Galantuomini

Film 2008 | Drammatico, 100 min.

Regia di Edoardo Winspeare. Un film con Donatella Finocchiaro, Fabrizio Gifuni, Beppe Fiorello, Giorgio Colangeli, Gioia Spaziani. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2008, durata 100 minuti. Uscita cinema venerdì 21 novembre 2008 distribuito da 01 Distribution. - MYmonetro 2,91 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 14 settembre 2015

La tormentata storia d'amore tra un magistrato e Lucia, una donna che la vita ha portato a diventare una criminale. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato a Roma Film Festival, In Italia al Box Office Galantuomini ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 566 mila euro e 197 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,91/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 2,56
PUBBLICO 2,67
CONSIGLIATO SÌ
Winspeare gira nel Salento un nuovo miracolo d'amore, muovendosi lungo la frontiera tra il noir e il mélo.
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 29 ottobre 2008
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 29 ottobre 2008

Ignazio, Lucia e Fabio sono stati bambini felici e inseparabili nel Salento degli anni Sessanta. Adesso sono adulti tormentati e divisi nel Salento della Sacra Corona Unita. Ignazio è diventato un giudice stimato, rientrato a Lecce dopo aver esercitato la professione nel Nord Italia, Lucia è madre di un ragazzino e braccio destro del boss Carmine Zà, Fabio un appassionato giocatore di biliardo col vizio della cocaina. Al funerale di Fabio, stroncato da un'overdose, Lucia e Ignazio si ritrovano e si innamorano senza dichiararsi. Durante le indagini sul traffico di cocaina, Ignazio scopre il coinvolgimento di Lucia. Ferito e addolorato dalle bugie della donna e dalla rivelazione della sua vera natura, l'affronta, spingendola suo malgrado alla latitanza. Ma il giudice sedotto e la dark lady hanno ancora un conto d'amore da regolare e da consumare.
Edoardo Winspeare, cognome inglese e cuore salentino, torna nei borghi antichi del Salento dopo il miracolo di Taranto, muovendosi lungo la frontiera tra noir e mélo. Dentro un ambiente luminoso e denso di umori abita un personaggio femminile di stupefacente bellezza, cupa e sgomenta davanti alla radicalità delle proprie decisioni: ispirare e guidare una squadra di criminali organizzati. "Femmina folle" e "lupa" tragica, Lucia è portatrice di un segreto sepolto che minaccia la sua vita apparentemente solare e l'amore ancora imploso per il giudice Ignazio De Rao, l'uomo che potrebbe forse permetterle di sottrarsi al disagio della sua condizione. Ma Winspeare non sceglie per i suoi amanti la redenzione. Rivedersi e scoprirsi nei rispettivi ruoli è per Lucia e Ignazio vertigine ulteriore, innamoramento sovrapposto a quello già esistente. Fuggiranno dentro una notte per amarsi. Si nasconderanno in quell'unica notte per amarsi. Quando il giudice di Gifuni si trova di fronte alla donna, di cui conosce ormai il volto scellerato, il suo sentimento ne frena l'azione, improntata altrimenti e altrove a grande sicurezza e condotta morale. L'amore reciproco impedisce all'uomo dietro al giudice di denunciarla e alla donna dietro alla criminale di comprometterlo. Agli amanti è possibile darsi e possedersi senza mai guardarsi negli occhi, fino all'alba e a una telefonata che risveglierà Lucia dall'evidenza dell'impossibilità del loro amore e della messa fra parentesi del mondo, fondale lontano eppure presente.
In un mondo di uomini, incapaci di distinguere ciò che è vero (una nuvola) da ciò che immaginario (un gatto o una barca), la femme fatale criminale della Finocchiaro riconosce i segni menzogneri e l'ineluttabilità della realtà e dell'amore. Le emozioni di un amore perduto nel tempo incolpevole dei cieli azzurri dell'infanzia e ritrovato nel cielo aggredito dai proiettili della maturità, sono affidate al non detto: agli sguardi e ai silenzi incerti di Gifuni e ai movimenti morbidi e ambigui della Finocchiaro, corpi esausti di amore che bruciano tutta la passione nell'inseguimento di un adesso che non avrà mai luogo. Winspeare produce un'idea di cinema melodrammatico che si nutre della vita, della tradizione e della cultura del Salento.
Un film regolato dal ritmo rapidissimo di una musica di possessione "pizzicata" alla chitarra, che non riesce a liberare la "tarantata" dal suo male. Generato da un ambiente criminale, il mélo del galantuomo e della signora della malavita (o mélovita) si chiude all'insegna della costrizione, che è quella tipica del melodramma, della condizione umana ma anche della società (lei è prigioniera dei suoi errori, lui dell'istituzione che rappresenta). Galantuomini testimonia come in periodi di crisi sociale e ideologica, il melodramma si dimostri un efficace strumento di rispecchiamento collettivo, adempiendo a quella funzione che nella Grecia antica era assunta dalla tragedia.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 20 gennaio 2011
Cinefila

La malavita e la legge si incontrano e si mescolano  in questo film ben riuscito. La passione sovrasta ogni ragione. Il magistrato Gifuni, rientrato nel suo assolato  Salento, incontra l'amica di sempre, della quale forse è stato sempre innamorato, quella che ora, con un figlio da crescere, è il boss che controlla il traffico d'armi.

domenica 27 dicembre 2009
Francesco2

Se “Il miracolo” e “Sangue pazzo” riguardavano la Puglia del sogno(Pur con un drammatico riferimento nel “Miracolo” alla speculazione su certi fenomeni), questo vorrebbe essere il Sud della realtà, tutt’altro che alla ricerca di qualsiasi trascendenza che non sia ristabilire l’ordine da parte del poliziotto. Ma se pure Winspeare, sicuramente non ineccepibile nei film che ho citato, è così prevedibile [...] Vai alla recensione »

domenica 7 giugno 2009
Liuk

Il film non mi è dispiaciuto tranne il solito, triste, inutile ed offensivo "finale aperto" che certi registi usano credendo di elevarsi spiritualmente. Sufficienza stentata.

venerdì 30 aprile 2010
francescol82

Una trama poco originale e neanche avvincente, l'ho trovato un pò noioso e conseguentemente l'ho seguito a fatica. Pensavo meglio visto che gli sono state attribuite tre stelle e mezzo: film migliori ne hanno preso due!!

sabato 31 ottobre 2009
ingloriusbastard

mah...

mercoledì 27 agosto 2014
Onufrio

Storia di "Galantuomini" o presunti tali, quella che ci racconta Winspeare attraverso un film che annoia per lunghi tratti senza mai trovare un'alitata di freschezza, un qualcosa che plachi quei toni pacati e blandi che mal si associano a questi genere di film, film che in parole povere racconta la storia di tre amici d'infanzia, che a distanza di anni si ritrovano, o meglio, uno [...] Vai alla recensione »

lunedì 22 giugno 2009
Vittorio

Bel film, ottimamente recitato e girato, con delle scene molto emozionanti, un finale ben studiato... Il cinema italiano è in netta ripresa e questo film lo dimostra!! Da vedere....

FOCUS
INCONTRI
martedì 18 novembre 2008
Marzia Gandolfi

Non c'è regista italiano che non abbia fatto i conti con il melodramma, perché è la radice più profonda ed eccessiva della nostra cultura, perché gli italiani sono antropologicamente votati al melodramma. Eppure il cinema italiano lo rimuove, facendolo scivolare sul territorio più controllabile del commovente e del sentimentale. Perennemente relegato ai margini del territorio dei generi "nobili", il melò appare, scompare e si trasforma.

INCONTRI
lunedì 27 ottobre 2008
Désirée Colapietro Petrini

Cast al gran completo questa mattina per la conferenza stampa di Galantuomini, pellicola di Edoardo Winspeare con cui è stata ufficialmente aperta la seconda settimana del Festival internazionale del film di Roma. Accolto da un lungo applauso, il regista ha parlato del suo ultimo film come di "una storia d'amore importante, un melò dallo scheletro noir, per il quale avevo messo una clausola per il personaggio di Lucia: o Donatella Finocchiaro o niente".

Frasi
Un coglione è sempre un coglione, anche se ci fai un figlio...
Lucia (Donatella Finocchiaro)
dal film Galantuomini
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Una donna-boss a capo di un gruppo della Sacra Corona Unita (l'unica mafia del Mezzogiorno che sia stata sconfitta o si sia disfatta), comandante dei traffici d'armi e di droga con il Montenegro, forse arrivata in cima per via di favori sessuali ma forte, capace, dura. La protagonista di Galantuomini di Edoardo Winspeare rovescia radicalmente il luogo comune della donna meridionale vittima o assassina, [...] Vai alla recensione »

Silvana Silvestri
Il Manifesto

Nel paese dove la Sacra Corona Unita è stata sconfitta, il Salento, Winspeare torna a dare visibilità a una terra attraversata da carovane vacanziere ma poco conosciuta nel profondo. In Galantuomini, presentato da poco al Festival di Roma, accolto con successo e premiato per la migliore interpretazione femminile (Donatella Finocchiaro) ha cambiato registro rispetto ad alcune scelte estetiche, ma non [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Era meglio morire da piccoli? No, perché poi si cresce, si cambia, certe volte ci si corrompe. Lucia, Ignazio e il fragile Fabio erano amici, la vita li ha divisi, uno di qua, una di là. Ignazio magistrato a Milano, Lucia giovane sposa di un delinquentello nel Salento, Fabio che appassisce drogandosi, poi se ne va. Il giudice torna nella sua terra, in tempo per scoprire che in fondo Lucia l’ha sempre [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Romantica e crudele come un'eroina noir, ma anche inquietante come le pregiudicate che s'intravedono sui giornali o nei Tg. «Galantuomini» è un film da non perdere soprattutto perché Donatella Finocchiaro (Lucia), braccata dalla cinepresa dalla prima sequenza all'ultima, protagonista di numerose scene madri e condotta dai gesti e dai dialoghi ai limiti estremi del melò, è di una bravura almeno pari [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Bastano i flashback dove è bambina per capire che Lucia era predestinata a diventare una tosta. Madre di un ragazzino, comanda con polso di ferro un clan della Sacra Corona Unita sotto il controllo di un vecchio zio, ancora vincolato ai codici d' onore della mala; i giovani criminali, invece, sono prepotenti e vigliacchi. Il centro drammatico di Galantuomini, scritto e diretto da Edoardo Winspeare, [...] Vai alla recensione »

Paola Zanuttini
Il Venerdì di Repubblica

Le finte maschio. Come la mafiosa di Galantuomini, per cui ha vinto il premio come miglior attrice al Festival di Roma. O quelle che «l'amore è tutto». Come la perturbante zia che porta in scena a Catania. Si, ma lei che tipo è? Chissà cosa sarebbe successo al Tribunale di Catania se l'avvocato Donatella Finocchiaro avesse seguito la sua strada invece di deviare verso il teatro e poi il cinema, con [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

L'età dell'innocenza dura sempre troppo poco. Quella di Lucia, Fabio e Ignazio, tre ragazzini che vivono in un paese del Salento, è ormai solo un lontano ricordo. Edoardo Winspeare ce li mostra, in Galantuomini, per un attimo felici mentre s'inseguono, combinano scherzi, scoprono i primi, castissimi turbamenti amorosi. Poi arriva la vita vera, quella dura.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Un uomo, una donna. Un giudice, una malavitosa. Un uomo che se n'è andato lontano, mentre nella sua terra tutto cambiava. E una donna che è rimasta lì, nel Salento, diventando una piccola boss della nascente Sacra Corona Unita. Cosa che il giudice naturalmente ignora. Ma che scoprirà, insieme al sentimento mai vissuto e mai dimenticato per quell'amica d'infanzia.

Davide Turrini
Liberazione

In una sequenza di Galantuomini Fabrizio Gifuni (il magistrato Ignazio di ritorno dal Nord) ascolta una lezione accademica, presumibilmente a Lecce nei primi anni '90, dove si spiega con grande elementarietà espositiva e contenutistica cos'è la Sacra Corona Unita. Il nostro, dall'alto della sua carriera, prende pure appunti (o farà disegnini zozzi sul quaderno?) poi torna in ufficio a combattere questa [...] Vai alla recensione »

Camilla Bernacchioni
Left

Il cinema italiano torna a affacciarsi sul mondo e a osservare, anche con occhio critico, la realtà che ci circonda. Erano anni che sui nostri schermi non passavano così tanti film che potremmo definire di impegno civile o, quanto meno, che mostrano cosa sta succedendo nel nostro Belpaese e in particolare al Sud tra mafia, camorra e Sacra corona unita.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Al cinema il magistrato di sinistra è stucchevole. Trasuda dignità e onestà, vivendo solo, perché tali qualità annoiano. Capita così anche al personaggio di Fabrizio Gifuni, che da Milano (figura di punta di Mani pulite) è trasferito nella natia Lecce. Qui reincontra l'amore infantile (Donatella Finocchiaro), ora madre nubile e capo banda nei traffici di droga, da un Montenegro dove è autunno, sebbene [...] Vai alla recensione »

NEWS
NEWS
lunedì 3 novembre 2008
 

Il guizzo d'autore La "Festa del cinema" è diventata il "Festival del film" e, tra vizi e virtù, ha onorato il cambiamento, così che a Roma, quest'anno, più che il grande cinema si sono visti, questo sì, alcuni bei film.

winner
miglior int. femminile
Roma Film Festival
2008
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