mary
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sabato 1 novembre 2008
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ottimo
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Uno dei film più belli che ho visto ultimamente.Sfiora il capolavoro...la relazione tra la Tomei e il bruttino Hawke è improbabile ma funzionale a una storia tragicissima.
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dark princess
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venerdì 31 ottobre 2008
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estasiata
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un film bellissimo, cn un cast brillante e di talento, oprattutto Ethan Hawke, nn l'ho mai visto così bravo
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ettore
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martedì 28 ottobre 2008
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bellissimo
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Storia spietata e struggente caratterizzata da episodi di un cinismo grandioso che porta inevitabilmente al dramma.Attori in stato di grazia (il personaggio interpretato da Hoffman è stato perfetto)che hanno saputo trasmettere frustrazione e decadenza in maniera sublime.
Grandissima ennesima prova del Maestro Lumet che a 84 anni ha dato prova di lucidità e bravura, e tanti giovani registi dovrebbero ammirare in silenzio religioso.
Un capolavoro.
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lamusa
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mercoledì 22 ottobre 2008
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come mai la narrazione a frammenti?
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Francamente non mi é ben chiaro come mai Lumet usi il gioco dei flash-back e della narrazione a frammenti.La storia é cosí semplice e lineare che non necessita e nemmeno puó essere confusa dal gioco dell´andare avanti e dietro nel tempo.Magari ci sono delle ragioni a cui io ancora non riesco ad arrivare.Capisco e accolgo la tragedia umana anche se forse mi sembra affrontata con una eccessiva freddezza.E un pizzichino di superficialitá.
Un narrare gli eventi senza troppo esporsi.Piú o meno come leggere la cronaca quotidiana.Assolutamente da confermare la maestria nella regia e nella recitazione.
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liuk
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martedì 21 ottobre 2008
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tragedia inutile
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Ben recitato ma noioso fino all'estremo. La parte iniziale salta di minuto in minuto avanti e indietro ma con un effetto peggio riuscito che in altri film. La seconda parte, invece, pur filando dritta fino in fondo non appassiona ed annoia. Non lo consiglio a chi si vuol divertire.
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cesc
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domenica 12 ottobre 2008
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il più bel film dell'anno
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Un paesaggio d'anime a cui assisti raramente di questi tempi. Un regista e degli attori straordinari.
Viviamo in una società nevrotica, arrivista, dimentica dei veri valori quali la famiglia e la fedeltà: è questo il messagggio di lumet. L'individuo non può che soccombere e annegare nell'oblio della sua anima devota al senso di colpa e al peccato, binomio che appare frequentemente anche negli ultimi film di Allen.
Due fratelli, squattrinati per motivi diversi, ricorrono a un gesto estremo: rapinare la gioielleria dei genitori.
Soldi facili, soldi senza fatica, soldi senza sangue.
Tutto va storto.
Hoffman interpreta il fratello maggiore, freddo, cinico e solo.
Hawke è il minore, fragile e senza spina dorsale, pervaso da continui sensi di colpa.
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Un paesaggio d'anime a cui assisti raramente di questi tempi. Un regista e degli attori straordinari.
Viviamo in una società nevrotica, arrivista, dimentica dei veri valori quali la famiglia e la fedeltà: è questo il messagggio di lumet. L'individuo non può che soccombere e annegare nell'oblio della sua anima devota al senso di colpa e al peccato, binomio che appare frequentemente anche negli ultimi film di Allen.
Due fratelli, squattrinati per motivi diversi, ricorrono a un gesto estremo: rapinare la gioielleria dei genitori.
Soldi facili, soldi senza fatica, soldi senza sangue.
Tutto va storto.
Hoffman interpreta il fratello maggiore, freddo, cinico e solo.
Hawke è il minore, fragile e senza spina dorsale, pervaso da continui sensi di colpa.
Marisa Tomei è una donna lasciva e senza identità, moglie del primo e amante del secondo, alla disperata ricerca dell'amore.
Finney, padre e baluardo degli antichi valori, irrompe sui figli come un deus ex machina, punendo il maggiore, sua più grande delusione.
Tutti personaggi dalle grandi espressioni, figlie di sentimenti e cupi e disperati in una vita che non va, dove la ricerca della felicità, fine che necessità pgni mezzo, porta tutti alaa distruzione.
Il film più bello dell'anno, a dispetto degli irrisori incassi e dei mancati premi
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milomar
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mercoledì 8 ottobre 2008
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una tragedia greca
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Più che un film sembra una tragedia greca. L'ottima regia di Sidney Lumet tratteggia incredibilmente bene i personaggi. Di quest'ultimi non se ne salva nessuno: nè i presunti carnefici nè le presunte vittime, comprimari compresi. A cominciare proprio da padre e dalla madre. Quest'ultima, per fare un esempio, sembra la perfetta vittima sacrificale ma, a ben guardare, è quella che con un omicidio assolutamente inutile funge da "carburante" per la macchina costruita dai figli. Da vedere assolutamente e perdere un pò di tempo riflettendoci un pò su. L'ho visto un mesetto fa e ci penso ancora. milomar
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paride86
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mercoledì 1 ottobre 2008
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tra il noir e la tragedia greca
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Una rapina in gioielleria si trasforma in una tragedia greca. Si tratta di un film drammatico di forte impatto e con bravi attori, ma non mi è piaciuta la ricomposizione temporale che viene fatta degli eventi, nè le atmosfere e le ambientazioni, troppo fredde e asettiche per un dramma familiare.
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mik
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mercoledì 10 settembre 2008
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compiuto a metà... o forse meno...
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visto diverso tempo fa, le mie aspettative verso questo film erano decisamente alte, considerate anche le recensioni che ha avuto. Ebbene, sono rimasto parecchio deluso. Al di là di una buona prova registica, la sceneggiatura mi è sembrata veramente debole da metà film in poi, a tratti addirittura scontata. Film che resta sospeso tra il thriller e il drammatico senza risultare davvero nè uno nè l'altro. peccato.
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macss
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domenica 7 settembre 2008
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che tu possa passare mezz'ora in cielo......
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.... prima che il diavolo s'accorga che sei morto: lo stupendo titolo originale viene tradotto in italiano in modo moralisticamente funzionale con un "onora il padre e la madre". questo è a mio avviso il capolavoro di lumet, importante cineasta da poco insignito dell'oscar alla carriera, già autore di svariati grandi film che qui raggiunge un'asciuttezza, un rigore e uno spessore da scuola di cinema. è in effetti lumet soprattutto un ottimo insegnante (il suo "fare un film" lo consiglio alla pari di altri classici, che so, di sadoul o l'hitchcock-truffaut) e in questa sua ultima fatica, da un punto di vista strettamente tecnico, la lezione è sul flashback e sul flash-forward.. questa tecnica narrativa costituisce ormai una sorta di "sottogenere" dacché tarantino ha cominciato ad utilizzarla attingendo dal classico kubrick di "the killing"; non è però un semplice esercizio di stile, tutt'altro: "before the devil" vive in funzione di questa narrazione spezzata, che serve ad approfondire al massimo la storia e i suoi personaggi per condurci, senza saltare una tappa o peggio ancora passandoci sopra in modo superficiale, ad un finale che in un certo senso è lo specchio di quello di million dollar baby (l'ultima inquadratura è praticamente uguale a quella del film di eastwood prima del sottofinale, solo che qui si assolve in un accecante bianco).
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.... prima che il diavolo s'accorga che sei morto: lo stupendo titolo originale viene tradotto in italiano in modo moralisticamente funzionale con un "onora il padre e la madre". questo è a mio avviso il capolavoro di lumet, importante cineasta da poco insignito dell'oscar alla carriera, già autore di svariati grandi film che qui raggiunge un'asciuttezza, un rigore e uno spessore da scuola di cinema. è in effetti lumet soprattutto un ottimo insegnante (il suo "fare un film" lo consiglio alla pari di altri classici, che so, di sadoul o l'hitchcock-truffaut) e in questa sua ultima fatica, da un punto di vista strettamente tecnico, la lezione è sul flashback e sul flash-forward.. questa tecnica narrativa costituisce ormai una sorta di "sottogenere" dacché tarantino ha cominciato ad utilizzarla attingendo dal classico kubrick di "the killing"; non è però un semplice esercizio di stile, tutt'altro: "before the devil" vive in funzione di questa narrazione spezzata, che serve ad approfondire al massimo la storia e i suoi personaggi per condurci, senza saltare una tappa o peggio ancora passandoci sopra in modo superficiale, ad un finale che in un certo senso è lo specchio di quello di million dollar baby (l'ultima inquadratura è praticamente uguale a quella del film di eastwood prima del sottofinale, solo che qui si assolve in un accecante bianco). si crea dunque un senso di vertigine entrando in questa tragica spirale di violenza, mentre si scende nell'inferno privato di una famiglia come tante, interpretata da tre attori più una che fanno a gara a chi recita meglio. hoffmann è il triste protagonista della vicenda, il personaggio più noir del film e anche colui che scatena gli eventi, perciò il film si apre su di lui, coinvolto con marisa tomei in un'ottima scena di sesso. torna alla mente la regola di fuller secondo la quale i primi e gli ultimi cinque minuti del film sono i più importanti; a seguire hawke confeziona forse la sua miglior interpretazione, anomala nel suo curriculum quanto quella di sean penn in "carlito's way"; infine finney è il padre affranto, che ci porta con i suoi occhi sgranati al necessario finale.. ho amato fino alla commozione il sostituire i battiti del cuore del figlio con quelli del proprio cuore che proprio dal figlio è stato fatto a pezzi, mentre a sua volta il cuore del figlio era a suo tempo stato distrutto dal senso di non appartenenza alla propria famiglia che il padre aveva contribuito ad alimentare. degna di menzione anche la sceneggiatura, perfetta, essenziale quanto i movimenti di macchina (il film è stato girato in un rimarchevole HD). film da vedere e rivedere, degno di una tragedia di shakespeare o di un noir classico. la sua perfezione mi ha messo i brividi.
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