Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 24settembre 2010.
MYMONETROInception
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Non sarà Matrix, ma inception è un film a dir poco fantastico... Emozionante, ottimi effetti speciali e anche le interpretazioni. La cosa migliore del film, almeno per me, è che riesce a farti riflettere sia sul film sia sul suo significato... Non sapremo se Di Caprio era ancora in un sogno ma è stata un idea geniale!!! Film cosi ce ne vorrebbero molti... Un grande film per dei bravi attori(Di Caprio sempre più fantastico...).
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Chiudete gli occhi, rilassatevi, ora state dormendo. State sognando di vedere un film che ha come protagonista Leonardo di Caprio in una delle sue interpretazioni più cariche ed ispirate. Per lui lavora una squadra: Eames (Tom Hardy), il falsario e fantasista, Arthur (Joseph Gordon Levitt), il manovratore, quello più inquadrato e preciso del gruppo, l'architetto Arianne (Ellen Page), e Yusuf (Dileep Rao), il chimico. Questo team è ingaggiato dall'imprenditore Mr Saito (il più affascinante attore nipponico, Ken Watanabe) per realizzare l'innesto di un'idea nella mente di un competitor industriale, con tutti i risvolti etici che ne seguono. Ma il più grande avversario sarà la mente stessa, quando ripropone i suoi fantasmi che appaiono più reali del reale.
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Chiudete gli occhi, rilassatevi, ora state dormendo. State sognando di vedere un film che ha come protagonista Leonardo di Caprio in una delle sue interpretazioni più cariche ed ispirate. Per lui lavora una squadra: Eames (Tom Hardy), il falsario e fantasista, Arthur (Joseph Gordon Levitt), il manovratore, quello più inquadrato e preciso del gruppo, l'architetto Arianne (Ellen Page), e Yusuf (Dileep Rao), il chimico. Questo team è ingaggiato dall'imprenditore Mr Saito (il più affascinante attore nipponico, Ken Watanabe) per realizzare l'innesto di un'idea nella mente di un competitor industriale, con tutti i risvolti etici che ne seguono. Ma il più grande avversario sarà la mente stessa, quando ripropone i suoi fantasmi che appaiono più reali del reale. Marion Cotillard nel ruolo del fantasma è come sempre perfetta. Vorreste sapere come va a finire, cosa succede ma avvertite l'irresistibile sensazione di cadere. Siete svegli, sicuri? Sapete dirmi come siete arrivati a leggere questa recensione? Forse state ancora sognando. 'Inception' sfuma i confini della realtà e fa dubitare. Propone l'idea di manipolazione mentale in tutta la sua disgustosa essenza, eppure ci fa innamorare dei personaggi che la realizzano. Nolan, col suo amore per i duplici e triplici livelli di narrazione, stavolta dà il meglio, costruendo una trama che ha in sé lo spionaggio industriale, l'indagine onirica e l'introspezione dei meandri più colposi della psiche umana. I diversi livelli del reale subiscono un'incredibile diffrazione spazio-temporale, dipanandosi come un filo (d'Arianne appunto) che lo spettatore deve percorrere fino in fondo se vuole avere speranze di risalire e guadagnarsi un enigmatico finale, magistralmente (soc)chiuso.
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[+] come non essere d'accordo? (di bella bartok!)[ - ] come non essere d'accordo?
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Mi sembra veramente che si esageri con il termine "capolavoro".
La trama è tutt'altro che nuova e anche il finale ambiguo non è certo un'invenzione di Nolan.
La realizzazione è ottima, ma non dimentichiamoci altri film meno blasonati come Strange Days.
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Ho visto ieri sera per la prima volta "Inception", e l'ho trovato un bel film: visionario, trascinante,con un grande regia e un cast ispirato. Cionostante, la trama non è poi così innovativa (il tema del sonno per accedere ad altre realtà rimanda alla trilogia di "Matrix", da cui, tra l'altro, Nolan prende in prestito la figura dell'"Architetto"). Chi ama Dylan Dog, come me, forse vi ha trovato dei punti in comune (la morte del sognatore che determina la fine della dimensione onirica,lo stabilire cosa è realtà e cosa non lo è) con il meraviglioso, a mio parere, albo n.43 "Storia di Nessuno", nel quale un uomo, talmente anonimo da non avere neppure un nome, in punto di morte fabbrica un intero universo.
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E se potessimo varcare i limiti che ci separano dal subconscio? I sogni sono le proiezioni della nostra natura o sono gli uomini ad essere le ombre incoscienti del loro onirico? “La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” amava ripetere il grande studioso Carl Gustav Jung, che arrivò per primo ad elaborare la teoria dell’esistenza di un inconscio collettivo, dominante e creativo, nonché frequente manipolatore delle nostre attività quotidiane. Il geniale prestigiatore visivo Christopher Nolan traffica con mirabile inventiva nella materia enigmatica del sogno per tessere le redini di un racconto cupo, labirintico, scomposto, raffinato. Destabilizza i nostri sensi con movimenti di macchina incalzanti e vorticosi.
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E se potessimo varcare i limiti che ci separano dal subconscio? I sogni sono le proiezioni della nostra natura o sono gli uomini ad essere le ombre incoscienti del loro onirico? “La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio” amava ripetere il grande studioso Carl Gustav Jung, che arrivò per primo ad elaborare la teoria dell’esistenza di un inconscio collettivo, dominante e creativo, nonché frequente manipolatore delle nostre attività quotidiane. Il geniale prestigiatore visivo Christopher Nolan traffica con mirabile inventiva nella materia enigmatica del sogno per tessere le redini di un racconto cupo, labirintico, scomposto, raffinato. Destabilizza i nostri sensi con movimenti di macchina incalzanti e vorticosi. Dà vita a un’architettura volumetrica e ingannevole, pronta a implodere o a crollare come gigantesche torri di sabbia sotto il peso di una singola idea della mente umana, “il parassita più resistente di tutti”, in grado di costruire città, ma anche di causare guerre, stermini, accrescere sensi di colpa, far riemergere i tormenti più reconditi e strazianti. “Il seme di un’idea può definirti o distruggerti”. Il Donn Cobb di DiCaprio è un personaggio ambiguo e intrigante, fragile e complesso come i sogni che erige per custodire i propri ricordi. In Cobb il sogno diviene la materializzazione del suo perpetuo conflitto interiore, la rielaborazione metafisica di un lutto mai sopito, la proiezione disincantata della sua essenza, che lo rende incessantemente partecipe dell’impossibilità di aderire a una stabilità emotiva. Quando il ricordo penetra nei suoi sogni muove pericolosamente i segreti della sua anima, rischiando di farlo sprofondare in un vasto abisso onirico. L’inquietante Mal di Marion Cotillard è il richiamo angustiante del suo passato che lo accompagna nella vita e nel sogno, per le strade del mondo reale e tra i tortuosi meandri delle architetture di Ariadne, destinati a confondersi vorticosamente. Forse per Cobb è la realtà a rimanere la vera incognita, l’attimo fugace che passa implacabile mentre i suoi figli corrono lontano prima di poter scorgere i loro volti. Nolan proietta la consapevolezza dell’indecifrabilità della vita (quindi dell’inconscio) nell’opprimente ambiguità di una trottola che gira vorticosamente su di un tavolo. Forse pronta a fermarsi. Forse inarrestabile. La felicità ritrovata nel volto di un figlio? Pura illusione onirica? “Inception”, come la Parigi di Ellen Page, finisce per ripiegarsi su se stesso. Termina dov’era iniziato. Nell’irrisolutezza di un enigma. Nell’oblio di un limbo impenetrabile.
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La storia è avvincente, esplora i meandri del desiderio umano: quello di vivere all'interno di un mondo nostro, in cui siamo noi gli architetti e noi decidiamo il nostro destino. Questo è il mondo dei sogni. Penso che il personaggio di Dom rispecchi molto ciò che noi vorremmo essere se avessimo la possibilità di creare un mondo nuovo. Il vero problema sta poi nel non perdersi in questo "universo artificiale". Nolan mette in campo tutta la sua creatività in questo film che lascia il fiato sospeso fino al finale (molto strano come per altro l'inizio). La missione è stata davvero svolta? L'innesto è davvero riuscito? Alla fine penso che sia il pubblico a scegliere la risposta.
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La storia è avvincente, esplora i meandri del desiderio umano: quello di vivere all'interno di un mondo nostro, in cui siamo noi gli architetti e noi decidiamo il nostro destino. Questo è il mondo dei sogni. Penso che il personaggio di Dom rispecchi molto ciò che noi vorremmo essere se avessimo la possibilità di creare un mondo nuovo. Il vero problema sta poi nel non perdersi in questo "universo artificiale". Nolan mette in campo tutta la sua creatività in questo film che lascia il fiato sospeso fino al finale (molto strano come per altro l'inizio). La missione è stata davvero svolta? L'innesto è davvero riuscito? Alla fine penso che sia il pubblico a scegliere la risposta. Da vedere, insomma.
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[+] lascia un commento a cillover »[ - ] lascia un commento a cillover »
Ok, il film in se per se può piacere o meno, dipende dai gusti ovviamente.
Ma alla scuola per registi dovrebbero proiettarlo almeno una volta al giorno, così che chiunque in futuro voglia cimentarsi nel racconto di una storia complessa e articolata sappia che è possibile farlo anche senza "rintontire" lo spettatore.
Spesso anche film piuttosto semplici ti lasciano, dopo i titoli di coda, col dubbio di averli capiti realmente.
Questo, complesso e articolato nel suo svolgimento, risulta chiaro e limpido una volta terminato.
REALIZZAZIONE
E' un film di Nolan...non ci si può che aspettare il meglio, e così è!
TRAMA
Incredibilmente complessa l'idea, sorprendentemente efficace la sua realizzazione.
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Ok, il film in se per se può piacere o meno, dipende dai gusti ovviamente.
Ma alla scuola per registi dovrebbero proiettarlo almeno una volta al giorno, così che chiunque in futuro voglia cimentarsi nel racconto di una storia complessa e articolata sappia che è possibile farlo anche senza "rintontire" lo spettatore.
Spesso anche film piuttosto semplici ti lasciano, dopo i titoli di coda, col dubbio di averli capiti realmente.
Questo, complesso e articolato nel suo svolgimento, risulta chiaro e limpido una volta terminato.
REALIZZAZIONE
E' un film di Nolan...non ci si può che aspettare il meglio, e così è!
TRAMA
Incredibilmente complessa l'idea, sorprendentemente efficace la sua realizzazione.
INTERPRETAZIONE
Cast eterogeneo ma tutto sommato riuscito. Un Di Caprio definitivamente consacrato e la comparsa di un trio a cui Nolan si affezionerà, tanto da portarlo anche nel suo ultimo Batman [Joseph Gordon-Levitt; Tom Hardy e Marion Cotillard, con quest'ultima unico interprete non impeccabile]
GIUDIZIO
Non può mancare tra le visioni di chi ama definirsi un amante del cinema.
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[+] lascia un commento a andrj1984 »[ - ] lascia un commento a andrj1984 »
Quando sono uscito dalla sala dopo aver visto inception il mio commento è stato: che figata! non so voi ma io ho trovato un Leonardo di Caprio veramente emozionante, che sa essere maestro sia degli altri personaggi del film sia del pubblico, entusiasmandolo ad ogni singolo " tutorial" su come essere un buon estrattore. é questo che rende inception il film che è, una straordinaria attenzione al dettaglio che parte dal rallentamento della musica durate i vari "calci", fino al combattimento in assenzadi gravità di -Arthur.
La vera "chicca" di inception però è il finale, apparentemente scontato, lascia invece un margine di due possibilità, permettendo allo spettatore di dare un epilogo alla storia che varia per ogni persona.
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Quando sono uscito dalla sala dopo aver visto inception il mio commento è stato: che figata! non so voi ma io ho trovato un Leonardo di Caprio veramente emozionante, che sa essere maestro sia degli altri personaggi del film sia del pubblico, entusiasmandolo ad ogni singolo " tutorial" su come essere un buon estrattore. é questo che rende inception il film che è, una straordinaria attenzione al dettaglio che parte dal rallentamento della musica durate i vari "calci", fino al combattimento in assenzadi gravità di -Arthur.
La vera "chicca" di inception però è il finale, apparentemente scontato, lascia invece un margine di due possibilità, permettendo allo spettatore di dare un epilogo alla storia che varia per ogni persona. Nolan sin dai suoi esordi con Doodlebug fa capire la sua inclinazione a regalare un finale che stupisce sempre e le prove possono essere riscontrate nell' ultimo Batman ( il cavaliere Oscuro-il ritorno), ma sopratutto e anche in the prestige, che lascia lo spettatore in uno stato mentale abbastanza confuso, ma nulla da ridire, piacevole.
da un punto di vista registico il film è da considerare di ottima manifattura, e anche dal punto di vista della sceneggiatura è ottimo. la trama, originale e non confusa, regala la possibilità di avventurarsi in un un mondo tutto nuovo, che ha permesso la nomination all' oscar a Nolan. [-]
[+] lascia un commento a emaniglio »[ - ] lascia un commento a emaniglio »
Vedere questo film è come sognare: un'esperienza incredibile. Lo ammetto, io sono uno a cui piace un po' tutto, ma un film come Inception va messo sull'altarino. Grandissimo DiCaprio (come al solito), bravi anche gli altri attori. Film simpatico, emozionante, commovente, intricato al punto giusto, ben realizzato. Il non plus ultra del cinema. 3 urrà a Nolan, e 1000 stelle a Inception. Insomma, un film con così tanti significati, frasi fantastiche e pungenti, idee originali, effetti speciali... specialissimi... e chi più ne ha più ne metta. Il più magistrale capolavoro degli ultimi anni.
[+] lascia un commento a jon sugar »[ - ] lascia un commento a jon sugar »
Entrare nei sogni delle persone e rubare informazioni. E’ questo il lavoro di Cobb e del suo amico Arthur. Una professione che purtroppo ha costretto il primo a vivere lontano dalla sua famiglia. C’è solo un modo per lui di potere tornare dai suoi bambini: operare un’inserzione nel subconscio del figlio di un noto industriale. Non un furto, ma l’immissione di un’emozione ex nova che abbia la forza di modificare, almeno in parte, il carattere della vittima. Se Cobb ce la farà, i suoi trascorsi verranno archiviati e potrà tornare dai suoi cari.
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Entrare nei sogni delle persone e rubare informazioni. E’ questo il lavoro di Cobb e del suo amico Arthur. Una professione che purtroppo ha costretto il primo a vivere lontano dalla sua famiglia. C’è solo un modo per lui di potere tornare dai suoi bambini: operare un’inserzione nel subconscio del figlio di un noto industriale. Non un furto, ma l’immissione di un’emozione ex nova che abbia la forza di modificare, almeno in parte, il carattere della vittima. Se Cobb ce la farà, i suoi trascorsi verranno archiviati e potrà tornare dai suoi cari.
Scritto e diretto da Christopher Nolan, "Inception" è un grande gioco di scatole cinesi. Sogno nel sogno nel sogno. L’abilità del papà di "Memento" e dell’ultima saga su "Batman" è prima di tutto nella sceneggiatura. I viaggi di personaggi nel mondo onirico di qualcuno sono sempre a rischio: incongruenze, mancanza di credibilità e paradossi sono sempre dietro l’angolo. Difficile è soprattutto fare passare l’idea che ciò che accade in una sorta di realtà virtuale abbia poi effetto anche sul mondo vero. Basta svegliarsi per uscire dalla fantasia, o no? L’idea di un limbo nel quale cadere e da cui non risvegliarsi, seppur abusata già da tanti libri e pellicole, deve essere spiegata e trattata con cura. Nolan ci riesce e qui sta il primo passo del suo successo. La tensione rimane alta dall’inizio alla fine e lo spettatore partecipa a tutta la vicenda come se lui stesso fosse impegnato nella missione e avesse paura di rimanere intrappolato. Le ragioni di questa profonda empatia tra visionatore e visionato? Prima di tutto, l’assenza di un vero cattivo su cui operare una catarsi, una vendetta liberatoria. Tutti i membri della squadra sono dei "buoni", non meritano di morire e cercano di portare a termine il risultato non tanto per una ragione economica, ma per aiutare il loro capo a riprendere in mano la propria vita.
L’antagonista, come detto, non è una persona, non c’è nessuno da sconfiggere, se non il subconscio dello stesso Cobb. Si lotta solo contro il tempo.
Su questa struttura portante solida ed emozionante, Nolan costruisce poi un mondo visivo tanto apparentemente reale quanto flessibile ad ogni assurdo cambiamento delle regole della fisica. Proprio come in un incubo, si è vittime di ciò che il nostro inconscio ci impone, ma allo stesso tempo si è capaci di modificare il tutto a proprio piacimento quando acquistiamo autocoscienza del momento. Vi è mai capitato durante un sogno di avere la sicurezza di stare sognando e di decidere che strada prendere? Con un montaggio capace di seguire tutti i personaggi e i vari piani narrativi con la fluidità degna dei più grandi narratori del cinema (splendido il combattimento in assenza di gravità di Arthur), Nolan avvolge, soffoca, lascia un po’ di corda e alla fine tira tutto su come un cappio, giocando più che mai con l’infinità delle opzioni a sua disposizione. E’ grande cinema, forse non eccezionale se dovessimo guardare fotogramma per fotogramma o scena per scena e valutarne l’originalità e l’ispirazione (a Nolan sembra soprattutto mancare, e ne è prova il secondo Batman, la capacità di essere "epico", di dare un respiro di assolutezza alla sua visione del mondo, anche quando ricrea un mondo fatiscente che si piega su sé stesso), ma il risultato sono due ore e trenta che vanno via in un batter d’occhio sempre immobilizzati alla poltroncina.
Di Caprio e tutto il cast, dalla sempre splendida Marion Cotillard, a Gordon-Levitt, passando per Tom Hardy, Ellen Page, Kate Watanabe, Tom Berenger, Pete Postlethwaite, Cillian Murphy e Michael Caine (questi ultimi due presenti già in Batman), danno il proprio, grande contributo, a questa splendida storia di fantascienza. Tra loro, ben due premi oscar e cinque nominati. Non sarebbe stata la stessa cosa senza tutto questo talento (basti pensare all’inquietante bellezza della Cotillard, eccezionale rivisitazione del concetto di femme fatale a cui si aggiunge il gioco di rimando cinefilo fatto con l’utilizzo della canzone "Non, je ne regrette rien" (l’attrice ha vinto l’oscar interpretando proprio Edith Piaf). Se c'è un appunto da fare, è nella lunghezza del periodo del precipitare del furgoncino. Troppo dilungato, nonostante la consapevolezza che i sogni dilatino il tempo reale. Dura troppo, si poteva fare tranquillamente a meno di qualche sparatoria sulla montagna e delle operazioni di salvataggio nell'hotel. Avremmo avuto una maggiore concentrazione della suspense.Il film finisce male, il totem non cade, si rimane nel limbo di Cobb (i bambini sono infatti ancor piccoli, non sono cresciuti). Lui ha preferito così, lo afferma la stessa Ariadne quando parla con Eames a bordo fiume: "Starà bene lo stesso".
Altre precisazioni: la persona che sta sognando è sempre quella che rimane sveglia nel proprio sogno. Quindi: Yusuf, il guidatore, nel primo step, quello del rapimento. Arthur nell'hotel. Eames sulle montagne innevate, Di Caprio nella città fatiscente e Saito nel prologo. L'unica che in realtà non sogna mai è proprio l'architetto impersonato da Ellen Page.
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