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Il titolo italiano non tragga in inganno. Michéle Mercier non è nella Francia del Re Sole ma nell'Africa postcoloniale degli anni '60, in uno sperduto villaggio di sopravvissuti e reietti dove si è rifugiato suo fratello, un ex collaborazionista dei nazisti. Il nome di Angelica è stato infilato nel titolo, come aggettivo, dai distributori italiani per sfruttare la popolarità della bionda eroina interpretata dalla stessa attrice. Nel 1966 la Mercier è disorientata dal travolgente successo ottenuto dai primi tre episodi della saga di Angelica e sta meditando di abbandonare il personaggio. Per questa ragione cerca di dare un particolare spessore drammatico a Christine, la protagonista di questo film che passa dalla bella vita di Parigi all’inferno dell’Africa. Eccellente è anche la descrizione del torbido ambiente del villaggio sahariano. Al suo fianco, nel ruolo del fratello, c’è il bravissimo Daniel Gelin, uno degli attori più amati dal pubblico francese. Meno incisiva appare la presenza del fascinoso ma un po’ troppo rigido e scontato David O’Brien. Indimenticabile e assolutamente sopra le righe è Valentina Cortese che veste i panni di Maria, l’amante disperata del fratello di Christine.
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