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Jasmine è un'elegante signora dell' Upper East Side di New York, sposata al milionario Hal, broker di successo, filantropo e uomo di famiglia. Le sue giornate si svolgono nel solco di una vita agiata nella quale non gli manca praticamente nulla, oltre ad avere un figlio adottivo e qualche amica (le mogli dei colleghi di Hal) che non la fanno mai sentire sola. Tuttavia le complicate operazioni finanziare del marito, alle quali lei non presta le necessarie attenzioni, si rivelano ben presto nulla più di truffe ai danni di ignari risparmiatori. Oltretutto la bionda ed ingenua "Jas" scopre che l'amorevole marito è un incallito fedifrago.
Sarà proprio a causa delle scappatelle di Hal che Jasmine, in preda ad una crisi di nervi, decide di chiamare i federali per vendicarsi dei reiterati tradimenti, senza sapere che tutto il marcio che il piacente compagno di vita aveva architettato, era interamente intestato a lei. Lasciata la Grande Mela senza più un soldo in tasca, Jasmine ripara dalla sorella in quel di San Francisco, alla ricerca disperata di nuove motivazioni e di un equilibrio perduto.
Woody Allen non è tra i regista prediletti di chi ha il piacere di scrivervi, tuttavia occorre sin da subito precisare che questo Blue Jasmine (USA, 2013) è davvero una bella pellicola che val la pena vedere almeno una volta, non fosse altro che per la sbalorditiva prova di Cate Blanchet, al top.
Davvero convincente ed energica la recitazione della bionda attrice australiana dagli occhi blue, supportata da un ottimo Alec Baldwin. L'opera si interpone in un segmento a metà strada tra dramma psicanalitico e disillusione, in un crescendo nel quale viviamo la storia di Jasmine tra continui sbalzi: temporali e umorali. Da applausi le sequenze nelle quali la moglie tradita e sconvolta dagli eventi non riesce a fare "il respiro profondo", una situazione che in chissà quanti di noi si saranno trovati almeno una volta nella vita, magari senza la necessità di ricorrere allo Xanax.
Nota stonata, per paradosso, la colonna sonora: gli intermezzi Jazz c'entrano poco o nulla con gli eventi narrati. Ma forse il buon Woody non può fare a meno del suo genere preferito: in fondo lui, che è anche clarinettista, non avrà scelto a caso il nome della protagonista, il cui diminutivo suona proprio "Jas".
Voto: 8
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