No - I giorni dell'arcobaleno |
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Un film di Pablo Larraín.
Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle.
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Titolo originale No.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 110 min.
- Cile 2012.
- Bolero Film
uscita giovedì 9 maggio 2013.
MYMONETRO
No - I giorni dell'arcobaleno
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un bel film nonostante critiche artificiosedi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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giovedì 19 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La trilogia di Pablo Larrain sul Cile della dittatura si conclude in modo inaspettatamente luminoso. Dopo il feroce "Tony manero" e l'allucinante "Post mortem" il regista porta sullo schermo la vittoria della fiducia e della positività contro le ombre dell'oscurantismo. Non sono mancate le critiche a questo film. Tra le principali se ne possono citare tre:
a) Larrain nasconde il fatto che la vittoria contro Pinochet è stata frutto di una grande mobilitazione capillare dei militanti, soprattutto della sinistra, e non di una trovata pubblicitaria; b) La figura di Renée Saveedra nella realtà è ambigua perchè nella sua parentela figurano sostenitori di primo piano della giunta di Pinochet c) Il film negli USA è stato accolto tiepidamente. In realtà si tratta critiche un po' artificiose e nemmeno troppo giustificate. Per quel che riguarda il primo punto (Larrain nasconde il fatto che la vittoria contro Pinochet è stata frutto di una grande mobilitazione capillare dei militanti, soprattutto della sinistra, e non di una trovata pubblicitaria) basta guardare il film per accorgersi che non è vero. La genialità della campagna sta nell'aver trovato un'idea positiva, un modo di far capire ai cileni che cacciare Pinochet era la premessa necessaria per poter avere un futuro diverso, migliore e (perchè no?) più felice. Nel film non vengono nascoste né le contrapposizioni con alcuni gruppi della sinistra anti-Pinochet inizialmente scettici sull'idea di fondo, né il fatto che gli spot durano soltanto un quarto d'ora e vengono trasmessi di notte e neppure la realtà di una militanza capillare (manifesti, volantini, magliette) intorno al "No" al referendum. Anche le ambiguità sulla figura di Saveedra (punto b) non sono nascoste. Nel film appare per quel che è: un esule rientrato, con una moglie/compagna impegnata nella lotta contro la dittaura, legato per lavoro e per parentele con gli ambienti del governo che inizialmente non se la sente troppo di impegnarsi nella campagna contro Pinochet. La teoria dell'accoglienza tiepida negli Stati Uniti non ha alcun senso visto che il film ottiene la "nomination" all'Oscar per il miglior film straniero, ma in ogni caso non sono gli Stati Uniti l'unico metro di misura della qualità di un film, o no?
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