Blue Jasmine |
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Un film di Woody Allen.
Con Alec Baldwin, Cate Blanchett, Louis C.K., Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay.
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Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 5 dicembre 2013.
MYMONETRO
Blue Jasmine
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Blue Jasminedi Leonardo MalagutiFeedback: 636 | altri commenti e recensioni di Leonardo Malaguti |
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domenica 8 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Woody Allen ci ha da sempre abituato alla nevrosi regalandoci magistrali esempi di isteria d'ogni sorta, ma il tracollo nervoso, emotivo, esistenziale di Jasmine French è qualcosa di così potente e drammatico da risultare unico nel suo genere. La storia è quella di una ricca e viziata manhattanite che, a causa del marito novello Bernie Madoff, si ritrova senza un soldo a dover elemosinare un tetto dalla sorella, volgarotta e di modeste finanze, che abita a San Francisco. Il film inizia con i toni leggeri della classica commedia alleniana, ma in pochi minuti comincia a mostrare una durezza insolita , l'atmosfera diventa ambigua e tesa, e le tipiche battute al vetriolo lasciano in bocca un sapore molto più amaro di quanto ci si aspetterebbe. Poco a poco, entrando nelle vicende di Jasmine e di chi la circonda, ci si rende conto che non si tratta di briose ed evanescenti figurine da commedia dei telefoni bianchi né di austeri personaggi dai tormenti bergmaninani, bensì di uomini e donne concreti, dolenti, tutt'altro che cerebrali; forse per la prima volta, Allen lascia il suo adorato iperuranio intellettuale per affondare le unghie nella realtà, nel mondo attuale, dove le situazioni e i cliché classici del suo cinema hanno un suono diverso, più aspro, dove le frecciate feriscono e la depressione non è più un vezzo, ma una prigione. Jasmine è, assieme a Annie Hall, il personaggio femminile più riuscito della filmografia del regista, ma, mentre la seconda è un'icona, una scheggia eterea di follia e nevrosi che potrebbe benissimo essere la versione femminile di Allen, questa invece va ben oltre l'alter ego: è una figura reale spogliata di ogni idealizzazione, portata all'esaurimento dal vuoto che la circonda e che ha dentro, specchio di una contemporaneità dove l'egoismo deresponsabilizzato (nell'amore, nel lavoro, nella percezione del bene e del male) è l'unica forma rimasta di pensiero e relazione. È una donna al capolinea che vive il suo tracollo come un flusso di coscienza dove passato e presente sono un continuum inestricabile che non le permettono via di scampo, come sottolinea la regia rendendo i confini tra la vicenda e i flashback quasi indefinibili; è un personaggio straordinariamente potente e incisivo, scritto con maestria formidabile, che Cate Blanchett incarna in maniera così sublime da rendere vano ogni elogio. Si sorride a volte, si soffre spesso, si rimane sopraffatti da questa atmosfera che è al contempo familiare e straniante, tanto che anche la colonna sonora sembra mutare: gli straordinari brani jazz che da sempre rendono l'aria dei suoi film così unica e surreale, qui sembrano farsi beffe di quel che accade, accentuano per contrasto i toni drammaticamente grotteschi della vicenda. Blue Moon, la canzone di quando lei e il marito si sono incontrati, Jasmine la cerca di giorno in giorno senza speranza nella memoria, come la sua vecchia confortante vita, ma non riesce più a ricordare nemmeno una parola, e quando in un film di Woody Allen anche il jazz è incapace di portare speranza, relegato a un ricordo sbiadito, vuol dire davvero che la faccenda è seria. voto 8/10
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