dalfa
|
giovedì 1 maggio 2008
|
onora il padre e la madre
|
|
|
|
E' la metafora del rapporto attuale tra figli e genitori.
dalfa
|
|
[+] lascia un commento a dalfa »
[ - ] lascia un commento a dalfa »
|
|
d'accordo? |
|
lafcadio
|
lunedì 28 aprile 2008
|
edipo al rovescio
|
|
|
|
Lumet rilegge il Dostoevskij dei Karamazov e ripropone un tema che è una costante nel percorso dell'uomo, dal mito greco ad ogni possibile società presente e del futuro: l'assassinio(non necessariamente come azione: può essere più forte l'idea confermata nella propria coscienza che l'atto compiuto)dei dei propri genitori e l'affermazione di sé. Andy è, seguendo l'esempio dostoevskiano,Ivan e Smerdiakov insieme nel proporre la rapina al fratello Hank che di Aliosha manifesta solo una apparente e poco credibile ingenuità scevra dalla genialità del referente a cui viene qui paragonato. Quando si oltrepassa un certo limite non si torna più indietro: gli avvenimenti non si lasciano più controllare, ma si possono controllare!, ed è quanto accade nella pellicola.
[+]
Lumet rilegge il Dostoevskij dei Karamazov e ripropone un tema che è una costante nel percorso dell'uomo, dal mito greco ad ogni possibile società presente e del futuro: l'assassinio(non necessariamente come azione: può essere più forte l'idea confermata nella propria coscienza che l'atto compiuto)dei dei propri genitori e l'affermazione di sé. Andy è, seguendo l'esempio dostoevskiano,Ivan e Smerdiakov insieme nel proporre la rapina al fratello Hank che di Aliosha manifesta solo una apparente e poco credibile ingenuità scevra dalla genialità del referente a cui viene qui paragonato. Quando si oltrepassa un certo limite non si torna più indietro: gli avvenimenti non si lasciano più controllare, ma si possono controllare!, ed è quanto accade nella pellicola. Il fattore accidentale stravolge ogni criterio di pianificazione. A ciò si aggiunge l'incapacità di Hank che, piuttosto che rimediare i danni, li aggrava ulteriormente (la sua umanità, nell'aver scongiurato l'omicidio della donna e del suo bambino, nel finale del film, risulta falsa perché dettatta più dalla vigliaccheria che da uno spirito autentico). Hank incarna il fallimento totale: fallisce il suo tentativo di vita nei parametri regolari, fallisce sul piano affettivo e ancor più su quello della illeicità. Andy, al contrario, è volto all'autodistruzione: già si legge nell'uso che fa di sostanze stupefacenti. Il suo destino si compie sin dall'inizio(il fallimenro della rapina con la morte della madre ne segna la svolta)e i tentativi di uscirne, fino all'eliminazione del personaggio ambiguo che gli somministrava l'eroina e il furto di quei soldi destinati alla malavita, risultano come un gorgo che lo trascinerà nel suo centro. Ma sarà il Padre-Finney, bravo nel suo ruolo, che non permetterà l'affermazione del Mito, ad uccidere il figlio. Lo farà con dolore; pure, con studiata lucidità perché i valori non si possono mettere in discussione,garantiscono ciò che siamo e la direzione da seguire. Sarebbe improprio vedervi una società di stampo patriarcale, più che restìa a cedere il proprio potere alle future generazioni?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lafcadio »
[ - ] lascia un commento a lafcadio »
|
|
d'accordo? |
|
alexp
|
domenica 27 aprile 2008
|
così è se vi pare!!!
|
|
|
|
Una pellicola che lascia riflettere sul cosa "non si fa per soldi".....ed ancor più sulla fragilità dell'indole umana quando è messa alle strette dalle situazioni ed obbligo di sopravvivenza; per certi versi Lumet e Marchal sembrano procedere come nel rispetto del principio delle rette parallele laddove la ricerca sia il dramma del dolore....un film duro quindi su quello che non si dovrebbe mai pensare sulla vita nella sua oggettività!
|
|
[+] lascia un commento a alexp »
[ - ] lascia un commento a alexp »
|
|
d'accordo? |
|
matt
|
domenica 27 aprile 2008
|
semplicemente superbo
|
|
|
|
Sulla scia delle "storie di violenza" di David Cronenberg, un altro film in cui il Male bussa alla porta dell' animo umano dando il via ad un susseguirsi degenerante di eventi. A cadere nella tela del diavolo in quest' opera di Sidney Lumet sono due fratelli all' apparenza innocui, due fratelli completamente diversi in aspetto, età e carattere ma identici nella fragilità della loro esistenza, un' esistenza tenuta in piedi unicamente dalla invisibile e ingannevole forza del denaro. I soldi e l' avidità infatti, rappresentano qui ciò che negli ultimi due film del regista canadese era affidato alla violenza e cioè la trafigurazione del Male nel mondo, una metafora senza dubbio meno diretta e meno esplicita ma ugualmente potente e angosciante, anzi forse ancor più efficace rispetto a quella utilizzata da Cronenberg.
[+]
Sulla scia delle "storie di violenza" di David Cronenberg, un altro film in cui il Male bussa alla porta dell' animo umano dando il via ad un susseguirsi degenerante di eventi. A cadere nella tela del diavolo in quest' opera di Sidney Lumet sono due fratelli all' apparenza innocui, due fratelli completamente diversi in aspetto, età e carattere ma identici nella fragilità della loro esistenza, un' esistenza tenuta in piedi unicamente dalla invisibile e ingannevole forza del denaro. I soldi e l' avidità infatti, rappresentano qui ciò che negli ultimi due film del regista canadese era affidato alla violenza e cioè la trafigurazione del Male nel mondo, una metafora senza dubbio meno diretta e meno esplicita ma ugualmente potente e angosciante, anzi forse ancor più efficace rispetto a quella utilizzata da Cronenberg. Un film raffinato e allo stesso tempo crudele, perchè ci accompagna lungo la logorante strada della perdizione senza impressionarci o intimorirci, ma tenendoci per mano con soave lucidità fino al delirio finale, nella sua bellissima quanto significativa scena di chiusura. Un' opera superba, scandita da interpretazioni sopra le righe e da un montaggio originale e avvincente.
[-]
[+] non capisci un c***o
(di xo)
[ - ] non capisci un c***o
|
|
[+] lascia un commento a matt »
[ - ] lascia un commento a matt »
|
|
d'accordo? |
|
anonimo
|
domenica 27 aprile 2008
|
irrealistico
|
|
|
|
La storia è bella, avvincente, angosciosa. Solo una cosa: i soldi, i due fratelli, non potevano CHIEDERLI ai genitori, essendo i figli, invece di fare tutto quel casino? "Mamma, papà, abbiamo bisogno di soldi", ed era fatta.
|
|
[+] lascia un commento a anonimo »
[ - ] lascia un commento a anonimo »
|
|
d'accordo? |
|
zanzibar
|
sabato 26 aprile 2008
|
personalmente
|
|
|
|
Sono rimasto molto colpito dall'enfasi con cui viene mostrato lo squallore della famiglia dei protagonisti. Ma, come tutti, quando vado al cinema, ho delle preferenze acquisite. E pur apprezzando il film in sè, non riesco ad andare oltre le tre stelle per via di quella disperazione che impregna ogni inquadratura. Una disperazione che io ho visto mescolata a un pò di disprezzo per ciò che viene raccontato. Una sensazione... ma non mi è piaciuta, come sensazione.
|
|
[+] lascia un commento a zanzibar »
[ - ] lascia un commento a zanzibar »
|
|
d'accordo? |
|
diomede917
|
martedì 22 aprile 2008
|
il declino della famiglia americana
|
|
|
|
Una rapina finita male, una serie di puzzle formato flashback che ci descrivono i protagonisti può sembrare un'opera prima da Sundance e invece il ragazzino alle prime armi è il decano Sidney Lumet che con Onora il padre e la madre rinfresca il suo Curriculum regalandoci una storia a tinte forti come dimostra il fulminante amplesso iniziale. Il vantaggio di Lumet è di avere un cast in stato di grazia che dona a questo dramma familiare un valore aggiunto. Philip Seymour Hoffman è grandioso nell'interpretare questo uomo arrogante e molliccio che trova nella droga l'unico modo di trovare la forza per affrontare i problemi e far uscire allo scoperto la propria anima, a tenergli testa c'è un Albert Finney superlativo nel suo ruolo di grande vecchio che ne ha viste molte nella vita, che è ancora innamoratissimo della moglie e per questo amore è disposto al gesto estremo che concluderà questa storia di fallimenti, cinismo e amoralità.
[+]
Una rapina finita male, una serie di puzzle formato flashback che ci descrivono i protagonisti può sembrare un'opera prima da Sundance e invece il ragazzino alle prime armi è il decano Sidney Lumet che con Onora il padre e la madre rinfresca il suo Curriculum regalandoci una storia a tinte forti come dimostra il fulminante amplesso iniziale. Il vantaggio di Lumet è di avere un cast in stato di grazia che dona a questo dramma familiare un valore aggiunto. Philip Seymour Hoffman è grandioso nell'interpretare questo uomo arrogante e molliccio che trova nella droga l'unico modo di trovare la forza per affrontare i problemi e far uscire allo scoperto la propria anima, a tenergli testa c'è un Albert Finney superlativo nel suo ruolo di grande vecchio che ne ha viste molte nella vita, che è ancora innamoratissimo della moglie e per questo amore è disposto al gesto estremo che concluderà questa storia di fallimenti, cinismo e amoralità. Se il quadro è ottimo non è da meno la cornice composta dalla coppia Ethan Hawke e Marisa Tomei capaci di rappresentare al meglio i loro ruolo di loser riservatogli dalla sceneggiatura. Voto 8
[-]
|
|
[+] lascia un commento a diomede917 »
[ - ] lascia un commento a diomede917 »
|
|
d'accordo? |
|
sissy
|
domenica 20 aprile 2008
|
non vedevo l'ora che finisse
|
|
|
|
non ho mai pensato così tanto di aver sprecato i soldi per vedere un film così noioso...tutta la sala ne è rimasta profondamente delusa!quando hank ha detto le fatidiche parole "Sparami e la facciamo finita una volta per tutte" tutti abbiamo pregato perchè finalmente la facessero finita,liberandoci da quel supplizio...per non parlare della scena iniziale!mooooolto "profonda"!
|
|
[+] lascia un commento a sissy »
[ - ] lascia un commento a sissy »
|
|
d'accordo? |
|
antonello villani
|
venerdì 18 aprile 2008
|
quinto comandamento che arriva dritto allo stomaco
|
|
|
|
Doveva essere un piano perfetto, il colpo che assicura un buon conto in banca senza spargimenti di sangue. Ma la rapina alla gioielleria di famiglia organizzata da due fratelli con qualche problema di troppo prende una brutta piega quando ci scappa il morto e pure la mamma in coma. Sidney Lumet dirige un film amaro affidandosi ai tormenti di Philip Seymour Hoffman ed ai sensi di colpa di Ethan Hawke. Tabu’ infranto in questa tragedia che non cede al finale consolatorio, “Onora il padre e la madre” mostra il declino di una famiglia sempre piu’ in crisi e disposta a rinnegare i legami di sangue, perche’ il denaro puo’ spingere a crimini orribili anche il figlio più devoto. La telecamera indugia sulle ansie di due fratelli molto diversi tra loro e di una moglie fedifraga che ha una liaison con il cognato indebitato fino al collo, mentre l’uso spropositato del flash back svela le ragioni di vittime e carnefici.
[+]
Doveva essere un piano perfetto, il colpo che assicura un buon conto in banca senza spargimenti di sangue. Ma la rapina alla gioielleria di famiglia organizzata da due fratelli con qualche problema di troppo prende una brutta piega quando ci scappa il morto e pure la mamma in coma. Sidney Lumet dirige un film amaro affidandosi ai tormenti di Philip Seymour Hoffman ed ai sensi di colpa di Ethan Hawke. Tabu’ infranto in questa tragedia che non cede al finale consolatorio, “Onora il padre e la madre” mostra il declino di una famiglia sempre piu’ in crisi e disposta a rinnegare i legami di sangue, perche’ il denaro puo’ spingere a crimini orribili anche il figlio più devoto. La telecamera indugia sulle ansie di due fratelli molto diversi tra loro e di una moglie fedifraga che ha una liaison con il cognato indebitato fino al collo, mentre l’uso spropositato del flash back svela le ragioni di vittime e carnefici. Risvolti imprevedibili di una rapina andata storta, vecchi rancori e conflitti irrisolti nel ritorno di un cineasta che abbandona i legal movie per raccontare quel male di vivere che e’ responsabile di tanti misfatti. Il finale è crudo, per certi versi irreale, ma l’epilogo sembra tagliato per una storia d’altri tempi: colpa ed espiazione, la redenzione non puo’ esserci per i delitti contro natura. Lumet ne e’ consapevole ed il suo quinto comandamento arriva dritto allo stomaco. Senza pietismi o falsi moralismi.
Antonello Villani
(Salerno)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonello villani »
[ - ] lascia un commento a antonello villani »
|
|
d'accordo? |
|
|