Non è LA storia per eccellenza,non è un capolavoro stilistico e non è la trama più originale che si sia vista sul grande schermo negli ultimi anni (basta pensare al brillante Midnight in Paris per trovare un metro di paragone piuttosto appropriato). Certo,Cate Blanchett è brava,ogni attore interpreta bene il proprio ruolo,ma non vedo niente di memorabile o di minimamente artistico nell'ultimo film del geniale regista newyorkese. I temi sono i soliti,un decadentismo sociale e psicologico affrontato da un'angolatura leggermente diversa,la storia di una donna frivola che,immersa negli agi e nell'ipocrisia,si vede costretta all'improvviso a vedersi (e sopportarsi) mentre precipita nel mondo comune,nella povertà,nella "vita vera". Il cocktail non è estraneo ad un Allen sempre più ebbro di tristezza filosofica e di diesagio psichico: antidepressivi,alcol,comportamenti stravaganti,pazzia,il tutto immerso nella solita ironia di sottofondo. Il film è buono,ma,come ho già detto,non memorabile.
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