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alessio c.
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venerdì 21 settembre 2012
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un film che promette ma non mantiene....
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Purtroppo è così. Inutile girarci troppo intorno. Nonostante abbia creato una grossa attesa fin dai primi rumors, vuoi perchè spacciato da prequel di Alien (del quale non ha neanche un miliardesimo della tensione pesante, oppressiva, struggente), vuoi perchè a dirigerlo sia stato lo stesso buon Ridley Scott, vuoi perchè ricco di un cast stellare (M. Fassbender e N. Rapace su tutti), in aggiunta ad un trailer a mia opinione ben riuscito e poi........ desolazione. Tutto si ferma. Il primo tempo procede lento ma allo stesso tempo non annoia perchè si entra nella caratterizzazione dei personaggi, cominciano a delinearsi i primi sospetti, i primi intrighi e i segreti nascosti.
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Purtroppo è così. Inutile girarci troppo intorno. Nonostante abbia creato una grossa attesa fin dai primi rumors, vuoi perchè spacciato da prequel di Alien (del quale non ha neanche un miliardesimo della tensione pesante, oppressiva, struggente), vuoi perchè a dirigerlo sia stato lo stesso buon Ridley Scott, vuoi perchè ricco di un cast stellare (M. Fassbender e N. Rapace su tutti), in aggiunta ad un trailer a mia opinione ben riuscito e poi........ desolazione. Tutto si ferma. Il primo tempo procede lento ma allo stesso tempo non annoia perchè si entra nella caratterizzazione dei personaggi, cominciano a delinearsi i primi sospetti, i primi intrighi e i segreti nascosti. Si comincia a conoscere la nave (il vero fulcro nella quadrilogia di Alien) e i suoi cunicoli....a questi si aggiungono quelli inesplorati del pianeta visitato permeati di mistero, morte e voglia di conoscere, voglia di dare risposta alla domanda più grande: chi siamo? Chi ci ha creati? Il tutto in un continuo crescendo tanto che al termine del primo tempo l'attesa sale ancora di più, si pensa che la seconda metà sia tutta da scoprire, ci si ritrova sulla Prometheus a volere anche noi le medesime risposte della squadra di esplorazione. Ecco, finalmente, le luci si spengono, comincia il secondo tempo e.............nulla.
Da che si era raggiunto l'apice della partecipazione e curiosità, si sprofonda in un baleno nell'abisso del nulla. Niente risposte, niente spiegazioni, banalità a non finire. Uno spreco, un vero spreco di idee e risorse di interpretazione.
In conclusione, il film risulta un corretto film di azione: tiene incollati allo schermo ma non appena compaiono i titoli di coda la prima cosa di cui ci si rende conto è che non ci ha lasciato nulla.
Credo non possa esserci di peggio.
Sconsigliato.
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(di fridolin)
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enrimaso
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martedì 25 settembre 2012
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tecnica, ritmo, divertimento alle origini di alien
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Il modo migliore per godersi Prometheus è dimenticarsi di Alien.
Oggettivamente, era impensabile aspettarsi le atmosfere rarefatte, il ritmo lento ed implacabile, la tensione crescente e a tratti insostenibile, del capolavoro del 1979.
Prometheus è un film molto diverso dal capostipite della saga. E’ innanzitutto un film di gran tecnica: Scott gira benissimo e usa con sapienza gli straordinari effetti speciali. E’ poi un film di ritmo ed azione: le due ore di durata (interminabili titoli di coda a parte) scorrono senza pause e almeno due sequenze sono memorabili (la corsa disperata per rientrare sulla Prometheus dei componenti della prima spedizione per sottrarsi alla furia di una tempesta spaziale e l’operazione chirurgica “self service” della protagonista per liberarsi dello sgradito ospite che porta in grembo).
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Il modo migliore per godersi Prometheus è dimenticarsi di Alien.
Oggettivamente, era impensabile aspettarsi le atmosfere rarefatte, il ritmo lento ed implacabile, la tensione crescente e a tratti insostenibile, del capolavoro del 1979.
Prometheus è un film molto diverso dal capostipite della saga. E’ innanzitutto un film di gran tecnica: Scott gira benissimo e usa con sapienza gli straordinari effetti speciali. E’ poi un film di ritmo ed azione: le due ore di durata (interminabili titoli di coda a parte) scorrono senza pause e almeno due sequenze sono memorabili (la corsa disperata per rientrare sulla Prometheus dei componenti della prima spedizione per sottrarsi alla furia di una tempesta spaziale e l’operazione chirurgica “self service” della protagonista per liberarsi dello sgradito ospite che porta in grembo). Certo, la sceneggiatura è debole (i due autori – il Damon Lindeloff di Lost e Jon Spaihts – hanno prodotto uno script banale e ben poco originale che ha come spunto l’ennesima spedizione nello spazio alla ricerca delle origini del genere umano), ed i dialoghi piatti e monocordi non aiutano certo ad esaltare le prove degli attori, fra i quali spiccano comunque le performance dell’androide Michael Fassbender (che si ispira a Peter O’Toole in Lawrence d’Arabia – il suo film preferito – piuttosto che allo Ian Holm di Alien) e della protagonista Noomi Rapace (una Ripley in formato “minore”, capace comunque di una grande aderenza fisica al suo personaggio).
Ma il risultato finale è un film godibile e a suo modo trascinante. Perché scandalizzarsi se Scott ha realizzato “solo” un altro ottimo prodotto di intrattenimento? Nel buio della sala, inforcando gli occhialini 3D (anche se la terza dimensione aggiunge probabilmente poco al gusto della visione del film) saliamo anche noi a bordo del Prometheus, per un viaggio spensierato nello spazio sterminato, senza farci tante domande con la “D” maiuscola (chi siamo? Da dove veniamo? Chi ci ha creato?) e senza, soprattutto, l’ambizione di trovarne le risposte: ne sarà valsa la pena. E quando saremo tornati sulla Terra (almeno noi spettatori abbiamo la possibilità di farlo) ricordiamoci di Alien e riguardiamolo per la centesima volta: lo gusteremo ancora di più, forse stavolta simpatizzando un po’ per lo Space Jockey che terrorizza l’equipaggio della Nostromo …
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marzia80ud
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venerdì 28 settembre 2012
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mah...
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Film discreto ma non all'altezza delle aspettative. Dialoghi scontati e piatti. Sceneggiatura approssimativa e in alcuni punti contorta. Personalmente ho perso entusiasmo già dopo pochi minuti notando il primo errore di montaggio ( la scienziata protagonista si risveglia ed esce dalla vasca in cui ha dormito per due anni asciutta e con i capelli in piega perfetta, mentre tutti gli altri sono bagnati); un errorino forse ma se viene notato il film perde di credibilità. Nella scena della corsa disperata per rientrare all'astronave durante la tempesta spaziale si vedono uscire 4 protagonisti ( la squadra si era separata) salire sui veicoli piccoli (lasciando il camioncino davanti alla struttura aliena) e partire lottando contro il tempo per raggiungere la Prometheus.
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Film discreto ma non all'altezza delle aspettative. Dialoghi scontati e piatti. Sceneggiatura approssimativa e in alcuni punti contorta. Personalmente ho perso entusiasmo già dopo pochi minuti notando il primo errore di montaggio ( la scienziata protagonista si risveglia ed esce dalla vasca in cui ha dormito per due anni asciutta e con i capelli in piega perfetta, mentre tutti gli altri sono bagnati); un errorino forse ma se viene notato il film perde di credibilità. Nella scena della corsa disperata per rientrare all'astronave durante la tempesta spaziale si vedono uscire 4 protagonisti ( la squadra si era separata) salire sui veicoli piccoli (lasciando il camioncino davanti alla struttura aliena) e partire lottando contro il tempo per raggiungere la Prometheus. In quel momento il pathos è alle stelle e ovviamente lo spettatore è attento e coinvolto ma... il montaggio successivo è un disastro. si vedono prima partire i due veicoli, poi da una ripresa dall'alto si vedono i due veicoli e il camioncino correre all'impazzata, e ancora all'arrivo davanti all'astronave si rivedono solo i due veicoli con i 4 protagonisti. Scott deciditi!!! doveva essere la scena memorabile non l'errore!!!! Errori inaccettabili, per quanto mi riguarda, da un regista del calibro di Scott. Altre scene invece sono anche belle però... Nel complesso un film godibile se si è amanti del genere ma non buono. L'idea era carina... peccato.
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hallowen
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sabato 29 settembre 2012
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tanto rumore per nulla...o quasi...
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inizio meraviglioso e promettente,ma evidentemente non bastano gli effetti speciali ne tantomeno il 3d a toccare gli animi a far crescere emozioni o ancor peggio aggrapparsi ai ricordi di grandi capolavori passati ....insomma un brutto copia- incolla definirei quasi un insulto alla poesia di Blade Ranner e mi fermo qui....siamo evidentemente ad uno stop artistico,lontani dal trovare scene memorabili che provocano sobbalzi emotivi.Un film sicuramente perdibile.
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pink arrow
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giovedì 12 settembre 2013
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un'occasione mancata
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L'ambizioso progetto di coniugare Alien con le tematiche di Blade Runner si rivela pretenzioso già dopo il primo quarto d'ora, quando gli eventi (mal) narrati precipitano nella comicità involontaria. Preciso e meticoloso al punto da scegliere personalmente i doppiatori italiani, Scott dimentica però di chiarire il presupposto narrativo fondato sulla mitologia secondo cui i Sumeri sarebbero entrati in contatto con civiltà aliene e avrebbero spiegato già seimila anni fa la creazione del genere umano con teorie (seppur abbastanza discutibili) che sarebbero state in parte riprese e rielaborate in stilemi diversi dalle varie religioni successive di millenni. L'assenza di un prologo esauriente rende l'intreccio oscuro e incompleto e svilisce motivazioni e profilo psicologico dei personaggi, ridicolizzando l'intera storia.
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L'ambizioso progetto di coniugare Alien con le tematiche di Blade Runner si rivela pretenzioso già dopo il primo quarto d'ora, quando gli eventi (mal) narrati precipitano nella comicità involontaria. Preciso e meticoloso al punto da scegliere personalmente i doppiatori italiani, Scott dimentica però di chiarire il presupposto narrativo fondato sulla mitologia secondo cui i Sumeri sarebbero entrati in contatto con civiltà aliene e avrebbero spiegato già seimila anni fa la creazione del genere umano con teorie (seppur abbastanza discutibili) che sarebbero state in parte riprese e rielaborate in stilemi diversi dalle varie religioni successive di millenni. L'assenza di un prologo esauriente rende l'intreccio oscuro e incompleto e svilisce motivazioni e profilo psicologico dei personaggi, ridicolizzando l'intera storia. Voglio sperare che in un eventuale sequel Scott s'impegni a riprendere e spiegare i troppi snodi narrativi lasciati in sospeso.
Peccato per il buon cast (sprecato), per gli ottimi effetti speciali e per l'impianto tecnico al solito curatissimo di Ridley Scott, da sempre uno dei miei registi preferiti, che tuttavia non riesce a compensare la noiosa lentezza di sequenze stanche e ripetitive che in più passaggi affondano nelle sabbie mobili del cattivo gusto.
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biso93
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martedì 4 luglio 2017
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a volte e' meglio non sapere certe cose
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Prometheus e' un film del 2012 diretto da Ridley Scott. Prometheus e' il tentativo, in parte, di rilanciare la grande saga di Alien ed allo stesso tempo creare da questo una nuova saga di fantascienza. Il film narra del tentativo di un gruppo di scienziati imbarcati nella nave Prometheus, di scoprire l'origine della vita umana e di molte altre domande che da sempre ci poniamo. Molti di questo film hanno criticato il fatto che sia privo di grandi spiegoni, il quale lascia lo spettatore con piu' domande che risposte a fine visione. Questo aspetto del film per me e' il suo vero punto di forza. Troppi spiegoni, troppa ricerca di fare quadrare sempre il tutto, creano la fine della fantascienza ed il suo fascino.
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Prometheus e' un film del 2012 diretto da Ridley Scott. Prometheus e' il tentativo, in parte, di rilanciare la grande saga di Alien ed allo stesso tempo creare da questo una nuova saga di fantascienza. Il film narra del tentativo di un gruppo di scienziati imbarcati nella nave Prometheus, di scoprire l'origine della vita umana e di molte altre domande che da sempre ci poniamo. Molti di questo film hanno criticato il fatto che sia privo di grandi spiegoni, il quale lascia lo spettatore con piu' domande che risposte a fine visione. Questo aspetto del film per me e' il suo vero punto di forza. Troppi spiegoni, troppa ricerca di fare quadrare sempre il tutto, creano la fine della fantascienza ed il suo fascino. Successivamente molte critiche sono state rivolte alla sceneggiatura banale e sbrigativa. Si e' vero, forse la sceneggiatura non e' il punto forte di prometheus, poiche' in alcuni punti sembra che certe situazioni siano trattate forse troppo velocemente, in realta' quests semplicita' di scrittura risalta la parte visiva del grande Ridley Scott che qui ritorna davvero in forma per fortuna! La regia, la fotografia, le musiche e la messa in scena di Prometheus sono di ottima fattura e risultano le fondamenta del film stesso. L'ottimo cast svolge un ottimo lavoro, dalla bravissima Noomi Rapace al grande Fassbender che ricopre il ruolo dell'androide David, il personaggio piu' importante ed interessante di questa nuova saga che proseguira' con Alien Covenant. In conclusione Prometheus e' un bel film di fantascienza, con alcune sequenze di grande impatto ed un lascito di domande che non puo' altro che instaurare grande curiosita' nello spettatore. Un film piu' profondo di quanto appaia. Consigliato
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djlova
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martedì 18 settembre 2012
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per tornare a casa e rigustarsi l'originale.
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C'erano pochi dubbi sul fatto che i veri fan di quel capolavoro di nome Alien sarebbero usciti delusi dopo la visione di questo prequel.
Certo, non fosse stato per il nome di Ridley Scott, l'appeal sarebbe stato diverso e probabilmente anche il risultato finale di un film che si lascia guardare giusto per l'atmosfera che Scott stesso riesce a inserire qua e là grazie a qualche anno di esperienza e di genio artistico.
Ma gli elogi finiscono qua, perchè davvero verrebbe da chiedersi se dietro questo Prometheus ci sia la mano dell'autore del (probabilmente) migliore film di fantascienza mai realizzato. Banalità sconcertanti (ma davvero nel 2012 dobbiamo ancora ritrovarci i due fessi che in una spedizione interplanetaria multimiliardaria si comportano peggio che due somarelli in gita alle elementari? O ancora sorbirci l'equipaggio stereotipato con l'asiatico, il nero, il buono, il brutto e il cattivo?), autocitazioni e celebrazioni per non dire scopiazzature belle e buone (solito duello face-to-face finale quasi identico all'originale), persino anticipazioni di ulteriori sequel (i sequel del prequel del sequel! Dio mio!).
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C'erano pochi dubbi sul fatto che i veri fan di quel capolavoro di nome Alien sarebbero usciti delusi dopo la visione di questo prequel.
Certo, non fosse stato per il nome di Ridley Scott, l'appeal sarebbe stato diverso e probabilmente anche il risultato finale di un film che si lascia guardare giusto per l'atmosfera che Scott stesso riesce a inserire qua e là grazie a qualche anno di esperienza e di genio artistico.
Ma gli elogi finiscono qua, perchè davvero verrebbe da chiedersi se dietro questo Prometheus ci sia la mano dell'autore del (probabilmente) migliore film di fantascienza mai realizzato. Banalità sconcertanti (ma davvero nel 2012 dobbiamo ancora ritrovarci i due fessi che in una spedizione interplanetaria multimiliardaria si comportano peggio che due somarelli in gita alle elementari? O ancora sorbirci l'equipaggio stereotipato con l'asiatico, il nero, il buono, il brutto e il cattivo?), autocitazioni e celebrazioni per non dire scopiazzature belle e buone (solito duello face-to-face finale quasi identico all'originale), persino anticipazioni di ulteriori sequel (i sequel del prequel del sequel! Dio mio!).
Il film fa vedere più muscoli (effetti speciali mastodontici) e poca sostanza (molta, molta, molta poca fantasia in una storia pensata male e sviluppata peggio).
Come molti altri hanno giustamente fatto notare i vari personaggi non vengono nemmeno sviluppati a dovere. Alcuni sono inutili (l'asiatico), altri persino ridicoli (il vecchietto claudicante al limite del farzesco).
Insomma, il problema è congenito: l'errore è nel voler continuare a proporre Alien, un film unico e irripetibile, il cui fascino si è esaurito nei 117 minuti dell'originale. E' già stato detto e fatto tutto là: con i silenzi, il buio degli anfratti della Nostromo, la suspence di quello che non si vede piuttosto che di quello che si vede. E non bastano effetti speciali da strapparsi i capelli o splendidi panorami islandesi nè tantomeno un Ridley Scott a non fare un buon film di fantascienza.
Il risultato finale è che si torna a casa con la voglia di rispolverare il DVD e di guardarsi l'originale. Quando Scott faceva i film per passione più che per i soldi.
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rainsaint
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mercoledì 19 settembre 2012
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prometheus- il dono della conoscenza
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In Prometheus, l ultima attesissima fatica del regista britannico Ridley Scott, ciò che viene elargito in dono, non da un dio, Prometeo, ma da un gruppo di scienziati, è la conoscenza, la conoscenza delle origini del genere umano, la conoscenza dei misteri della creazione. Partorito come prequel di Alien, capostipite del genere fantascientifico, Prometheus si associa e allo stesso tempo si dissocia dal capolavoro di cui vuole essere riproduzione e interpretazione. Anno 2089. La dottoressa Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e il suo collega Charlie Holloway (Logan Marshall-Green) portano alla luce una scoperta che potrebbe sconvolgere tutte le moderne teorie sull'evoluzione: alcuni dipinti rupestri, risalenti a migliaia di anni fa, raffigurano un essere umanoide che indica una costellazione.
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In Prometheus, l ultima attesissima fatica del regista britannico Ridley Scott, ciò che viene elargito in dono, non da un dio, Prometeo, ma da un gruppo di scienziati, è la conoscenza, la conoscenza delle origini del genere umano, la conoscenza dei misteri della creazione. Partorito come prequel di Alien, capostipite del genere fantascientifico, Prometheus si associa e allo stesso tempo si dissocia dal capolavoro di cui vuole essere riproduzione e interpretazione. Anno 2089. La dottoressa Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e il suo collega Charlie Holloway (Logan Marshall-Green) portano alla luce una scoperta che potrebbe sconvolgere tutte le moderne teorie sull'evoluzione: alcuni dipinti rupestri, risalenti a migliaia di anni fa, raffigurano un essere umanoide che indica una costellazione. Tali raffigurazioni indicherebbero la strada per raggiungere gli "dei", esseri superiori detti Ingegneri, venerati dagli antichi e ritenuti i responsabili della nascita del genere umano. Ed è nel 2093, che la nave spaziale Prometheus giunge sulla luna Lv 223 in cerca di risposte agli interrogativi su Dio e l evoluzione che da sempre tormentano l uomo, dai primordi della civiltà ai giorni nostri. Il film non è il migliore di Scott. Il regista, noto e apprezzato per essere uno sperimentatore, tornando "alle origini", riesce non pienamente nell intento di lasciare il segno e far inneggiare al capolavoro. Tuttavia, Prometheus è un bel film, ricco di tensione, di inquadrature eccezionali, di effetti speciali sorprendenti, di sequenze criptiche e avvincenti. Il film risulta magistralmente diretto, nonostante non sia brillante come altri ben noti capolavori del regista (Il Gladiatore, Blade Runner e lo stesso Alien), ed altrettanto magistralmente interpretato: uno fra tutti, merita di essere ricordato Michael Fassbender, che porta sullo schermo un personaggio enigmatico a per certi versi agghiacciante, i cui silenzi ed inespressione valgono più di mille parole. La colonna sonora, d altro canto, non si rivela adeguata per un prodotto di tale spessore. Marc Streitenfeld, compositore di colonne sonore di carattere, ma non si può certo dire di spessore (American Gangster, Robin Hood), non riesce minimamente ad eguagliare il grande maestro Jerry Goldsmith nel trasmettere tensione e irrequietezza, che se non fosse per il montaggio "ad hoc" di Pietro Scalia e per la regia magistrale, non verrebbero per nulla percepite dallo spettatore. Veniamo allo script. La sceneggiatura a tratti brilla e a tratti assolutamente no, complici alcuni momenti di staticità ed alcuni di irrilevanza ai fini della narrazione, ma la trama è avvincente e complessa al punto giusto: il film, in sostanza, risponde ad alcuni quesiti e ne apre nuovamente molti, lasciando intendere la realizzazione di un sequel, per altro già annunciato per il 2014-15. È questo forse il maggior pregio-difetto, a seconda dei punti di vista, di Prometheus, il fatto che apra più interrogativi di quanti effettivamente ne risolva. Il film a mio giudizio, lascia campo libero allo spettatore di colmare gli spazi vuoti con la sua immaginazione, cosa che il cinema contemporaneo (a parte rari casi) non ci ha più consentito di fare. Viene fornita l occasione di riflettere riguardo ad argomenti che vanno dalle teorie scientifiche alla metafisica alla teologia, materie di cui Prometheus abbonda. Prometheus non fornisce risposte, ma pone domande, domande che sono alla base della stessa natura umana, riguardo alle quali non siamo più disposti a discutere, non per forza seriamente, ma con assiduo spirito critico. Non essendo più abituati a porci domande e forse a guardare un kolossal pronti ad interrogarci, il film potrebbe risultare spiacevole, per certi versi: ai fan più sfegatati di Alien, scontenti del fatto di non possedere ancora tutte le risposte sugli Xenomorphi e le loro origini e di non aver rivissuto le atmosfere cupe e tenebrose della saga; ai più credenti, a causa dei numerosi riferimenti religiosi del film. Ciò che conta di Prometheus, dunque, oltre al buon aspetto esteriore, che compensa una storia impegnata, ma una sceneggiatura non all’altezza, è la sua volontà di interrogare, il contenuto etico, andando oltre la mera visione di un film "di astronavi e alieni". Infatti, da buon credente, ma anche studioso di filosofia, posso dire che ciò che conta davvero non è la risposta, ma bensì la domanda: è il dubbio che rafforza la fede, altrimenti essa non sarebbe più tale. In sostanza, Prometheus si rivela un buon film, piacevole, capace di tenere alti tensione ed interesse, pur non senza la presenza di alcuni attimi di cedimento e di interrogativi, per i più scettici o per i cultori della saga, se sia veramente o no il prequel di Alien o un banale uno spin off. Si può dire, con alcune riserve in attesa del secondo filo della matassa, forse finalmente rivelatore, che sì, Prometheus e Alien sono collegati, o per lo meno sono ambientati nello stesso universo.
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immanuel
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giovedì 20 settembre 2012
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alien contro alien
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Se non fosse per la scena finale che ci ricollega direttamente al progenitore "Alien" (alla fine del film un signore ha giustamente chiosato "cissà perché c'è sempre alien in mezzo...!"), il film sarebbe stato riducibile a una mera operazione di rebranding commerciale, probabilmente avvalorando le critiche feroci che hanno riguardato il film non solo su MyMovies. Prometheus è qualcosa di più. Scott non va solo alla ricerca del profitto facile. Se avesse voluto avrebbe potuto sfruttare al meglio il franchise legato allo "xenomorfo" (alla figura dell'alieno con la testa allungata, protagonista dei film legati al brand alien), sbolognandoci un ennesimo prodotto della saga.
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Se non fosse per la scena finale che ci ricollega direttamente al progenitore "Alien" (alla fine del film un signore ha giustamente chiosato "cissà perché c'è sempre alien in mezzo...!"), il film sarebbe stato riducibile a una mera operazione di rebranding commerciale, probabilmente avvalorando le critiche feroci che hanno riguardato il film non solo su MyMovies. Prometheus è qualcosa di più. Scott non va solo alla ricerca del profitto facile. Se avesse voluto avrebbe potuto sfruttare al meglio il franchise legato allo "xenomorfo" (alla figura dell'alieno con la testa allungata, protagonista dei film legati al brand alien), sbolognandoci un ennesimo prodotto della saga. Ma non l'ha fatto, preferendo personalizzare l'opera e darle quel socco artistico che solo i sapienti registi sanno conferire. A tal proposito la polemica contro il film è ingiustificata. Forse qualcuno avrebbe preferito una qualche trama debitrice, derivativa o costruita sulla scorta dell'impianto originario (un "crossover"), rimpiangiendo nostalgicamente le emozioni dell'archetipo del '79 e successivi. Il cineasta preferisce invece occultare la matrice sotto l'esoscheletro, sotto la muta del gigante dal volto cereo (e dal profilo mussoliniano), per palesarsi solo nel fotogramma conclusivo. Per il resto, guardando ai contenuti, il film pone gli interrogativi eterni dell'uomo, sulla sua origine, sull'esistenza di un'intelligenza creatrice, che il mutante interpretato direi perfettamente da Fassbender mette in discussione con le sue certezze granitiche e il suo aplomb da androide, e nonostante l'indefesso scetticismo, l'archeologa non si smuove dal proprio convincimento metafisico, in ciò confermando il legame dell'uomo alla necessità di una prospettiva oltremondana, al bisogno "di credere in qualcosa". La squadra di scienziati, o simil tali, e di militari di fine XXI secolo, dopo un crio-sonno di due anni (qui il riferimento a avatar è evidente), approda su un asteroide, base di partenza per il decollo di enormi astronavi condotte lì dagli "ingegneri", di cui i poderosi fisici antropomorfi appaiono sorta di rivestimenti, di corpi ospitanti o di "tute", di fatto esseri biologicamente autosufficienti nel cui grembo albergano i veri "creatori". In questo si manifestano le continue allusioni sessuali, come nel cesareo del "calamaro", i riferimenti sistematici a parti, uteri, embrioni, alla procreazione (sembra assessuata), che è mezzo di riproduzione delle piovre assassine, create in laboratorio dagli "ingegneri" per il genocidio degli umani, perché dalla distruzione possa derivare creazione. L'effetto è moltiplicativo, le terribili creature si iterano quasi per gemmazione, a velocità invero sorprendente, utilizzando come strumento di riproduzione il ventre o l'utero degli umani. Il pool di esperti si ritrova al cospetto di una piramide, di un mausoleo dalle architetture e dall'estetica biomeccaniche, in cui gli infiniti ambulacri rimandano all'idea del labirinto, dunque all'enesima all'usione mitologica (a voler rimarcare l'inoriginalità di certe scelte narrative, se pensiamo che atena nasce dalla testa di zeus). Il "sancta cantorum" di quella che è in realtà una astronave, il cui profilo accogliente rimanda alle cavità pelviche, ospita delle urne secernenti una sostanza oleosa, viscosa e scura, una sorta di liquido spermatico che, a contatto con l'atmosfera, prende forma e dà origine alle piovre, nate e sviluppate per impiantarsi nell'uomo in una sorta di penetrazione all'incontrario (orale anziché vaginale). Una trama un po' sordida e cruenta verrebbe da dire, ma è proprio nella laidezza, negli umori e nelle placente, nei corpi che si sciolgono e si squarciano, è dai parti (in)umani, che avvertiamo l'anima nera di desolazione, suscitante ribrezzo e ripugnanza, di solitudine e di morte (la tebaide sulla luna che è luogo di partenza delle astronavi, tra file di montagne inaccessibili), proprie del film e del filone, tutti aspetti che replicano i fenomeni più impronunciabili e comuni della vita, dunque dell'uomo. Nulla è inventato, a parte qualche accorgimento scenico: in film di questo tipo non facciamo altro che estrinsecare quanto di orrido e ripugnante c'è nelle noste esistenze (per esorcizzarlo), e nella nostra condizione umana, e quanto di questo subconsciamente ci attrae spingendoci a farne oggetto di narrazione.
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lollo-brigida
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mercoledì 26 settembre 2012
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buono ma troppo spettacolarizzato
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Chiaramente un film del genere non può non essere piacevole per lo spettatore.
La prima parte è senz’altro quella meglio riuscita e più intrigante per lo spettatore: la seconda parte cambia tono, entrano in scena i mostri degli Ingegneri ed il film perde profondità. Diventa superficiale, scontato e troppo macabro, per chi ha stomaci deboli. Se nella seconda parte, invece di seguire il filone horror, il film fosse stato emotivamente un pizzico più d’autore, avremmo avuto un prodotto veramente importante.
Ridley Scott invece cede alla spettacolarizzazione, dimenticandosi dell’aspetto che alla fine coinvolge di più il pubblico, ovvero i sentimenti e la parte psicologica.
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Chiaramente un film del genere non può non essere piacevole per lo spettatore.
La prima parte è senz’altro quella meglio riuscita e più intrigante per lo spettatore: la seconda parte cambia tono, entrano in scena i mostri degli Ingegneri ed il film perde profondità. Diventa superficiale, scontato e troppo macabro, per chi ha stomaci deboli. Se nella seconda parte, invece di seguire il filone horror, il film fosse stato emotivamente un pizzico più d’autore, avremmo avuto un prodotto veramente importante.
Ridley Scott invece cede alla spettacolarizzazione, dimenticandosi dell’aspetto che alla fine coinvolge di più il pubblico, ovvero i sentimenti e la parte psicologica. Se fosse stato più profondo, avrebbe potuto almeno lontanamente imitare 2001 – odissea nello spazio.
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