Prometheus |
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Un film di Ridley Scott.
Con Noomi Rapace, Michael Fassbender, Guy Pearce, Idris Elba, Logan Marshall-Green.
continua»
Titolo originale Prometheus.
Fantascienza,
durata 124 min.
- USA, Gran Bretagna 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 14 settembre 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Prometheus
valutazione media:
2,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Alien rimane fuori campo. E con lui anche il film!di Antonio MontefalconeFeedback: 23060 | altri commenti e recensioni di Antonio Montefalcone |
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lunedì 24 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tanto rumore per poco, potremmo dire. Il tanto atteso “Prometheus” di Ridley Scott; intenzionato a ridefinire la saga di “Alien” grazie all’enorme potenzialità di un progetto che si voleva originale, ambizioso e notevole, non soltanto dal punto di vista cinematografico, narrativo, ma anche concettuale; delude le aspettative. E sia chiaro, non soltanto dei molti appassionati e affezionati ai precedenti capitoli della saga (della quale il film, inserendosi a metà tra un reboot e un prequel, vuol spiegare gli antefatti ma anche prenderne le distanze, sperando in una nuova serialità o in un’opera con una sua propria autonomia), ma anche di chi vi si approccia spontaneamente. Opera di fantascienza tecnologicamente all’avanguardia (il 3D è elegante ed efficace per farci immergere nella trama) con una forma impeccabile e un raffinato apparato figurativo, è incapace (ahinoi) di innovare in modo significativo l'immaginario di provenienza, e al tempo stesso non riesce a fondere in modo risolto ed equilibrato molti aspetti realizzativi propri. Era arduo replicare, perlomeno con la stessa magia espressiva, il geniale mix di idee ed elementi fantasy-horror con cui Scott negli anni ’80 aveva contribuito a rifondare il genere fantascientifico. Ma dispiace che di questa pellicola, alla fine, si riesca a salvare ben poco. Tecnicamente e stilisticamente ogni aspetto è spettacolarizzato in modo estremo e curato: gli effetti speciali visivi straordinari, la fotografia evocativa, le musiche eteree, il montaggio serrato e funzionale, paesaggi e scenografie visionarie, l’iconografia futuristica della serie (affidata di nuovo agli incubi dell'artista surreale Giger), il tentativo di riproposizione di vecchie e nuove figure mitologiche, e altro ancora. Ma dietro questa magniloquenza, si avverte però confusione, tante e mal coese linee guida e, soprattutto, la mancanza di fascino in fatto di narrazione, emozioni e riflessioni. C’è una linea guida che vuol prendere a pretesto la storia per rispondere ai grandi interrogativi filosofico-esistenziali (“Chi siamo? Da dove veniamo? Chi ci ha creati? ”); un’altra che vuol puntare solo sull’azione; una che mira alla saga da cui attinge l’essenza e il presupposto narrativo di partenza; un’altra che cerca una propria autonomia con annessa riflessione metafisica; una che tenta un’operazione seriale tutta nuova; e un’altra che vuol semplicemente un film a sé stante e aperto. Insomma c’è una continua sconnessione tra un piano e l’altro e addirittura anche un dislivello dentro gli stessi piani (grandi interrogativi ma fragili risposte; aspirazioni metafisiche ma impantanamento nello stereotipo e nel superficiale; vari livelli di lettura della storia ma tanta incoerenza narrativa e schematicità). La pellicola si perde nella ricerca dello spettacolo, dell’effetto plateale e crolla sotto il peso della sua ambizione. La verbosità e i concetti filosofici rischiano di annullare l’opera e di rendere un po’ coinvolgente solo la parte relativa all’azione. Colpa principale è di una sceneggiatura debole e con troppi buchi, più interessata alla messa in scena che allo sviluppo; che non dà approfondimenti narrativi, offre dialoghi mal composti ed esili personaggi, rende poco plausibili le loro motivazioni e comportamenti. Troppe mancanze logiche nella trama e troppe leggerezze con cui si succedono gli accadimenti finiscono per generare, purtroppo, solo noia e perplessità nello spettatore. E fanno di “Prometheus” un’ occasione mancata.
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