Titolo originale | Er shi si cheng ji |
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Jia Zhangke |
Attori | Jianbin Chen, Joan Chen, Lu Liping, Zhao Tao . |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 2,94 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 giugno 2009
Chengdu, Cina ai giorni nostri. La fabbrica di Stato 420 che produceva strumentazione per aerei, viene smantellata. Al suo posto verrà costruito un quartiere residenziale denominato '24 City'.
CONSIGLIATO SÌ
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Chengdu, Cina ai giorni nostri. La fabbrica di Stato 420 che produceva strumentazione per aerei, viene smantellata. Al suo posto verrà costruito un quartiere residenziale denominato '24 City'. La fabbrica era stata fondata 60 anni fa e tre generazioni di lavoratori hanno vissuto dei proventi della loro attività in quei capannoni. Il regista decide di intervistare 5 di loro (maschi) e di aggiungere 3 monologhi femminili di finzione. Con questa scelta intende ricostruire la Storia recente della Cina Popolare leggendola, per cosi' dire, dal basso. Ne emerge un quadro di mutamenti sociali repentini che hanno letteralmente raso al suolo un passato di tradizioni e di regole (imposte ma alla fine condivise) sostituendolo con la precarietà del quotidiano odierno. L'intento è assolutamente condivisibile ma le scelte sul piano narrativo ed estetico ne inficiano la presa sul pubblico. Se si decide di realizzare una docufiction su una situazione che finisce con il risultare paradigmatica di una condizione presente, proponendo lunghe interviste con camera fissa alternate a scarso materiale di repertorio si finisce con il mancare l'obiettivo. Le ricerche da cinefilia 'dura e pura' hanno una loro ragione di esistere e in più di un'occasione sono assurte al ruolo di capolavori. Ma la docufiction non sembra essere il terreno più adatto per questo tipo di sperimentazioni. I problemi della Cina moderna (divenuta ormai un temibile drago a due teste, una delle quali costituita dal rigido controllo politico e l'altra improntata a un liberismo sfrenato) meritano di essere portati sullo schermo sempre più spesso. Lasciando
La classe operaia va in paradiso? È quello che si augura il regista cinese Zhang Ke. Continuando l'esplorazione sui cambiamenti sociali del suo paese, Zhang Ke raccoglie le testimonianze di otto cittadini di Chengdu che abitavano o lavoravano in edifici demoliti per fare spazio a un condominio di lusso. Austero e concettuale, il film continua la riflessione sul rapporto tra documentario e fiction, [...] Vai alla recensione »
La classe ouvrière ira-t-elle au paradis ? C'est le vœu du cinéaste Jia Zhangke qui, poursuivant sa chronique des mutations de la société chinoise, recueille les confessions de huit anciens habitants d'une cité de Chengdu, la capitale de la province du Sichuan, au centre de la Chine. Les immeubles de cette cité sont en train d'être rasés, ainsi que l'usine d'aéronautique n° 420 qui nourrissait cette [...] Vai alla recensione »
One of the most enigmatic moments in “Still Life,” a movie about some of the violent convulsions rocking contemporary China, occurs when a building shudders into the air like a space shuttle. The image is never explained on screen and seems at odds with the movie’s overriding realism, which nonetheless also makes room for what looks like a U.F.O. Yet these alien images make sense, given the dislocating, [...] Vai alla recensione »
"24 City" : au coeur de la mutation d'une cité industrielle en complexe de luxe D'ici, le commun des mortels perçoit la mutation de la Chine comme un mouvement gigantesque qui influe aussi sûrement sur notre sort que celui des océans, mais sur lequel nous n'avons aucune prise. Depuis dix ans, Jia Zhang-Ke réalise des films qui racontent la transformation de l'empire maoïste en hyper-puissance économique. [...] Vai alla recensione »
In concorso, l’atteso 24 City di Jia Zhangke, Leone d’oro 2006 con Still Life. Operai in primo piano, voci narranti della storia cinese. Tre generazioni e otto personaggi che si alternano nel movimento sinfonico del giovane regista (nato nel 1970) intorno a una vecchia, gloriosa fabbrica di materiale per l’aviazione militare, chiamata 420. L’officina fondata 60 anni fa dopo dieci anni fu spostata [...] Vai alla recensione »
Si aprono i cancelli di una fabbrica, gli operai ne varcano le porte per tornare a casa. Non si tratta dell’ “Uscita dalle officine Lumière”, capostipite della storia del cinema, ma di 24 City, film cinese in concorso. Questa volta, però, le porte si chiuderanno per sempre; come è successo realmente alla fine del 2007,quando la fabbrica militare 420 di Chengdu, città operaia modello, è sparita per [...] Vai alla recensione »