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siper
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giovedì 11 novembre 2010
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cocktail perfetto tra azione, psiche e sentimenti
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Dom Cobb ( Leonardo Di Caprio) è capace di entrare nei sogni delle persone per prelevare o innestarvi informazioni e idee. A lui si rivolge il ricco industriale Saito (Ken Watanabe) per innestare un’idea nella mente dell’erede di una multinazionale ( Cillian Murphy), offrendogli in cambio la possibilità di rivedere i suoi figli. Cobb accetta e assieme all’architetto Ariadne (Ellen Page) mette su un team di specialisti per riuscire nell’impresa. Il problema più grande è però la moglie defunta di Cobb (Marion Cotillard) che rivive nei sogni del marito. Tutto ciò è “Inception” di Christopher Nolan. Quest’ultimo dà vita ad un vero e proprio thriller psicologico grazie alla grande intensità e tensione derivanti da una trama ricca e intricatissima che dopo la spiazzante confusione iniziale si delinea poco a poco rendendo evidente la sua straordinarietà, come una bella donna che si spoglia lentamente.
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Dom Cobb ( Leonardo Di Caprio) è capace di entrare nei sogni delle persone per prelevare o innestarvi informazioni e idee. A lui si rivolge il ricco industriale Saito (Ken Watanabe) per innestare un’idea nella mente dell’erede di una multinazionale ( Cillian Murphy), offrendogli in cambio la possibilità di rivedere i suoi figli. Cobb accetta e assieme all’architetto Ariadne (Ellen Page) mette su un team di specialisti per riuscire nell’impresa. Il problema più grande è però la moglie defunta di Cobb (Marion Cotillard) che rivive nei sogni del marito. Tutto ciò è “Inception” di Christopher Nolan. Quest’ultimo dà vita ad un vero e proprio thriller psicologico grazie alla grande intensità e tensione derivanti da una trama ricca e intricatissima che dopo la spiazzante confusione iniziale si delinea poco a poco rendendo evidente la sua straordinarietà, come una bella donna che si spoglia lentamente. La grandezza di Nolan sta proprio in questo, riesce, infatti, a sciorinare una storia tanto complessa senza mai tediare lo spettatore ma , anzi, riesce a creare una crescente tensione e un interesse sempre maggiore. Incredibile anche la capacità di intrecciare alla trama principale, una sorta di trama parallela, ossia la storia pregressa della vita di Cobb con la moglie e il movente sentimentale della mancanza dei figli. Durante tutta la visione del film si ha la netta sensazione di essere di fronte ad un’opera di grande importanza, paragonabile ad un calderone pieno di svariati ingredienti che però si sposano di loro alla perfezione grazie ad un grande chef come Nolan e alle materie prime eccellenti (un cast quanto mai all’altezza). Una nota a latere merita la prestazione di Leonardo Di Caprio, autore di una prova meravigliosa. Specializzatosi ormai nel genere (basti pensare a “Shutter Island”) Leo ci regala un’interpretazione magistrale dimostrandosi uno dei migliori attori nel panorama mondiale, ormai nel pieno della sua maturità artistica. Insomma Di Caprio smentisce con i fatti, ancora una volta, i suoi detrattori ancora legati al ricordo del Jack belloccio di “Titanic”.
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giacomo j.k.
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giovedì 11 novembre 2010
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inception
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I sogni son desideri… cantava la Fata Madrina. Per Cobb sono il pane quotidiano. Cobb è pagato per dormire (non è uno scherzo) da una ditta che senza tanti scrupoli ruba le idee dal subconscio delle persone, introducendosi nientemeno che nei loro sogni. Neanche a dirlo, Cobb è il migliore nel suo lavoro, finché non incontra Saito, un ricco industriale giapponese che riesce a difendersi dai suoi attacchi. Ora Cobb è spacciato, braccato dai suoi ormai ex datori di lavoro, non fosse che lo stesso Saito accorre in suo aiuto: egli è disposto a liberarlo dai suoi persecutori, ma in cambio desidera che Cobb compia per lui non un furto, bensì un innesto di idea, che porterà il suo concorrente in affari, Fisher, a dividere la propria azienda.
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I sogni son desideri… cantava la Fata Madrina. Per Cobb sono il pane quotidiano. Cobb è pagato per dormire (non è uno scherzo) da una ditta che senza tanti scrupoli ruba le idee dal subconscio delle persone, introducendosi nientemeno che nei loro sogni. Neanche a dirlo, Cobb è il migliore nel suo lavoro, finché non incontra Saito, un ricco industriale giapponese che riesce a difendersi dai suoi attacchi. Ora Cobb è spacciato, braccato dai suoi ormai ex datori di lavoro, non fosse che lo stesso Saito accorre in suo aiuto: egli è disposto a liberarlo dai suoi persecutori, ma in cambio desidera che Cobb compia per lui non un furto, bensì un innesto di idea, che porterà il suo concorrente in affari, Fisher, a dividere la propria azienda.
Mai noioso né scontato, sempre entusiasmante, dall’inizio alla fine, e ironico q.b., Inception è senza dubbio il film d’azione più bello almeno dai tempi di Matrix, e non a caso a tratti è anche un po’ “kowalskiano”. Gli effetti speciali, curati dallo stesso Chris Corbould di Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, sono spettacolarmente impeccabili, mentre la colonna sonora, fortemente ritmica e coinvolgente, nasce dalla bacchetta di Hans Zimmer.
Dopo quello che orami dovremmo chiederci se chiamare ancora “il suo capolavoro”, Il Cavaliere Oscuro, Christopher Nolan ci riporta ancora una volta ai confini del comprensibile, non più tra bene e male, ma tra irrealtà e realtà, tra colpa ed espiazione. Nel ruolo del protagonista troviamo un superbo Leonardo Di Caprio, che quest’anno ci ha già regalato psicanalitiche emozioni al cardiopalma nel film di Martin Scorsese Shutter Island; anche questa volta Di Caprio serba in sé qualcosa che non vorrebbe svelare a nessuno, nemmeno a se stesso. Perché mai il migliore ladro di sogni del mondo si affiderebbe ad una studente di architettura per progettare il suo labirinto onirico, per quanto dotata possa essere? Chi si aggira alle porte del suo subconscio tentando disperatamente di entrare? Sono tutte domande con le quali Cobb dovrà accettare di fare i conti; perché, per penetrare nel profondo di Fisher, dovrà accettare di scavare prima di tutto in se stesso, per chiudere i conti con un passato troppo doloroso da dimenticare. Per quanto il personaggio di Ellen Page abbia un nome, Ariadne, piuttosto rassicurante in materia di labirinti, l’unico che dovrà tentare di dipanare la matassa sarà proprio lui. E mentre lui e i suoi compari tenteranno di incastrare Fisher in un affascinante gioco di scatole cinesi compiendo agguati e sabotaggi tra i vari livelli della coscienza, Cobb si renderà contò sempre di più che la stessa trappola si sta per chiudere su di lui: il suo momento è arrivato; il momento di chiudere i conti col passato; il momento di decidere di tornare, finalmente, libero nel mondo reale.
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the man of steel
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martedì 9 novembre 2010
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un film pressochè perfetto
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Ovviamente non è un film per tutti...infatti i film più belli non sono per tutti.
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the man of steel
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lunedì 8 novembre 2010
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come no adesso abbassiamo il voto in massa...
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Inception mi viene citato perfino all'università, quindi tanto brutto non deve essere...è complicato da seguire, va rivisto più di una volta ma quando lo si è assorbito diventa un meccanismo perfetto. Se non vi è piaciuto vuol dire che non lo avete capito. Se lo giudicate obiettivamente un pessimo film vuol dire che non capite nulla di regia, di sceneggiatura, di montaggio ecc. in sintesi DI CINEMA! Perchè Inception è questo, cinema allo stato puro, un'analogia sogno/cinema, una metafora di arte moderna e un allegoria del processo di fare cinema.
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marvelman
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lunedì 8 novembre 2010
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inception è il film dell'anno
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Questo film è MOSTRUOSAMENTE fatto bene e la bravura con cui è stato realizzato non può non incidere sul giudizio del film.
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alexia62
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lunedì 8 novembre 2010
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francesco2
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la penso esattamente come te.....ho già scritto abbastanza nelle pagine indietro...
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francesco2
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domenica 7 novembre 2010
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sogno o son desto?entrambi..........
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La simbiosi tra sogno e realtà, argomento che sotto vari aspetti richiede coraggio,ormai non è neanche nuovissima per l'ambito cinematografico. E' del resto difficile e troppo facile andare oltre un film come "Matrix", da leggere a piacimento come l'inizio o la fine di tutte le teorie sulla realtà come maschera di un
cosiddetto mondo "Autentico".
Gli esperimenti di Nolan hanno, qualunque sia la valutazione che se ne dà, delle caratteristiche diverse. Almeno se ci soffermiamo su "Memento" e sul film di cui stiamo per parlare. Entrambi focalizzano la loro attenzione sul punto di vista dell'individuo in bilico tra realtà e onirismo(Non tra realtà e finzione: a pensarci bene, non è la stessa cosa).
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La simbiosi tra sogno e realtà, argomento che sotto vari aspetti richiede coraggio,ormai non è neanche nuovissima per l'ambito cinematografico. E' del resto difficile e troppo facile andare oltre un film come "Matrix", da leggere a piacimento come l'inizio o la fine di tutte le teorie sulla realtà come maschera di un
cosiddetto mondo "Autentico".
Gli esperimenti di Nolan hanno, qualunque sia la valutazione che se ne dà, delle caratteristiche diverse. Almeno se ci soffermiamo su "Memento" e sul film di cui stiamo per parlare. Entrambi focalizzano la loro attenzione sul punto di vista dell'individuo in bilico tra realtà e onirismo(Non tra realtà e finzione: a pensarci bene, non è la stessa cosa). La donna è sempre alter-ego del protagonista maschile, sia o meno la sua una funzione di "Dark-lady" o di vittima delle circostanze( O di sé stessa?).
La caratteristica fondamentale di "Inception" è che pur immaginando il SOGNO con gli strumenti della REALTA' non bisogna mai dimenticarsi che stiamo sì sognando, ma neanche così tanto, aparte che i co-protagonisti dei "Sogni" creano guai non indifferenti, o almeno rischiano di farlo. Questa perlomeno è la mia lettura, neanche così caustica se si pensa che valuto più che sufficiente la prima parte del film: sia o meno un giocattolone, non si vive solo leggendo filosofia, e poi un "Giocattolone" puro e semplice non ha la capacità di entrare nell'ingegno dell'essere umano, e di coglierne i paradossi generati dal contrasto tra la dimensione inconscia e quella razionale.
Ove però gli elogi ricevuti mi suonano veramente esagerati, come quelli per "Memento", è quando Nolan nella seconda parte pretende di puntare, insieme, troppo in basso e troppo in alto. Intanto, è opinione personale, gli Incastri" tra realtà e sogno non funzionano così tanto, il gioco è più "Bello senz'anima", e forse neanche più così bello. E poi, allo stesso tempo, pretende più che nella prima parte di puntare sule implicazioni sentimentali del protagonista, mette in scena i contrasti interiori(?) tra presente e passato, reale e virtuale. Ma il risultato rischia di rasentare quello
dell'ultimo Coppola e del peggiore Kenneth Branagh, un sentimentalismo camuffato da ricerca interiore sull'uomo, sul senso dela vita e quello dell'amore, sul passato che non cambierà più. Si aggiunga poi la storia un pò melensa in partenza dell'uuomo anziano, con la società, i figli "Ereditieri"_Mi pare- e chi più ne ha, più ne metta. "Matrix2 non faceva questo, non credo, ma paradossalmente era più profondo: ai Warchowski non sarebbe mai venuta in mente la storia della Cotillard che muiore in quel modo, tantopiù senza gli occhi di Di Caprio.
E poi: vi è piaciuto il finale?Se l'ho capito, a me non tanto. Il lieto fine non è necessariamente stupido, ma Altman ci insegna che il cinema è coraggioso quando ha il coraggio di non essre polticamente corretto. E in questo caso non lo è stato.
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alex_23
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domenica 7 novembre 2010
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semplicemente spettacolare
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Visto due volte al cinema merita veramente tutte le stelle possibili. Posso metterne solo 5 =)
Uno degli ormai classici rompicapo di Nolan, genio assoluto secondo il sottoscritto.
Il solo pensiero di poter incatenare tutte quelle sequenze e quelle regole da lui pensate senza mai contraddirsi è da applausi.
Poi ci sono gli effetti speciali, la colonna sonora, un supremo Di Caprio e una giovane dalle ottime premesse come Ellen Page.
In ogni momento ti senti spiazzato, sei sempre in bilico tra il sogno e la realtà e il finale imperioso ed incerto mi ha emozionato non poco.
Spero che non ci sia un sequel di questa meraviglia perchè è talmente bello che una qalsiasi modifica sminuirebbe il valore di quest'opera.
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Visto due volte al cinema merita veramente tutte le stelle possibili. Posso metterne solo 5 =)
Uno degli ormai classici rompicapo di Nolan, genio assoluto secondo il sottoscritto.
Il solo pensiero di poter incatenare tutte quelle sequenze e quelle regole da lui pensate senza mai contraddirsi è da applausi.
Poi ci sono gli effetti speciali, la colonna sonora, un supremo Di Caprio e una giovane dalle ottime premesse come Ellen Page.
In ogni momento ti senti spiazzato, sei sempre in bilico tra il sogno e la realtà e il finale imperioso ed incerto mi ha emozionato non poco.
Spero che non ci sia un sequel di questa meraviglia perchè è talmente bello che una qalsiasi modifica sminuirebbe il valore di quest'opera.
Peccato anche che in Italia non abbia riscosso il meritato successo che ha avuto nel resto del mondo: 'solo' 10 milioni di incassi, nel resto del mondo più di 800 milioni.
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the man of steel
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venerdì 5 novembre 2010
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realtà vs finzione
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Il tema del sogno nel sogno è trattato in questo esplicativo prodotto di Christopher Nolan, un film in cui si snodano rappresentazioni di mondo reale e mondo onirico su più livelli interni alla narrazione, i quali non sono altro che un’allegoria del processo di fare cinema che include interpretazioni di ordine visivo/artistico della pellicola, a partire dalla visione che il regista ha del suo film. La vicenda narrata in Inception è ambientata nel mondo dei sogni, dove il “dream team” capitanato dall’estrattore Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) deve eseguire l’innesto di un’idea nel subconscio di un potente uomo d’affari; la stessa idea può essere vista come quella del film in sé: cinematograficamente parlando, il regista deve innestare la sua idea nella mente dello spettatore.
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Il tema del sogno nel sogno è trattato in questo esplicativo prodotto di Christopher Nolan, un film in cui si snodano rappresentazioni di mondo reale e mondo onirico su più livelli interni alla narrazione, i quali non sono altro che un’allegoria del processo di fare cinema che include interpretazioni di ordine visivo/artistico della pellicola, a partire dalla visione che il regista ha del suo film. La vicenda narrata in Inception è ambientata nel mondo dei sogni, dove il “dream team” capitanato dall’estrattore Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) deve eseguire l’innesto di un’idea nel subconscio di un potente uomo d’affari; la stessa idea può essere vista come quella del film in sé: cinematograficamente parlando, il regista deve innestare la sua idea nella mente dello spettatore. La sala buia del cinema è il subconscio e sullo schermo viene proiettato il sogno.
Il cinema è come una fabbrica di sogni e Nolan è come l’estrattore che ha un’idea da innestare nello spettatore, trasforma l’idea in un film come se fosse un sogno attraverso il quale può comunicare con il pubblico e Inception rappresenta il sogno stesso di fare il cinema.
La principale differenza tra film e sogno è che il primo è un’esperienza che può essere condivisa mentre il secondo è qualcosa che coinvolge la mente nella sua individualità. Inception decostruisce questo archetipo e basa la sua struttura narrativa sul sogno come uno stato onirico condivisibile. Per quanto la differenza tra realtà e sogno, mentre la prima esperienza si ottiene mediante l’uso dei 5 sensi, la seconda viene raggiunta tramite l’immaginazione del soggetto. Tuttavia in Inception si può cogliere un parallelismo tra verità e menzogna che contribuisce a rendere ancora più labile il confine tra realtà e sogno: allo stesso modo di come la formulazione di una menzogna nella realtà può modificare la percezione della realtà stessa, lo svelamento della verità nel sogno, il quale di principio è finzione della mente, cambia la percezione del sogno stesso.
Ad esempio il totem di Cobb, effetto personale del soggetto che gli fa capire di essere cosciente, è una trottola che nel sogno non smette mai di girare mentre nella realtà finisce per cadere; egli la usa nel sogno che condivide con sua moglie Mal per trasmetterle una certezza: la dimensione in cui vivono non è la realtà. La staticità della trottola, che nel mondo reale non sarebbe veritiera, nel sogno diventa portatrice dell’unica verità, e cioè che il mondo in cui ci si trova non è reale.
Raggiunta la consapevolezza del proprio stato, avviene una DEREALIZZAZIONE del sognatore che è portato a suicidarsi per ritornare nella realtà. Nel caso della moglie di Cobb la derealizzazione, innestata come idea fissa, si trascina nel mondo reale sotto forma di DELIRIO o falsa convinzione conducendo la donna al reale suicidio.
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