Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Gran Bretagna, USA, Svizzera, Spagna, Grecia, Germania |
Durata | 20 minuti |
Regia di | Marco Dazzi |
Attori | Enzo De Giuli, Cinzia Zucchelli, Camillo Valle, Ernesto Dazzi, Raffaele Pugliese Gianfranco Bologna, Ralph Buehler, Zeremariam Fre, Walter Siti, Donatella Dolcini, Marco Ponti (II), Ugo La Pietra, Luisa Passerini, Vittorio Valli, Tim Jackson, Pier Luigi Capucci, Rossela Vignoli, Marco Pagani, Antigone Dalamaga, Raffaele De Ciechi, Valentina De Ciechi, Renata Lovati, Igor Staglianò, Claire Elson, Riccardo Franchi. |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 31 maggio 2013
CONSIGLIATO SÌ
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Il sistema capitalistico, basato sul consumo, ha creato un mondo in cui la felicità è data dalla quantità delle cose che si possiedono e dalla facilità con cui si sono ottenute, relegando in secondo piano aspetti della vita in passato considerati più importanti, come le relazioni umane e il rapporto con gli dei. Diverse ricerche hanno, però, dimostrato che, nei paesi benestanti, non si ha più felicità in relazione alla quantità di reddito aggiunto.
In un mondo in cui ci sarebbero risorse atte a sfamare tutti, è paradossale che un miliardo di persone soffra la fame, mentre un'altra parte consistente abbia malattie da ipernutrizione, come ci ricorda il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. Lo stile di vita del Nord del mondo andrebbe, allora, completamente ripensato. È l'invito rivolto da questo breve documentario, che ha al centro la parola sostenibilità, declinata nei suoi molteplici significati. Un viaggio metaforico nel mondo consumistico, da Milano al Giappone, rigorosamente ripreso in pellicola Super 8, alla scoperta dei disastri provocati dall'insistenza sul nucleare e degli squilibri nello sviluppo urbanistico disarmonico delle metropoli. Un mondo incentrato su una falsa idea di progresso, che mette il denaro e la tecnica al primo posto nella scala delle priorità, dimenticando che non a tutto è possibile attribuire un valore economico.
Il regista Marco Dazzi va alla ricerca delle opportunità offerte da uno sviluppo sostenibile, aggettivo entrato nel vocabolario comune solo nell'ultimo decennio, ma già gravato da tare culturali e storiche, da nefaste previsioni e confortanti allarmismi. Nella sua inchiesta su un miglior modo di vivere, condotta attraverso interviste a esperti, il regista crea un piccolo dizionario di sopravvivenza, che declina le definizioni di ambiente, mobilità verde ed economia etica. Parole che non sono sterili elementi cardine di una filosofia new age, ma principi da applicare alle pratiche della quotidianità, semplici gesti che possono migliorare realmente il nostro stile di vita. L'importante è rimettere l'uomo al centro delle nostre priorità.