No - I giorni dell'arcobaleno

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Un film di Pablo Larraín. Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle.
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Titolo originale No. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - Cile 2012. - Bolero Film uscita giovedì 9 maggio 2013. MYMONETRO No - I giorni dell'arcobaleno * * * - - valutazione media: 3,42 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
maviseco giovedì 22 ottobre 2015
l'abuso non è uso! Valutazione 4 stelle su cinque
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Film che, soprattutto oggi, fa molto riflettere. Oramai in televisione è molto difficile comprendere se determinati contenuti siano o no fregature. Stiamo tornando a fidarci più del prolisso, non più dei colori e delle immagini. Crediamo ci siano tranelli ovunque, dalle presunte pubblicità occulte, al convincimento/comprensione che, chi si trova dietro il piccolo schermo, voglia nel bene o nel male manipolarci. E' dunque cresciuta la sfiducia verso questo strumento che oramai conosciamo bene. Bene, questo film ribalta il pensiero negativo che ormai aleggia sulla televisione : quel che ci propinano è fatto a fin di male? E' veramente così "ipnotico"? Potrebbe essere semplicemente un parere espresso in un determinato modo! E' ora di comprendere l'esistenza delle varie diversità che ci colpiscono in modo differente. [+]

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giulia mazzarelli martedì 25 novembre 2014
l'allegria batte pinochet Valutazione 4 stelle su cinque
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Cile, 1988. Un giovane e brillante pubblicitario, Renè, riesce ad ottenere dai partiti dell'opposizione l'affidamento della campagna elettorale per il no, in occasione del referendum pro o contro Pinochet. Il suo stile innovativo, mutuato dalla pubblicità commerciale, incontra e poi supera le perplessità dei committenti, incapaci di scindere la fine della dittatura dalla denuncia dei suoi orrori. Sfruttando al massimo i 15 minuti giornalieri concessi per l'occasione sulla televisione di stato, il comitato per il no entra nelle case dei cileni con i suoni, i colori e le danze di una ritrovata speranza. [+]

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inesperto domenica 2 novembre 2014
il "no" che sconfisse pinochet Valutazione 2 stelle su cinque
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Film su realtà storico-politiche del '900 sono sempre positivi ma, obiettivamente, questo non è un gran film. Si respira molto poco quel che sono stati i 15 anni della dittatura sanguinaria di Pinochet precedenti al referendum. Lo stesso clima in cui si svolse la campagna per la consultazione non è granchè sottolineato (se non in poche scene: le macchine che seguono coloro che lavorano per il no, i militari nelle manifestazioni di piazza). Anche la stessa campagna perde di chiarezza: si capisce solo che l'idea principale del protagonista è puntare su allegria e cose positive anzichè insistere su rapimenti ed uccisioni; e si capisce che, ad un certo punto, chi lavora per il sì comincia a copiare l'opposizione al fine di calunniarla. [+]

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jacopo b98 sabato 9 novembre 2013
un film efficace sulla grande lotta per la libertà Valutazione 3 stelle su cinque
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 Nel 1988 l’ONU chiede al dittatore cileno Augusto Pinochet, da quindici anni al potere, di indire un referendum per legittimare il suo governo per altri otto anni. Il dittatore è perciò obbligato, oltre che a proclamare le elezioni, a concedere ai suoi avversari politici quindici minuti di pubblicità per il NO al giorno. Lo sfacciato pubblicitario René Saavedra e il suo team si mettono perciò al lavoro. Alla fine dei ventisette giorni di campagna elettorale il NO vincerà con oltre il 55% dei voti e il Cile sarà libero. È il quarto film di Pablo Larraìn, il migliore e quello di maggior successo, il che gli ha permesso di essere notato anche dall’Academy di Hollywood che l’ha nominato come miglior film straniero. [+]

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stefanoadm lunedì 28 ottobre 2013
enjoy democracy Valutazione 4 stelle su cinque
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Quel NO a Pinochet, quel NO che Pinochet stesso rese possibile solo perché era convinto che i cileni non avrebbero osato pronunciarlo viene ricostruito con un rigore formale e una precisione storica impressionanti. L’archiviazione della dittatura passò attraverso la consapevolezza del passato recente, il dolore causato da lutti ed esilii, l'indignazione per il sopruso, la resistenza dell'attività politica propriamente detta. Ma fu anche frutto di un lavoro pubblicitario che utilizzò strumenti inaspettati: l’ironia, la patinatura e il “volemose bbene” in stile Coca Cola, la naturalezza artificiale dei balli che Alan Parker, pochi anni prima, aveva disseminato in Fame – Saranno famosi. Tutto concentrato in una campagna televisiva furba, smaliziata, per i tempi all’avanguardia. [+]

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iankenobi domenica 20 ottobre 2013
cinema delle idee Valutazione 4 stelle su cinque
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Che dire?non avendo visto i lavori precedenti del regista non sapevo veramente cosa aspettarmi,invece sin dalla prima inquadratura ti trasporta negli anni della dittatura di pinochet,perche' anche la tenica di ripresa ti riporti in quegli anni bui.
Lo ammetto non conoscevo assolutamente questa storia,ma amo il cinema anche per questo,perche' riesce a farci andare in tempi ed in luoghi in cui non saremmo mai potuti andarealtrimenti.
Con un idea si puo' abbattere una dittatura e con un idea si puo' fare un film che ti appassioni dall'inzio alla fine,che ti renda partecipe degli avvenimenti e della storia.

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gianni lucini giovedì 19 settembre 2013
un bel film nonostante critiche artificiose Valutazione 4 stelle su cinque
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La trilogia di Pablo Larrain sul Cile della dittatura si conclude in modo inaspettatamente luminoso. Dopo il feroce "Tony manero" e l'allucinante "Post mortem" il regista porta sullo schermo la vittoria della fiducia e della positività contro le ombre dell'oscurantismo. Non sono mancate le critiche a questo film. Tra le principali se ne possono citare tre: 
a) Larrain nasconde il fatto che la vittoria contro Pinochet è stata frutto di una grande mobilitazione capillare dei militanti, soprattutto della sinistra, e non di una trovata pubblicitaria;
b) La figura di Renée Saveedra nella realtà è ambigua perchè nella sua parentela figurano sostenitori di primo piano della giunta di Pinochet
c) Il film negli USA è stato accolto tiepidamente. [+]

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writer58 lunedì 19 agosto 2013
la alegrìa yà viene... Valutazione 4 stelle su cinque
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Nel 1988 il Cile si trova di fronte a uno spartiacque: decidere, tramite un referendum, se confermare per 8 anni Pinochet come presidente della Repubblica oppure voltar pagina dopo 15 anni di repressione, migliaia di oppositori assassinati, desaparecidos, toturati, esiliati. Visto dall'esterno,con gli occhi di chi scendeva in piazza per manifestare solidarietà ai compagni cileni, l'esito sembrerebbe scontato, la fine del dittatore inevitabile. In realtà, Pinochet,oltre a massacrare l'opposizione e sospendere le garanzie costituzionali, riusci' a saldare un blocco di potere ampio, rafforzato dalla crescita economica avvenuta tra gli anni '70 e '80 - in cui fu introdotto un modello economico liberista che face aumentare il PIL, ma anche le disuguaglianze tra la parte più ricca e la maggioranza dei cileni-. [+]

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parole parole parole venerdì 2 agosto 2013
a colpi di "spot" per la libertà.... Valutazione 4 stelle su cinque
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Pinochet. Nome "comune" di persona, talmente comune che non ha bisogno di troppe presentazioni: dittatura, desaparecidos...quindi la premessa storica del film è breve e netta. Siamo nel 1988 e vengono raccontati gli ultimi giorni della dittatura di Pinochet, costretto dall'opinione internazionale a indire un referendum popolare per legittimare la propria sovranità. Le voci del suo sanguinario governo erano diventate di dominio pubblico mondiale. Tutto lasciava presagire tuttavia alla sua vittoria interna: Pinochet aveva il controllo della tv e di tutti i mezzi di comunicazione, a cui aggiungeva una violenza inaudita nell'eliminare i propri contestatori e nel diffondere la paura fra il popolo. [+]

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catcarlo martedì 4 giugno 2013
no - i giorni dell'arcobaleno Valutazione 4 stelle su cinque
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Come dice a un certo punto Antonio (il personaggio interpretato da Marcial Tagle) dopo aver visto le immagini delle donne di alcuni desaparecidos, ‘io mi sono commosso’. Un po’ perché Augusto Pinochet Ugarte è stato uno degli uomini neri della mia generazione, un po’ perché questo film narra, con partecipazione ed efficacia cinematografica, l’incruenta fine della feroce dittatura cilena. Un referendum voluto dall’esterno – compresi gli Stati Uniti, che stavano ormai pensando di mollare il loro fdp a Santiago – e vinto a sorpresa dall’opposizione: per riuscire nell’impresa, malgrado il clima difficile e gli spazi televisivi ristretti, è necessario un colpo d’ala, quello regalato dal pubblicitario René Saavedra (vagamente ispirato a Eugenio Garcia) che è capace di convincere i riottosi esponenti del ‘No’ ad utilizzare, nei loro quindici minuti giornalieri, una campagna basata sulla speranza e sull’allegria piuttosto che sul ricordo e sul dolore. [+]

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