta alieno: dal punto di vista visionario Ridley non ha nulla da invidiare a nessuno ancora oggi. Sotto l’ aspetto meramente recitativo, c’è da sottolineare la prova atletica ed energica di Noomi Rapace, perfetta nel prendere il testimone di Sigourney Weaver, della quale ne ricrea le medesime caratteristiche fisiche. La “svedesina” atipica prende molto sul serio il ruolo affidatole tanto da entrare in simbiosi perfetta con il volere del regista, sempre esigente sulla figura femminile robusta e glaciale (in questo caso il ruolo è sdoppiato e diviso tra la robusta e tenace Rapace versus la glaciale Theron). Bene anche Fassbender, strepitoso nell’ impersonare un replicante perfetto dalle caratteristiche visceralmente umane, vedesi la sua attitudine alla vanità ed alla cura personale, una interpretazione degna di Roy Batty, alias Rutger Hauer. Il resto del cast fa da comprimario con una pecca concernente il trucco di Guy Perace (inspiegabile, bastava prendere un Max Von Sydow qualsiasi, ce ne sono tanti) ma con una scelta di costumi azzeccata e con la CGI non troppo invadente. Il film non raggiunge i crismi del capolavoro, ma resta un’ opera affascinante e visionaria dalle tematiche profonde ed attualissime, con la quale Scott non disdegna dei richiami non solo al suo passato ma anche a pellicole di genere come, ad esempio, Pandorum.
Sia chiaro, Blade Runner resta inimitabile ed irraggiungibile, ma basterebbe smetterla con questa inutile ossessione di guardare al passato e rapportare ogni novità alle opere di un tempo. Va bene confrontare, vanno benissimo i richiami e le citazioni, ma giudichiamo Prometheus per quello che è: un gran film che onestamente rivedrei volentieri.
Voto: 7.5
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