Mario il mago

Film 2008 | Commedia,

Titolo originaleMárió, a varázsló
Anno2008
GenereCommedia,
ProduzioneUngheria, Italia
Regia diTamás Almási
AttoriFranco Nero, Nyako Julia, Vittorio Marsiglia .
Uscitavenerdì 28 novembre 2008
DistribuzioneL'Altrofilm
MYmonetro 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Tamás Almási. Un film con Franco Nero, Nyako Julia, Vittorio Marsiglia. Titolo originale: Márió, a varázsló. Genere Commedia, - Ungheria, Italia, 2008, Uscita cinema venerdì 28 novembre 2008 distribuito da L'Altrofilm. - MYmonetro 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 7 novembre 2019

All'alba della caduta del regime comunista, la noiosa e lenta quotidianità di un piccolo villaggio ungherese viene ravvivata dall'arrivo di un imprenditore italiano. In Italia al Box Office Mario il mago ha incassato 180 mila euro .

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un film incompiuto con un finale inatteso e drammaticamente compiuto.
Recensione di Tirza Bonifazi
martedì 25 novembre 2008
Recensione di Tirza Bonifazi
martedì 25 novembre 2008

All'alba della caduta del muro di Berlino, la noiosa e lenta quotidianità di un piccolo villaggio ungherese viene ravvivata dall'arrivo di Gerardo, un imprenditore italiano mandato a Est per aprire uno stabilimento e sfruttare l'economica manodopera locale. Arrivato in paese ascoltando Celentano e Toto Cotugno a bordo di un'Alfa Romeo, Gerardo attira subito l'attenzione degli abitanti conquistando le simpatie delle donne che vedono in lui la possibilità di un lavoro lontano dagli obblighi domestici. Offrendo alle casalinghe della piccola comunità un impiego sicuro, per quanto sottopagato, dà alle sue lavoranti il miraggio dell'emancipazione e uno stimolo a femminilizzarsi (con l'acquisto di abiti e trucchi) e a cambiare visibilmente a discapito dei loro mariti. Quando Gerardo annuncia che dovrà partire per nuovi lidi e che il suo posto verrà occupato da Mario - il direttore dell'impresa - nomina responsabile del reparto Veronica, la più intraprendente del gruppo. Attratta da una vita diversa, la donna si innamorerà fatalmente del suo capo. Basato su fatti realmente accaduti, il film del documentarista Tamás Almási prende in prestito il titolo di una novella di Thomas Mann per raccontare l'avvento del capitalismo nei paesi dell'Est Europa, e nello specifico in Ungheria, in seguito alla caduta del regime comunista. Mario il mago riesce a porre l'accento sulla semplicità dei personaggi, trovando nei gesti ripetuti di alcuni (i nullafacenti che passano le giornate a bere alla taverna del paese) e nell'enfatica e stereotipata figura di altri (l'italiano del sud che ascolta solo l'"Azzurro" di Celentano) il modo per raccontare un'epoca remota. Le donne sono le vere protagoniste di quest'agrodolce commedia che ne svela l'animo e i desideri più reconditi intraprendendo un percorso difficile come quello della follia. Sebbene il film sia "storpiato" dal doppiaggio che purtroppo rende vano il presumibile lavoro di scrittura che traccia la distanza e l'incomprensione linguistica tra Veronica e Mario, l'evoluzione (e successiva involuzione) psicologica della donna risulta credibile. Ed è proprio nella sua caduta - che si materializza saltando qualche passaggio narrativo tutto sommato intuibile - che Mario il mago trova un finale inatteso e drammaticamente compiuto.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Silvana Silvestri
Il Manifesto

Celebre documentarista ungherese, Tamas Almasi è stato assistente alla regia di Miklos Jancso, Zoltan Fabri, Imre Gyöngyössy, Istvan Szabo, premiato dal festival di Karlovy Vary, San Francisco, Cinéma du réel e ora gira un film su Puskas. Arriva sui nostri schermi grazie a un film interpretato e prodotto da Franco Nero che racconta lo spaesamento dell'est di fronte all'arrivo del capitalismo.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Da Il cammino della speranza a Pane e cioccolata, gli italiani emigranti erano mesti straccioni. In Mario il mago di Almasi Tamas (gli ungheresi antepongono il cognome al nome) sono invece gretti ricconi, che sfruttano il popolo ungherese subito dopo crollo del regime comunista, come il fabbricante di scarpe bolognese intepretato da Franco Nero - di cui s'innamora una dipendente sognatrice (Nyako Julia) [...] Vai alla recensione »

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